Agricoltura, sale la tensione a Bruxelles: petardi e cariche trattori contro polizia

Quasi mille i trattori che da questa mattina poco dopo le nove hanno invaso le strade di Bruxelles per manifestare contro le politiche comunitarie, mentre al Consiglio Ue è in corso la riunione dei ministri europei dell’agricoltura. La polizia, in tenuta antisommossa, ha isolato il quartiere europeo con barricate di filo spinato e sta attualmente inviando rinforzi sul posto, utilizzando idranti e lacrimogeni contro gli agricoltori manifestanti che lanciano uova, bottiglie di vetro e petardi contro di loro. In varie strade del quartiere europeo, tra rue de la Loi e Chaussée d’etterbeek, i manifestanti hanno appiccato fuochi, bruciando pneumatici, copertoni e cumuli di paglia. In Chaussée d’etterbeek i manifestanti hanno cercando di sfondare la barricate della polizia minacciando ripetutamente di superare le barriere con i trattori.

I trattori oggi a Roma, ma la protesta è depotenziata. L’agricoltura divide ancora la politica

La proroga dell’esenzione Irpef alle aziende agricole sembra aver attutito i toni della protesta dei trattori. Le mosse del governo sono riuscite a convincere almeno Riscatto agricolo, che non dovrebbe prendere parte alle manifestazioni in programma oggi a Roma. Sarebbero almeno tre, di diverse sigle, in zone differenti della città. Quello che emerge alla vigilia, comunque, è che la presenza non dovrebbe essere così massiccia come nelle previsioni iniziali. Gli occhi saranno puntati sul Circo Massimo, dove dovrebbe arrivare Cra-Agricoltori traditi.

La macchina organizzativa della Capitale è già attivata. Dalle ore 15 alle ore 18, infatti, in piazzale Ugo La Malfa, dove è prevista la partecipazione di circa 5mila persone che giungeranno a bordo di pullman e mezzi propri, si attendono circa 10 trattori, che raggiungeranno la zona percorrendo un itinerario concordato con le forze di polizia. Dalle 8 del mattino, poi, scatteranno i divieti di sosta nei tratti stradali di piazzale Ugo La Malfa, via del Circo Massimo; controviale di viale delle Terme di Caracalla, lato Stadio Nando Martellini, tra piazza di Porta Capena a piazzale Numa Pompilio, per consentire la sosta dei pullman dei manifestanti. Sono previste anche le modifiche per le linee bus 81, 118, 160, 628, 715.

Intanto resta acceso il dibattito nel mondo politico. “L’esenzione dell’Irpef agricola per i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro e la riduzione del 50% dell’importo per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro, saranno garantite per due anni. Un’esenzione più giusta che esclude i più ricchi in favore di chi, invece, ne ha più bisogno”, scrive su Telegram il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. Assicurando che “l’agricoltura è al centro della nostra azione. Il nostro impegno adesso sarà ancora più forte in Europa”.

Ma proprio Bruxelles è il bersaglio delle polemiche di queste settimane, anche se il Pd non ci sta a prendersela sempre e solo con le istituzioni Ue. “Colpisce che per la destra l’Europa è sempre il nemico – attacca il capogruppo al Senato, Francesco Boccia -. Quando non sanno affrontare una questione si inventano un nemico. Ma qui da noi, prima il governo Meloni ha detto di no alla conferma della esenzione Irpef per il mondo agricolo, ha detto no ai nostri emendamenti che la chiedevano, e ora la destra fa finta di fare marcia indietro, approvando un emendamento al Milleproroghe, imposto dal governo che non risolve la questione”. Duro anche

Sul tema ci sono anche le stime di Coldiretti. “Dell’esenzione totale dell’Irpef agricola beneficeranno 9 aziende agricole su 10, pari a 387mila, mentre altre 20mila vedranno l’imposta dimezzata”, fanno sapere i coltivatori diretti. Spiegando che “sul resto della platea l’esenzione verrà calcolata in forma progressiva e riguarderà il totale delle 430 mila imprese agricole professionali e coltivatori diretti”. Inoltre, “l’emendamento approvato prevede l’introduzione di una franchigia di esenzione al 100% ai fini Irpef fino a 10mila euro della somma dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (Iap). Per la parte eccedente i 10mila euro, ma non superiore a 15.000 euro, l’esenzione è del 50%”.

