Rifiuti, Italia leader riciclo in Ue. Pichetto: E’ chiave transizione

Sul riciclo, l’Italia corre. E’ tra i Paesi europei con le migliori performance per la preparazione al riutilizzo e il riciclo sia dei rifiuti urbani che per quelli dei rifiuti di imballaggio.

Realizzare una vera economia circolare significa “salvaguardare il Paese“, evidenzia Gilberto Pichetto, perché consente di “consumare le risorse in modo responsabile e permette di risparmiare energia e ridurre le emissioni“. L’ambizione è, spiega, “fare da traino e condividere le competenze affinché il riciclo sia uno strumento di sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale”. Il riciclo è uno strumento chiave per “renderci indipendenti dai Paesi fornitori di materie critiche, è una nuova sfida“, afferma il ministro. Pensa al litio, al cobalto: “materiali preziosi per le auto elettriche e per le rinnovabili“.

Il tasso di riciclo dei rifiuti, speciali e urbani, ha raggiunto il 72% (a fronte di una media europea del 58%), con punte di eccellenza per gli imballaggi: 10,5 milioni di tonnellate di imballaggi avviate nel 2022 a recupero di materia (erano 9,3 nel 2018), 2 punti sopra al target del 70% previsto dall’Ue al 2030.

Però restano ritardi in alcune filiere (come i Raee) e su nuovi settori (come il riciclo delle batterie e dei pannelli solari). Gli emendamenti alla proposta della Commissione di Regolamento sugli imballaggi approvati dal Parlamento Ue, pongono nuove sfide per rafforzare il riciclo puntando ad aumentare il riutilizzo di imballaggi riutilizzabili, quando il riutilizzo è fattibile e comporta un significativo vantaggio ambientale; non impongono come unico modello quello basato sul deposito cauzionale, ma consentono modelli diversi, con elevate performance, come quello del Conai-Consorzi di filiera, basato sul contributo ambientale pagato dai produttori e dagli utilizzatori.

Il quadro della situazione lo traccia la Conferenza Nazionale sull’Industria del riciclo, a Milano, che presenta il Rapporto ‘Il Riciclo in Italia 2023‘.

L’anno che si sta per concludere, osserva Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, “non è stato un anno facile“: i costi dell’energia alti, le difficoltà di mercato di diverse materie prime seconde e l’incertezza generata da alcune misure contenute nella proposta iniziale del Regolamento imballaggi hanno contribuito, sostiene, ad “alimentare preoccupazioni per molte imprese del settore“, avverte. Le iniziative in Europa, ad ogni modo, hanno inciso e si ritrovano in alcuni degli emendamenti approvati dal Parlamento europeo che, sostiene Ronchi, “ha fatto un buon lavoro“. Ecco perché il nuovo Regolamento “va sostenuto e applicato”.

Il riciclo degli imballaggi ha mantenuto un buon andamento e i tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si sono assestati ormai su livelli di avanguardia in Europa: carta, vetro e acciaio primeggiano con un tasso di riciclo dell’81%. Gli imballaggi in legno hanno aggiunto un tasso di riciclo del 63%, più del doppio rispetto al 30% previsto dall’ Ue al 2030 e il 97% del materiale legnoso riciclato in Italia viene trasformato in pannelli truciolari utilizzati dall’industria- del mobile e dei complementi d’arredo. Gli imballaggi in alluminio hanno un tasso di riciclo del 74%, bel oltre il 60% previsto dall’Ue per il 2030 e in Italia si produce solo alluminio secondario da riciclo. Mentre il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica è al 48,6% rispetto all’ obiettivo Eu al 2030 del 50% e il tasso di intercettazione delle bottiglie in Pet è del 68% lontano dal 77% previsto per il 2030. L’Italia detiene il primato nel riciclo di rottami ferrosi in Europa (18,6 mln ton nel 2022) con il quali produce l’85% del suo acciaio e gli italiani insieme ai tedeschi sono i più ricicloni d’Europa per gli imballaggi con 160Kg/anno a testa Per quanto riguarda altre filiere si registrano scenari differenti. Situazione ancora critica per i RAEE con un tasso di riciclo del 34% contre l’obiettivo del 65% al 2019. Mentre sono buone le performances per gli inerti da costruzione e demolizione che hanno raggiunto un tasso di recupero dell’80% ben superiore all’ obiettivo del 70%; sono state avviate a rigenerazione, inoltre, 178 kt di oli minerali usati, pari a circa il 98% del raccolto rispetto al 61% dell’Ue. Il tasso di riciclo di pile e accumulatori portatili è del 33,5% in lieve calo rispetto al 2021.

“Siamo già campioni nel campo del riciclo degli imballaggi, ma dobbiamo potenziare i risultati nazionali avendo la tutela ambientale come vero, unico obiettivo”, commenta Ignazio Capuano, presidente del Conai. “Credo sia il momento di unire le forze – afferma – e impegnarsi in questa direzione”.

L’Italia fra ritardi e difficoltà sulla Green Economy: in positivo solo il riciclo

Lo stato di salute della green economy in Italia registra difficoltà, ritardi, e pochi dati positivi. La decarbonizzazione non è in linea rispetto ai nuovi target europei. Le emissioni di gas serra sono aumentate dal 2019 al 2022. Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita e il trend non è al passo con gli obiettivi europei. Buono il livello per il tasso di riciclo dei rifiuti. Il tasso di utilizzo di materia proveniente dai rifiuti, pur restando positivo, è diminuito. L’Italia è al diciannovesimo posto nella Ue per le aree protette di terra. Una fotografia non troppo ottimista dello stato in cui versa il Paese, contenuta Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2023 a Rimini.

