A Pasqua l’Italia spaccata in due: quasi Estate al Sud, temporali al Nord

Italia divisa in due durante le festività pasquali. Un’ondata di caldo fuori stagione investirà il Sud con picchi di 33°C tra la Santa Pasqua e la Pasquetta, al Nord troveremo spesso fasi instabili con rovesci alternati a schiarite in un contesto decisamente più fresco (massime sui 15-18°C in pianura). Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma il Bel Paese spezzato in due tronconi: la linea di separazione tra il tempo quasi autunnale e quello estivo correrà più o meno tra la Bassa Toscana, l’Umbria e le Marche; a nord di questa linea immaginaria (Livorno-Ancona) avremo acquazzoni sparsi, a sud di questa linea troveremo temperature intorno ai 22-25°C con picchi oltre i 30°C tra Sicilia, Calabria e Puglia.

Nel dettaglio, le prossime ore vedranno ancora delle piogge anche intense tra Liguria di Levante ed Alta Toscana, tempo molto instabile anche sul Triveneto con rovesci, neve sulle Alpi oltre i 1000 metri e anche l’acqua alta a Venezia; lungo la fascia tirrenica ci saranno momenti un po’ più variabili, altrove il tempo migliorerà decisamente anche se resterà ventoso quasi ovunque. Dal Venerdì Santo rimonterà l’anticiclone africano verso i Balcani e parte d’Italia: la protezione maggiore dell’alta pressione è prevista sulle regioni meridionali e su quelle adriatiche, ma la giornata sarà discreta quasi ovunque salvo rovesci frequenti sul Nord-Ovest e sulle Alpi. Soffieranno ancora venti tesi dai quadranti meridionali. Anche sabato vedrà frequenti momenti di instabilità sulle regioni nord-occidentali con estensione dei fenomeni in serata verso l’Alta Toscana; da Livorno in giù il tempo sarà buono, così come sul Nord-Est e tutto il versante adriatico. Le temperature saranno miti su gran parte del Paese, ma il vento sarà ancora piuttosto vivace.

Veniamo alla previsione più importante: Pasqua e Pasquetta. Negli ultimi giorni abbiamo ricordato l’incertezza del meteo pasquale a causa di una perturbazione spagnola, in lento e disordinato spostamento verso l’Italia. Dapprima i modelli meteo indicavano un moto piuttosto rapido verso il nostro Paese, poi rallentato, adesso di nuovo più veloce: in altre parole, sembra che la perturbazione spagnola possa colpire anche il Nord Italia tra la Pasqua e la Pasquetta, marginalmente anche la Toscana e le Marche. La stessa perturbazione però richiamerà aria calda dal Nord Africa con temperature ben oltre la media del periodo sul settore centro meridionale italiano.

In sintesi, per la Santa Pasqua si prevedono degli acquazzoni al mattino su Liguria, Alpi e Triveneto localmente su Alta Toscana e resto del Nord-Ovest; dal pomeriggio piogge e rovesci si concentreranno su Alpi e Triveneto, altrove ci saranno anche delle schiarite; come detto, a sud della ‘linea immaginaria Livorno-Ancona’, il tempo sarà in prevalenza asciutto, soleggiato e caldo per il periodo. Per il Lunedì dell’Angelo la situazione dovrebbe essere molto simile con acquazzoni al Centro-Nord (possibili anche su Lazio e Sardegna), alternati però a maggiori schiarite dal pomeriggio.

piogge al sud/imago

Arriva il Ciclone della Colomba: piogge, venti forti e anche tanta neve

Mancano poche ore e il Ciclone della Colomba invierà la prima delle due perturbazioni che si susseguiranno sull’Italia almeno fino a mercoledì 27 marzo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it non ha molti dubbi sull’evoluzione del tempo della settimana che ci porterà alle feste di Pasqua.

