Clima, attivisti Ultima Generazione bloccano traffico in viale Tor di Quinto a Roma

Questa mattina, verso le 8.10, nove cittadini e cittadine di Ultima Generazione hanno interrotto il traffico in viale Tor di Quinto, all’altezza di Ponte Milvio. Reggevano degli striscioni con su scritto ‘Non paghiamo il fossile’, la campagna di disobbedienza civile nonviolenta promossa da Ultima Generazione. Per tutta la durata dell’azione i cittadini hanno discusso con gli automobilisti presenti sulla gravità della situazione climatica corrente e “dell’inaccettabilità dell’inazione della politica per mitigarne i danni”. Verso le 8.15 sul posto sono arrivate le forze dell’ordine che alle 8.35 hanno spostato i presenti dalla strada. Infine i cittadini di Ultima Generazione sono stati portati in questura. Il tempo effettivo del blocco è stato di 25 minuti. “Nulla – si legge in una nota del movimento – in confronto ai disagi e ai rallentamenti dovuti alle grandinate straordinarie degli ultimi giorni”.

“Ci dispiace creare disagio a queste persone – spiegano gli attivisti di Ultima Generazione – ma è l’unico modo. Stiamo facendo grossi sacrifici per il bene di tutti e stiamo andando nella direzione giusta, i risultati li stiamo ottenendo. Non possiamo fare finta di nulla, la situazione è drammatica. Ho paura per la mia casa. In Italia nel 91% dei comuni italiani oltre 3 milioni di famiglie vivono in zone a rischio alluvioni e frane. Ce le siamo già dimenticate le persone e i bambini morti nelle Marche e a Ischia? “

Per gli attivisti “bisogna investire nella messa in sicurezza delle case, nell’abbassamento delle emissioni e non nel fossile. Gli eventi climatici estremi nel 2022 sono raddoppiati. Il disagio che stiamo creando noi in questo momento è nettamente inferiore ai disagi creati dalle grandinate di questi giorni. Chiediamo solo un po’ di fiducia agli automobilisti, lo stiamo facendo per tutti”, hanno spiegato le cittadine e i cittadini che hanno preso parte all’azione di questa mattina.

Ultima Generazione: “Partita repressione con dl e inchieste ma non ci fermeremo”

Eco-vandali. Eco-terroristi. Accusati, in un’inchiesta della procura di Padova, di associazione a delinquere. Così sono definiti gli attivisti di Ultima generazione, collettivo ambientalista famoso per i blocchi stradali e gli imbrattamenti con vernice lavabile di opere d’arte o monumenti. “Siamo consci che ogni volta che si decide in questo modo, questo scontenti qualcuno. Ma come Ultima generazione riteniamo che il nostro agire sia l’unico necessario e il più sensato per ottenere un risultato”, ha spiegato a GEA l‘attivista Giovanni Romano, commentando l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del cosiddetto dl beni culturali che inasprisce le pene per chi imbratta o deturpa beni architettonici o paesaggistici. Nel mirino del governo ci sono proprio gli attivisti ambientalisti, in particolare quelli di Ultima generazione, che il primo aprile hanno ‘colorato’ di nero la Barcaccia di piazza di Spagna, a Roma, versando del carbone vegetale nella fontana, per denunciare l’emergenza climatica e energetica. Un blitz parte della campagna ‘Non paghiamo il fossile‘, uno dei tanti che il movimento organizza periodicamente. “Non ci fermeremo e non cambieremo le nostre azioni” anche alla luce del dl, ha aggiunto Giovanni. “Siamo non violenti, e ciò che orienta il nostro agire non è determinato da come il governo o le istituzioni possano reagire. A meno che, ovviamente, non inizino ad ascoltarci”.

