Rinnovabili superano carbone: entro il 2025 al primo posto ci sarà elettricità green

Entro il 2025 la quantità di elettricità prodotta da fonti rinnovabili dovrebbe superare per la prima volta quella generata dal carbone. Lo annuncia l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE). Questa impennata della domanda globale “rivela il ruolo crescente dell’elettricità nelle nostre economie, ma anche l’impatto delle forti ondate di calore”, sottolinea Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici e della sicurezza dell’Aie, sottolineando, però, che lo sviluppo di metodi di produzione a basse emissioni di carbonio non è ancora abbastanza rapido.

Idroelettrico, solare, eolico: le fonti rinnovabili dovrebbero fornire il 35% dell’elettricità mondiale nel 2025, rispetto al 30% del 2023. Il fotovoltaico da solo dovrebbe coprire la metà della crescita della domanda (solare ed eolico insieme coprono il 75%), si legge nel rapporto ‘Electricity Mid-Year Update’ sull’elettricità pubblicato venerdì.

Tuttavia, la produzione di elettricità dalle centrali a carbone non dovrebbe diminuire a partire dal 2024, a causa di un forte aumento della domanda, in particolare in Cina e in India. Ma, avverte l’Aie, la capacità idroelettrica cinese potrebbe sorprendere, riducendo la quota del carbone quest’anno e, quindi, anche le emissioni complessive di CO2 del settore elettrico. La domanda globale di elettricità dovrebbe crescere di circa il 4% nel 2024, rispetto al 2,5% del 2023. Questo rappresenterebbe il tasso di crescita annuale più alto dal 2007, escludendo i rimbalzi eccezionali registrati in seguito alla crisi finanziaria globale e alla pandemia di Covid-19. Per l’agenzia, il forte aumento del consumo globale di elettricità dovrebbe continuare nel 2025, con una crescita di circa il 4%.

Alcune delle principali economie mondiali stanno registrando aumenti particolarmente consistenti del consumo di elettricità. In India si prevede un’impennata dell’8% quest’anno, grazie alla forte attività economica e alle forti ondate di calore. Anche in Cina si prevede una crescita significativa della domanda, superiore al 6%, grazie alla forte attività nel settore dei servizi e in vari settori industriali, tra cui la produzione di tecnologie energetiche pulite. Negli Stati Uniti, dove l’anno scorso la domanda di elettricità è diminuita a causa del clima mite, si prevede una crescita del 3% quest’anno, trainata dall’attività economica, dalle esigenze di condizionamento dell’aria e dal fabbisogno – ancora poco valutato – dei centri dati sullo sfondo dell’ascesa dell’intelligenza artificiale. Infine, la domanda di elettricità in Europa dovrebbe aumentare dell’1,7%, dopo due anni di calo dovuto alla crisi energetica e all’impennata dei prezzi.

Con l’aumento dell’intelligenza artificiale, poi, la domanda di elettricità dei data center sta crescendo e il rapporto dell’Aie sottolinea “l’ampia gamma di incertezze” relative ai bisogni energetici di questa tecnologia, Una migliore raccolta di dati sul consumo di elettricità del settore, spiega l’agenzia, “sarà essenziale per identificare correttamente gli sviluppi passati e comprendere meglio le tendenze future”.

“È incoraggiante – dice Sadamori – vedere la crescita della quota di energia pulita, ma deve avvenire più rapidamente”, invitando a rafforzare le reti e a migliorare gli standard di efficienza energetica “per ridurre l’impatto della crescente domanda di aria condizionata”.

Rinnovabili

Record storico per le rinnovabili vendute in Italia, ma il prezzo dell’elettricità sale

A maggio il Pun (il prezzo unico nazionale dell’elettricità, ndr) cresce a 94,88 €/MWh (+8,08 €/MWh rispetto ad aprile). Tale dinamica risulta guidata da una crescita dei costi di generazione a gas e sostenuta da un aumento degli acquisti (MGP: 22,1 TWh), in un contesto in cui si osserva un incremento sia dei volumi rinnovabili, al livello più alto mai osservato su base mensile, sia dell’import netto”, si legge nell’ultima newsletter del Gme, Gestore del mercati energetici. E “nel Mercato a Termine dell’energia elettrica (Mte) i prezzi di controllo appaiono stabili o in aumento, con il baseload Giugno 2024 che chiude il mese a 89,93 €/MWh. In leggera crescita le transazioni registrate sulla Piattaforma Conti Energia a termine (Pce)“. Domani il prezzo sarà addirittura a 115,7 euro per megawattora.

Nel dettaglio a maggio il Pun “si porta ai massimi da febbraio seguendo la crescita registrata nel corso del mese dai principali riferimenti di prezzo del gas, ai massimi da inizio anno (con l’IGI a 33,14 €/MWh, +2,52 €/MWh su aprile), ai quali si affianca un modesto rialzo degli acquisti. Mitigano l’aumento del Pun vendite rinnovabili ai massimi storici e una leggera ripresa delle importazioni nette”, sottolinea il Gme. “Sulle altre principali borse elettriche europee si osservano dinamiche differenziate, con quotazioni sostanzialmente stabili o in debole calo in Svizzera e Francia (62/27 €/MWh, -1 €/MWh) e in modesto rialzo in Austria e Germania (64/67 €/MWh, +5 €/MWh)”.

