Ucraina, Zelensky: Chiazza petrolio da 150 tonnellate verso il Mar Nero

Il più grande ecocidio mai commesso sul territorio ucraino. Così Volodomyr Zelensky definisce la distruzione della diga di Kakhovka avvenuta, ne è certo, “per mano dei russi”.

Il bacino idrico distrutto è uno dei più grandi del Paese. Contiene 18 miliardi di metri cubi d’acqua e tutte le strutture della centrale idroelettrica e della sua diga si trovavano, sottolinea il presidente ucraino, “nel territorio occupato”. La diga forniva acqua potabile a un’ampia parte dell’Ucraina – città e villaggi con centinaia di migliaia di persone. Forniva acqua agli agricoltori per la produzione agricola nel sud e nel centro dell’Ucraina.

La sua distruzione è, ribadisce Zelensky, “un colpo inferto dall’uomo all’ambiente, dopo il quale la natura dovrà riprendersi per decenni”. L’evacuazione delle persone dall’area allagata è in corso: quasi ottanta insediamenti sono a rischio. “Si è formata una chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate che è stata portata dalla corrente verso il Mar Nero. Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare”, è l’allarme del presidente.

Per il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, questo è un momento che “cambia il conflitto”: “Non c’era mai stata un’aggressione così grave nei confronti di una infrastruttura, c’è una involuzione in negativo, vedremo quali saranno le conseguenze, peggiorano anche le condizioni di vita per i civili, questo è davvero inaccettabile”, tuona. “Rischiamo un peggioramento della situazione, per gli abitanti ucraini e per una escalation del conflitto. Avevamo previsto una zona franca intorno a Zaporizhzhia per evitare disastri del genere, ma – sottolinea il vicepremier -mi pare che non ci sia una volontà in questa direzione da parte dei russi”.