Ma dopo la vernice e i placcaggi è arrivata in questi giorni anche una inchiesta penale. Le azioni degli attivisti sono infatti al centro di un’indagine aperta dalla procura di Padova: rinviate a giudizio risultano 12 persone legate a Ultima Generazione, di cui 5 accusate di associazione a delinquere. “Un aumento della repressione ce lo aspettavamo, soprattutto nel momento in cui il consenso nei nostri confronti aumenta esponenzialmente: le persone capiscono che siamo cittadini comuni, non abbiamo nessun interesse particolare, se non quello di tornare alle nostre vite, ma con uno Stato che ci protegga e che sappia affrontare l’emergenza in cui ci troviamo”, si legge in una nota ufficiale del movimento. Ma, come ha spiegato Giovanni, fermo restando la libera azione della magistratura, le accuse contestate “risultano spropositate e quantomeno contradditorie: se noi veniamo indagati per associazione a delinquere si fa fatica a comprendere come, per assurdo, non lo sia tutto l’arco parlamentare che da decenni asseconda politiche, o peggio l’inazione sul clima, dei vari governi, palesemente anticostituzionali”. Nel dettaglio, “l’articolo 2 della nostra Costituzione infatti recita che ‘La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…’. Impedire il diffondersi degli effetti di una crisi climatica già in atto non rappresenta un nostro diritto? Non dovrebbero essere le istituzioni a garantirlo?”. Di fatto, continuano a ricordare gli attivisti, “la crisi climatica è già in atto, e a poco servono le obiezioni sul fatto che si tratta di una crisi complessa che va gestita in modo globale. Il punto è che c’è un’unica via, e non è di certo quella di finanziare le multinazionali del gas e del petrolio. E rimandare serve solo ad aggravare la situazione”.

D’altra parte, per il governo, era necessaria una risposta alle azioni ritenute ‘vandaliche’. Risposta che, come ha precisato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è stata “molto rapida, pronta e anche efficace“. “In Consiglio dei ministri abbiamo portato una proposta che stabilisce di introdurre anche una sanzione di tipo pecuniario” che dovrà essere utilizzata per “ripristinare lo stato dei luoghi. Le sanzioni amministrative possono arrivare fino a 60 mila euro ma già far pagare queste cifre è importante. Ci siamo ispirati a una questione di buon senso: chi rompe paga, fermo restando la parte penale e di risarcimento del danno” ha aggiunto. Ma, hanno precisato da Ultima generazione,mentre passa in sordina il condono ai grandi evasori fiscali, il governo vara decreti violenti e repressivi a danno delle famiglie arcobaleno, delle aggregazioni sociali come rave e occupazioni, delle trasformazioni linguistiche che spaventano il sovranismo. Una politica della distrazione di massa, per la quale ci rimettono i cittadini comuni, da quelli che vogliono esprimere il proprio dissenso, a quelli che semplicemente vorrebbero pagare meno tasse”. Secondo un’avvocata legata al collettivo, il dl del governo risulta essere “un atto palesemente intimidatorio” ma anche “altrettanto palesemente, incostituzionale“. “Se il Governo – ha spiegato – dovesse decidere di andare avanti su questa strada, sarebbe una scelta sbagliata, sia dal punto di vista culturale che della politica del diritto: le norme per la tutela del nostro patrimonio artistico ci sono, sono numerose e sono state aggiornate nel 2022. Si potrebbe, anzi, dire che, come quelle che tutelano l’ambiente, sono meno utilizzate di quando dovrebbero, pure a fronte di illeciti reali e gravissimi”.

Maxi-multe per chi vandalizza i monumenti: nel mirino attivisti clima

Protestare vandalizzando i monumenti ha un costo. Il Consiglio dei ministri licenzia il disegno di legge che prevede multe da 20mila a 60mila euro per chi “distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili” beni culturali o paesaggistici. Chi poi deturpa o imbratta è punito con una sanzione che va da 10mila ai 40mila euro. Somme che si aggiungono a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali.

Nel mirino del governo ci sono gli attivisti ambientalisti, in particolare quelli di Ultima generazione, che il primo aprile hanno ‘colorato’ di nero la Barcaccia di piazza di Spagna, a Roma, versando del carbone vegetale nella fontana, per denunciare l’emergenza climatica e energetica. Un blitz parte della campagna ‘Non paghiamo il fossile‘, uno dei tanti che il movimento organizza periodicamente.