Un maggiore impegno nelle misure per la transizione ecologica all’economia di domani – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – potrebbe contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia italiana, a promuovere innovazioni e investimenti. Dalle semplificazioni ad un quadro normativo più certo per la decarbonizzazione, da una riduzione dei costi energetici con un più forte sviluppo delle fonti rinnovabili, più economiche e più sicure alla penetrazione elettrica, da un rafforzamento della circolarità della nostra economia, ad un rafforzamento delle filiere industriali nazionali della transizione, potremmo promuovere il rilancio dell’economia italiana che invece, senza nuove prospettive, sta entrando in una fase di preoccupante stagnazione”. Un pensiero condiviso anche dal Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che in un messaggio video ha sottolineato come “l’Italia avrebbe tutte le carte il regola per affermarsi come modello di sostenibilità. Oggi, oltre alla visione, ci sono anche le risorse. Con il NextGenerationEu e il RePowerEu l’Europa ha messo a disposizione una quantità di contributi senza precedenti. L’attuazione dei piani è una grande sfida comune, occorre che tutti sentano l’urgenza di questa sfida e la facciano propria. La Commissione europea è e rimarrà al fianco dei governi in questo sforzo collettivo”. Perché “l’Europa non deve abbandonare la sua ambizione di assumere la leadership globale nella transizione. Dal passaggio alla green economy dipendono molte delle nostre prospettive di crescita, occupazione e autonomia strategica”.

Secondo il report, l’attuazione in Italia del pacchetto europeo Fit for 55 per la decarbonizzazione al 2030 comporterebbe, in 10 anni, maggiori costi cumulati di 136,7 miliardi, generando un aumento del valore aggiunto di ben 689,1 miliardi e un risparmio di costi, per il solo settore energia, di ben 66 miliardi con maggiori entrate per lo Stato di ben 529,5 miliardi. L’attuazione delle misure europee per l‘economia circolare consentirebbe all’Italia, al 2030, di risparmiare 82,5 miliardi di materiali importati, di aumentare di 4 miliardi il valore delle attività di riciclo dei rifiuti e di ridurre i costi dello smaltimento di rifiuti in discarica di 7,3 miliardi. Inoltre, l’iniziativa della Nature Restoration Law può essere migliorata evitando l’errore di sottovalutare i benefici economici del ripristino degli ecosistemi. L’Italia, rispetto alla media europea, dovrebbe sostenere minori costi per il rispristino degli ecosistemi sia rispetto al Pil, sia per abitante, avendo una quota relativamente più bassa della media europea di ecosistemi in condizioni non buone. L’Italia avrebbe benefici di circa 2,4 miliardi dal ripristino degli ecosistemi con costi di 261 milioni, con benefici circa 9 volte i costi sostenuti.

CLIMA E ENERGIA. Dal 2015 al 2022 le emissioni nette di gas serra sono state ridotte solo del 4% e dal 2019 al 2022 sono aumentate del 2%. La riduzione delle emissioni in atto nella prima parte del 2023 – per ragioni climatiche e di rallentamento dell’economia – non basta ad allinearci con l’accelerazione richiesta dai target europei. Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita dal 21 del 2021 al 19% del fabbisogno: il trend è molto lontano dal target del 40% al 2030. Nel 2022 le rinnovabili elettriche sono calate dal 41% del 2021 al 35,6% della richiesta. Nel 2022 sono stati installati 3 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche: in aumento rispetto alla media molto bassa degli ultimi anni, ma con l’aumento in corso, l’Italia è ancora ben lontana dai 10/12 di GW annui di nuove rinnovabili che servirebbero per mettersi al passo con i target europei al 2030 e in ritardo rispetto agli altri grandi Paesi europei: nel 2022, infatti, la Francia ha installato 5 GW, la Polonia 6 GW, la Spagna 9 GW e la Germania 11 GW di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici. Nei trasporti, settore cruciale e particolarmente ostico per la decarbonizzazione in Italia, nel 2022 sono aumentati di circa il 5% i consumi energetici e le emissioni di gas serra.

ECONOMIA CIRCOLARE. La produttività delle risorse nel 2022 è ancora fra le migliori nell’Ue, al 3,3 euro di PIL per Kg di risorsa consumata, ma è in calo rispetto ai 3,5 del 2019. La percentuale del riciclo di tutti i rifiuti nel 2020 è stata ad un buon livello: del 72 %, a fronte di una media europea del 58%. Nel 2021 il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo è stato pari al 18,4%, un buon livello rispetto alla media europea, ma di diminuzione rispetto al 2020. Si segnalano, infine, nel 2023 rilevanti difficoltà nel mercato di alcune materie prime seconde, in particolare di quelle plastiche

CAPITALE NATURALE. Benché l’Italia sia ricca di biodiversità, tutela nel complesso solo il 21,4% del proprio territorio e il 6,9% del proprio mare, valori inferiori alla media della Ue del 26,4% e del 12,1%. Per le aree protette a terra siamo al 19°posto nella Ue. Il monitoraggio ha evidenziato uno stato di conservazione sfavorevole del 54 % della flora, del 53 % della fauna e l’89 % degli habitat terrestri tutelati dalla Direttiva Habitat.

MOBILITA’. Anche se le nuove auto immatricolate sono calate del 10% rispetto al 2021, il tasso di motorizzazione è cresciuto a 683 auto ogni 1.000 abitanti: quelle a benzina e diesel rappresentano ancora l’86% del totale. Le auto full-electric immatricolate al 30 giugno 2023 sono state solo 32.000 in tutto, 7.900 in più rispetto allo stesso periodo del 2022: valori ancora molto bassi rispetto agli altri Paesi europei.