L’allarme dell’Unesco: “Venezia è in pericolo, le misure adottate sono insufficienti”

Venezia è in pericolo. Colpa del turismo di massa e dei cambiamenti climatici. Ad annunciarlo è l’Unesco che, in una decisione resa pubblica lunedì, raccomanda l’inserimento della città lagunare nella lista del Patrimonio mondiale in pericolo, poiché sono state adottate misure “insufficienti” per contrastare il deterioramento del sito dovuto, appunto, in particolare al turismo di massa e ai cambiamenti climatici. “Il continuo sviluppo di Venezia, gli impatti del cambiamento climatico e del turismo di massa minacciano di causare cambiamenti irreversibili all’eccezionale valore universale del bene“, osserva il Centro del Patrimonio Mondiale, una sezione dell’Unesco. La raccomandazione dovrà essere votata dagli Stati membri dell’Unesco a settembre. Non è la prima volta che accade. Già nel 2021 era stata fatta la stessa proposta, ma la decisione era stata respinta.

Mentre gli “edifici” alti, “suscettibili di avere un significativo impatto visivo negativo“, dovrebbero essere costruiti a distanza dal centro della città, “l’innalzamento del livello del mare” e altri “fenomeni meteorologici estremi” legati al riscaldamento globale “minacciano” la “integrità” del sito, secondo l’Unesco. La risoluzione di questi problemi “annosi ma urgenti” è “ostacolata dall’assenza di una visione strategica comune” e dalla “scarsa efficienza e coordinamento” delle autorità locali e nazionali italiane, ha aggiunto il Centro del Patrimonio Mondiale.

Poiché Venezia si trova di fronte a “un rischio comprovato“, il Centro “raccomanda di iscriverla nella Lista del Patrimonio Mondiale in pericolo“, nella speranza che “questa iscrizione porti a un maggiore impegno e a una maggiore mobilitazione degli attori locali, nazionali e internazionali“. Il parere del Centro per il Patrimonio, che ritiene “insufficienti” le misure adottate dall’Italia, è per il momento indicativo. L’inserimento di Venezia nella lista del Patrimonio mondiale in pericolo richiederà l’approvazione degli Stati membri presenti alla riunione del Comitato del Patrimonio mondiale che si terrà a Riyadh dal 10 al 25 settembre.

Venezia nel suo complesso è uno straordinario capolavoro architettonico, poiché anche il più piccolo monumento contiene opere di alcuni dei più grandi artisti del mondo, come Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Veronese e altri“, spiega l’organizzazione delle Nazioni Unite, di cui la città è entrata a far parte nella Lista del Patrimonio Mondiale nel 1987. È anche una delle città più visitate al mondo. Al suo apice, 100.000 turisti vi dormono, oltre a decine di migliaia di visitatori giornalieri. A fronte di una popolazione di circa 50.000 abitanti nel centro della città, in costante diminuzione.

Pronta la risposta del Comune, che fa sapere che “leggerà con attenzione la proposta di decisione pubblicata oggi dal Centro per il Comitato per il Patrimonio mondiale dell’Unesco, e si confronterà con il governo, che è lo Stato parte con il quale l’Unesco si relaziona“.

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I (pericolosi) pesci alieni del Mediterraneo

‘Attenti a quei 4!’ è il titolo di una campagna, lanciata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim), per imparare a riconoscere e monitorare la presenza di pesce palla maculato, pesce scorpione, pesce coniglio scuro e pesce coniglio striato in Mediterraneo. Si tratta di quattro pesci arrivati in Mediterraneo attraverso il canale di Suez, cosiddette ‘specie aliene’, potenzialmente molto pericolose se trattate senza cautele.

La presenza di specie aliene nel Mediterraneo (pesci, molluschi, alghe ecc…) sono da anni oggetto di studio dei ricercatori. L’oceano globale, quello che noi più familiarmente chiamiamo mare, è un unico grande insieme interamente collegato, che ricopre oltre il 70 per cento della superficie terrestre. Ogni specie può quindi potenzialmente viaggiare da un capo all’altro del globo. La navigazione (con il prelievo e rilascio di acqua che serve come zavorra per bilanciare le navi) e il cambiamento climatico, come in questo caso, favoriscono queste diffusioni in ambienti diversi da quello storicamente caratteristico.

Questi spostamenti rapidi possono avere conseguenze importanti rispetto alle specie autoctone, creando vari problemi al bacino interessato dall’arrivo di specie aliene: particolarmente grave la minaccia ecologica, con importante perdita di biodiversità, perché ad esempio specie tropicali possono adattarsi rapidamente alla temperatura dell’acqua in crescita in questi anni e quindi soppiantare specie locali già in difficoltà.

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In questo caso, la campagna mira ad evitare un altro tipo di conseguenza: i 4 pesci oggetto della campagna sono potenzialmente pericolosi per l’uomo e richiedono alcune importanti cautele. Vediamo quali. Del pesce palla qualcuno avrà sentito parlare nei film, nei documentari o in qualche libro. Sappiamo che nella cucina giapponese solo alcuni cuochi, con una speciale abilitazione, sono autorizzati a trattarlo e cucinarlo per il pericolo che comporta. Nella fattispecie, il pesce palla maculato è una delle specie più invasive dell’intero Mediterraneo ed è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2013: ha la pelle molto liscia, senza squame, quattro grandi denti, macchie scure sul dorso e sui lati. Possiede una potentissima neurotossina che lo rende altamente tossico al consumo, anche dopo cottura, e potenzialmente mortale. Non va mangiato assolutamente. Inoltre, può infliggere morsi potenti.

Il bellissimo pesce scorpione, tra le specie più invasive al mondo, tanto da avere occupato gran parte delle acque costiere dell’Atlantico occidentale con impatti ecologici devastanti, è stato segnalato nel nostro Paese per la prima volta nel 2016. Questo pesce è commestibile, ma richiede una enorme cautela: il suo corpo è circondato da 18 grandi spine che costituiscono una protezione esterna naturale straordinaria e possono procurare punture estremamente dolorose anche due giorni dopo la morte dell’animale.

Due specie erbivore, da cui il nome pesce coniglio, richiedono altrettanta attenzione per le spine: pesce coniglio scuro, segnalato in Italia fin dal 2003, e pesce coniglio striato, la cui presenza nelle acque italiane è stata documentata per la prima volta nel 2015, sono commestibili ma richiedono grande attenzione per evitare dolorosissime conseguenze.