Ambiente, Ciafani: Sì a cantieri della transizione, no a Ponte sullo Stretto

“Abbiamo deciso di dedicare il nostro congresso all’Italia in cantiere. Abbiamo voluto esorcizzare questa parola, che a volte spaventa gli ambientalisti, perché per fare tutte le opere, gli impianti e le infrastrutture della transizione ecologica bisogna aprire tanti cantieri, bisogna farli realizzare e chiudere in tempi brevi”. Lo dice, intervistato da GEA, il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, in occasione dell’apertura del congresso Cigno verde, a Roma. “Bisogna evitare cantieri che vanno in direzione opposta – precisa -, penso alle fossili, o al Ponte sullo stretto di Messina, perché l’Italia deve andare velocemente nella direzione della decarbonizzazione. Ce lo chiede il Pianeta, ce lo chiedono le famiglie e le imprese che pagano bollette sempre più pesanti e credo sia la risposta migliore rispetto agli eventi estremi che continuano a flagellare il nostro Paese con frequenze sempre più importanti e potenza sempre più distruttiva”.

Camera dà fiducia sul Dl Ponte. Salvini: “50 anni di chiacchiere, si passa ai fatti”

L’aula della Camera concede il disco verde sul voto finale sul decreto Ponte sullo Stretto di Messina, con 182 sì, 93 no e 1 astenuto. Dopo il via libera alla questione di fiducia avvenuta in mattina, nel pomeriggio i gruppi hanno trovato l’accordo per anticipare anche lo scrutinio sul testo, che ora passa al vaglio del Senato.

Dopo cinquant’anni di chiacchiere, si passa finalmente ai fatti per unire e modernizzare il Paese“, festeggia sui social il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. “E’ un’opera che rappresenta un tassello prioritario e non più procrastinabile nella più complessiva strategia di ammodernamento della rete ferroviaria e stradale del Meridione d’Italia”, rivendica in Aula Aldo Mattia, deputato e membro della commissione Ambiente in quota Fratelli d’Italia. Per il partito della premier e per l’intera maggioranza, spiega, “è anche un’opera che potrà rappresentare un vanto per la Nazione, al quale guardare con ammirazione e stupore, una grande opera dell’ingegneria e della tecnologia italiana”. Per il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, che rappresentava l’esecutivo a Montecitorio, quella di oggi è “una giornata storica“. Perché “il governo, di cui Forza Italia è parte leale ed essenziale, sta portando a compimento una obiettivo strategico e storico del presidente Silvio Berlusconi e di FI“, scrive in una nota. “Siamo convinti da sempre che questa opera farà onore all’Italia e rilancerà l’economia delle regioni meridionali“, rivendica il collega di partito, Giovanni Arruzzolo, intervenendo nell’emiciclo della Camera in fase di dichiarazione di voto. “Lo facciamo – spiega – anche per dare un segnale, ovvero, superare il pregiudizio ideologico e le logiche anti-sviluppo e pseudoambientaliste che hanno già prodotto danni enormi al Paese e al Sud”.

Per il Pd, l’unica motivazione di questo decreto, che “resuscita di fatto solo la vecchia Società costituita dall’ultimo governo Berlusconi per realizzare il Ponte, sono i possibili contenziosi che rischiano di arrivare ad un miliardo di euro”, sostiene Marco Simiani, capogruppo dem in commissione Ambiente. Dell’opera, ricorda, “non c è traccia: il governo ha già infatti ammesso che non c’è un progetto, non è stata quantificata la spesa e soprattutto non ci sono i finanziamenti. Quando la destra abbandonerà gli spot elettorali per affrontare con serietà il problema del gap infrastrutturale del Sud del paese saremo pronti a confrontarci”. Alza gli scudi anche il Movimento 5 Stelle: “Questo decreto verrà ricordato come il decreto degli sperperi, ma voi state superando il limite del buongusto“, tuona il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri, in Aula. “Destinate 7 milioni per organizzare delle passeggiate ai cantieri. Ma vi rendete conto di quanto sia offensivo spendere 7 milioni in questo modo quando con 22 si potrebbe completare la strada Sila-Mare in cui proprio la settimana scorsa è crollato un Ponte? State dicendo ai cittadini: la nostra pubblicità e la nostra propaganda, la pagate voi“, lamenta l’esponente pentastellato, secondo cui “questo governo applica logiche di austerity quando si tratta di aiutare il ceto medio e le persone in difficoltà e logiche di sperpero quando si tratta di favorire I processi speculativi”.