Dopo un lunedì in prevalenza soleggiato, piuttosto freddo e con qualche gelata al primo mattino al Nord, ma piacevolmente primaverile di giorno su tutte le regioni, sin dalle prime ore di martedì il tempo sarà compromesso dalle precipitazioni, inizialmente di debole intensità, poi, dal pomeriggio via via più moderate e diffuse, soprattutto al Centro-Nord. Questo primo peggioramento sarà sospinto da venti di Scirocco e alimentato da aria più fredda in quota; quest’ultima farà tornare la neve sulle Alpi mediamente sopra i 900-1100 metri.

Mercoledì arriverà il secondo impulso perturbato, più potente del primo tant’è che al mattino gran parte delle regioni settentrionali e centrali si troveranno sotto piogge, temporali con locali grandinate e ancora neve sulle Alpi a circa 1200 metri. Il Sud rimarrà in attesa, infatti qui il tempo peggiorerà fortemente nel pomeriggio, specie su Campania, Basilicata e Puglia. Questa perturbazione sarà sospinta da venti forti di Scirocco e poi Libeccio che provocheranno alcune mareggiate sulle coste esposte.

Entro sera il fronte perturbato abbandonerà l’Italia riportando una quiete atmosferica. Da giovedì e almeno fino a sabato santo la pressione tornerà ad aumentare e sarà nuovamente l’anticiclone africano a riportare il sole e un clima piuttosto mite su gran parte delle regioni. Soltanto al Nordovest il tempo potrà risultare più instabile per l’avvicinarsi di un nuovo sistema depressionario.
Quest’ultimo contesto perturbato potrebbe influenzare le feste di Pasqua, dapprima al Nord (domenica 31, giorno di Pasqua) e poi su molte regioni per il giorno di Pasquetta. Ma la distanza temporale è ancora tanta e questa tendenza dovrà essere necessariamente confermata nei prossimi giorni.

Tre perturbazioni sull’Italia in settimana: ancora tanta pioggia e neve

L’avvio di marzo si sta rivelando fin qui ricco di sorprese: la settimana appena iniziata vedrà ancora condizioni di tempo spiccatamente instabile su tante regioni, con frequenti occasioni per piogge anche abbondanti e temporali: tre intense perturbazioni sono pronte a minacciare il nostro Paese.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che il primo ed insidioso ciclone condizionerà il tempo anche nel corso della giornata odierna, quando è attesa tanta pioggia, con il coinvolgimento di quasi tutte le nostre regioni, con la neve che tornerà a scendere sugli Appennini oltre i 1200/1400 metri di quota. Visti i contrasti tra masse d’aria completamente diverse andrà prestata la massima attenzione in particolare al Centro Sud e sulla Sardegna dove non escludiamo il rischio di veri e propri nubifragi.

Tra il pomeriggio di martedì 5 e mercoledì 6 il secondo impulso instabile riporterà la neve sulle Alpi, con fiocchi fin verso gli 800 metri di quota su Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia; ancora piogge, invece, sulla Valle Padana. Successivamente il maltempo si estenderà rapidamente al Centro, dove ci sarà occasione per ulteriori rovesci, anche a carattere temporalesco; nuove nevicate in Appennino fin verso i 1000 metri di quota. Dopo una timida rimonta dell’alta pressione che garantirà una maggior stabilità atmosferica con più spazi soleggiati giovedì 7, già nel corso di venerdì 8 marzo le condizioni meteo potrebbero nuovamente peggiorare per l’arrivo della terza perturbazione carica di piogge e temporali che potrebbe compromettere anche il secondo weekend di marzo.

La causa di questo infinito maltempo va ricercata nel particolare assetto sinottico che sta contraddistinguendo lo scacchiere europeo e che si protrarrà per tutta la prima parte di marzo: abbiamo infatti un flusso di correnti atlantiche piuttosto vivace, in grado di innescare fasi meteo decisamente piovose per molte regioni italiane, con un surplus di precipitazioni come non accadeva da diversi mesi.