Super multe per vandali e imbrattatori: una proposta di legge che la Lega aveva depositato a novembre“, rivendica il vicepremier Matteo Salvini sui social. “Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività“, spiega il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Per ripulire occorrono “l’intervento di personale altamente specializzato e l’utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale“, denuncia. Secondo i dati della Soprintendenza Speciale di Roma, il ripristino della facciata del Senato, imbrattata di vernice rossa il 2 gennaio, è costato 40mila euro. “Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona“, sentenzia il ministro.

Di “giustizia distorta” parla il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. Riflette su come in poco tempo il governo abbia “partorito un nuovo reato contro gli attivisti per il clima“, ma “contro la speculazione edilizia e il consumo di suolo, i grandi inquinatori o chi sversa veleni nell’ambiente” non abbia fatto nulla. E ricorda l’introduzione di un “salvacondotto” per le grandi aziende, “responsabili della stragrande maggioranza delle emissioni, per concordare le tasse da pagare“: “In pratica, se devasti l’ambiente o evadi milioni non ti fanno nulla, se manifesti con della vernice vegetale che non lascia segni ti sbattono in cella. Una follia. Un governo di climafreghisti tutto chiacchiere e distintivo“. I giovani “vanno ascoltati, non puniti“, gli fa eco Ilaria Cucchi, che fa riferimento al reato contro i Rave di inizio legislatura, prima della stretta per chi compie atti contro opere d’arte e beni monumentali: “Un freno, secondo il governo e la maggioranza, ai blitz degli attivisti ambientalisti che risponde solo alla sicurezza e al decoro ma non ai problemi posti da queste ragazze e ragazzi. Un grido d’allarme verso le sorti del Pianeta che non può essere criminalizzato. Saranno sicuramente iniziative estreme ma è estrema la crisi climatica in corso, e devono essere estreme le risposte. E invece un governo negazionista dei cambiamenti climatici pensa di risolvere tutto aumentando le pene o mettendo in carcere gli attivisti“.

Per Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, “un governo incapace, che mostra ogni giorno che passa la propria inadeguatezza ad affrontare i problemi del Paese, continua ad affidarsi a provvedimenti il cui unico scopo è distrarre l’attenzione agitando le bandiere della propaganda“. Una legge, ricorda, esiste già ed è entrata in vigore lo scorso anno: “prevede pene molto severe per chi danneggia i beni artistici, legge che abbiamo voluto a tutela del nostro straordinario patrimonio artistico e culturale e che venne votata da tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione. Basta, anche in questo caso, applicarla. Ma evidentemente questo non importa al governo. Ciò che conta è nascondere i propri fallimenti“.

E’ d’accordo il Movimento 5 Stelle, che accusa Palazzo Chigi di “distrazione di massa” per coprire “l’evidente incapacità di affrontare i dossier più importanti“. Le leggi e le sanzioni esistono già, ribadiscono: nel 2022 è stata introdotta una disciplina dei reati contro i beni culturali, il M5S ha contribuito concretamente alla definizione di quelle norme. L’intervento del governo Meloni, sottolinea il M5S, è “superfluo ma in fondo coerente con la sua assurda linea di contrasto alla transizione ecologica“.

 

Photo credit: Ultima Generazione (Instagram)

Imbrattato Palazzo Vecchio. Plastic Free: “Non sono ambientalisti, rischio effetto boomerang”

Nel giorno in cui quattro persone, tra cittadini, studenti e scienziati di Scientist Rebellion aderenti alla campagna ‘Non paghiamo il fossile’, promossa da Ultima Generazione, hanno occupato la sala dei Quaranta di Palazzo Bo a Padova, chiedendo al mondo scientifico ed accademico di unirsi nel supportare la richiesta rivolta al Governo italiano, non cessano le polemiche sull’imbrattamento di Palazzo Vecchio avvenuto venerdì a Firenze.

