Prezzo benzina al minimo per 2023. Urso: “Cartello efficace”

I consumatori dissentono: "L'esposizione del prezzo medio non c'entra, i listini scendono grazie al ribasso del petrolio sui mercati internazionali

Il prezzo medio alla pompa della benzina ha raggiunto il minimo storico per l’anno in corso. Lo rileva il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che determina il prezzo medio ogni giorno, a partire dai dati comunicati dagli esercenti sulla rete stradale e autostradale italiana.

La benzina su strada è a 1,81 euro per litro, il più basso dell’anno, e i margini delle società petrolifere si sono ridotti di 9 centesimi rispetto a quelli in atto un anno fa, di un terzo” perché “è lì che si può incidere con provvedimenti nazionali: sui margini. E l’efficacia della misura la dimostra i risultati”, rivendica Adolfo Urso.

Il valore è lo stesso registrato dal 17 al 19 maggio, cioè il più basso dall’inizio dell’anno. Negli ultimi due mesi, il costo per litro della benzina è diminuito di quasi 20 centesimi (19 centesimi tra il 22 settembre e il 22 novembre). Anche il prezzo medio del gasolio nell’ultimo bimestre si è contratto, di circa 15 centesimi di euro al litro, non raggiungendo però i valori minimi del maggio scorso quando le quotazioni internazionali del gasolio erano sensibilmente più basse di quelle attuali.

Un risultato a cui, secondo il Mimit, ha contribuito anche l’esposizione del prezzo medio, che “ha portato a un contenimento del margine di distribuzione (un delta di circa 8-9 centesimi al litro se si confronta l’estate 2023 con quella precedente) e, di conseguenza, del prezzo industriale della benzina. Grazie ai contenuti margini di distribuzione, in Italia il prezzo industriale del carburante risulta oggi stabilmente più basso di Germania, Francia e Spagna“, commenta il ministero.

Non sono d’accordo i consumatori, secondo i quali il ribasso non c’entra col cartello, anche perché il Tar del Lazio il 10 novembre ha annullato il decreto con l’obbligo di esposizione del prezzo medio, “eppure i prezzi, invece di risalire, hanno continuato lo stesso tranquillamente a scendere, mentre in agosto, quando il decreto è entrato in vigore e a maggior ragione i benzinai avrebbero potuto temere di pagare lo scotto di avere prezzi maggiori a quelli medi, i listini sono decollati“, rileva Massimiliano Dona, presidente dell’Unc.
Abbiamo presentato ricorso al Consiglio di Stato sulla decisione del Tar, che non interviene sul merito ma sulle modalità del tabellone del prezzo medio. Perché l’efficacia è sotto gli occhi di tutti”, ribadisce Urso.

I listini dei carburanti scendono alla pompa grazie al ribasso del petrolio sui mercati internazionali, e “non certo per l’effetto dei cartelli con i prezzi medi esposti presso i distributori“, per il Codacons. Il presidente Carlo Rienzi ricorda che “si è passati infatti dal picco di 97 dollari al barile toccato lo scorso 28 settembre agli attuali 81 dollari, con un crollo del -16,5% che, in parte, si è trasferito sui listini dei Carburanti alla pompa. Un ribasso su cui il provvedimento del Governo che ha introdotto i cartelli con i prezzi medi non ha avuto alcun tipo di influenza”. “Il vero pericolo ora è rappresentato dalle partenze di Natale – avvisa Rienzi – Con l’aumento degli spostamenti degli italiani durante il periodo delle festività, i prezzi di benzina e gasolio potrebbero subire nuovi e sensibili rialzi, fenomeno che si ripresenta puntualmente in Italia in occasione di esodi e controesodi, e che nessun governo ha saputo contrastare efficacemente”.

Siamo convinti che la discesa dei listini sia dovuta non solo alle misure del Governo, ma anche alle logiche speculative dei mercati internazionali, che in questo momento sono ribassiste“, commenta Assoutenti. Il tema ora è riuscire a condizionare il prezzo della benzina il più possibile al costo di produzione, per evitare anomalie e discrepanze eccessive. Per fare questo, secondo il presidente Furio Truzzi, “è necessaria una rivoluzione copernicana a partire dalla nostra ex azienda di Stato Eni, allo scopo di giocare un ruolo inedito sui mercati internazionali privilegiando l’interesse nazionale dell’Italia, e quindi i consumatori e le imprese del nostro Paese“. Le società leader in Italia nel settore dei carburanti “potrebbero fare da apripista – suggerisce – abbandonando la logica finanziaria e speculativa del Platts, costruendo il prezzo dei carburanti su parametri oggettivi e non speculativi, anche perché le oscillazioni del costo del petrolio in questi ultimi 11 mesi hanno influito in modo marginale sul prezzo della benzina alla pompa”.