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Energia, domanda globale cresce a ritmo superiore alla media: traina elettricità

Nel 2024, la domanda globale di energia è cresciuta a un ritmo superiore alla media, con l’aumento del consumo di elettricità in tutto il mondo e l’incremento dell’offerta di energie rinnovabili e gas naturale che ha coperto la maggior parte del fabbisogno energetico aggiuntivo. L’ultima edizione del Global Energy Review della Iea, l’autorità energetica mondiale, è la prima valutazione globale delle tendenze del 2024 nel settore energetico. Basato sui dati più recenti, copre la domanda di energia, l’offerta, l’adozione di nuove tecnologie energetiche e le emissioni di anidride carbonica (CO2) legate all’energia.

Il rapporto rileva che la domanda globale di energia è aumentata del 2,2% lo scorso anno, un valore inferiore alla crescita del PIL del 3,2%, ma notevolmente più rapido rispetto all’aumento medio annuo della domanda dell’1,3% tra il 2013 e il 2023. Le economie emergenti e in via di sviluppo hanno rappresentato oltre l’80% dell’aumento della domanda energetica globale nel 2024. Questo nonostante la crescita più lenta in Cina, dove il consumo energetico è aumentato di meno del 3%, la metà del tasso del 2023 e ben al di sotto della media annuale recente del paese. Dopo diversi anni di declino, le economie avanzate hanno visto un ritorno alla crescita, con un aumento della domanda energetica di quasi l’1% in totale.

L’accelerazione della crescita della domanda energetica globale nel 2024 è stata guidata dal settore elettrico, con un consumo globale in aumento di quasi 1.100 terawattora, pari al 4,3%. Si tratta di quasi il doppio della media annuale dell’ultimo decennio. Il forte aumento del consumo mondiale di elettricità lo scorso anno è stato determinato dalle temperature globali record, che hanno fatto aumentare la domanda di raffreddamento in molti paesi, nonché dall’aumento dei consumi dell’industria, dall’elettrificazione dei trasporti e dalla crescita dei data center e dell’intelligenza artificiale.

L’aumento dell’offerta di fonti a basse emissioni ha coperto la maggior parte dell’aumento della domanda globale di elettricità nel 2024. La quantità di nuova capacità di energia rinnovabile installata in tutto il mondo è salita a circa 700 gigawatt, stabilendo un nuovo record annuale per il 22° anno consecutivo. Le aggiunte di capacità di energia nucleare hanno raggiunto il quinto livello più alto degli ultimi tre decenni. Di conseguenza, l’80% dell’aumento della produzione globale di elettricità nel 2024 è stato fornito da fonti rinnovabili e nucleari, che insieme hanno contribuito per la prima volta al 40% della produzione totale. Anche la produzione di energia elettrica da gas naturale è aumentata costantemente per soddisfare la crescente domanda di elettricità. “Ci sono molte incertezze nel mondo di oggi e diverse narrazioni sull’energia, ma questo nuovo rapporto dell’AIE basato sui dati mette sul tavolo alcuni fatti chiari su ciò che sta accadendo a livello globale”, commenta il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol. “Quel che è certo – aggiunge – è che l’uso dell’elettricità sta crescendo rapidamente, trascinando con sé la domanda energetica complessiva a tal punto da invertire anni di calo del consumo energetico nelle economie avanzate. Il risultato è che la domanda di tutti i principali combustibili e tecnologie energetiche è aumentata nel 2024, con le energie rinnovabili che coprono la quota maggiore della crescita, seguite dal gas naturale. E la forte espansione dell’energia solare, eolica, nucleare e dei veicoli elettrici sta allentando sempre più i legami tra crescita economica ed emissioni”.

Come risultato di un maggiore consumo di energia, il gas naturale ha visto il maggior aumento della domanda tra i combustibili fossili nel 2024. La domanda di gas è aumentata di 115 miliardi di metri cubi (bcm), o del 2,7%, rispetto a una media di circa 75 bcm all’anno nell’ultimo decennio. Nel frattempo, la domanda di petrolio è cresciuta più lentamente, aumentando dello 0,8% nel 2024. La quota di petrolio sul totale della domanda energetica è scesa per la prima volta sotto il 30%, 50 anni dopo aver raggiunto il picco del 46%. Le vendite di auto elettriche sono aumentate di oltre il 25% lo scorso anno, con i modelli elettrici che rappresentano un’auto su cinque vendute a livello globale. Ciò ha contribuito notevolmente al calo della domanda di petrolio per il trasporto su strada, che ha compensato una parte significativa dell’aumento del consumo di petrolio per l’aviazione e la petrolchimica. La domanda globale di carbone è aumentata dell’1% nel 2024, la metà del tasso di aumento registrato l’anno precedente. Secondo il rapporto, le intense ondate di calore in Cina e in India, che hanno aumentato il fabbisogno di raffreddamento, hanno contribuito per oltre il 90% all’aumento totale annuo del consumo globale di carbone, evidenziando gli impatti significativi che le condizioni meteorologiche estreme possono avere sui modelli di domanda energetica. Secondo il rapporto, la rapida adozione di tecnologie energetiche pulite ha limitato l’aumento annuale delle emissioni di anidride carbonica (CO2) legate all’energia, che si stanno sempre più dissociando dalla crescita economica. Le temperature record hanno contribuito in modo significativo all’aumento annuale dello 0,8% delle emissioni globali di CO2, che hanno raggiunto i 37,8 miliardi di tonnellate.