Meloni convoca associazioni agricoltori: “Sempre difesi in Ue. Irpef entro 10mila euro”

Mentre i trattori rombano sull’asfalto di Roma, il governo convoca le associazioni più rappresentative del mondo agricolo a Palazzo Chigi. Un confronto durato circa due ore, aperto e chiuso dalla premier, Giorgia Meloni, che esordisce subito riconoscendo la strategicità del comparto per l’economia italiana. “In Europa il Governo ha difeso gli agricoltori e contestato fin dall’inizio le scelte sbagliate imposte dalla Commissione europea”, ricorda ai rappresentanti e Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza Cooperative, convocati per fare il punto sui principali dossier sul tavolo. Con la presidente del Consiglio c’è anche una folta rappresentanza di ministri, dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (videocollegato da Potenza), a Francesco Lollobrigida (Masaf), Giancarlo Giorgetti (Mef), Matteo Piantedosi (Interni), Raffaele Fitto (Sud e Pnrr), Marina Calderone (Lavoro) e Luca Ciriani (rapporti con il Parlamento).

L’Europa è un punto ricorrente nel discorso di Meloni. Sia per sottolineare che il suo esecutivo è “favorevole alla difesa dell’ambiente e alla transizione ecologica, ma sempre nettamente e fermamente contrario a quella che è diventata una transizione ideologica, fatta da diktat e regole ideologiche per le quali si sacrifica la produzione, mettendo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile”. Sia per rivendicare le vittorie politiche ottenute su emissioni, packaging, fitofarmaci, rotazione forzata e messa a riposo obbligatoria. Per non parlare dei fondi del Pnrr che, con la rimodulazione, sono aumentati “da 5 a 8 miliardi”. Meloni elenca anche le misure messe in campo finora dalla sua squadra e, rivolgendosi alle associazioni, chiede di “riconoscere che l’aumento delle risorse a favore del comparto c’è stato, e rilevante, seppur in una condizione difficile di bilancio”. Ammettendo che “in 16 mesi non è possibile fare i miracoli e correggere anni di scelte sbagliate”, ma “l’inversione di tendenza è evidente”.

Non trascura ovviamente il capitolo Irpef agricola: “L’esenzione negli anni passati è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati. La proposta del governo – spiega – è quella di aiutare gli agricoltori che ne hanno bisogno limitandola ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di 10mila euro”. E’ probabile che l’emendamento al Milleproroghe arrivi nella serata di lunedì.

La reazione è positiva, ma come sottolinea anche Lollobrigida al termine del confronto, questo tema “non è mai risultato il problema centrale del mondo agricolo”. Il responsabile del Masaf, lasciando Palazzo Chigi (e prima di incontrare una rappresentanza dei trattori), riprende le parole di Giorgetti, sottolineando che il provvedimento “garantirà, dice il ministro dell’Economia, più del 90% delle imprese italiane”. Fonti della Lega, però, dopo un vertice tra i dirigenti e il leader, Matteo Salvini, insistono: serve “massimo impegno per sostenere il settore e intervenire ancora più efficacemente sull’Irpef”. Anche Forza Italia riunisce il gruppo dirigente: “D’intesa con tutto il governo e con gli altri partiti della maggioranza, ci siamo adoperando per chiudere un ‘pacchetto’ che dia una risposta pronta ed efficace alle nuove esigenze degli agricoltori”. Dopo il tavolo con le associazioni, il segretario Tajani ribadisce: “Daremo tutte le risposte che possiamo con una visione strategica, con iniziative concrete e senza promesse che non si possano mantenere”.

E’ positivo anche il clima tra le sigle del mondo agricolo. “E’ stato un incontro proficuo, il gesto di attenzione rivolto dal governo a tutti gli agricoltori in questa giornata ovviamente fa piacere”, dice il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Sull’Irpef un passo avanti è stato fatto certamente, si può ancora far qualcosa di più – aggiunge -. Crediamo che si possa alzare l’asticella o comunque creare strumenti di progressività e lavorare su aliquote diverse in funzione della capacità di contribuzione”. Giansanti, che plaude alla scelta di attivare un tavolo sul lavoro, porta a Palazzo Chigi le richieste della sua associazione, partendo dal presupposto che il dialogo con l’Ue deve cambiare.

Lo stesso fa anche Coldiretti, che chiede interventi dalle filiere al fisco. “Penso che sia Bruxelles il luogo in cui dobbiamo concentrare tutto ciò che dobbiamo fare per ottenere le risposte che chiediamo a istituzioni. Non vuol dire essere filo-governativi ma confrontarsi con il governo per dare risposte concrete rispetto ai bisogno dei nostri imprenditori”, spiega il presidente, Ettore Prandini.

