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Auto, rallenta il mercato europeo ma sale al 14,2% la quota delle elettriche

Il mercato automobilistico europeo è cresciuto del 6,7% a novembre, per il tredicesimo mese consecutivo. E anche se l’aumento delle immatricolazioni non è più a due cifre, l’espansione tiene comunque, anche grazie ai veicoli elettrici e soprattutto ibridi. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Associazione europea dei produttori di auto. Ci sono stati sostanziali guadagni a doppia cifra in alcuni mercati, tra cui due dei più grandi: Italia (+16,2%) e Francia (+14%). Al contrario, il mercato automobilistico tedesco ha registrato una contrazione, registrando un calo del 5,7% rispetto a novembre 2022.

Nei primi 11 mesi del 2023, le immatricolazioni di nuove auto sono aumentate di un significativo 15,7%, raggiungendo quasi dieci milioni di unità. Ad eccezione dell’Ungheria, tutti i mercati dell’Ue sono cresciuti durante questo periodo. I quattro mercati più grandi hanno contribuito notevolmente a questa tendenza: Italia (+20%), Spagna (+17,3%), Francia (+16,2%) e Germania (+11,4%).

Le vendite sono state trainate in particolare dai modelli ibridi, come la Renault Clio e la Toyota Yaris. Nel 2023, questo tipo di alimentazione è arrivato al 27,4% del mercato (+29,9% rispetto all’anno precedente). Anche i modelli elettrici hanno continuato a crescere fortemente (+48,2%), rappresentando il 14,2% del mercato, trainati in particolare dalle vendite di Tesla.

Tuttavia, la benzina rimane la fonte energetica dominante per le auto nell’Ue: 3,5 milioni di veicoli venduti dall’inizio dell’anno, pari a una quota di mercato del 35,7% (+11,1%), con storie di successo come la Dacia Sandero. Le vendite di veicoli diesel sono aumentate nell’Europa dell’Est, ma sono diminuite sensibilmente nell’Europa occidentale. Complessivamente, le auto con questa alimentazione sono diminuite leggermente nel continente (-5,5%), raggiungendo il 13,7% del mercato.

Per quanto riguarda le ibride ricaricabili (che possono essere collegate a una presa di corrente o a un punto di ricarica), le vendite hanno continuato a diminuire, soprattutto in Germania, rappresentando l’8,1% del mercato europeo dall’inizio dell’anno.

In merito ai costruttori, le vendite sono state trainate in particolare dal leader europeo Volkswagen (+19,8% su base annua e 26,1% di quota di mercato) e dal gruppo Renault-Dacia (+19,6% e 10,8% di quota di mercato). Nel mese di novembre Stellantis ha registrato un calo di immatricolazioni del 2,8% in Europa (Ue + Efta + Regno Unito) rispetto allo stesso mese del 2022. Il gruppo ha immatricolato 160.499 auto (lo scorso anno a novembre erano state 165.180). Nei primi 11 mesi del 2023 (gennaio-novembre) registra comunque una crescita del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. La quota di mercato sugli 11 mesi è del 16,9% rispetto al 18,26% dello scorso anno.

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Edso, Zangrandi lascia: Esser è il nuovo segretario generale. Carone (aReti) nel board

Cambio al vertice di European Distribution System Operators, l’associazione che riunisce 35 principali operatori del sistema di distribuzione elettrica. Roberto Zangrandi (nella foto a sinistra) lascia la carica di segretario generale e al suo posto arriverà Charles Esser (nella foto in basso a destra), dall’aprile del 2019 segretario generale del Consiglio dei regolatori europei dell’energia (Ceer), una sorta di Arera continentale. C’è anche un nuovo ingresso nel Board of Directors, che accoglie Giulio Antonio Carone, amministratore delegato di aReti e responsabile della Business Unit Reti & Smart Cities del Gruppo Acea. “E’ finito il mandato del Parlamento Ue, la Commissione europea cambierà alla fine del prossimo anno, stiamo dunque entrando in un semestre bianco per le istituzioni europee e le grandi misure legislative per energia e i distributori del mercato elettrico sono state approvate: era il momento giusto per lasciare”, spiega a GEA Zangrandi. Che comunque sottolinea: “Non mi ritiro completamente, rimarrò molto attivo”. Sarà infatti “headhunter della Htp, una società internazionale specializzata nella ricerca di executives, nella digitalizzazione, nell’intelligenza artificiale, il cloud, e l’Ict: mi occuperò ancora di energia”.