Ma l’impiego di energia solare fotovoltaica, eolica e nucleare, di auto elettriche e pompe di calore dal 2019 evita ora 2,6 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente del 7% delle emissioni globali. Le emissioni di CO2 nelle economie avanzate sono diminuite dell’1,1% a 10,9 miliardi di tonnellate nel 2024, un livello mai visto negli ultimi 50 anni, anche se il PIL cumulativo di questi paesi è ora tre volte più grande. La maggior parte dell’aumento delle emissioni nel 2024 è provenuta dalle economie emergenti e in via di sviluppo diverse dalla Cina. Sebbene la crescita delle emissioni in Cina abbia subito un rallentamento nel 2024, le emissioni pro capite del paese sono ora del 16% superiori a quelle delle economie avanzate e quasi il doppio della media globale. “Dal rallentamento della crescita della domanda globale di petrolio e dalla crescente diffusione delle auto elettriche al ruolo in rapida espansione dell’elettricità e al crescente disaccoppiamento delle emissioni dalla crescita economica – conferma Birol -, molte delle tendenze chiave che l’AIE ha identificato in anticipo si stanno manifestando chiaramente nei dati del 2024”.

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Nucleare a livelli record nel 2025, Pichetto auspica ok delega entro autunno

L’energia nucleare nel 2025 “è destinata a raggiungere livelli record”. Sarà dunque necessario affrontare le varie sfide correlate, tra cui i costi relativi a questa tecnologia, i ritardi dei progetti e il loro finanziamento. E’ la previsione contenuta nel rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) presentato nella sede di Confindustria a Roma. Nell’analisi è sottolineato l’impulso che sta avendo il nucleare ultimamente su nuove politiche, progetti, investimenti e progressi tecnologici, vedi gli Small modular reactor (SMR). Dal suo rinnovato slancio, sostiene dunque l’Aie, si può ottenere quel potenziale per aprire una nuova era per questa fonte di energia sicura e pulita, vista la domanda di elettricità fortemente cresciuta in tutto il mondo. La conferma arriva dal direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol: “Il forte ritorno dell’energia nucleare previsto dall’Agenzia diversi anni fa è ormai ben avviato”, “il nucleare è destinato a generare un livello record di elettricità nel 2025”. E ancora: più di 70 GW di nuova capacità nucleare sono in costruzione a livello globale, “è uno dei livelli più alti degli ultimi 30 anni”, precisa Birol. E più di 40 paesi in tutto il mondo hanno piani per espandere il ruolo del nucleare nei loro sistemi energetici, con gli SMR in particolare che offrono un potenziale di crescita notevole. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sposa il percorso: “Il dovere mio, del governo e del parlamento è mettere il Paese nelle condizioni di poter scegliere tra 3-4 anni”. Quanto allo schema di ddl delega al Governo in materia di nucleare sostenibile, il Mase lo ha inviato nei giorni scorsi a Chigi. “Sono state fatte alcune piccole modifiche”, precisa il ministro. Al suo interno c’è la trasformazione dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) in ente certificatore, mentre Arera rimane l’ente regolatore. L’obiettivo ora è inserirlo “quando faremo un Consiglio dei ministri che vada anche oltre la contingenza attuale”. Il ddl “è pronto, può darsi che arrivi presto in Cdm insieme al dl Bollette”. La speranza è che poi il parlamento “riesca, senza comprimere nel modo più assoluto il dibattito, ad approvare la delega entro l’autunno”. Della stessa opinione Confindustria. “Se vogliamo garantire al Paese di avere energia sicura, energia a prezzi competitivi e un futuro decarbonizzato – afferma Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’energianon possiamo che puntare sul nucleare”. Però prima si deve intervenire sul meccanismo di formazione del prezzo. “Abbiamo un differenziale di prezzo con Germania, Francia e Spagna oggi ingiustificato ed è dovuto principalmente al nostro mix produttivo”, termina Regina.

L’Aie conferma: “La domanda di elettricità continuerà a crescere, +4% all’anno”

Secondo un nuovo rapporto dell’Aie pubblicato oggi, il consumo mondiale di elettricità è destinato ad aumentare al ritmo più rapido degli ultimi anni, crescendo di quasi il 4% all’anno fino al 2027, con l’aumento del consumo energetico in diversi settori dell’economia. Electricity 2025, l’ultima edizione della principale analisi di mercato del settore dell’Aie, prevede che la crescita della domanda globale sarà equivalente all’aggiunta di una quantità superiore al consumo annuo di elettricità del Giappone ogni anno da qui al 2027.

L’impennata è dovuta principalmente al forte aumento dell’uso di elettricità per la produzione industriale, all’aumento della domanda di aria condizionata, all’accelerazione dell’elettrificazione, guidata dal settore dei trasporti, e alla rapida espansione dei data center. La maggior parte della domanda aggiuntiva nei prossimi tre anni proverrà dalle economie emergenti e in via di sviluppo, che rappresentano l’85% della crescita della domanda. La tendenza è più marcata in Cina, dove la domanda di elettricità è cresciuta più rapidamente dell’economia complessiva dal 2020. Il consumo di elettricità della Cina è aumentato del 7% nel 2024 e si prevede che crescerà in media di circa il 6% fino al 2027. La crescita della domanda in Cina è stata alimentata in parte dal settore industriale, dove, accanto ai tradizionali settori ad alta intensità energetica, ha svolto un ruolo significativo la produzione ad alta intensità di energia elettrica in rapida espansione di pannelli solari, batterie, veicoli elettrici e materiali associati. L’aria condizionata, l’adozione di veicoli elettrici, i data center e le reti 5G sono ulteriori contributori.