Il sindaco ‘eroe’ Dario Nardella, prontamente intervenuto, in diretta social, per fermare gli attivisti di ultima Generazione che stavano mettendo in atto la loro protesta, non ci sta a ricevere accuse rispetto ad una presunta messa in scena. E le respinge ai mittenti: “Se avessi fatto una cosa del genere si sarebbe saputo dopo pochi secondi, quello sarebbe stato davvero uno scandalo e una vergogna per me e per la città. Trovo ridicola questa insinuazione, sarebbe stato molto grave mettere in scena qualcosa con i manifestanti”. Ai microfoni di Rtl 102.5, però, il primo cittadino pone un quesito: “Questa manifestazione è una cosa molto seria e ci impone in interrogativo: fino a quanto si può manifestare il proprio pensiero? Secondo il mio parere danneggiare un’opera e il patrimonio culturale è un limite“.

E se tante associazioni ambientaliste appoggiano le azioni di Ultima Generazione o le accompagnano con il silenzio, c’è chi invece non ci sta. E’ il caso di Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free Onlus, associazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. “Queste sono azioni che dividono – spiega a GEA -. Certo, creano un effetto virale e mediatico importante, ma questo lo fa anche la stupidaggine più assurda”. Non solo. Per De Gaetano questo tipo di protesta rischia di diventare un boomerang per chi fa dell’ambientalismo la sua ragione di vita. “Se su 100 persone 90 si arrabbiano, dopo è difficile riportarle sulla retta via e magari va a finire che inquinano il doppio. Le azioni di Ultima Generazione sono virali? Sì, Accendono i fari su tematiche importanti? Sì. Ma ci portiamo a casa più contro che pro”. Senza dimenticare il danno ambientale che da queste azioni deriva, come l’acqua utilizzata per ripulire la facciata. “Questa ‘marachella’ – dice il presidente di Plastic Free Onlus – andava sistemata, ma quei 5mila litri d’acqua sono un colpo al cuore. E anche, per esempio, l’energia utilizzata per le macchine pulitrici. Quindi queste attività magari danno un risultato, ma con un amaro in bocca che non avvicina la massa”.

E quindi, quale è la soluzione? “L’ambientalismo è coinvolgimento – chiude De Gaetano -. Non vogliamo che passi la parola ‘ambientalista’ per chi fa queste azioni. Forse ‘attivista’. Gli ambientalisti, invece, si impegnano in azioni concrete”.

Attivisti bloccano traffico a Milano: “Stop a combustibili fossili”

Questa mattina intorno alle 9 cinque esponenti di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico in Via Luigi Sturzo a Milano, sedendosi sull’asfalto e reggendo due striscioni con scritto ‘Non paghiamo il fossile’ e ‘Stop sussidi ai fossili’. Per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e “dell’inaccettabilità dell’inazione della Politica per contenerne i danni”. Il blocco è stato sciolto per fare passare un’ambulanza a sirene spente, coi soli lampeggianti accesi. Alle 9.30 è arrivata sul posto la prima auto dei carabinieri, poi i manifestati sono stati portati via. “Scendo in azione, rischiando la mia fedina penale – ha detto Martina, una dei manifestanti – perché non è normale accettare la crisi climatica ed ecologica come qualcosa di certo e inevitabile, quando sappiamo bene che è causata dalle attività umane, e dal continuo investimento dei nostri governi nelle fonti fossili di energia. Insieme abbiamo la possibilità di arrestare questa ingiustizia”.

Per Ultima Generazione “non è più rinviabile una svolta radicale di metodo e di merito: è necessario dirottare queste risorse pubbliche in investimenti per energie rinnovabili e in piani strategici di riassetto e salvaguardia del territorio, prevenzione e mitigazione idraulica ed idrogeologica”. 

Ho deciso di prendere parte alla campagna Non paghiamo il fossile’ e di partecipare alle loro azioni, per dare il mio piccolo contributo alla causa ambientale nei metodi che ritengo più giusti.  Ho capito che potevo fare di più ed è stata la mia coscienza a guidarmi”, ha detto Gaetano, 20 anni, oggi alla sua prima azione per la campagna di disobbedienza civile.

