siccità

La Terra brucia: record mondiale di temperatura a inizio giugno

I primi undici giorni di giugno sono stati i più caldi mai registrati in questo periodo dell’anno. A rivelarlo è il Copernicus Climate Change Service (C3S), uno dei sei servizi informativi tematici offerti dal programma dell’Unione europea di osservazione della Terra Copernicus. E’ la prima volta che le temperature dell’aria superficiale globale hanno superato il livello preindustriale di oltre 1,5⁰C durante il mese di giugno. Il servizio di osservazione della Terra dell’Unione europea da satelliti e stazioni su terra e in mare ha monitorato la frequenza con cui le temperature globali giornaliere hanno superato questo limite, “un buon indicatore di quanto velocemente ci stiamo avvicinando alla soglia di 1,5 gradi fissata dall’Accordo di Parigi”, precisa il bollettino.

Il nuovo record arriva dopo la dichiarazione ufficiale dell’emergere del fenomeno El Niño e le temperature record della superficie marina del mese scorso. Nonostante sia la prima volta che il limite viene superato a giugno, “non è la prima volta che l’aumento della temperatura media globale giornaliera supera il livello di 1,5 gradi”, precisa Copernicus. La soglia è stata superata per la prima volta a dicembre 2015 e ripetutamente superata negli inverni e nelle primavere del 2016 e del 2020.

“Il mondo ha appena registrato il suo inizio di giugno più caldo mai registrato, dopo un mese di maggio che è stato meno di 0,1°C più freddo del maggio più caldo mai registrato. Il monitoraggio del nostro clima è più importante che mai per determinare quanto spesso e per quanto tempo gli aumenti delle temperature globali superano 1,5°C. Ogni singola frazione di grado è importante per evitare conseguenze ancora più gravi della crisi climatica”, ha dichiarato Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service (C3S).

caldo record

Copernicus: Aprile 2023 il quarto più caldo della storia nel mondo

Aprile 2023 è stato il quarto aprile più caldo a livello globale, con Spagna e Portogallo che hanno addirittura registrato le temperature più alte di sempre, mentre l’estensione del ghiaccio marino antartico è ben al di sotto della media, con un -19%, al terzo posto nella classifica dei dati satellitari di aprile. La drammatica situazione mondiale è evidenziata dal bollettino climatico mensile del Copernicus Climate Change Service (C3S).

Temperature più fredde della media solo in una fascia che va dal Regno Unito all’Europa sudorientale e in Alaska, Mongolia, Penisola Arabica, India e Australia, mentre aprile è stato ben più caldo della media in alcune parti dell’Africa, nell’Asia centrale intorno al Mar Caspio, nel sud-est asiatico e in Giappone, e nel nord America. Secondo Samantha Burgess, vicedirettore del C3S, “ad aprile si sono registrate temperature eccezionalmente calde in Spagna e Portogallo, accompagnate da condizioni di estrema siccità. Oltre all’ondata di calore nell’Europa meridionale, sono state osservate temperature superiori alla media nel Pacifico orientale equatoriale, un segnale precoce di una potenziale transizione verso le condizioni di El Niño, che spesso portano a temperature globali più calde“.

L’estensione del ghiaccio marino antartico a aprile è rimasta ben al di sotto della media, con un -19%, al terzo posto nella classifica dei dati satellitari di aprile. Le concentrazioni di ghiaccio marino sono state molto al di sotto della media in tutti i settori dell’Oceano Meridionale, tranne che nell’Amundsen e nella parte adiacente del Mare di Ross. L’estensione del ghiaccio marino artico è stata del 3% al di sotto della media, collocandosi al 10° posto tra i valori più bassi del mese di aprile registrati dai dati satellitari. Le concentrazioni di ghiaccio marino al di sotto della media hanno prevalso nella maggior parte dei settori dell’Oceano Artico, ad eccezione del Mare di Groenlandia, dove erano ben al di sopra della media, come nel mese precedente.

Aprile 2023 è stato più umido della media in un’ampia regione da ovest a est, dall’Irlanda, il Regno Unito e la Francia, attraverso l’Europa centrale fino alla penisola italiana, i Balcani e il Mar Nero. Condizioni eccezionalmente secche sono state registrate nella penisola iberica, a sud delle Alpi e nelle regioni della Francia mediterranea. Altre regioni più secche della media includono la Scandinavia nord-occidentale, i Paesi baltici e gran parte della Russia occidentale. Al di là dell’Europa, nell’aprile 2023 è stato più secco della media in gran parte degli Stati Uniti, in un’ampia regione della Russia occidentale, a est del Mar Caspio e nel sud-est asiatico extratropicale. Altre regioni più secche della media includono il Corno d’Africa, la maggior parte dell’Africa meridionale, l’Argentina e parti del Brasile. Condizioni più umide della media sono state registrate negli Stati Uniti sudorientali, nelle regioni dell’Asia orientale, nell’Australia nordoccidentale e in Tanzania.