L’accelerazione della domanda globale di elettricità evidenzia i significativi cambiamenti in atto nei sistemi energetici di tutto il mondo e l’avvicinarsi di una nuova Era dell’Elettricità. Ma presenta anche sfide in evoluzione per i governi nel garantire un approvvigionamento elettrico sicuro, accessibile e sostenibile”, ha dichiarato Keisuke Sadamori, Direttore dei Mercati Energetici e della Sicurezza dell’Aie. “Mentre le economie emergenti e in via di sviluppo sono destinate a guidare la grande maggioranza della crescita della domanda globale di elettricità nei prossimi anni, si prevede che il consumo aumenterà anche in molte economie avanzate dopo un periodo di relativa stagnazione. I responsabili politici devono prestare molta attenzione a queste dinamiche mutevoli, che saranno affrontate al vertice internazionale sul futuro della sicurezza energetica che l’Aie ospiterà con il governo britannico a Londra in aprile”.

Negli Stati Uniti, si prevede che un forte aumento della domanda di elettricità aggiungerà l’equivalente dell’attuale consumo energetico della California al totale nazionale nei prossimi tre anni. La crescita della domanda di elettricità dovrebbe essere più modesta nell’Unione Europea, tornando ai livelli del 2021 solo entro il 2027, dopo i forti cali del 2022 e 2023 innescati dalla crisi energetica.

Il nuovo rapporto prevede che la crescita delle fonti a basse emissioni, principalmente rinnovabili e nucleari, sia sufficiente, nel complesso, a coprire tutta la crescita della domanda globale di elettricità nei prossimi tre anni. In particolare, si prevede che la produzione da solare fotovoltaico soddisfi circa la metà della crescita della domanda globale di elettricità fino al 2027, sostenuta da continue riduzioni dei costi e dal sostegno politico. La produzione di energia elettrica da fotovoltaico solare ha superato quella da carbone nell’Unione Europea nel 2024, con una quota di energia solare superiore al 10%. Si prevede che la Cina, gli Stati Uniti e l’India vedranno la quota di energia solare fotovoltaica nella produzione annuale di energia elettrica raggiungere il 10% da qui al 2027. Allo stesso tempo, l’energia nucleare sta tornando alla ribalta, con la sua produzione di elettricità destinata a raggiungere nuovi massimi ogni anno a partire dal 2025 nel periodo di previsione. Come risultato di queste tendenze previste, le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla produzione globale di elettricità dovrebbero stabilizzarsi nei prossimi anni dopo essere aumentate di circa l’1% nel 2024.

Il rapporto esamina alcune delle principali sollecitazioni che i sistemi elettrici dovranno affrontare nel 2024, tra cui le tempeste invernali negli Stati Uniti, gli uragani nell’Atlantico, i blackout causati da condizioni meteorologiche estreme in Brasile e Australia e la siccità che riduce l’energia idroelettrica in Ecuador, Colombia e Messico. Questi eventi evidenziano l’importanza di garantire una maggiore resilienza dei sistemi elettrici, osserva il rapporto. Il rapporto esamina anche il ruolo critico del clima per i sistemi elettrici e la crescente volatilità dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità in alcune regioni, che indicano una crescente necessità di flessibilità del sistema. L’incidenza di prezzi all’ingrosso dell’elettricità negativi è aumentata in alcuni mercati dell’energia, sebbene siano ancora relativamente rari a livello globale. Questi eventi segnalano in generale un’insufficiente flessibilità del sistema per motivi tecnici, normativi o contrattuali.

Il 2025 è l’anno dei record per il nucleare. Pechino si candida a superpotenza mondiale

L’elettricità generata dal nucleare raggiungerà un livello record nel 2025, rappresentando poco meno del 10% della produzione globale, ma il suo centro geografico si sta spostando verso la Cina a scapito di vecchi Paesi nucleari come gli Stati Uniti e la Francia. E’ quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia, ‘The Path to a New Era for Nuclear Energy’, che mostra il nuovo slancio del nucleare sotto forma di nuove politiche, progetti, investimenti e progressi tecnologici, come i piccoli reattori modulari (SMR).

In tutto il mondo sono in costruzione oltre 70 gigawatt di nuova capacità nucleare, uno dei livelli più alti degli ultimi 30 anni. La produzione di energia nucleare, che ha il vantaggio di essere “stabile e flessibile”, ammontava a 2.742 TWh nel 2023 e ha raggiunto i 2.843 TWh nel 2024. Entro il 2025 dovrebbe arrivare a circa 2.900 TWh.
Questa crescita è guidata dall’elettrificazione delle applicazioni, dall’industria al condizionamento dell’aria, dai veicoli elettrici ai data center, in un contesto di crescita dell’intelligenza artificiale, sottolinea l’Aie. Nel 2023 erano in funzione più di 410 reattori in oltre 30 Paesi. “Stiamo entrando in una nuova era per l’energia nucleare”, spiega Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie, in un’intervista all’AFP. “Quest’anno, nel 2025, la produzione di energia nucleare sarà la più alta della storia”.