Primo weekend di marzo con maltempo e tanta neve sulle Alpi

Finisce l’inverno meteorologico e arrivano nevicate straordinarie. Meteorologi e climatologi, per ragioni di semplicità nei calcoli statistici, differenziano le stagioni da quelle astronomiche facendole iniziare sempre il primo del mese: siamo già in primavera e l’inverno meteorologico ci ha regalato il meglio di sé alla fine. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti le abbondanti nevicate degli ultimi giorni che hanno ammantato tutto l’arco alpino facendo salire il pericolo valanghe fino al grado 4 su una scala che va da un minimo di 1 ad un massimo di 5: ‘pericolo forte’ per tantissima neve caduta e non assestata a dovere. Ed un altro carico eccezionale di neve arriverà domenica 3 marzo, con accumuli oltre i 150 cm sulle Alpi occidentali; se la previsione verrà confermata in pieno, registreremo in alcune zone l’evento più forte degli ultimi 5-10 anni.

Intanto l’Italia è ancora in balìa di un ciclone che rimbalza da Nord a Sud in modo preoccupante: fino a martedì questo ciclone ha distribuito nubifragi al Nord, da mercoledì temporali e piogge torrenziali al Centro-Sud; nelle ultime ore il vortice sta rimbalzando verso la Pianura Padana con piogge su regioni già colpite dai recenti allagamenti. Una situazione estrema che accompagnerà il nostro Paese ad oltranza; infatti, dopo le piogge potrebbe arrivare il freddo fuori stagione con nevicate a bassa quota verso le regioni centrali.

Il tempo sarà condizionato dalla risalita verso nord del ciclone che si era spinto fin verso la Tunisia: sono attese nelle prossime ore piogge diffuse al Centro-Nord, in seguito anche su Campania e Sicilia. Le temperature resteranno ancora leggermente superiori alle medie del periodo e la neve cadrà solo sulle Alpi oltre i 1300-1400 metri. L’Appennino vedrà qualche fiocco solo sulle cime più alte, ricordando un inverno che ha davvero dato poche soddisfazioni dal punto di vista della neve.

Sabato ci sarà una pausa: vivremo una giornata di transizione con isolati piovaschi al Nord e nevicate solo sulle Alpi oltre i 1000 metri; al Centro-Sud invece arriverà una giornata primaverile con alternanza di sole e nuvole.

Infine, attenzione alla prima domenica di marzo, il giorno 3 segnerà il ritorno al passato: un nuovo ciclone scenderà dal Nord Atlantico e si fionderà sul nostro Paese passando dalla Porta del Rodano (Francia); sono previste nevicate storiche in Valle d’Aosta e sul Piemonte con oltre 150 cm di neve fresca (nord della regione). Questo ciclone attiverà anche una forte e mite ventilazione di Scirocco che ci farà sentire di nuovo in autunno, con tanta pioggia al Nord e lungo il versante tirrenico.

Due cicloni in rotta di collisione con l’Italia: tornano pioggia e venti forti

Nel corso della settimana appena iniziata sull’Italia torneranno piogge, venti forti e pure la neve: la seconda metà di febbraio si annuncia quindi decisamente instabile e movimentata. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che già a partire dalla giornata odierna le condizioni meteo sono previste in peggioramento con precipitazioni in particolare sulle regioni del Centro Sud e sulle due Isole maggiori a causa del passaggio del primo ciclone che si approfondirà sui nostri mari. Visti i contrasti piuttosto accesi tra masse d’aria diverse non si esclude il rischio di fenomeni intensi anche a carattere temporalesco. Martedì 20 gli effetti di questo primo peggioramento si andranno rapidamente a concentrare verso le regioni del Sud, dove la giornata trascorrerà sotto uno spesso tappeto di nubi cariche di pioggia anche a carattere di rovescio temporalesco. Tornerà invece il sole sulle regioni del Nord e gran parte del Centro, nonostante le consuete insidie provocate dalle nebbie in fase di intensificazione sulla Valle Padana e nelle zone più interne del Centro.

Ma attenzione, questa non sarà la perturbazione più forte della settimana: ne è infatti attesa un’altra tra giovedì 22 e venerdì 23 febbraio, ben più intensa, destinata a provocare precipitazioni abbondanti e nevicate intense sulle montagne.