Pragmatica la posizione di Cia-Agricoltori italiani: “Nell’incontro ci sono state presentate delle proposte che ricalcano i temi che abbiamo posto, ora però dobbiamo passare dalle parole ai fatti – afferma il presidente, Cristiano Fini -. Dovremo vigilare, continuare a confrontarci affinché queste proposte vengano messe in pratica”.

Proteste agricoltori a Bruxelles: mille trattori al davanti Parlamento Ue, blocchi e roghi

Sono iniziate giovedì mattina all’alba le proteste di agricoltori e associazioni di categoria fuori dal Parlamento europeo, mentre a Bruxelles si riuniscono oggi i capi di stato e governo in un Vertice europeo straordinario dedicato a sbloccare l’impasse sulla revisione del bilancio. Circa mille i trattori parcheggiati simbolicamente nel quartiere europeo di Bruxelles, per protestare contro politiche comunitarie troppo stringenti e l’aumento del prezzo del carburante.  Le autorità belghe finora hanno disposto quattro fermi amministrativi, secondo il sindaco della capitale belga, Philippe Close, che parlando ai microfoni di Rtl ha spiegato che gli agricoltori giunti in città “sono più del previsto: avevamo stimato 800 trattori, mentre sono 1300 con oltre duemila persone“. “Siamo riusciti a concentrare i trattori nel distretto Ue e allo stesso tempo si è potuto tenere il vertice“, ha evidenziato. Presente anche Coldiretti, che spiega a GEA di voler chiedere all’Ue “regole più congrue che ci permettano di lavorare in una maniera più stabile con costi minori e soprattutto essere più competitivi a livello produttivo”. Sottolinea ancora che Bruxelles sta “continuando a togliere sussidi di cui l’agricoltura necessita per la sussistenza, dal gasolio agricolo” all’obbligo “del 4% di terreno agricolo lasciato a riposo” previsto dalla Pac. “Non è un sistema che permette agli agricoltori di sostentare la propria azienda e la propria famiglia e quindi si allontana dalla terra”, spiega.

Proprio mercoledì la Commissione europea ha concesso la proroga di un anno alla deroga sugli obblighi del 4% dei terreni a riposo. “Le derogano per dodici mesi e poi si ricomincia tutto da capo. Vogliamo una politica solida che punti al futuro per noi ma anche per i consumatori perché comprate la nostra roba al supermercato”, ha aggiunto. “Avete visto le proteste degli agricoltori. Dobbiamo discuterne in seno al Consiglio europeo. Le preoccupazioni espresse dagli agricoltori sono in parte legittime“, ha dichiarato il primo ministro belga, Alexander De Croo, al suo arrivo al vertice straordinario a Bruxelles. “La transizione climatica è una delle principali priorità per le nostre società, dobbiamo garantire che gli agricoltori siano nostri partner in questo – ha aggiunto – Hanno già fatto molti sforzi. Dobbiamo assicurarci che ricevano un prezzo equo per i prodotti di qualità che producono. E che il peso amministrativo che grava su di loro resta sopportabile. Sono molto soddisfatto degli annunci fatti ieri dalla Commissione. Penso che ci vorrà più di un anno“.

Per Coldiretti, dal divieto delle insalate in busta e dei cestini di pomodoro all’arrivo nel piatto degli insetti, dal nutriscore che boccia le eccellenze Made in Italy al via libera alle etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino, dal permesso alla vendita del prosek croato e agli altri falsi fino alla possibilità di importare grano dal Canada dove si coltiva con l’uso di glifosato secondo modalità vietate in Italia.

Intanto la Commissione europea sta lavorando con la presidenza belga a una proposta per ridurre gli oneri amministrativi per gli agricoltori, come ha annunciato la presidente Ursula von der Leyen in conferenza stampa al termine del Vertice europeo, precisando che la proposta arriverà prima del Consiglio agricoltura di febbraio. Da parte sua, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche lei a Bruxelles per il vertice, punta il dito contro i governi precedenti, visto che è “la leader politica di un partito che ha votato contro molte parti dell’agenda di sostenibilità”: “Avevamo avvertito di non trascurare la sostenibilità sociale. Quando dicevamo che non si poteva scambiare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità sociale ed economica, oggi lo vediamo riconosciuto“. E attacca: “Penso sia stato sbagliato molto” a livello Ue su agenda verde e agricoltura. “Serve un approccio diverso, non ideologico, ma il cambio di direzione può arrivare dopo elezioni” europee di inizio giugno.