Dopo anni di declino a seguito dell’incidente di Fukushima in Giappone nel 2011, causato da uno tsunami, la ripresa è guidata dalla Cina. Dei 52 reattori la cui costruzione è iniziata in tutto il mondo dal 2017, 25 sono di progettazione cinese. D’altro canto, Paesi come gli Stati Uniti e la Francia stanno prendendo tempo a causa degli alti costi di sviluppo delle centrali. “La geografia globale dell’industria nucleare sta cambiando”, sottolinea Birol, che ricorda che “dal 1970, l’industria nucleare globale è stata guidata da Stati Uniti ed Europa”.

In Europa, il 35% dell’elettricità proveniva dal nucleare negli anni ’90, rispetto a meno del 25% di oggi, e tra dieci anni questa cifra scenderà a meno del 15%. La situazione è simile negli Stati Uniti. “L’industria nucleare sta dando risultati insufficienti in questi Paesi”, dice il direttore dell’Aie. “I progetti sono in media in ritardo di sette anni rispetto alla tabella di marcia e i costi sono 2,5 volte superiori a quelli originariamente previsti. Tra cinque anni, la Cina supererà gli Stati Uniti e l’Unione Europea per diventare la prima potenza nucleare mondiale”.

L’altro problema riguarda le fonti di approvvigionamento dell’industria, che sono troppo concentrate. Oltre il 99% della capacità di arricchimento è attualmente detenuto da quattro società: China National Nuclear Corporation (CNNC) (15%), la russa Rosatom (40%), Urenco (un consorzio britannico-tedesco-olandese, 33%) e la francese Orano (12%). “La Russia da sola rappresenta il 40% della capacità di arricchimento mondiale, il che rappresenta una grande sfida”, avverte Fatih Birol.

L’industria nucleare si sta evolvendo anche con l’emergere di piccoli reattori modulari (SMR), progettati per alimentare siti industriali o produrre calore. Ed è questa la strada che sta cercando di intraprendere anche l’Italia. “I piccoli reattori modulari sono in fase di sviluppo in tutto il mondo, in Cina, Europa, Stati Uniti e Canada”, afferma Fatih Birol. Tra 15 anni, il loro costo “sarà competitivo con l’eolico offshore e i grandi progetti idroelettrici”. “Uno dei motivi del crescente interesse per l’SMR è legato al fabbisogno energetico delle aziende tecnologiche, in particolare di quelle che si occupano di intelligenza artificiale e di centri dati”, che hanno bisogno di elettricità 24 ore su 24, 7 giorni su 7, spiega Birol.

L’Aie propone tre scenari per i prossimi anni, che prevedono tutti un aumento della capacità nucleare mondiale. La capacità globale potrebbe aumentare di oltre il 50% fino a quasi 650 GW entro il 2050, o addirittura raddoppiare con un intervento governativo più incisivo, o superare i 1.000 GW. L’Agenzia
sottolinea che dal 1971 il nucleare ha permesso di evitare 72 gigatonnellate (Gt) di emissioni di CO2 evitando l’uso di carbone, gas naturale o petrolio. Ha inoltre migliorato la sicurezza energetica di molti Paesi, riducendo la loro dipendenza dai combustibili fossili. “Il contributo principale alle emissioni nette zero verrà dall’energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica”, afferma Birol. “Ma sarà anche importante utilizzare l’energia nucleare per avere un percorso efficace dal punto di vista dei costi” verso questo obiettivo.

Il 2024 è l’anno più caldo mai registrato, ma vedrà una domanda record di carbone

Brutte notizie per il clima: la domanda globale di carbone ha raggiunto un nuovo record nel 2024, l’anno più caldo mai registrato, e solo il boom delle energie rinnovabili dovrebbe contribuire a stabilizzarla fino al 2027. Lo riferisce l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie). “Dopo aver raggiunto un livello record nel 2024, la domanda globale di carbone dovrebbe stabilizzarsi” fino al 2027 grazie alla forte crescita delle energie rinnovabili, scrive l’Aie nel suo rapporto annuale sulla domanda mondiale di carbone nel periodo 2024-2027. Secondo l’agenzia, quest’anno la domanda dovrebbe essere di 8,77 miliardi di tonnellate. Anche il commercio mondiale di carbone dovrebbe raggiungere il massimo storico in termini di volume, con 1,55 miliardi di tonnellate, mentre i prezzi restano superiori del 50% rispetto alla media registrata tra il 2017 e il 2019. A questo nuovo record ne fa eco un altro: il 2024 sarà il primo anno al di sopra della soglia di 1,5°C di riscaldamento rispetto al periodo preindustriale, il limite a lungo termine fissato dall’Accordo di Parigi, secondo l’osservatorio europeo Copernicus. L’anno scorso è stato già segnato da questi stessi eccessi: il 2023 è stato l’anno più caldo fino ad oggi e la domanda globale di carbone ha raggiunto il massimo storico di 8,53 miliardi di tonnellate.

I nostri modelli mostrano che la domanda globale di carbone dovrebbe stabilizzarsi fino al 2027, anche se il consumo di elettricità aumenterà notevolmente”, afferma Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici dell’Aie.“La rapida diffusione di tecnologie energetiche pulite sta trasformando il settore energetico globale, che rappresenta i due terzi del consumo globale di carbone”, aggiunge, sottolineando che la velocità di crescita della domanda di elettricità “sarà decisiva anche nel medio termine“. La Cina guida il mercato: secondo l’agenzia, un terzo del carbone consumato nel mondo viene bruciato nelle centrali elettriche cinesi. Seguono alcune economie emergenti come l’India, l’Indonesia e il Vietnam, dove la forte crescita della domanda di elettricità è trainata dalla crescita economica e demografica. “L’Asia rimane al centro del commercio internazionale di carbone”, afferma l’agenzia, con tutti i principali Paesi importatori (Cina, India, Giappone, Corea e Vietnam), mentre tra i maggiori esportatori figurano Indonesia e Australia.