In questi anni Edsoha dato un fortissimo profilo non solo nell’interlocuzione con i legislatori e i regolatori europei al settore della distribuzione elettrica, rappresentando le principali aziende dell’energia, ma ha consolidato il profilo industriale della distribuzione, aspetto che spesso a Bruxelles viene dimenticato – spiega ancora a GEA Zangrandi -. La nostra ambizione è sempre stata quella di dimostrare che siamo via via diventati la Confindustria dei distributori dell’energia, perché abbiamo sempre difeso il carattere industriale e imprenditoriale di un settore composto da diversi elementi che hanno a Bruxelles i loro interlocutori primari”. L’avvicendamento sarà graduale: dal 1 dicembre, infatti, Esser entrerà in carica e per tre settimane è previsto un passaggio di consegne articolato, per poi dal 1 gennaio 2024 essere completamente operativo. “E’ una figura di alto profilo istituzionale nel campo dell’energia – dice ancora il segretario generale uscente di Edso -. E sono orgoglioso che la ricerca mio successore sia stata affidata a me, è un attestato di fiducia molto importante nei miei confronti”.

L’altra grande novità è l’ingresso di Carone nel board. A GEA il manager commenta: “Sono particolarmente lieto di entrare a far parte del Board of Directors di Edso for Smart Grids, associazione con la quale condividiamo molta della nuova Vision di Areti sulla centralità delle iniziative di Smart Cities per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità ambientale”. Perché, spiega, “Areti ed Edso sono, infatti, impegnate in numerosi progetti europei di successo, come Platone, Flow e BeFlexible nei quali esprimiamo eccellenza tecnologica nella digitalizzazione delle reti e assoluta avanguardia nell’implementazione di mercati evoluti di servizi energetici e di Demand Response“. Sull’avvicendamento al vertice di Edso interviene anche Francesco Buresti, responsabile della Business Unit Smart Infrastructures di A2A e membro del Board of Directors. “Dobbiamo ringraziare Roberto Zangrandi per aver creato Edso e averci lavorato, in questi anni, con professionalità e passione – dice a GEA –. E’ sicuramente una persona che lascia il segno”. Sul nuovo segretario generale, Charles Esser: “Non lo conosco personalmente, ma da quello che mi dicono si tratta di una persona capace e che può fare bene. Non mi aspetto cambi strategici, ma che continui a portare a Bruxelles le istanze di questo mondo, facendo in modo che vengano comprese e accolte”.

 

Photo credit: profilo X Christian Buchel

auto e furgoni

A settembre +9,2% immatricolazioni auto in Ue, in Italia crescono le ibride

Nel mese di settembre 2023, le immatricolazioni di auto nuove sono aumentate del 9,2%, raggiungendo le 861.062 unità, segnando il quattordicesimo mese consecutivo di crescita del mercato automobilistico dell’Ue. Due dei maggiori mercati dell’Ue hanno registrato incrementi sostanziali: Italia (+22,7%) e Francia (+10,7%). Il mercato tedesco è rimasto relativamente stabile, con un piccolo calo dello 0,1% rispetto al 2022. Lo rileva l’Acea nel suo report mensile. Nei primi tre trimestri del 2023, il mercato automobilistico dell’Ue è cresciuto notevolmente (+16,9%), totalizzando otto milioni di unità immatricolate. Nonostante l’aumento su base annua, il mercato rimane del 20% al di sotto del livello pre-pandemia Covid di 10 milioni di unità nel 2019. Ad eccezione dell’Ungheria (-3,2%), tutti i mercati della regione hanno registrato aumenti in questi nove mesi, compresi i quattro più grandi: Italia (+20,5%), Spagna (+18,5%), Francia (+15,9%) e Germania (+14,5%).