Questo secondo ciclone stavolta colpirà anche il Nord con piogge sempre più diffuse e localmente di forte intensità. Attenzione soprattutto alla Liguria di Levante e all’arco alpino, dove si potranno verificare anche nevicate, sopra i 1100-1300 metri di quota. Dando poi uno sguardo più avanti, non possiamo affatto escludere che possa aprirsi un ‘canale perturbato’ all’interno del quale potrebbero fluire intense perturbazioni di origine nord atlantica verso l’Europa occidentale e l’Italia.

Meteo, scherzo di Carnevale: arriva ciclone Pulcinella, porta pioggia e neve

Ultima settimana con temperature miti poi torna l’inverno con pioggia e neve. Da venerdì arriva il Ciclone ‘Pulcinella’ e non è uno scherzo di Carnevale. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma la previsione modellistica con altri 5 giorni ‘caldi’ oltre la media del periodo su gran parte del Paese. L’anticiclone subtropicale prima e venti meridionali poi, riusciranno a mantenere la colonnina di mercurio oltre i valori medi tipici di questo periodo, normalmente uno dei più freddi dell’anno.

In particolare, nonostante nel weekend siano attese delle precipitazioni, i venti di Scirocco e di ‘Libeccio caldo’ manterranno ancora il sapore primaverile degli ultimi giorni. Ma, dalla prossima settimana, dal 12 febbraio fino al 10 marzo, le previsioni sub-stagionali e i vari indici meteorologici prevedono un generale ritorno all’Inverno con valori non particolarmente rigidi, ma comunque non caldi o anomali come negli ultimi giorni. Le temperature ‘da Sant’Eulalia (12 febbraio) a San Macario (10 marzo) saranno nella media e con tempo vario’.

Intanto, le prossime ore saranno comunque caratterizzate da valori termici straordinari per questo periodo dell’anno: il mese di febbraio prende il nome dalla frequente febbre da raffreddore tipica di questa fase normalmente gelida. Quest’anno, come d’altronde anche negli ultimi anni, il mese di febbraio ci fa sudare. Negli ultimi giorni siamo arrivati anche a toccare 23-24 gradi in Pianura Padana!

Oggi ci accompagnerà con un po’ più di nubi al Nord e lungo tutta la fascia tirrenica, ma il termometro toccherà comunque i 25°C in modo diffuso tra Sardegna e Sicilia. Tra le due isole maggiori il valore normale di inizio febbraio è di circa 16 gradi: saremo ancora 9 gradi oltre la media, anche al Sud. Domani e giovedì saranno la fotocopia delle prossime ore con nubi più compatte tra Liguria e versante tirrenico, addensamenti a tratti anche al Nord-Est con al più locale pioviggine. Le temperature, inutile dirlo, continueranno ad essere miti.

Un primo cambiamento si paleserà venerdì 9 febbraio con l’arrivo di un ciclone denominato ‘Pulcinella’, in pieno stile carnevalesco (il martedì grasso quest’anno cade il 13 febbraio e le Ceneri il 14 in concomitanza con San Valentino): con il Ciclone Pulcinella sono attese piogge diffuse al Nord, moderate tra Liguria e Lombardia ed il ritorno della neve sulle Alpi a quote medie, oltre i 1500 metri. Localmente le piogge interesseranno anche il versante tirrenico. Da sabato la situazione diverrà instabile anche al Centro-Sud e un po’ ‘sciroccata’ ovunque: soffieranno venti miti di Scirocco dal Nord-Africa e quindi il freddo sarà ancora lontano.

Domenica, infine, il Ciclone Pulcinella si approfondirà dal Mar Tirreno Centrale verso la Campania, verso il luogo di nascita della maschera (Acerra, Napoli) e porterà piogge e rovesci quasi ovunque da Nord a Sud: arriverà la prima giornata di maltempo dopo tante settimane, accompagnata da venti occidentali, ancora non freddi.

Il clima meno caldo, come detto, arriverà poi la prossima settimana ad iniziare da lunedì 12 febbraio: meglio tardi che mai, molto probabilmente ritroveremo anche la neve fresca sugli Appennini e questa sarà già una grande notizia, anche se le temperature non scenderanno su valori particolarmente freddi.