D’altra parte, la maggior parte delle economie avanzate ha “già raggiunto” il “picco” e la domanda continuerà a diminuire fino al 2027, secondo l’Aie. Sottolinea che “il ritmo di questo calo dipenderà dall’attuazione di politiche ambiziose”, come quelle dell’Unione Europea, e dalla disponibilità di fonti energetiche alternative, in particolare il gas naturale a basso costo negli Stati Uniti. L’unico barlume di speranza in questo panorama è che la “massiccia diffusione” delle energie rinnovabili, anche in Cina, “frenerà la crescita dell’uso del carbone nonostante la crescente domanda di elettricità”, secondo l’Aie. Nel 2024, Pechino continuerà a diversificare il proprio settore energetico, con la costruzione di centrali nucleari e una “enorme espansione” della capacità fotovoltaica ed eolica del Paese. Secondo l’agenzia, ciò dovrebbe contribuire a limitare l’aumento del consumo di carbone fino al 2027. Ma, avverte Keisuke Sadamori, “i fattori meteorologici – in particolare in Cina, il più grande consumatore di carbone al mondo – avranno un forte impatto sulle tendenze della domanda di carbone a breve termine”.

L’Aie mette in guardia da una serie di “grandi incertezze” nella sua analisi. In particolare, rileva che il consumo di elettricità è in forte aumento a causa dell’elettrificazione dei trasporti e del riscaldamento, della crescente domanda di aria condizionata e dell’aumento del consumo in nuovi settori come i centri dati. “Inoltre, le condizioni meteorologiche potrebbero portare a fluttuazioni nel consumo di carbone nel breve termine”, sottolinea. A causa di queste incertezze, la domanda di carbone in Cina da qui al 2027 potrebbe essere superiore o inferiore di 140 milioni di tonnellate rispetto alle previsioni. Ciò potrebbe significare che la domanda di carbone potrebbe finalmente diminuire o aumentare di nuovo.

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Aie avverte: “Picco domanda combustibili fossi entro il decennio ma ancora lontani da target”

Più della metà dell’elettricità mondiale proverrà da fonti a basse emissioni di carbonio entro la fine del decennio, ma il mondo, ancora dipendente dai combustibili fossili, è ancora “lontano da una traiettoria allineata” con gli obiettivi di neutralità del carbonio, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia.

Abbiamo vissuto l’era del carbone e del petrolio e ora stiamo entrando ad alta velocità nell’era dell’elettricità, che definirà il sistema energetico globale in futuro e sarà sempre più basata su fonti pulite”, afferma il direttore esecutivo dell’Aie Fatih Birol, citato nella pubblicazione del rapporto annuale dell’organizzazione, World Energy Outlook 2024. In questo rapporto, basato sulle politiche attuali, l’Aie conferma la sua previsione di un picco della domanda di tutti i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) “entro la fine del decennio”, contrariamente alle stime dell’industria del petrolio e del gas e dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec).

Con l’energia nucleare, oggetto di un rinnovato interesse in molti Paesi, e l’ascesa del solare e delle batterie, le fonti (energetiche) a basse emissioni dovrebbero produrre più della metà dell’elettricità mondiale entro il 2030”, afferma l’Aie. L’agenzia per l’energia dell’Ocse descrive una sete di elettricità determinata dall’industria, dalla mobilità elettrica, dalle esigenze dell’intelligenza artificiale e degli 11.000 centri dati nel mondo, nonché dalla climatizzazione. Sebbene vi sia un “crescente slancio per le transizioni energetiche pulite”, “il mondo è ancora lontano da una traiettoria allineata agli obiettivi di neutralità delle emissioni di carbonio per il 2050”, sottolinea l’Aie, invitando ad accelerare.

Il rapporto precede di un mese la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la COP29, che si terrà a Baku dall’11 al 22 novembre. Mentre questa conferenza si concentrerà sui finanziamenti per il clima, quella tenutasi a Dubai nel 2023 ha prodotto un accordo che apre la strada alla graduale eliminazione dei combustibili fossili, le cui emissioni stanno riscaldando il pianeta. Alla COP28, i governi si sono impegnati ad agire per triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, un obiettivo ritenuto essenziale se vogliamo limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Secondo il rapporto dell’Aie, la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili passerà dagli attuali 4.250 GW a quasi 10.000 GW nel 2030, una cifra certamente “inferiore” all’obiettivo di triplicare, ma “più che sufficiente, in totale, a coprire la crescita della domanda globale di elettricità e a spingere la produzione di energia elettrica da carbone verso il declino”.

Con l’aumento delle “tecnologie pulite”, l’Aie prevede che le emissioni globali di CO2 raggiungeranno il picco “prima del 2030”. Ma “in assenza di un forte calo successivo, il mondo è sulla buona strada per raggiungere un aumento di 2,4°C della temperatura media globale entro la fine del secolo”, ben al di sopra dell’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi, fissato a +1,5°C. “Il 2024 ha dimostrato che la domanda di elettricità è insaziabile e l’Aie presume che rimarrà tale (…) Questo significa che il mondo non sta ancora abbandonando i combustibili fossili e riducendo le emissioni di CO2 nel settore energetico”, ha commentato Dave Jones, direttore del programma di prospettive del think tank Ember.