La quota di mercato delle auto elettriche a batteria ha raggiunto il 14,8%, in aumento rispetto al 14,1% del settembre dell’anno precedente. Per la terza volta quest’anno le auto a batteria hanno superato il diesel, diventando la terza scelta più popolare per gli acquirenti di auto nuove. Le auto ibride-elettriche hanno mantenuto la loro posizione di seconda opzione preferita, rappresentando un significativo 27,3% del mercato. Sebbene le auto a benzina siano ancora la scelta principale degli acquirenti, la loro quota di mercato è scesa dal 35,3% del 2022 al 34,1% di quest’anno. Le immatricolazioni di auto elettriche a batteria nell’Ue sono aumentate del 14,3%, raggiungendo 127.149 unità, pari al 14,8% del mercato. La Germania, il mercato più grande, ha registrato un calo significativo del 28,6%, che potrebbe essere legato alla riduzione degli incentivi per gli acquirenti privati a partire da settembre. Tuttavia, le performance particolarmente positive di altri tre mercati dell’Ue – Paesi Bassi (+70,8%), Svezia (+60,7%) e Francia (+34,2%) – hanno compensato il calo della Germania. Le immatricolazioni di nuove auto ibride-elettriche nell’Ue sono aumentate del 30,5%, grazie soprattutto alla forte crescita nei tre maggiori mercati del blocco: Germania (+44,1%), Italia (+34,8%) e Francia (+30,2%). Il risultato è stato un aumento cumulativo del 28,8%, con quasi 2 milioni di unità vendute nei primi tre quarti dell’anno – circa un quarto del mercato. Il mese scorso le immatricolazioni di nuove auto ibride plug-in nell’Ue sono rimaste relativamente stabili (+0,4%), per un totale di 70.578 unità. La forte performance di mercati importanti come la Francia (+35,1%) e il Belgio (+71,4%) ha contribuito a compensare il calo della Germania (-45,7%), il più grande mercato per questa fonte di energia. Nel complesso, la quota di mercato delle auto ibride plug-in è scesa dall’8,9% all’8,2% nel settembre di quest’anno.

Nel settembre 2023, il mercato delle auto a benzina dell’Ue è aumentato del 5,5%, sebbene la sua quota di mercato sia diminuita dal 35,3% al 34,1% rispetto allo scorso anno. La crescita delle vendite nei mercati più grandi del blocco – Italia (+32,2%), Germania (+9,1%), Spagna (+3,2%) e Francia (+1,4%) – ha contribuito ampiamente a questo risultato. Il mercato delle auto diesel dell’Ue ha continuato a diminuire (-12,5%), nonostante la crescita in Germania (+4,6%), mentre le vendite nella maggior parte degli altri mercati del blocco si sono ridotte. Le auto diesel hanno ora una quota di mercato del 12,7%, in calo rispetto al 15,9% dell’anno precedente.

A giugno volano immatricolazioni auto elettriche, +66,2% in Ue. Sorpassato diesel

Aumentano le immatricolazioni di auto a giugno in Europa ed è boom dell’elettrico che per la prima volta sorpassa il diesel. I dati sono quelli del report mensile di Acea, l’associazione dei costruttori europei, secondo cui il mercato automobilistico dell’Ue è cresciuto del 17,8% a 1 milione di unità immatricolate. In generale, il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (Ue+Efta+Uk) registra ancora una crescita del il 18,7% in più dello stesso mese del 2022 con 1.265.678 immatricolazioni.

Inoltre, la quota di mercato delle auto elettriche a batteria è passata dal 10,7% al 15,1%, superando per la prima volta la quota del diesel. Secondo i dati Acea, le auto ibride-elettriche sono rimaste la seconda scelta più popolare tra gli acquirenti di auto nuove, rappresentando il 24,3% del mercato. Sempre a giugno, le nuove immatricolazioni di auto elettriche a batteria nell’Ue sono aumentate di un significativo 66,2%, raggiungendo le 158.252 unità. Sono esplosi in particolare i mercati di Paesi Bassi, Germania, Francia e Belgio.

Anche le auto ibride, che inquinano un po’ meno e permettono di beneficiare dei bonus acquisto, hanno fatto un forte progresso e rappresentano il 24,3% del mercato, trainate da Germania, Francia e Italia. Separatamente, le vendite di ibridi ricaricabili (che possono essere collegati a una presa o a un terminale) sono in calo su base annua con l’annullamento dei sussidi all’acquisto in alcuni paesi e rappresentano il 7,9% del mercato.