Il ciclone della Befana porterà pioggia: poi freddo e neve a bassa quota

Il 2024 inizia come era finito il 2023 con alta pressione e temperature 7-8 gradi superiori alle medie del periodo. Al Centro-Sud si toccano i 20 gradi di giorno, con le minime che di notte faticano a scendere sotto i 10-14°C.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’anomalia positiva delle temperature, in parole semplici lo scarto positivo dei valori rispetto alle medie di gennaio: a Milano la massima, in questo periodo dell’anno, dovrebbe essere intorno ai 4-5 gradi invece, anche per la giornata di oggi, si prevedono 10-11°C; va detto, poi, che la Val Padana, a causa delle nubi basse e delle nebbie presenti, è la zona meno ‘calda’, infatti il vero clima mite, quasi primaverile, si registra al Centro-Sud: al mattino le minime faticano a scendere ad una sola cifra (sotto i 10°), le massime di Roma e Napoli sono costantemente sopra i 15 gradi con punte di 18-19. La normalità per Roma sarebbe 11°, per Napoli 13°. Insomma prosegue il caldo anomalo, anche in montagna, con zero termico oltre i 2800 metri al Nord e fino a 3700 metri al Sud!

Ma tutto questo finirà: ci penserà il Ciclone della Befana. Già da venerdì, con un po’ di anticipo, il maltempo diventerà infatti protagonista con forti fenomeni al Nord e parte del Centro, poi per la Befana si estenderà anche al Sud. Le temperature minime resteranno miti, mentre le massime (a causa del maltempo) scenderanno sensibilmente. Nel frattempo, prima del Ciclone della Befana, sia oggi che domani dominerà l’alta pressione, disturbata solo localmente da umide e tiepide correnti di Libeccio: il tempo sarà in prevalenza soleggiato salvo isolate piogge sul versante tirrenico. La svolta però, come detto, arriverà: è infatti in calendario per venerdì 5 gennaio quando una violenta bassa pressione, in discesa dal Nord Atlantico, porterà piogge forti su Liguria ed Alta Toscana, in seguito anche sul resto del Nord con tanta neve sulle Alpi fino a quote collinari. Durante i fenomeni più intensi saranno possibili fiocchi bianchi anche sulle pianure meridionali del Piemonte.

Il giorno seguente, l’Epifania tutto il caldo se lo porterà via: avremo un crollo anche delle minime ed un’ulteriore flessione delle massime; infine, da domenica 7 gennaio, masse d’aria di lontana origine artica entreranno dalla Porta del Rodano favorendo un ulteriore e più marcato crollo termico su tutta la penisola. In sintesi, la settimana 8-14 gennaio vedrà, per la prima volta, il vero inverno su tutto il Continente Europeo: in Italia potremo registrare anche qualche nevicata a quote di bassa collina sulle regioni centrali; laddove adesso sforiamo i 20 gradi il cristallo esagonale (la neve) potrebbe ricordarci improvvisamente che siamo in inverno e nel periodo normalmente più freddo dell’anno.

piogge al sud/imago

Super anticiclone fino a San Silvestro, poi da Capodanno tornano piogge e neve

L’anticiclone africano che sta proteggendo l’Italia dalle perturbazioni atlantiche sembra più forte del previsto e riuscirà a proteggere il Belpaese almeno fino all’ultimo giorno del 2023, poi lascerà spazio a una perturbazione atlantica.

Come spiega Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it “i prossimi giorni saranno più o meno l’uno fotocopia dell’altro. La presenza dell’anticiclone garantirà una stabilità assoluta dell’atmosfera con conseguenze diverse da zona a zona”. Infatti, al Nord il tempo sarà caratterizzato da cielo coperto e nebbie sulle zone pianeggianti, locale pioviggine in Liguria e sole prevalente in montagna e comunque sopra i 400 metri circa. Al Centro, saranno le nubi basse che copriranno il cielo su Toscana, Umbria, Lazio e sulle coste al mattino. Sarà più soleggiato sulle regioni adriatiche. Il sole invece sarà più presente al Sud e sulle Isole Maggiori. In questo contesto di stabilità le temperature non subiranno variazioni mantenendosi con valori sopra la media del periodo, piacevoli di giorno ove soleggiato e nemmeno troppo freddi sul resto d’Italia.