Secondo l’Aie, “nel 2023 è stato installato un livello record di energia pulita in tutto il mondo, ma due terzi dell’aumento della domanda di energia sono stati ancora soddisfatti dai combustibili fossili”.

Questi ultimi copriranno poco meno dell’80% della domanda globale di energia nel 2023, una quota che è diminuita molto gradualmente dal 2011, quando si attestava all’83%. Soprattutto nei Paesi del Sud del mondo, l’aumento del fabbisogno energetico ha continuato a spingere i combustibili fossili, compreso il carbone, che ha raggiunto un consumo record nel 2023, l’anno più caldo mai registrato. L’Aie prevede inoltre che la capacità di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) aumenterà di quasi il 50% nel prossimo futuro. Secondo l’Aie, si tratta di una “impennata”, ma anche di un “eccesso di capacità” per questo gas, che viene trasportato via nave ed è molto richiesto dopo i drastici tagli alle forniture russe a terra.

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Triplicare rinnovabili entro 2030? Aie: “Possibile, ma si sostenga sud del mondo”

Il mondo potrebbe triplicare la sua capacità di energia rinnovabile entro il 2030, e raggiungere l’obiettivo fissato al vertice COP28 di Dubai nel dicembre 2023, a condizione di sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili in Africa e nel Sud-Est asiatico, ha dichiarato mercoledì l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) nel suo rapporto annuale ‘Renewables 2024’.

Le energie rinnovabili – spiega l’agenzia – sono sulla buona strada per soddisfare quasi la metà della domanda mondiale di elettricità entro la fine di questo decennio”. Per l’Aie il mondo “è pronto ad aggiungere più di 5.500 gigawatt (GW) di nuova capacità di energia rinnovabile tra il 2024 e il 2030”, il che rappresenta “quasi tre volte l’aumento osservato tra il 2017 e il 2023“, sottolinea l’agenzia energetica dell’Ocse. Secondo l’AIE, “quasi 70 Paesi, che collettivamente rappresentano l’80% della capacità di energia rinnovabile del mondo, sono sulla buona strada per raggiungere o superare le loro attuali ambizioni di energia rinnovabile per il 2030”. Questa crescita “non è del tutto in linea” con l’obiettivo fissato alla COP28 di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro la fine di questo decennio, ma “se i governi colgono le opportunità di azione nel breve termine” la meta potrebbe essere più vicina. Secondo l’Aie, la capacità globale “raggiungerà 2,7 volte il livello del 2022 entro il 2030”, a patto che i Paesi siano “più coraggiosi” negli obiettivi climatici rafforzati (ECCT) che dovrebbero presentare entro il 2025 nell’ambito dell’Accordo di Parigi.

Soprattutto, l’Aie raccomanda di intensificare la cooperazione internazionale per ridurre i costi di finanziamento delle energie rinnovabili (eolico, solare, biogas), che sono “elevati nelle economie emergenti e in via di sviluppo” e hanno l’effetto di rallentare la loro crescita in regioni come l’Africa e il Sud-Est asiatico, nonostante il loro “elevato potenziale”.

La rapida diffusione delle energie rinnovabili è “dovuta non solo agli sforzi per ridurre le emissioni o migliorare la sicurezza energetica, ma sempre più al fatto che le energie rinnovabili rappresentano ora l’opzione più economica per aggiungere nuove centrali elettriche in quasi tutti i Paesi del mondo”, ha dichiarato Fatih Birol, direttore generale dell’Aie.

Si prevede che la Cina rappresenterà quasi il 60% di tutta la capacità rinnovabile installata a livello mondiale entro il 2030, e di conseguenza ospiterà quasi la metà della capacità totale di energia rinnovabile del mondo entro la fine di questo decennio, rispetto a un terzo nel 2010. Il solare fotovoltaico da solo dovrebbe rappresentare l’80% della crescita della capacità rinnovabile globale da qui al 2030, mentre l’energia eolica dovrebbe raddoppiare il suo tasso di espansione tra il 2024 e il 2030 rispetto al periodo 2017-2023.

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Nel 2024 aumenta la produzione di gas (+2,4%). Ma l’Aie avverte: “Incertezze sull’offerta”

La domanda globale di gas dovrebbe aumentare di oltre il 2,5% nel 2024 e si prevede una crescita simile nel 2025. Lo rivela l’ultima edizione dell’annuale Global Gas Security Review dell’Agenzia internazionale dell’energia. I mercati asiatici in rapida crescita sono responsabili di gran parte dell’aumento, mentre la ripresa della domanda di gas industriale in Europa sta contribuendo, anche se rimane ben al di sotto dei livelli pre-crisi.

Nel 2024 la domanda globale di gas naturale aumenterà a un ritmo più sostenuto rispetto ai due anni precedenti, che sono stati pesantemente influenzati dalle turbolenze della crisi energetica globale. Allo stesso tempo, le nuove forniture di gas che arriveranno sul mercato nel 2024 rimangono limitate a causa della crescita relativamente lenta della produzione di Gnl, mentre le tensioni geopolitiche continuano ad alimentare la volatilità dei prezzi, come riferisce l’Aie.