La benzina, invece, rimane la principale  in Ue con il 36,3% delle vendite a giugno, in crescita dell’11%. Fatta eccezione per l’Ungheria (-1,4%), tutti i mercati dell’Ue sono cresciuti, compresi i quattro maggiori: Germania (+24,8%), Spagna (+13,3%), Francia (+11,5%) e Italia (+9,1%). Nella prima metà del 2023, segnala Acea, le nuove immatricolazioni di auto in Ue sono aumentate in modo significativo (+17,9%), raggiungendo i 5,4 milioni di unità. I miglioramenti degli ultimi mesi indicano che “l’industria automobilistica europea si sta riprendendo dalle interruzioni dell’approvvigionamento causate dalla pandemia“, spiega l’associazione dei costruttori europei. Tuttavia, i volumi cumulati sono inferiori del 21% rispetto al 2019. La maggior parte dei mercati della regione è cresciuta in modo significativo nei primi sei mesi del 2023, compresi i quattro maggiori: Spagna (+24,0%), Italia (+22,8%), Francia (+ 15,3%) e Germania (+12,8%).

Per quanto riguarda l’elettrico la maggior parte dei mercati dell’Ue ha registrato notevoli guadagni percentuali a due e tre cifre, compresi i maggiori, come Paesi Bassi (+90,1%), Germania (+64,4%) e Francia (+52,0%). Ciò ha contribuito a una crescita da inizio anno del 53,8%, con 703.586 unità vendute tra gennaio e giugno.
Le nuove immatricolazioni di auto ibride-elettriche sono aumentate del 32,4% a giugno, raggiungendo le 254.100 unità, aggiunge Acea. Questa crescita è stata guidata principalmente da guadagni sostanziali nei maggiori mercati del blocco: Germania (+59,1%), Italia (+29,9%), Francia (+27,9%) e Spagna (+22,7%). Cumulativamente, le vendite di auto ibride-elettriche hanno registrato un notevole aumento del 27,9% da gennaio a giugno, raggiungendo quasi 1,4 milioni di unità e conquistando il 25% del mercato.

Luca de Meo

Auto, Acea boccia Euro7: Costi troppo elevati per guadagni ambientali minimi

Una lettera aperta, rivolta ai leader europei in vista della presentazione del piano industriale Green, per chiedere di mettere in atto una politica ambiziosa e strutturata per il settore automobilistico, in grado di competere con quelle di altre regioni del mondo. A pubblicarla Luca de Meo, presidente dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (Acea) e amministratore delegato del Gruppo Renault, preoccupato per l’erosione della competitività dell’industria europea sulla scena mondiale. “La nostra industria ha goduto a lungo di un vantaggio competitivo lungo tutta la catena del valore dei veicoli con motore a combustione interna“, spiega de Meo. “Questo non sarà più il caso dei veicoli elettrici, almeno nel breve periodo. I nostri concorrenti hanno molte carte in mano che noi non abbiamo ancora, in particolare a monte della catena di fornitura dei veicoli elettrici a batteria. Inoltre, il loro sostegno da parte delle autorità nazionali e locali è stato massiccio e sta ancora aumentando in Cina e negli Stati Uniti“, aggiunge.

Ma il tema che sta maggiormente a cuore all’Acea, che chiede che il regolatore parli “con una voce coordinata, tenendo conto dei ritmi specifici dell’industria, della ricerca e degli investimenti”, è la proposta Euro 7 sulle emissioni inquinanti. Secondo l’Acea, questa “impone vincoli irrealistici all’industria e rallenterebbe persino la spinta alla decarbonizzazione”. Si tratterebbe di una misura, in sintesi, che costringerebbe i costruttori a investire miliardi di euro in tecnologie a fronte di guadagni ambientali minimi. “La conformità all’Euro 7 comporterebbe un aumento dei costi che potrebbe dissuadere i clienti dall’acquistare queste nuove auto“, ammonisce de Meo. “Questo potrebbe allungare la vita del parco auto: le auto più vecchie, con emissioni più elevate, rimarrebbero più a lungo sulle strade“, aggiunge. “Noi sosteniamo che potremmo ottenere un rapporto costi-benefici di gran lunga migliore se riorientassimo gli ingenti investimenti che l’Euro 7 richiederebbe verso l’elettrificazione, rendendo i veicoli elettrici più accessibili e sviluppando tecnologie a zero emissioni per migliorare il parco auto“. Senza contare il “dannoso impatto industriale, economico, politico e sociale”, con, secondo i calcoli di de Meo, “il rischio significativo di mettere a repentaglio i posti di lavoro di 300.000 persone se la transizione non viene gestita in modo corretto”.