Lente marce bloccano le strade: è l’ultima arma degli attivisti per il clima a Londra

È una scena che a Londra è diventata ormai quotidiana: gli attivisti per il clima si piazzano su un’arteria stradale e camminano molto lentamente, come un corteo che neanche clacson e insulti riescono a fermare. Nonostante la cacofonia in mezzo al traffico, un sacerdote si è distinto con il suo altoparlante: “Stop all’estrazione dei combustibili fossili!“, ha scandito Peter Lippiett, circondato da una dozzina di altri attivisti per il clima dell’organizzazione Just Stop Oil, che ancora una volta hanno bloccato il traffico nel centro di Londra. Un uomo che passava sul marciapiede ha fatto loro il dito medio, ma ci vuole ben altro per disturbarli. Il loro obiettivo è chiaro: causare il maggior numero possibile di disagi per far conoscere la loro causa e fare pressione sul governo, anche a costo di essere odiati da una parte della popolazione e arrestati dalla polizia.

Just Stop Oil, nota per le sue azioni spettacolari, come l’irruzione nei campi di calcio nel bel mezzo di una partita o il lancio di zuppa su opere d’arte, ha iniziato queste marce lente alla fine di aprile. L’organizzazione ammette che si tratta di azioni meno “appariscenti” di altre, ma in meno di due mesi se ne sono svolte 150, coinvolgendo circa 600 persone. Just Stop Oil chiede al governo conservatore di bloccare tutti i nuovi progetti petroliferi e di gas, e il governo sta aumentando costantemente la repressione di questo tipo di azioni.

Volete che tutto questo continui? Siete dalla parte della follia? Perché questa è follia“, proclama il sacerdote anglicano Peter Lippiett, con il tono di un sermone in chiesa. Lui e sua moglie partecipano a queste passeggiate lente dall’inizio di giugno, facendone fino a tre al giorno. “Non ci piace bloccare il traffico, ma siamo qui perché dobbiamo farlo“, dice il settantenne. “Il governo sta concedendo licenze per nuovi progetti petroliferi e di gas nel Mare del Nord. Questo è incompatibile con l’accordo di Parigi sul clima. È una condanna a morte“, ha criticato Jason Scott-Warren, 53 anni, docente all’Università di Cambridge. Alla marcia, che si è svolta non lontano da Buckingham Palace, hanno partecipato anche una colf in pensione, un ingegnere in camicia a quadri, un ricercatore sulla salute mentale e un cameriere di bar. “Gente comune“, come li descrive Just Stop Oil, di età compresa tra i 22 e i 75 anni.

Ma la risposta della polizia è sempre più rapida e decisa. E gli arresti sono sempre più numerosi. Da maggio, la legge sull’ordine pubblico ha rafforzato i poteri della polizia nel reprimere le manifestazioni ritenute di disturbo. In risposta alla lentezza dei cortei, a metà giugno è stata approvata una nuova misura per abbassare la soglia in cui un’attività è considerata un “grave disturbo“. Molti attivisti sono stati arrestati più volte, tra cui Jason Scott-Warren, fermato sei volte.Lente marce per bloccano le strade: l’ultima arma degli attivisti clima a Londra

Prima di partecipare alle marce, i nuovi membri di Just Stop Oil devono frequentare un corso di formazione di quattro ore sulla non violenza, in cui imparano a conoscere Gandhi e Martin Luther King, a gestire la rabbia degli automobilisti e a prepararsi a un eventuale arresto. Alla fine, si dice chiaramente: “Se non siete disposti ad accettare la politica della non violenza, allora Just Stop Oil non fa per voi“.

Ma queste marce lente sono davvero efficaci? “Mi chiamano ‘puttana’ ogni volta che esco. Non è piacevole“, dice Sarah Webb, un’educatrice di 51 anni che è stata arrestata 15 volte e ha trascorso sette giorni in prigione per un’azione precedente alle marce lente. “Ma abbiamo bloccato depositi di petrolio, manifestato davanti a edifici governativi, firmato petizioni. Se avete idee più brillanti, siete i benvenuti!“. I media conservatori, che odiano questi attivisti, amano ritrarli come estremisti ai margini della società. Per il Daily Mail, sulla cui prima pagina compaiono regolarmente, sono “fanatici” e “pagliacci ambientalisti“. “Almeno ci mettono nelle notizie“, scherza Sarah Webb.