 

Attivisti imbrattano il Senato, Meloni: “Gesto incompatibile con qualsiasi civile protesta”

“Sono vicina al presidente del Senato e a tutti i senatori e condanno il gesto oltraggioso, incompatibile con qualsiasi civile protesta”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, commenta così la notizia del gesto dimostrativo di cinque esponenti di Ultima Generazione, che lunedì 2 gennaio alle 7.45 hanno imbrattato Palazzo Madama con un getto di vernice arancione, utilizzando degli estintori. I cinque attivisti sono stati  identificati, bloccati e condotti in questura dalla Digos, con l’ausilio dei carabinieri. La loro posizione, come riferisce la questura della capitale, è ora al vaglio.

Tra le richieste alla base della campagna di disobbedienza civile, l’interruzione immediata “della riapertura delle centrali a carbone dismesse e la cancellazione del progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale”; Ultima Generazione chiede inoltre di “procedere immediatamente a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW, creando migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile e aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili”. Alessandro Berti, esponente della campagna, spiega a GEA che “la politica continua a restare sorda alle nostre richieste e dunque noi continuiamo con le nostre azioni. Abbiamo scelto di imbrattare Palazzo Madama quale simbolo del potere decisionale istituzionale. Le scelte del Governo devono mirare alla salvaguardia della vita delle persone e, dunque, devono avere a cuore la transizione ecologica che deve per forza essere attuata abbandonando le energie fossili appannaggio delle rinnovabili”.
Berti sottolinea che “le nostre azioni sono suffragate da dati istituzionali della comunità scientifica, come le stime Onu secondo le quali entro il 2050 cinque miliardi di persone dovranno affrontare la carenza idrica. Stiamo utilizzando ogni metodo non violento per far tornare l’attenzione sul tema del collasso climatico, evitando però i cortei autorizzati e le raccolto firme che non servono a nulla. L’azione per portare risultato deve provocare disturbo. Se ci sono altre modalità per portare attenzione e arrivare al risultato ben volentieri, ma al momento non ne vediamo all’orizzonte”, conclude l’esponente di Ultima Generazione.

Il gesto di questa mattina ha scatenato le dure reazioni del mondo politico. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha convocato per martedì 3 alle 15 il Consiglio di presidenza del Senato “per ogni opportuna decisione”, dichiarando che non possono esistere “né alibi né giustificazione per un atto che offende tutte le istituzioni e che solo grazie al sangue freddo dei carabinieri non è trasceso in violenza. Il Senato è stato vigliaccamente scelto perché a differenza di Palazzo Chigi, della Camera dei deputati e di altre istituzioni, non ha mai ritenuto fino ad ora di dover creare un area di sicurezza attorno all’edificio”. 

Anche dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin arriva una “ferma condanna”. Ricordando che “la parte maggiore del Next Generation Eu è destinata proprio alla transizione ecologica”, afferma che “è importante che i giovani e tutti i cittadini pongano attenzione su questi temi, ma è bene che sappiano che tutti gli atti vandalici messi in atto, anche se dimostrativi, sono inaccettabili e non saranno lasciati impuniti”.

Dai social arriva il commento del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci: “Nessuna giustificazione né alibi per quello che è accaduto questa mattina al Senato. Una gravissima offesa alle Istituzioni. È con l’inciviltà che gli attivisti pensano di protestare in difesa dell’Ambiente?”, domanda. Gli fa eco il ministro alle Politiche europee con deleghe a Pnrr e politiche di coesione, Raffaele Fitto. “Sporcare opere d’arte, monumenti o edifici storici per rivendicare un mondo più pulito è una delle forme di protesta più assurde e stupide. Nessuna giustificazione per gli autori, in questo caso siamo di fronte anche a un’offesa contro le istituzioni. Un grazie ai Carabinieri”, scrive su Twitter. Canale sul quale si esprime anche la ministra per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati (ex presidente dell’Assemblea di Palazzo Madama) – “Imbrattare la facciata del Senato non ha nulla a fare con la difesa dell’ambiente. Questa è la vernice dell’ignoranza e dell’inciviltà”- nonché il ministro della Difesa, Guido Crosetto“Scegliere di ‘sporcare’ opere d’arte o edifici storici, per difendere l’ambiente sarebbe un po’ come organizzare una cena tra amici a tema Asado argentina, per fare battaglie vegane?”.

