Quanto la finanza può far bene all’ambiente

Di maggiore sostenibilità nello stile di vita, negli investimenti, nel rapporto con il pianeta e con la società che ci circonda sentiamo tutti un gran bisogno. Ma passare dal pensiero ai fatti è difficile. EsiGenza Green è uno spazio per il confronto e l’approfondimento su un modo di pensare, di vivere che si sta affermando, ma che ancora non sentiamo totalmente nostro. Il cambiamento climatico ci spaventa, la pandemia ha messo sotto gli occhi di tutti la necessità di avere un piano sanitario ben strutturato che possa prendersi cura della nostra salute anche in casi di emergenza, ci preoccupiamo del nostro futuro e di quello delle nuove generazioni. Vorremmo tutti poter contribuire a invertire la rotta ma non sappiamo cosa fare e come farlo. Si parla tanto di “comportamenti virtuosi” ma spesso la moltiplicazione delle informazioni non aiuta a far chiarezza.

Sette italiani su dieci pensano che ancora ci sia troppa confusione sul riscaldamento globale, secondo l’Osservatorio Assogestioni-Censis sulla sostenibilità. Per molti (tre su quattro intervistati) la soluzione passa dalla finanza. Ma come? Per anni si è detto che il capitalismo sfrenato è tra le cause dei danni all’ambiente e ora è considerato una delle soluzioni? In realtà, quello stesso capitalismo può dare una mano concreta al pianeta se e solo se cambia pelle. Gli investimenti green generano sì profitto ma possono anche contribuire alla lotta al cambiamento climatico e a sostenere la transizione ecologica.

I criteri Esg sono nati a questo scopo: Environmental (ambiente), Social (sociale), e Governance sono le tre dimensioni fondamentali per verificare, misurare, controllare l’impegno in termini di sostenibilità di un’impresa o di una organizzazione. Se sono così importanti perché ancora se ne sa così poco? La stessa ricerca dell’Osservatorio Assogestioni-Censis sulla sostenibilità dice che il 64 per cento degli italiani non è informato abbastanza. Se pensiamo che le famiglie hanno sui conti correnti in banca ben 1.600 miliardi di euro in totale (con una crescita del 5 per cento dallo scorso anno) capiamo come gli investimenti che seguono i criteri Esg possono davvero fare la differenza e dare un enorme slancio alla transizione ecologica.

Il capitalismo ha il potere di plasmare la società e di agire come un potente catalizzatore per il cambiamento”, dice Larry Finck, presidente del colosso dei fondi BlackRock, nella lettera annuale agli azionisti. “Ma le imprese non possono farlo da sole – continua il magnate della finanza – e non possono eligersi a carabinieri del clima. Non sarebbe un buon risultato per la società. Abbiamo bisogno che i governi forniscano percorsi chiari e una tassonomia coerente per la politica di sostenibilità, la regolamentazione e la divulgazione nei mercati. Devono anche sostenere le comunità colpite dalla transizione, aiutare a catalizzare il capitale per i mercati emergenti e investire nell’innovazione e nella tecnologia che saranno essenziali per decarbonizzare l’economia globale”. L’ESiGenza green è il primo passo, quello successivo è l’azione. In mezzo c’è l’informazione.

L’Ucraina preoccupa l’Onu: Effetti devastanti su sviluppo sostenibile

Le conseguenze del conflitto in Ucraina non riguardano soltanto il forte aumento dei prezzi di cibo, carburante e fertilizzanti e una pericolosa volatilità finanziaria, ma sono strettamente collegate a un rapido disinvestimento nello sviluppo sostenibile su scala globale. L’allarme arriva arriva dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), che nel report ‘The impact on trade and development of the war in Ukraine’ evidenzia come la guerra rischia di avere effetti devastanti sull’economia dei Paesi in via di sviluppo e di quelli meno sviluppati. Questi shock all’economia mondiale, spiega Rebeca Grynspan, segretaria generale dell’UNCTAD “minacciano i guadagni ottenuti nella ripresa dalla pandemia di Covid-19 e bloccano il percorso verso lo sviluppo sostenibile”.

CIBO E COMBUSTIBILI. In particolare, la preoccupazione maggiore riguarda il settore delle materie prime, soprattutto cibo e combustibili. L’Ucraina e la Russia sono attori fondamentali nei mercati agroalimentari globali, rappresentando il 53% del commercio mondiale di olio di girasole e semi e il 27% di quello di grano. L’attuale conflitto è particolarmente allarmante per i Paesi in via di sviluppo: 26 Stati africani importano più di un terzo del loro grano dai due Paesi in guerra; per 17 di loro, la quota è oltre la metà. “L’aumento dei prezzi di cibo e carburante influenzerà i Paesi più vulnerabili, mettendo sotto pressione le famiglie più povere che spendono la maggior parte del loro reddito per il cibo, provocando difficoltà e fame”, afferma Grynspan.

RISCHIO DISORDINI CIVILI. Secondo quanto emerge dal report, il rischio di disordini civili, carenza di cibo e recessioni indotte dall’inflazione è reale. Ciò diventa ancora più evidente a causa della fragilità dell’economia globale dovuta alla pandemia. “Gli effetti a lungo termine dell’aumento dei prezzi alimentari sono difficili da prevedere”, afferma il rapporto, “ma un’analisi UNCTAD sui dati storici fa luce su alcune possibili tendenze preoccupanti”. I cicli delle materie prime agroalimentari, ad esempio, hanno coinciso con importanti eventi politici, come le rivolte per il cibo del 2007-2008 e la Primavera araba del 2011.

PREZZI DEI TRASPORTI. Le misure restrittive sullo spazio aereo, l’incertezza degli appaltatori e le preoccupazioni per la sicurezza stanno complicando tutte le rotte commerciali che attraversano la Russia e l’Ucraina. I due Paesi sono una componente geografica chiave dell’Eurasian Land Bridge, la “nuova via della seta”. Nel 2021, 1,5 milioni di container di merci sono stati spediti tramite rotaie dalla Cina all’Europa. Se le merci attualmente trasportate in questo modo venissero aggiunte alla domanda di trasporto marittimo Asia-Europa, il traffico su una rotta già congestionata aumenterebbe dal 5% all’8%. “A causa dei maggiori costi del carburante e degli sforzi di reindirizzamento, ci si può aspettare che l’impatto della guerra in Ucraina porti a tariffe di trasporto ancora più elevate”, afferma il rapporto. Questi aumenti avrebbero un impatto significativo sulle economie e sulle famiglie del mondo intero.