“La crescita della domanda di gas a livello mondiale per quest’anno e per il prossimo riflette la graduale ripresa da una crisi energetica globale che ha colpito duramente i mercati”, spiega il direttore dell’Aie per i mercati energetici e la sicurezza Keisuke Sadamori. “Ma l’equilibrio tra domanda e offerta – dice – è fragile, con evidenti rischi di volatilità futura. Produttori e consumatori devono collaborare strettamente per attraversare questi tempi incerti, tenendo conto della necessità di portare avanti la transizione verso l’energia pulita per garantire un futuro sicuro e sostenibile”.

Il rapporto rileva che i mercati rimangono sensibili a sviluppi inattesi sul fronte della domanda e dell’offerta. Il ruolo del Gnl nel commercio globale del gas è cresciuto dall’inizio della crisi energetica mondiale e probabilmente svolgerà un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio a livello globale. Le limitazioni nel Canale di Panama e nel Mar Rosso continuano ad avere un impatto sul trasporto marittimo, ma finora non hanno portato a un calo dell’offerta di Gnl. Tuttavia, evidenziano le potenziali vulnerabilità del commercio di gas naturale liquefatto in un mercato globale del gas sempre più interconnesso. La situazione potrebbe cambiare nel 2025, quando la crescita dell’offerta di Gnl dovrebbe accelerare fino a sfiorare il 6% grazie all’entrata in funzione di diversi grandi progetti, soprattutto nella seconda metà dell’anno. Il Nord America rappresenterà la maggior parte della nuova capacità, mentre i nuovi volumi provenienti dall’Africa e dall’Asia contribuiranno alla crescita.

Un’incertezza fondamentale in vista dell’inverno 2024-25 dell’emisfero settentrionale è il transito del gas russo attraverso l’Ucraina, con i contratti esistenti che scadranno alla fine del 2024. Ciò potrebbe significare la fine di tutte le forniture di gas dalla Russia all’Europa attraverso l’Ucraina. A sua volta, ciò richiederebbe un aumento delle importazioni di Gnl in Europa nel 2025 e di conseguenza porterebbe a un bilancio globale del gas più rigido rispetto al caso in cui il transito attraverso l’Ucraina continuasse.

Per affrontare alcune di queste sfide, l’Agenzia raccomanda di “potenziare i meccanismi di flessibilità lungo le catene del valore del gas e del Gnl”, migliorando la liquidità del mercato globale, integrando il sistema di stoccaggio del gas ucraino nel mercato globale del gas e prendendo in considerazione potenziali quadri per meccanismi di riserva volontaria del gas.

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Clima, Aie: -10 mld di tonnellate di CO2 entro il 2030 rispettando gli obiettivi della Cop28

Se gli obiettivi energetici stabiliti alla conferenza sul clima Cop28 tenutasi a Dubai lo scorso anno venissero pienamente attuati, si ridurrebbero le emissioni di gas serra e si accelererebbe in modo significativo la trasformazione del settore energetico globale. Lo conferma un nuovo rapporto dell’Aie (Agenzia internazionale dell’energia), che può servire da guida per trasformare gli impegni collettivi dei Paesi in azioni concrete.

Alla Cop28, quasi 200 Paesi hanno concordato di lavorare per raggiungere un’ambiziosa serie di obiettivi energetici globali nell’ambito del cosiddetto UAE Consensus, tra cui emissioni net zero entro il 2050, abbandonare i combustibili fossili, triplicare la capacità di energia rinnovabile, raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030, accelerare la diffusione di altre tecnologie a basse emissioni. Il nuovo rapporto dell’Aie, ‘From Taking Stock to Taking Action: How to implement the COP28 energy goals’ ,è la prima analisi globale completa di ciò che si potrebbe ottenere mettendo in pratica gli obiettivi – e di come si può fare.

Il rapporto evidenzia la fattibilità del raggiungimento degli obiettivi di triplicazione e raddoppio, in particolare, anche se sottolinea che ciò dipenderà da ulteriori sforzi internazionali per creare le giuste condizioni di base, nonché dal fatto che i Paesi utilizzino l’UAE Consensus come bussola per la prossima serie di Contributi Nazionali Determinati (NDC) nell’ambito dell’Accordo di Parigi.

Gli obiettivi fissati da quasi 200 Paesi alla Cop28 “possono essere trasformativi per il settore energetico globale, mettendolo su una corsia preferenziale verso un futuro più sicuro, accessibile e sostenibile. Per garantire che il mondo non perda questa enorme opportunità, l’attenzione deve spostarsi rapidamente sull’attuazione”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol. Come dimostra questo nuovo rapporto gli obiettivi energetici della Cop28 “dovrebbero gettare le basi per i nuovi obiettivi climatici dei Paesi nell’ambito dell’Accordo di Parigi: sono la stella polare di ciò che il settore energetico deve fare”. Inoltre, un’ulteriore cooperazione internazionale è “fondamentale per realizzare reti adeguate, un sufficiente stoccaggio dell’energia e un’elettrificazione più rapida, che sono parte integrante di una transizione energetica pulita rapida e sicura”.

Secondo il rapporto, l’obiettivo di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030 è raggiungibile grazie a un’economia favorevole, a un ampio potenziale produttivo e a politiche forti. Ma una maggiore capacità non significa automaticamente che una maggiore quantità di elettricità rinnovabile ripulirà i sistemi energetici mondiali, abbasserà i costi per i consumatori e ridurrà l’uso dei combustibili fossili.