Clima, triste record europeo: estate del 2022 la più calda di sempre

Il 2022 è stato l’anno dei record – in negativo – per il clima: il quinto anno più caldo di sempre e il secondo più caldo in Europa (in quest’ultimo caso, dopo il 2020). È quanto emerge dal rapporto ‘Global Climate Highlights 2022’ di Copernicus, il sistema di monitoraggio climatico europeo, in base al quale si evidenzia che negli scorsi 12 mesi si sono registrati “estremi climatici, con molti record di temperature elevate e concentrazioni di gas serra in aumento nell’atmosfera”. Ma all’Europa spettano anche altri privati: l’estate del Vecchio Continente è stata, infatti, la più calda di sempre. 

+1,2 °C RISPETTO AL PERIODO PREINDUSTRIALE. Dal rapporto, inoltre, si evince che gli anni 2015-2022 sono stati gli otto più caldi di sempre: sono infatti stati superati diversi record di temperatura elevata sia in Europa sia nel resto del mondo, mentre altri eventi estremi come siccità e inondazioni hanno colpito vaste regioni. La temperatura media annuale dello scorso anno è stata di 0,3°C superiore al periodo di riferimento 1991-2020, che equivale a circa 1,2°C in più rispetto al periodo 1850-1900. Questo fa del 2022 l’ottavo anno consecutivo di temperature superiori di oltre 1°C al livello preindustriale. Inoltre, ogni mese estivo boreale del 2022 è stato almeno il terzo più caldo a livello globale. Per il 2022, le temperature hanno superato di oltre 2°C la media del periodo di riferimento 1991-2020 in alcune parti della Siberia centro-settentrionale e lungo la Penisola Antartica. Le regioni che hanno registrato l’anno più caldo in assoluto includono gran parte dell’Europa occidentale, il Medio Oriente, l’Asia centrale e la Cina, la Corea del Sud, la Nuova Zelanda, l’Africa nord-occidentale e il Corno d’Africa.

I RECORD EUROPEI. L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa, con un netto margine rispetto a quella del 2021. L’autunno dello scorso anno, invece, è stato il terzo più caldo mai registrato, battuto solo da quelli del 2020 e del 2006. Le temperature invernali del 2022, inoltre, sono state di circa 1°C superiori alla media, collocando quello dello scorso anno tra i dieci inverni più caldi.  Al contrario, le temperature primaverili dell’Europa nel suo complesso sono state appena inferiori alla media del periodo di riferimento 1991-2020. In termini di medie mensili, nove mesi sono stati superiori alla media, mentre tre – marzo, aprile e settembre – sono stati inferiori. Il continente ha registrato il secondo giugno più caldo mai registrato, con circa 1,6°C sopra la media, e il suo ottobre più caldo, con temperature di quasi 2°C sopra la media. in tutti i Paesi – a eccezione dell’Islanda – le temperature annuali sono state superiori alla media 1991-2020 e diversi Paesi dell’Europa occidentale e meridionale hanno registrato le temperature annuali più alte almeno dal 1950. “Il 2022 – spiega Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service – è stato un altro anno di estremi climatici in Europa e nel mondo. Questi eventi evidenziano che stiamo già sperimentando le conseguenze devastanti del riscaldamento climatico”. Per questo, dice, “per evitare le conseguenze peggiori, la società dovrà ridurre urgentemente le emissioni di anidride carbonica e adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici”.

AUMENTANO I GAS SERRA. Il rapporto, inoltre, evidenzia che i gas serra atmosferici, nel corso del 2022, hanno continuato ad aumentare. L’analisi preliminare dei dati satellitari mostra che le concentrazioni di anidride carbonica sono aumentate di circa 2,1 ppm, mentre il metano è aumentato di circa 12 ppb.  Il risultato è una media annuale per il 2022 di circa 417 ppm per l’anidride carbonica e 1894 ppb per il metano. Per entrambi i gas si tratta delle concentrazioni più elevate registrate dai satelliti e, includendo altri record, dei livelli più alti da oltre 2 milioni di anni per l’anidride carbonica e da oltre 800.000 anni per il metano. “I gas a effetto serra, tra cui l’anidride carbonica e il metano – spiega Vincent-Henri Peuch, direttore del Servizio di monitoraggio dell’atmosfera Copernicus – sono i principali responsabili del cambiamento climatico e dalle nostre attività di monitoraggio possiamo constatare che le concentrazioni atmosferiche continuano ad aumentare senza segni di rallentamento”.