Considerata la risposta dell’Ue all’Inflaction Reduction Act Usa, l’Acea ritiene che il piano industriale Green europeo – se attuato con successo – potrebbe essere un primo passo per contribuire a mantenere gli investimenti nell’Ue, salvaguardando il libero scambio in tutto il mondo. Il settore spera inoltre che la legge sulle materie prime critiche rafforzi la capacità nazionale di estrarre, raffinare e lavorare le materie prime, oltre a migliorarne la sicurezza dell’approvvigionamento. In caso contrario, i produttori di autoveicoli dell’Ue continueranno ad essere notevolmente svantaggiati rispetto alle loro controparti di altre regioni, avverte l’Acea.

Thierry Breton, European Commissioner for Internal Market

L’Ue lancia i nuovi standard Euro 7: limiti per auto e mezzi pesanti

Ambiente, clima, sostenibilità, salute e Green Deal. Le nuove iniziative della Commissione per una mobilità pulita su strada intendono rispondere a più sfide contemporaneamente. Si rimette mano al sistema di eco-compatibilità delle quattro-ruote di ogni categoria, istituendo una nuova classe, l’Euro 7, per meglio coniugare gli sforzi di una transizione sostenibile con tutte le iniziative intraprese sin qui per migliorare vita dei cittadini e lotta all’inquinamento. Obiettivo: abbattere le emissioni di ossido di azoto (NOx) e particolato (Pm2,5) su tutte le strade e autostrade dell’Unione europea.

La nuova proposta di regolamento non si concentra sulla CO2, principale gas a effetto serra, ma sul resto. L’inquinamento atmosferico derivante dai gas di scarico dei veicoli è responsabile per il 39% delle emissioni nocive di ossidi di azoto (NOx) nell’Ue e del 47% delle stesse emissioni nelle sue sole aree urbane, nonché del 10% delle emissioni di particolato (Pm2,5) di tutta l’Unione. Si stima che solo nel 2018 l’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico da polveri sottili e ossidi di azoto dal traffico stradale sia stata responsabile di oltre 70mila morti premature tra i cittadini europei. Da qui la proposta dell’esecutivo comunitario, che mentre spinge per l’elettrificazione della mobilità su gomma, dall’altra preme per veicoli tradizionali ancora più puliti. Rispetto all’attuale classe più ecologica di veicoli (Euro 6), vale a dire tutte le immatricolazioni dal 2015 in poi, l’obiettivo è ridurre, entro il 2035, del 35% le emissioni di NOx per auto e veicoli commerciali leggeri (automobili e furgoni), e fino al 56% per autobus e veicoli commerciali pesanti (camion e autoarticolati). Sempre entro il 2035 si fissa una riduzione del 13% delle emissioni di polveri sottili rilasciate dal tubo di scappamento di auto e furgoni, e del 39% per bus e camion. Questo per ciò che riguarda i sistemi di scarico e i tubi di scappamento. Mentre per quanto riguarda il sistema di frenata, la Commissione prevede una riduzione fino al 27% di polveri sottili per automobili e veicoli commerciali leggeri.

La data dell’avvio della nuova rivoluzione è differenziata: 1 luglio 2025 per veicoli leggeri e 1 luglio 2027 per veicoli pesanti. Questi i momenti che la Commissione vorrebbe per l’entrata in vigore della nuova categoria di veicoli ‘Euro 7’, nell’auspicio che Parlamento e Consiglio non stravolgano questa tabella di marcia come pure l’obiettivo dichiarato. Bruxelles non vuole imporre troppi oneri ai costruttori, tanto che gli obiettivi di riduzione “dovrebbero essere ottenute con le tecnologie esistenti”. Per questo, sostiene il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, “ritengo che la nostra proposta sia equilibrata”, oltre che necessaria “per proteggere il nostro clima”. E’ un tassello ulteriore di una strategia a dodici stelle di ampio respiro. “Oltre a monitorare e sostenere l’elettrificazione della flotta, ora stiamo affrontando le emissioni che aggravano l’inquinamento atmosferico e influiscono sulla nostra salute”. Una linea confermata anche da Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per il Green Deal. “I nostri standard sulle emissioni di CO2 e le norme Euro 7 lavorano di pari passo per assicurarci di ottenere più veicoli puliti e convenienti sulle strade europee”.

L’industria del settore però storce la bocca. L’Associazione dei costruttori europei d’automobili (Acea) ritiene che “la proposta rischia di rallentare il passaggio al trasporto a emissioni zero”. A detta di Oliver Zipse, presidente di Acea e amministratore delegato di Bmw, “il vantaggio ambientale della proposta della Commissione è molto limitato, mentre aumenta notevolmente il costo dei veicoli”.