Secondo il documento, per sbloccare tutti i benefici dell’obiettivo di triplicazione, i Paesi devono impegnarsi a costruire e modernizzare 25 milioni di chilometri di reti elettriche entro il 2030. Il mondo avrebbe inoltre bisogno di 1 500 gigawatt (GW) di capacità di stoccaggio dell’energia entro il 2030, di cui 1 200 GW dovrebbero provenire da batterie di stoccaggio, un aumento di 15 volte rispetto al livello attuale.

Il rapporto, poi, sottolinea la necessità di un approccio più granulare e specifico per ogni Paese per raggiungere l’obiettivo critico di raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. In questo modo si potrebbero tagliare i costi energetici globali di quasi il 10%, ridurre le emissioni di 6,5 miliardi di tonnellate e rafforzare la sicurezza energetica dei Paesi.

Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo è necessario che i governi di tutto il mondo facciano dell’efficienza energetica una priorità politica molto più importante e si concentrino senza sosta su azioni chiave. Per le economie avanzate, ciò significa puntare sull’elettrificazione, dato che per raddoppiare l’efficienza è necessario portare la quota dell’elettricità nel consumo energetico globale al 30% entro il 2030. Il rapporto rileva che i veicoli elettrici e le pompe di calore sono molto più efficienti delle loro alternative tradizionali. Nel frattempo, per le economie emergenti, standard di efficienza più severi – in particolare per le apparecchiature di raffreddamento come i condizionatori d’aria – sono fondamentali per un progresso più rapido. E per i Paesi che non hanno pieno accesso alle moderne forme di energia, il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile dell’accesso universale a fonti di cottura pulite riduce significativamente la domanda di energia, trasforma le vite e i mezzi di sussistenza e previene milioni di morti precoci.

Il rapporto rileva che il pieno raggiungimento degli obiettivi della Cop28 per le energie rinnovabili e l’efficienza ridurrebbe le emissioni globali di 10 miliardi di tonnellate entro il 2030, contribuendo a dare al mondo una possibilità di raggiungere gli obiettivi di temperatura dell’Accordo di Parigi.

Il documento è stato pubblicato durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, in concomitanza con la Settimana del clima. Nel corso della settimana, i leader del governo, dell’industria e della società civile si riuniscono per discutere le opportunità di una maggiore azione sui temi dell’energia, del clima e dello sviluppo sostenibile. Oltre a questi eventi, l’Aie ospiterà il terzo della serie di dialoghi di alto livello sulla transizione energetica in collaborazione con la presidenza della Cop29. Il dialogo con i decisori globali a New York si concentrerà sui risultati di questo rapporto e sulle prossime tappe.

Fotovoltaico

Monito dell’Aie all’Italia: “Burocrazia frena le rinnovabili, servono politiche più rapide e decise”

“I processi di autorizzazione lunghi e complicati e le lunghe code per l’allacciamento alla rete rimangono le sfide principali per una più rapida espansione delle energie rinnovabili in Italia”.  Lo rileva l‘Agenzia internazionale dell’Energia (Aie) nel rapporto ‘COP28 Tripling Renewable Capacity Pledge: Tracking countries’ ambitions and identifying policies to bridge the gap’, pubblicato oggi, che analizza le ambizioni e i piani di attuazione dei Paesi con l’obiettivo chiave fissato alla COP28 di uscire dai combustibili fossili.

Sebbene dal 2019 le aste abbiano avuto l’obiettivo di aggiudicare 5,5 GW di energia fotovoltaica ed eolica su terraferma in sette tornate entro la fine del 2021, “il 20% di questa capacità mirata – dice l’Agenzia – è rimasta ancora non aggiudicata dopo la dodicesima tornata tenutasi nel giugno 2023, principalmente perché gli sviluppatori hanno incontrato difficoltà nell’ottenere i permessi”. L’Aie riconosce che il governo italiano “sta adottando misure per snellire le autorizzazioni, semplificando i processi di autorizzazione e istituendo un comitato speciale per accelerare i progetti”. Tuttavia, è il monito dell’Agenzia, “un’azione politica più rapida e decisa sarebbe necessaria per realizzare il 35% in più di espansione della capacità nel nostro caso accelerato”.

Nel rapporto dell’Aie si fa riferimento anche al Superbonus. “Nel febbraio 2023” il governo, si legge nel documento “ha annunciato l’intenzione di ridurre gradualmente il credito, provocando un’impennata delle installazioni nel 2023, quando i proprietari di casa si sono affrettati a sfruttare l’incentivo più interessante”. La diffusione del fotovoltaico residenziale dovrebbe rallentare nel 2024, pur rimanendo superiore a quella del 2021. “La crescente fiducia dei consumatori nel fatto che i vantaggi economici e di sicurezza energetica del fotovoltaico su tetto possano proteggerli dalle recenti fluttuazioni dei prezzi dell’elettricità – scrive l’Aie – dovrebbe portare a una crescita del mercato molto più rapida di quanto previsto in precedenza”.

Complessivamente, scrive l’Agenzia, l’Italia aggiungerà 36 GW di capacità rinnovabile nel periodo 2023-2028. Il solare fotovoltaico distribuito rappresenta la metà di questa espansione, “creando una prospettiva più ottimistica rispetto alla nostra analisi del 2022”.