Per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè: “Imbrattare la facciata di un’istituzione non significa difendere l’ambiente, è solo un gesto incivile e immaturo, che lascia il tempo che trova e che, anzi, offende tutto ciò che il Senato rappresenta in quanto organo democratico della nazione: non c’è niente di eroico, in questo, c’è soltanto da condannare”. E aggiunge: “Dal nostro canto il ministero è davvero attento alle tematiche ambientali, e lo dimostra con le diverse iniziative a sostegno del turismo sostenibile”. Secondo il senatore del Terzo polo e leader di Iv, Matteo Renzi “chi vandalizza un palazzo delle Istituzioni pensando di difendere l’ambiente capisce poco. Chi giustifica i vandali che imbrattano dimostra di capire ancora meno”, scrive sui social.

Il senatore Questore Antonio De Poli sottolinea che si tratta di un gesto “oltraggioso, grave e inaccettabile nei confronti delle nostre istituzioni. Sono episodi inqualificabili che vanno condannati con forza in maniera unanime perché dietro di essi si cela un linguaggio intimidatorio che è assolutamente intollerabile”. Di medesimo avviso il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, che aggiunge: “Non esiste alcuna giustificazione possibile: non è così che si sensibilizza l’opinione pubblica sul tema dell’ambiente, anzi. Questi soggetti con le loro azioni gettano discredito su tutti coloro i quali invece combattono legittimamente la battaglia per il clima”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, definisce “grave” il gesto di questa mattina. “Purtroppo – sottolinea – con regolare puntualità si ripetono questi incivili atti vandalici nei confronti del patrimonio artistico, che evidenziano peraltro una ideologia malata per la quale è lodevole devastare inutilmente il patrimonio comune se si afferma di farlo per un confuso concetto di ambiente.  Per Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia, “non si difende l’ambiente attaccando le istituzioni, sporcando palazzi, edifici storici, opere d’arte; rappresenta la strada più sbagliata per porre l’attenzione sui cambiamenti climatici”.

Secondo la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Barbara Floridia: “La lotta al cambiamento climatico e la difesa dell’ambiente sono battaglie sacrosante, che però non possono in alcun modo giustificare forme di vandalismo e di sfregio ad opere d’arte ed a sedi istituzionali, come è avvenuto oggi al Senato della Repubblica”.

 

Clima, attivisti bloccano il Ponte della Libertà a Venezia

Questa mattina, verso le 10, sei attivisti di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico presso il Ponte della Libertà di Venezia sedendosi sull’asfalto della carreggiata del senso di marcia che conduce verso la Serenissima. Con loro alcuni striscioni con scritto ‘No gas no carbone’. Lo fanno sapere dal movimento in una nota in cui si precisa che “nella lunga colonna di auto creatasi in seguito al blocco si trovavano anche almeno dieci autobotti di raffinerie. I cittadini della campagna di disobbedienza civile per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della Politica per contenerne i danni”.
Dopo circa venti minuti di blocco, sono arrivate sul posto le forze dell’ordine, che in poco tempo hanno portato via i presenti.
“Siamo qui oggi a bloccare il Ponte della Libertà per denunciare le politiche portate avanti dal nostro Governo e che negli anni a venire priveranno le generazioni future della loro libertà e dei loro diritti di lavorare e di vivere in sicurezza, in un mondo che sarà ormai devastato dai cambiamenti climatici”, ha dichiarato uno degli attivisti.