Questa situazione di blocco potrebbe finire proprio con l’inizio del 2024. Infatti, da Capodanno una perturbazione atlantica riuscirà ad abbassarsi di latitudine fino a scalfire il muro anticiclonico e quindi a sfondare sul bacino del Mediterraneo. Il suo arrivo sarà anticipato dall’intensificarsi dei venti meridionali, soprattutto di Libeccio.

La perturbazione attraverserà l’Italia l’1 e il 2 gennaio con piogge via via più diffuse al Centro-Nord, forti tra Liguria e Toscana. Il sistema perturbato, sospinto da venti meridionali, sarà alimentato da aria più fresca in quota che favorirà il ritorno della neve sulle Alpi a partire dai 1400-1500 metri circa. Le temperature tenderanno a diminuire di qualche grado.

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L’ultima frontiera climatica: ‘manipolare’ le nuvole per fare piovere a comando

Manipolare le nuvole per far piovere o ridurre la grandine: in un contesto di riscaldamento globale, molti Paesi stanno raddoppiando l’interesse per queste tecniche, con il rischio di creare tensioni geopolitiche. In Australia, la società elettrica Snowy Hydro sta completando la sua tradizionale campagna di semina nelle Snowy Mountains, la catena montuosa più alta dell’isola-continente. L’obiettivo è quello di aumentare le precipitazioni nevose utilizzando generatori di particelle di ioduro d’argento. Snowy Hydro alimenterà poi le riserve d’acqua per produrre più energia idroelettrica, spiega l’azienda.

Che sia per l’agricoltura, il consumo umano o l’elettricità, l’immenso bisogno di acqua è aggravato dal riscaldamento globale. Secondo le Nazioni Unite, 2,3 miliardi di persone vivono già in Paesi in cui la scarsità d’acqua è un problema. In queste condizioni, diversi Paesi stanno cercando di cambiare il clima: India, Thailandia, Stati Uniti, ma anche Cina. Nel 2020, Pechino ha pubblicato una circolare che illustra la sua strategia: secondo questo documento, la Cina avrà un sistema di modifica del tempo sviluppato entro il 2025. Anche gli Emirati Arabi Uniti si stanno dando da fare. Qualche anno fa, il Centro meteorologico nazionale ha lanciato un programma di ricerca per migliorare le precipitazioni, con sovvenzioni di 1,5 milioni di dollari per ogni progetto di ricerca riuscito.

Fin dagli incantesimi alle ninfe della pioggia dell’antichità, le speranze di far piovere su richiesta non si sono mai esaurite. Dalla fine degli anni ’40 gli Stati Uniti ci hanno provato, anche per scopi militari: durante la guerra del Vietnam, l'”Operazione Popeye” dell’esercito americano consisteva nel seminare nuvole nel tentativo di rallentare le truppe di Ho Chi Minh. L’efficacia della manovra è tuttora oggetto di dibattito. Da allora le tecniche sono cambiate relativamente poco, anche se la ricerca è in corso. In genere si tratta di disperdere particelle – ioduro d’argento, sale igroscopico, ecc. – nelle nuvole, sia con aerei che con generatori o razzi da terra. Le mini-particelle introdotte nella nuvola ne modificano la struttura e potenzialmente ne provocano la precipitazione.

Ma la semina ha le sue insidie. Anche perché è difficile valutare la reale efficacia delle tecniche. In Francia, l’Association nationale d’étude et de lutte contre les fléaux atmosphériques (Anelfa), istituita a cavallo degli anni ’50, utilizza questa tecnica per cercare di ridurre la grandine che danneggia le colture agricole. “È difficile valutare l’efficacia di questa tecnica a causa dell’ampia variabilità di questo fenomeno naturale“, ammette Claude Berthet, il suo direttore. “Ma le nostre indagini mostrano una correlazione tra le aree che hanno ricevuto lo ioduro d’argento e quelle che hanno ricevuto meno grandine”. Snowy Hydro riporta un aumento del 14% della neve nelle Snowy Mountains durante le campagne di semina.

