Primi del mese, tempo di bilanci del mese precedente. Le agenzie regionali per l’ambiente di Veneto e Piemonte insieme a Meteotrentino per il Trentino hanno diffuso i loro bollettini sulla situazione climatica del mese di luglio e sono dei veri bollettini di guerra: temperature ai massimi, portate dei fiumi ai minimi e scarsità di precipitazioni. Che la situazione stesse così i cittadini e le aziende agricole del nord Italia l’avevano già capito, ma ora c’è la certificazione degli esperti del settore.
Arpa Veneto già ieri aveva detto che per riequilibrare il deficit di precipitazioni, ad agosto dovrebbero cadere 477 mm di pioggia, oggi invece, sul fronte delle temperature, ha certificato che il mese scorso è stato il luglio più caldo degli ultimi 30 anni, battendo il record del 2015. “Sulla base dei dati della rete di stazioni Arpav – spiega l’agenzia per l’ambiente – il mese di luglio risulta infatti il più caldo dell’ultimo trentennio per quanto riguarda le temperature massime (il precedente record era del luglio 2015), mentre per le temperature minime si configura come il secondo luglio più caldo dopo quello del 2015. Luglio 2022 è più caldo di quello del 2003, in cui i picchi di temperatura erano stati registrati soprattutto a giugno e nella prima metà di agosto“.
Situazione analoga anche in Trentino, dove Meteotrentino ha riferito che “luglio 2022 è risultato con temperature molto superiori alla norma. La temperatura media mensile non è stata però da record risultando ovunque poco inferiore al massimo: il luglio più caldo è stato ovunque quello del 2015, fatta eccezione per Trento Laste dove il record, seppur di solo un decimo di grado, è ancora quello del luglio 1950. Da evidenziare però che a Trento Laste non si era mai registrata una temperatura minima così alta. La minima assoluta del mese di 16,4 °C è stata registrata il 9 luglio e risulta la più alta mai registrata; il record precedente era 16,0°C nel 1967“.
“Il mese di luglio del 2022 dunque sarà ricordato per le temperature molto elevate, per le scarse precipitazioni fino al giorno 24, per il perdurare quindi del periodo siccitoso e per gli incendi che si sono verificati in diversi boschi soprattutto prima delle precipitazioni iniziate il giorno 25“.
Anche Arpa Piemonte ha certificato numeri record: “Analizzando i dati dell’anno 2022 – spiega l’agenzia per l’ambiente -, sul Piemonte sono caduti nel periodo 1 gennaio-31 luglio circa 272 mm medi di pioggia e/o neve, a fronte di una norma climatica del medesimo periodo che si assesta sui 528 mm, con un deficit significativo, pari al 49%, rispetto al valore medio degli ultimi 30 anni“. Concentrandosi sul mese di luglio, sull’intero bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino sono caduti in media 44 mm di pioggia, con uno scarto del 23% rispetto alla media storica mensile degli ultimi 70 anni”.
“Dal punto di vista delle temperature, il mese appena trascorso si pone come il secondo luglio più caldo degli ultimi 65 anni, dopo quello del 2015, ma se consideriamo l’intero trimestre maggio-giugno-luglio, i tre mesi appena terminati sono stati nel complesso i più caldi mai osservati con la rete meteorologica di Arpa Piemonte, superando i trimestri corrispondenti del 2003 e il 2015. Soltanto per due brevi periodi ad inizio e fine di maggio, le temperature giornaliere sono state al di sotto della norma climatica 1991-2020: in tutte le altre giornate le temperature sono state al di sopra della norma, con 3 periodi record attorno alla metà di ciascuno degli ultimi tre mesi“.
Anche l’associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) ha evidenziato come la situazione sia stata e lo sia ancora, drammatica nel nord del Paese. In Valle d’Aosta ad esempio l’indice SPI (Standard Precipitation Index) a lungo termine (12 mesi) indica livelli di siccità estrema per tutta la fascia centro-meridionale della regione (fonte: Centro Funzionale Regionale), facendo tornare la mente al periodo medievale, quando in quei territori crescevano gli ulivi. Le recenti piogge hanno portato la media mensile di luglio a 25 millimetri, cioè circa il 30% di quella storica. Le precipitazioni fin qui registrate nel 2022 sono prossime ad inedite performances negative, ma le alte temperature, favorendo lo scioglimento anche delle nevi perenni, hanno per paradossale conseguenza, una delle stagioni più favorevoli per la Dora Baltea. Nel mese appena concluso la temperatura media è stata di ben 3 gradi superiore alla norma, sfiorando addirittura i 40 gradi nelle località Saint Marcel e Saint Christophe.
Ancora a proposito di record, la portata media del fiume Po a Pontelagoscuro (ultimo rilevamento prima del delta) è stata, in luglio, pari a 160,48 metri cubi al secondo, cioè addirittura il 32,29% in meno del precedente record negativo di portata media mensile, registrato a luglio 2006. Non solo: quest’anno è stato toccato anche il nuovo record di portata minima con soli 104,3 metri cubi al secondo (24 luglio). Tra i laghi del Nord continua a decrescere il livello del lago Maggiore (rimane solo il 10,8% di risorsa ancora utilizzabile), mentre il Lario segna -0,6% sullo zero idrometrico (nuovo apice negativo: – cm. 39.9), il Garda è al 29,3% e l’Iseo è al 5,7% del riempimento. Il fiume Po, corroborato da temporali localizzati, ha registrato leggeri aumenti di portata, ma le rilevazioni più recenti dimostrano quanto effimeri siano i benefici che le piogge hanno apportato (in Piemonte sono caduti circa 30 millimetri di pioggia in 7 giorni, nel Ferrarese meno di 17 millimetri in un mese).
(Photo credits: Marco SABADIN / AFP)