Per il movimento Venezia è un caso esemplare di situazione ad alto rischio a causa degli effetti del collasso eco-climatico in Italia. “È certo, infatti, che sul territorio italiano questa città simbolo sarà tra le prime a essere colpita sempre più regolarmente da fenomeni quali l’innalzamento dei mari, la salinizzazione dei territori coltivabili e tempeste, che porteranno a un progressivo abbandono di queste meravigliose zone, si legge nella nota.
Gli attivisti richiamano alla memoria collettiva quanto accaduto di recente a Ischia e nelle Marche, cartina tornasole del fatto che “gli investimenti in provvedimenti palliativi e di recupero danni causati da eventi atmosferici estremi già avvenuti non sono più sufficienti né accettabili; occorre un immediato cambiamento di rotta per affrontare il problema in tutta la sua complessità e immediatezza”.
La nota degli attivisti spiega infine che “l’intera pianura Padana, come il meridione, diventeranno nel prossimo decennio zone invivibili, con un conseguente aumento delle tensioni interne, legate ai flussi migratori per trovare nuovi terreni coltivabili e abitabili. Una visione chiara di ciò che sarà il nostro futuro la osserviamo con sguardo disattento e distaccato quando ci arrivano le notizie su ciò che sta accadendo da diverso tempo in Africa, nel Medio Oriente e in zone del Sud Est asiatico, in cui le migrazioni climatiche sono realtà già drammaticamente attualissime. Il monito, cui assistiamo da una prospettiva di totale indifferenza e insensibilità, deve arrivare a colpire chiunque, smuovendo il bisogno di domandare con forza ai nostri Governi azioni concrete e rapide per prevenire simili scenari, più che probabili anche per noi”. 

Attivisti per il clima italiani e francesi bloccano accessi al traforo del Monte Bianco

Una nuova azione dimostrativa per denunciare i ritardi nell’azione di contrasto al cambiamento climatico. Gli attivisti del collettivo ambientalista ‘Ultimo rinnovamento’ e del movimento italiano ‘Ultima generazione’, infatti, hanno bloccato per circa un’ora i due ingressi del traforo del Monte Bianco, a Chamonix sul versante francese e Courmayeur su quello italiano. Fino a quando non sono intervenuti gli agenti della Polizia Stradale, che hanno sgomberato i manifestanti, ai quali hanno fornito poi coperte termiche per difendersi dal freddo. “Con una sola voce, i cittadini chiedono che i nostri governi agiscano sul cambiamento climatico. Questo mondo viene condannato davanti ai nostri occhi”, rivendicano i manifestanti, che hanno impedito dalle 12.30 di venerdì 9 dicembre la circolazione nella strada che conduce al tunnel. “L’impatto economico di questo lockdown – lamentano – è nulla in confronto ai miliardi di euro sprecati ogni giorno bruciando combustibili fossili. I nostri governi sono chiusi in un atteggiamento attendista per troppo tempo e non sono nemmeno in grado di far fronte ai propri impegni”, continuano.

Secondo ‘Ultima generazione’ (che mercoledì 7 dicembre aveva imbrattato con della vernice la facciata del Teatro alla Scala in segno di protesta), “il tunnel del Monte Bianco simboleggia il legame che esiste tra i nostri popoli e le nostre nazioni, uniti anche oggi nel dramma del collasso climatico. Rappresenta, però, anche un passaggio simbolico da mettere in atto quanto prima, lasciandosi alle spalle un intero sistema di valori, una società insostenibile fondata su progresso e sfruttamento sconsiderati. Con oltre 600mila camion che lo attraversano ogni anno, il tunnel è un punto di passaggio privilegiato per le compagnie di trasporto. Questo tipo di traffico genera un elevato volume di inquinamento atmosferico e di gas serra. Qui, come altrove, questo modo di vivere non è più sostenibile e mette a rischio l’umanità”.

Per gli attivisti, che sottolineano lo sforzo coordinato messo in campo contro “la minaccia globale del cambiamento climatico”, l’impatto economico causato dal blocco di oggi “non è nulla rispetto ai miliardi di euro che vengono sprecati ogni giorno investendo nei combustibili fossili. I nostri governi si sono accontentati di non fare nulla per molto tempo e sono incapaci di mantenere i loro impegni in materia di cambiamento climatico. Ogni momento che passa – proseguono – questo comportamento suicida e omicida ci avvicina a un disastro globale senza precedenti nella storia. La quantità di denaro, anche pubblico, che ogni anno viene destinata alla distruzione dei nostri ambienti e delle nostre vite deve essere reindirizzata verso il finanziamento di provvedimenti che ci permettano di anticipare, adattare e rallentare il cambiamento climatico. Ne va della sopravvivenza dell’umanità”, concludono gli attivisti.