Questo è solo un aspetto del problema. “L’idea principale alla base del cambiamento climatico è che stiamo andando verso una scarsità di risorse idriche, che porterà a un numero sempre maggiore di conflitti per averle”, avverte Marine de Guglielmo Weber, ricercatrice presso l’Istituto di Relazioni Internazionali e Strategiche, che ha scritto la sua tesi sull’argomento. In questo contesto, “le tecniche presentate come in grado di forzare una nube a precipitare quando normalmente ci sarebbero volute diverse ore per farlo diventeranno sempre più foriere di conflitti”. Nel 2018, ad esempio, un alto funzionario iraniano ha accusato Israele di ‘rubare’ le nubi iraniane.

Eppure, lamenta lo scrittore ed ex avvocato Mathieu Simonet, che ha appena pubblicato un articolo sull’argomento, non esiste una legge internazionale sulle nuvole. “Le nuvole sono un bene comune, quindi abbiamo bisogno di regole comuni per condividerle”, sostiene. “Soprattutto, queste regole comuni non devono essere determinate dalla posizione geografica: le nuvole circolano ovunque. Allo stesso modo, non devono essere determinate dalle capacità tecniche e dalla ricchezza di un particolare Paese”. Nel frattempo, l’autore sta girando la Francia per fare una campagna per il riconoscimento di una Giornata internazionale delle nuvole.

pioggia

Doppia perturbazione in arrivo poi crollo termico autunnale entro il weekend

Due perturbazioni affossano l’estate ed entro il weekend termometri giù di 7-8 gradi e piogge battenti. Puntuale arriva l’autunno con calo termico e tanta acqua, ma attenzione: la prossima settimana ci potrebbe regalare una sorpresa.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo nelle prossime ore della prima perturbazione che chiama ‘spagnola’: “dalla Penisola Iberica infatti un nucleo instabile porterà un primo peggioramento al Centro-Nord con piovaschi ma anche temporali, specie dal pomeriggio sul settore occidentale”.

Una seconda perturbazione, di origine atlantica e molto più intensa, scenderà poi dalla Scozia fino all’Italia tuffandosi velocemente nel Mediterraneo: giovedì e venerdì sono previste piogge anche persistenti al Nord e su parte del Centro; localmente qualche fenomeno raggiungerà anche il Sud peninsulare. Il caldo africano invece resisterà in Sicilia e localmente in Puglia.

Dopo le piogge spagnole e le docce scozzesi, ecco che il weekend segnerà il definitivo punto della svolta: l’astronomia indica che alle 8.49 di sabato 23 settembre ci sarà l’Equinozio d’Autunno e, mai come quest’anno, il meteo sarà puntuale con questo appuntamento. Da sabato tutta l’Italia vivrà condizioni autunnali, con un calo delle temperature diffuso, specie in Sicilia dove avremo un calo medio di 7-8 gradi, da 35°C a 27-28°C.

La sorpresa, poi, potrebbe arrivare la prossima settimana con un’Italia capovolta: al Sud insisteranno condizioni autunnali con piogge, ma anche con possibili nubifragi a causa di un ciclone mediterraneo stazionario tra Tirreno meridionale e Mar Ionio; al Nord è invece prevista la rimonta di un gigantesco anticiclone che coprirà tutta l’Europa centrale dalla Francia all’Ucraina. Sull’Italia settentrionale si prevede quindi una fase stabile e soleggiata con lo zero termico che potrebbe salire fino a valori eccezionali per il periodo, complicando ancora di più la vita dei ghiacciai alpini.

Il Ciclone Mediterraneo al Sud rischierà, di contro, di portare maltempo per più giorni, almeno fino a metà della prossima settimana, coinvolgendo in parte anche le regioni adriatiche delle regioni centrali: insomma un periodo movimentato, come è giusto che sia a fine settembre.

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