L’esecutivo comunitario non nasconde che sulla scia delle nuove proposte si prevede “un moderato impatto” sui costi delle auto, stimato tra i 90 e 150 euro, e sul costo di autobus e camion, stimato a circa 2.600 euro. Allo stesso tempo, però, prevede ritorni per l’industria. Da una parte, il passaggio a nuovi testi più moderni e digitali “si tradurrà in una diminuzione dei costi di conformità e degli oneri amministrativi per l’industria automobilistica”. Dall’altra parte ci sono opportunità di mercato, in particolare sul fronte dell’esportazione, visto che “diversi paesi al di fuori dell’Ue, come Australia, Brasile, Cina o India, tendono a basare le proprie regole sulle norme sulle emissioni dell’euro”.

Anche sui test, però, Acea ha qualcosa da dire. Perché la nuova proposta introduce nuove modalità di misurazione delle performance di scarico. “Ci si concentra su condizioni di guida estreme che non hanno quasi alcuna rilevanza nella vita reale”, sostiene l’ad dell’associazione dei produttori di quattro ruote. Una visione che va a sbattere contro quella di Bruxelles. “Avremo test delle emissioni più precisi che riflettano le condizioni di guida reali”, sostiene Timmermans. L’Euro 7 rischia dunque di riprodurre scontri e divisioni politiche tutte europee, come già avvenuto per la messa al bando dei motori tradizionali dal 2035.

Italia quinta in Ue per colonnine elettriche. Acea: “Ancora molto da fare”

L’Italia è al quinto posto della classifica europea per numero di punti di ricarica per auto elettriche. È quanto emerge da un’analisi dell’Acea, l’Associazione europea dei produttori di automobili. Il nostro Paese conta su poco più di 23mila colonnine, preceduta dalla Svezia con 37mila punti. A dominare la classifica sono i Paesi Bassi (90mila), la Germania (59mila) e la Francia (37mila). Le ultime 5 posizioni, invece, sono occupate da Cypro (57), Malta (98), Lituania (207), Estonia (385) e Lettonia (420).

La metà di tutti i punti di ricarica per auto elettriche nell’Unione europea – che sono circa 307mila – è concentrata solo in due Paesi: Paesi Bassi e Germania che, insieme, costituiscono meno del 10% dell’intera superficie dell’Ue. L’altra metà di tutte le colonnine è sparsa nei restanti 25 Paesi, che coprono il 90% della superficie europea.

Il divario tra i Paesi in cima e in fondo alla classifica è enorme. I Paesi Bassi hanno quasi 1.600 volte più punti di ricarica rispetto al Paese con meno infrastrutture (Cipro, con appena 57 punti di ricarica). Solo l’Olanda ha tante colonnine di ricarica quanto 23 Stati membri messi insieme.

Per quanto riguarda la distribuzione delle infrastrutture, l’Acea evidenzia “una netta spaccatura tra i Paesi dell’Europa centrale e orientale, da un lato, e i Paesi dell’Europa occidentale, dall’altro“. Ad esempio, la Romania – sette volte più grande dei Paesi Bassi – ha solo lo 0,4% di tutti i punti di ricarica dell’Ue.

Sebbene negli ultimi cinque anni si sia registrato un forte aumento del numero di colonnine (+180%), il totale (307mila) è molto inferiore a quanto richiesto.

L’Acea ricorda che per raggiungere gli obiettivi di riduzione di Co2, “le vendite di veicoli elettrici dovranno aumentare in modo massiccio in tutti i paesi dell’Ue“. Uno studio recente mostra che entro il 2030 sarebbero necessari 6,8 milioni di punti di ricarica pubblici per raggiungere la riduzione del 55% di Co2 proposta per le auto.

Il regolamento sulle infrastrutture dei combustibili alternativi – proposto dalla Commissione europea lo scorso anno – ha lo scopo di aiutare ad affrontare la situazione, “tuttavia – afferma Acea – il suo livello di ambizione è del tutto insufficiente

Mentre alcuni Paesi stanno andando avanti per implementare le infrastrutture, la maggior parte è in ritardo“, spiega il direttore generale dell’Agenzia, Eric-Mark Huitema. “Le forti disparità – dice – dimostrano la necessità di obiettivi forti che siano armonizzati in tutti gli Stati membri dell’Ue“. Ciò che serve, ricorda, “è una fitta rete europea di stazioni di ricarica, che si estenda da nord a sud e da est a ovest“.

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