Ogni campagna che fa parte della rete A22 lavora per un obiettivo chiaro. Come si legge in una nota congiunta, in Italia, Ultima Generazione chiede al governo di tagliare i finanziamenti in combustibili fossili per portare risorse all’incremento di energia rinnovabile. In Francia, Dernière Rénovation chiede un ampio programma politico per isolare gli edifici e che i lavori siano interamente finanziati per le famiglie povere.

Nuovo blitz attivisti per il clima: vernice contro facciata della Scala. “I politici devono agire”

Dopo il blitz dello scorso 18 novembre, durante il quale un’opera di Andy Warhol è stata imbrattata con otto chili di farina, nuova protesta di Ultima Generazione: questa mattina alle 7.45, cinque attivisti hanno lanciato vernice contro la facciata esterna del Teatro alla Scala di Milano in attesa della prima. L’azione è durata circa mezz’ora prima che i cinque venissero fermati e denunciati per imbrattamento di beni culturali e per inosservanza del divieto di ritorno.

“Abbiamo deciso di imbrattare con della vernice il Teatro alla Scala per chiedere ai politici che questa sera assisteranno allo spettacolo di tirare fuori la testa dalla sabbia e intervenire per salvare la popolazione. La situazione economica e ambientale del Paese peggiora di giorno in giorno e, invece di prendere le misure necessarie a salvaguardare il futuro dell’Italia da siccità e disastri climatici, la politica si rinchiude a godersi uno spettacolo per poche persone, così come riserva a poche persone la possibilità di salvarsi dal disastro alimentato dai continui stanziamenti all’industria del fossile. Speriamo che le macchie sulla facciata della Scala ricordino a Giorgia Meloni e Sergio Mattarella le proprie responsabilità e li spingano ad agire, prima che si ripeta un’altra Ischia: un popolo ferito dal cataclisma e tradito dall’indifferenza del Governo”, dichiarano gli attivisti in una nota.

Le richieste del movimento in generale sono di interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale, oltre a chiedere di procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW immediatamente, creando migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile e aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.
Rispetto al blitz di questa mattina, la scelta della data e del luogo non sono per nulla casuali: il 7 dicembre, come da tradizione , si svolge la prima della stagione teatrale, alla presenza delle più alte cariche istituzionali e artistiche: per questa sera, infatti, sono previste le partecipazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni.

Gli attivisti fermati sono già noti alla Digos: si tratta 4 ragazzi e una ragazza tra i 20 e 23 anni di Milano, Pavia e Lucca.

Otto chili di farina contro opera di Warhol a Milano: nuova azione di Ultima Generazione

Otto chili di farina sulla BMW dipinta da Andy Warhol e esposta a Milano alla Fabbrica del Vapore nell’ambito della mostra ‘Andy Warhol: La Pubblicità Della Forma’. E’ l’ultima azione messa in atto questa mattina alle 11.15 dagli attivisti per il clima di Ultima Generazione contro le opere d’arte. Su Instagram si legge che i quattro attivisti coinvolti “denunciano un governo criminale che investe sulla morte dei cittadini e delle cittadine”. Le attiviste, dopo l’escalation dell’azione, si sono sedute a terra e hanno spiegato agli spettatori della mostra le motivazioni del loro gesto. Infine sono state portate in questura dalle forze dell’ordine arrivate sul posto.

Nelle ultime settimane, gli attivisti ambientali di tutto il mondo hanno preso di mira le opere d’arte per sensibilizzare l’opinione pubblica sul riscaldamento globale. Fra le azioni più eclatanti la zuppa di pomodoro gettata sui ‘Girasoli’ di Van Gogh a Londra e il purè di patate lanciata su un capolavoro di Claude Monet a Potsdam, vicino a Berlino.

Photo credit: Ultima Generazione