Ponte sullo Stretto senza coperture. Fonti Mit: “Risorse in manovra”

Il Ponte sullo Stretto di Messina, resuscitato dal governo, rischia di non avere le coperture adeguate per essere realizzato. Arriva infatti dall’Allegato infrastrutture al Def, appena varato dall’esecutivo, un primo punto fermo sui costi dell’opera. Il Ponte in sé costerà almeno 13,5 miliardi, mentre per realizzare le opere complementari al collegamento ferroviario “lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con Rfi” serviranno almeno altri 1,1 miliardi. Ancora da stimare, invece, il costo delle opere “di ottimizzazione e complementari alle connessioni stradali”, che considerate “di minor impatto economico, verranno meglio definite e dettagliate nell’ambito dei prossimi contratti di programma con Anas”. In tutto si arriva ad almeno 14,6 miliardi mentre, nelle ultime settimane, con il progetto risvegliato dal decreto legge approvato a fine marzo, si erano ipotizzati costi intorno ai dieci miliardi. Per questo, si legge nell’allegato, “ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente”, fermo restando l’urgenza di realizzare un’opera “non più rinviabile e considerata di assoluta strategicità da questo governo per l’Italia e per l’Europa nel suo complesso,  in coerenza con il disegno dei Corridoi delle reti transeuropee di trasporto Ten-T”. Immediata la risposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: è ovvio che manchi la copertura per il Ponte sullo Stretto perché “sarà reperita con la legge di bilancio, come sempre avviene per tutte le grandi opere inserite nella programmazione infrastrutturale del Def”, fanno sapere fonti Mit, spiegando che il Def è un documento di programmazione, non di stanziamento di risorse e facendo anche presente che non c’è ancora nemmeno la società ad hoc. Inoltre,  al finanziamento dell’opera, puntualizza l’allegato, oltre con la manovra 2024, si intende provvedere mediante le risorse “messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione; i finanziamenti contratti sul mercato nazionale e internazionale. A tal fine saranno quindi considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti, oltre all’accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility – Cef (partecipazione al bando entro settembre 2023″).

Ma intanto le opposizioni insorgono: Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra parla di “vera e propria truffa politica e mediatica di chi parla – al solo scopo di fare propaganda – di realizzare un ponte senza avere i soldi per finanziarlo” e chiede al governo di ritirare il decreto destinando le risorse alle infrastrutture del Sud. Dal fronte Cinque Stelle  i deputati nelle commissioni Trasporti e Infrastrutture precisano che il “Dl che è mera aria fritta, fatta eccezione per il ritorno in vita della derelitta società Stretto di Messina Spa, carrozzone destinato a moltiplicare le poltrone e a divorare soldi dei contribuenti”. “Salvini e la Lega stanno facendo uno sgradevole gioco delle tre carte, ovviamente a danno dei cittadini italiani”, commentano.

E pensare che la realizzazione dell’opera aveva ricevuto oggi il bene placito delle associazioni di categoria, ascoltate nelle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera. “Il Ponte- ha spiegato Paolo Uggè, consigliere Confcommercio delegato ai Trasporti, e presidente Fai-Conftrasporto,consentirà a un popolo di oltre cinque milioni di persone di avere finalmente un vero collegamento con il Continente. Per l’Europa, sarà una preziosa opera di connessione nord-sud, realizzando un’offerta logistica in grado di migliorare la competitività del sistema europeo attraverso una piattaforma proiettata nel mare Mediterraneo“. Dello stesso parere Vittorio Messina, presidente del Caf Confesercenti secondo cui l’opera “rappresenterebbe un vero e proprio rilancio dell’Italia dal punto di vista di ingegneria per un’opera mai realizzata finora. Oltre che sarebbe un segnale di fiducia e speranza”, per la Sicilia. Per Confartigianato e Cna invece il progetto deve essere inquadrato in un ambito complessivo di interventi “in cui una grande opera può essere elemento che trascina tutto il contesto se accompagnata da altre opere”.

Bocciato invece il Ponte dalle associazioni ambientaliste. “Diciamo no a questo progetto che per noi rappresenta più un mito, visto che sono 60 anni di studi e progetti di fattibilità non andati a buon fine. I punti sono i più diversi: sicurezza sismica, anche rispetto al vento; fattibilità tecnica anche sulle strutture mai chiarita in maniera approfondita, le problematiche ambientali che non riguardano solo suolo e sottosuolo ma anche il rumore e i rischi connessi alla salute”, spiegano i rappresentanti del Coordinamento Salviamo il Paesaggio, mentre il Touring Club ritiene che altri siano gli interventi utili al Sud, soprattutto in Calabria e Sicilia, tipo “infrastrutture e logistica, soprattutto dal punto di vista ferroviario, autostradale, e dei collegamenti marittimi e trasporto merci, favorendo l’intermodalità fra vettori“. Un avvertimento arriva da Carlo Doglioni, presidente dell’INGV: l’area dello Stretto è attraversata da molte faglie, e quindi è sismicamente attiva per questo “dobbiamo immaginare di costruire un attraversamento stabile che sia in grado di resistere a un avvenimento di questo genere”.