Avvicinare le persone a tematiche quali sostenibilità e crisi climatica attraverso il cibo e scelte imprenditoriali green. È la scommessa dell’agronomo Tito Ippolito, che apre le porte del suo ‘Respeat’, a Torino. Un luogo scelto non a caso, ma individuato “sapendo che è stata riconosciuta miglior città vegan friendly, quindi sicuramente aperta alla sfida che intendo proporre: salvare il pianeta un boccone alla volta, perché è nella semplicità che possiamo ritrovare la serenità di guardare al futuro“, confessa a GEA ricordando le esperienze maturate in ambito umanitario tra Africa e Centro America, dove ha aiutato le comunità rurali a ottenere il massimo dalla loro terra con le poche risorse disponibili.
Il progetto di “ristorazione educativa“, come il titolare ama definire la propria creatura, ha alcuni punti cardine: l’azzeramento della plastica, l’utilizzo di detergenti naturali e stoviglie compostabili per limitare i cicli di acqua per il lavaggio, un arredamento realizzato con materiali naturali. “Punteremo a un’offerta stagionale di cibi, nel rispetto del ciclo della natura; inoltre, intendiamo collaborare con fornitori che abbiano una filiera certificata, senza limitarci all’etichetta di biologico. La nostra cucina, curata dalla chef Imma Ferraro, è di ispirazione vegetariana – precisa Ippolito – poiché siamo consapevoli del dramma degli allevamenti intensivi. Ci concentreremo sulla dieta mediterranea, mescolando rievocazioni della tradizione piemontese con i classici della pasticceria del sud Italia“.
L’offerta culinaria sarà arricchita da serate di degustazione a tema, incontri con esperti e una biblioteca dedicata al tema, dalla quale i clienti potranno attingere e prendere in prestito testi, in un’ottica di abbinare l’informazione al cibo. “Troppo spesso – commenta Tito Ippolito – la ristorazione ha, sui temi della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente, un approccio passivo: io ritengo invece che questo settore debba veicolarli e promuoverli“.
Il locale di via Bertola, a Torino, accoglierà i commensali (15 coperti che raddoppieranno con il dehors esterno, in estate) al mattino con il servizio di caffetteria, a pranzo e per un aperitivo fino alle 20.30, orario di chiusura. “La pausa pranzo sarà per noi una sfida nella sfida. Vogliamo infatti dimostrare che si può mangiare rapidamente consumando cibi di qualità, sfatando il mito del fast food sinonimo di cibo pessimo“, conclude Tito Ippolito.