Governo e benzinai trattano sullo sciopero. Antitrust indaga su 5 compagnie per i prezzi

Faib, Fegica e Figisc domani al Mimit per il tavolo tecnico, ma il decreto Trasparenza non convince: la protesta resta 'congelata'. Ispezioni della Guardia di finanza nelle sedi di Eni, Esso, Ip, Kuwait Petroleum e Tamoil

Domani alle 14.30 i rappresentati dei benzinai parteciperanno a un tavolo tecnico al ministero delle Imprese e del Made in Italy sul tema rincari dei carburanti. Si tratta del secondo round fra Faib, Fegica e Figisc dopo il vertice a Palazzo Chigi di venerdì scorso. Una riunione che era terminata col congelamento dello sciopero indetto dalla categoria, annunciato per protestare contro la campagna “di fango” che aveva colpito i gestori degli impianti di carburanti in seguito all’eliminazione dello sconto sulle accise a Capodanno.

Tra un vertice e l’altro, però, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Trasparenza, varato dal governo per combattere eventuali speculazioni. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, che “i gestori degli impianti di carburante che non comunicheranno i loro prezzi e non esporranno nel punto vendite le medie calcolate dal ministero potranno essere puniti con sanzioni da 500 a 6mila euro. Dopo la terza violazione può essere disposta la sospensione dellʼattività (che può andare da una settimana a tre mesi)”. Una regola che non è andata giù ai diretti interessati. Al punto che la giunta nazionale di Faib Confesercenti in un comunicato ha voluto esprimere “delusione per l’esito dell’incontro di venerdì scorso, che pure si era svolto in un clima positivo. Faib, di conseguenza, conferma il giudizio di forte contrarietà sul decreto Trasparenza. Pesa la formulazione della norma che conferma l’obbligo di un nuovo cartello e l’inasprimento inaccettabile delle sanzioni. Ben venga maggiore trasparenza ma si eliminino adempimenti che risulterebbero inutili e si riveda il sistema sanzionatorio, senza duplicazioni e senza accanimenti. Si perseguano con razionalità gli strumenti utili per dare informazioni corrette ai consumatori, ma si eviti – sottolinea l’associazione – la giungla cartellonistica che creerebbe solo confusione. Se si vuole un nuovo cartello significa che quelli che ci sono non sono utili. E allora li si eliminino e si razionalizzi la giungla cartellonistica“.

I prezzi dei carburanti sono già oggi i più pubblicizzati rispetto ad ogni altro prodotto di largo e generale consumo e occorre attenzione nel costruire nuove informazioni, tenendo conto delle specificità che ci sono tra rete ordinaria e rete autostradale. Pertanto, lo sciopero contro questo provvedimento inutile e dannoso resta congelato – continua la nota stampa di Faib – in attesa dell’incontro” di domani al ministero delle Imprese e del made in Italy. “In quella sede valuteremo se il governo ha intenzione di accogliere le richieste della categoria o meno. E prenderemo le decisioni conseguenti che saranno illustrate nel dettaglio nella conferenza stampa unitaria, indetta per giovedì 19 gennaio“.

Mentre governo e benzinai trattano, l’Antitrust indaga. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, insieme al Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha svolto ispezioni nelle sedi delle compagnie petrolifere: Eni, Esso, Ip, Kuwait Petroleum e Tamoil. I procedimenti sono stati avviati anche sulla base della documentazione “tempestivamente fornita” dalle stesse fiamme gialle.