Alleanza di grandi città chiede all’Ue politiche abitative più sostenibili: ci sono anche Roma, Bologna e Milano

Nove grandi città europee hanno scritto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiedendo di svolgere un ruolo di primo piano nella definizione delle politiche abitative dell’Ue e di avere la capacità di gestire direttamente i fondi europei in questo settore. I leader comunali che hanno firmato la lettera sono Jaume Collboni (Barcellona), Roberto Gualtieri (Roma), Femke Halsema (Amsterdam), Matteo Lepore (Bologna), Gergely Karácsony (Budapest), Giuseppe Sala (Milano), Carlos Moedas (Lisbona), Burkhard Jung (Lipsia) e Bruno Bernard (presidente della Metropoli di Lione).

In particolare, citano la crisi abitativa che colpisce le città e le aree metropolitane come una delle sfide “più urgenti” che richiedono una risposta “rapida ed efficiente”. “La scarsità di alloggi sociali a prezzi accessibili – spiegano – la crescita degli affitti e l’aumento dei prezzi degli immobili stanno portando a un problema complesso, che colpisce in particolare i giovani e le classi lavoratrici”.

Nella lettera, i sindaci rilevano “il contesto favorevole per affrontare questa situazione globale”, sottolineando “la decisione di creare la nuova figura di Commissario europeo per l’energia e l’edilizia abitativa, la proposta di creare un Piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili e i piani per istituire un gruppo di lavoro dell’Ue su questo tema”.

In questo scenario, in quanto livello di governo più vicino ai cittadini, le città vogliono iniziare a sviluppare un’agenda di lavoro comune che le metta al centro delle politiche abitative strutturali della Commissione europea. A tal fine, le città stanno collaborando e fissando obiettivi specifici per i leader europei. In primo luogo chiedono “un ruolo permanente per le città nei processi decisionali, dove possono offrire la loro vasta esperienza in materia di esigenze e sfide abitative”. Questo ruolo riconoscerebbe le città come motori dell’innovazione e della crescita e garantirebbe risultati tangibili nel breve termine. Poi, invitano Bruxelles a sviluppare “una corsia preferenziale” per l’accesso delle città ai finanziamenti dell’Ue per le misure volte a mitigare la mancanza di alloggi a prezzi accessibili. Si chiede, anche, un’accesso diretto a parte dei Fondi di coesione dell’Ue per le amministrazioni locali. “Questa disponibilità diretta di fondi – spiegano i firmatari della lettera – permetterebbe di avere un impatto più immediato sulla vita dei cittadini”.

Questa nuova iniziativa per mettere in rete le principali città europee si basa sul lavoro a livello comunale svolto in reti di organizzazioni come Eurocities e C40, dove le città lavorano insieme per chiedere politiche dell’Unione europea per affrontare collettivamente questo problema.

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Energia, nel 2023 migliora efficienza casa per 1 su 4 in Ue, Italia a ultimi posti

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, l’evoluzione dell’efficienza energetica delle abitazioni in Ue in rapporto alla quota di popolazione negli ultimi 5 anni. Secondo Eurostat, il 25,5% dei residenti ha vissuto in un’abitazione in cui l’efficienza energetica è stata migliorata. Le persone a rischio di povertà o esclusione sociale avevano meno probabilità di dichiarare di vivere in abitazioni con una migliore efficienza energetica (17,8%) rispetto a quelle non a rischio (27,5%). A livello nazionale, tra le persone a rischio di povertà o esclusione sociale, l’Estonia (47,8%), i Paesi Bassi (45,1%) e la Lituania (32,5%) hanno riportato i tassi più alti di miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni in cui vivono, mentre Cipro (5,0%), Malta (6,7%) e l’Italia (6,9%) hanno registrato i tassi più bassi. Sono i dati di Eurostat, l’Ufficio di statistica dell’Ue. L’Italia ha registrato il 14,7% di persone di età pari o superiore a 16 anni che viveva in un’abitazione in cui l’efficienza energetica è stata migliorata negli ultimi cinque anni. Si tratta del quintultimo posto tra i 27 Paesi membri dopo Malta (8,4%), Grecia (11,9%), Cipro e Spagna (entrambi a 14,6%). Più nel dettaglio l’Italia riscontrava il dato del 6,9% tra le persone a rischio di povertà o esclusione sociale e del 16,9% di quanti non erano a rischio.

Istat, il 5,2% degli italiani vive in case più piccole di 49 metri quadri

Oggi Istat ha diffuso uno studio sulle caratteristiche delle abitazioni italiane utilizzando dati del censimento 2021. Come si vede nell’infografica INTERATTIVA di GEA il 5,2% degli italiani vive in case grandi meno di 49 metri quadrati, ma la stragrande maggioranza (oltre il 56%) in abitazioni che vanno da 60 a 99 mq. Solo l’11,6% vive in case più grandi di 115 mq.
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Tutti i bonus edilizi del 2024. Ma dal 2025 calano gli sgravi per molte misure

Quali e quanti sono i bonus edilizi ancora disponibili nel 2024 e nel 2025? A fare una sintesi di cosa sarà possibile fare quest’anno è Confedilizia.

SUPERBONUS. Per quanto riguarda il Superbonus, quest’anno sarà attivo solo per alcuni soggetti tra cui i condominii e i proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari con aliquota al 70% (percentuale che cala al 65% nel 2025) e massimali diversi a seconda dello specifico intervento. Permane l’aliquota al 110% per gli interventi effettuati nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dall’1.4.2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza (ex art. 119, comma 8-ter, d.l. n. 34/2020).

BONUS BARRIERE ARCHITETTONICHE. Il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche sarà disponibile con una aliquota al 75%, con massimali diversi a seconda dello specifico intervento. Solo per il 2024 sarà inoltre possibile avvalersi, in alcuni casi, della cessione del credito e dello sconto in fattura.

BONUS CASA. Il bonus casa quest’anno avrà un’aliquota del 50% (che scende al 36% l’anno prossimo) e massimale di spesa pari a 96.000 euro per unità immobiliare (cifra che si abbassa a 48mila euro il prossimo anno).

BONUS MOBILI. Il bonus mobili con detrazione al 50% vede un massimale di spesa di 5000 euro, una misura che non è prevista il prossimo anno.

ECOBONUS. Per quanto concerne l’ecobonus l’aliquota nel 2024 sarà variabile dal 50% al 75% (percentuale che si ridurrà al 36% il prossimo anno). I massimali sono diversi a seconda dello specifico intervento, con un tetto a 48mila per unità immobiliare nel 2025.

SISMABONUS. Il sismabonus vede invece una detrazione variabile dal 50% all’85% con massimale di spesa pari a 96.000 euro per unità immobiliare: il prossimo anno l’aliquota cala al 36% e il limite di spesa scende a quota 48mila euro.

ECO-SISMABONUS. Infine gli Eco-sismabonus combinati sulle parti comuni edifici quest’anno vedranno un’aliquota variabile dall’80% all’85% con massimale di spesa pari a 136.000 euro per unità immobiliare, mentre il Bonus verde avrà quest’anno una detrazione al 36% e massimale di spesa pari a 5.000 euro per unità immobiliare. Entrambe le misure non sono previste nel 2025.