Colpisce comunque che “l’incremento del prezzo italiano è osservabile in tutti i gruppi di ore”, proprio mentre a maggio “si porta al massimo storico su base mensile la quota di energia rinnovabile venduta nel Sistema Italia, pari al 61%. La crescita dei volumi FER interessa le fonti idriche al Nord (+0,9 GWh medi) e il solare, attestatisi rispettivamente ai massimi da luglio 2019 e luglio 2017. Conseguentemente, i volumi derivanti da fonti termiche mostrano un calo, portandosi al 36,4%, con le vendite dei cicli combinati ancora in flessione e al livello più basso da oltre quattordici anni“.

In effetti nel nostro Paese l’energia continua a costare molto di più rispetto al resto d’Europa. Infatti, secondo uno studio della Fondazione Think Tank Nord Est, realizzato in collaborazione con A.R.T.E. – Associazione Reseller e Trader dell’Energia, nell’ultimo anno il prezzo dell’elettricità è sceso di circa il 10%, ma la diminuzione è stata maggiore in Germania (-18%) e soprattutto in Spagna (-59%) e Francia (-65%). “Di conseguenza, le nostre imprese devono sostenere costi energetici maggiori, mettendo a rischio la propria competitività a livello internazionale. Se a maggio 2023, in Germania, il prezzo dell’energia elettrica era inferiore del 23% rispetto a quello italiano, oggi il gap è diventato del 29%. Risulta ancora più impietoso il confronto con la Spagna, con un differenziale a favore degli iberici passato dal 30% al 68%. La medesima situazione si verifica in Francia: se un anno fa i transalpini beneficiavano di un prezzo del 27% più basso di quello italiano, a maggio 2024 il differenziale è salito al 71%”, evidenzia lo studio.

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Bollette, in onda sulla Rai spot su fine tutela. Pichetto: “Facciamo chiarezza”

Parte da oggi la campagna di comunicazione sulla fine del mercato tutelato dell’elettricità sulle reti tv della Rai. “Portiamo all’attenzione del grande pubblico un messaggio di notevole rilevanza sociale”, spiega il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.

Una campagna con cui il governo punta a “fare chiarezza e a tranquillizzare i cittadini”, afferma: “La liberalizzazione del mercato dell’energia riguarderà circa 5 milioni di famiglie, verso le quali abbiamo il dovere dare il massimo dell’informazione e assicurare ogni controllo possibile contro truffe e abusi a danno dei consumatori”.

Gli spot dunque guideranno i consumatori sulle opzioni disponibili in previsione della fine del servizio di tutela della luce, spiegando anche il funzionamento del mercato a tutele graduali che lo sostituirà. La campagna, promossa dal Mase, è stata commissionata da Acquirente Unico, secondo quanto previsto dall’ultimo Decreto Energia.

In particolare, la comunicazione istituzionale prevede la messa in onda sui canali Rai dei primi quattro spot televisivi e radiofonici per informare i consumatori del nuovo contesto di mercato nel quale si svolgerà, a partire dal prossimo 1° luglio, la fornitura dei servizi di energia elettrica.

Si tratta del primo passo di una più ampia campagna di informazione che si svolge nell’arco di dodici mesi su carta stampata e social network, prevedendo anche eventi itineranti in collaborazione con le associazioni dei consumatori. Protagonista degli spot è l’ingegnere Lumi, un personaggio animato che guida gli utenti in quattro diversi scenari: per chi resta nella maggior tutela come per chi vuole fare una scelta differente, ma anche indicazioni per chi ha una domiciliazione bancaria e per i clienti vulnerabili.

 

Bisogna conoscere per poter scegliere e per scegliere al meglio“, osserva Giuseppe Moles, amministratore delegato di Acquirente Unico. Con questa campagna, fa eco al ministro, “vogliamo raggiungere tutti gli utenti finali rassicurandoli che, seppur in un momento di cambiamento molto significativo, è possibile fare scelte consapevoli e mirate, anche grazie a strumenti istituzionali messi a disposizione di tutti, quali il Portale Offerte e il Portale Consumi“. Moles garantisce che si continuerà a lavorare in stretto contatto con il Ministero, con l’Arera, e con le associazioni dei consumatori.

Ma il Movimento in Difesa del Cittadino avverte: la comunicazione non basta. L’associazione propone altre misure e si dice pronta a “collaborare attivamente con il governo e altre istituzioni per un impegno concreto che ponga i cittadini e i loro diritti al centro del processo di liberalizzazione, assicurando che il passaggio a un mercato completamente liberalizzato sia equo e vantaggioso per tutti“.

Prorogato al 1° luglio 2024 lo stop al mercato tutelato per la bolletta della luce

Arera ha prorogato la fine del mercato tutelato dell’elettricità al 1° luglio 2024, rispetto alla data del 1° aprile 2024 inizialmente prevista per l’obbligato passaggio al mercato libero. Il provvedimento è contenuto in una delibera approvata ieri sera.

Come spiega la stessa Arera, la decisione è stata presa “per assicurare uno svolgimento coerente del processo del ‘fine tutela’ per i clienti domestici non vulnerabili di elettricità”. L’Autorità aveva già approvato, il giorno successivo al via libera al Decreto Energia, lo slittamento al 10 gennaio dello svolgimento delle aste per la selezione degli operatori che effettueranno il servizio.

La decisione, spiega Arera, risponde a diverse esigenze legate al decreto: “assicurare ai clienti un tempo sufficiente per essere informati attraverso le campagne informative che, secondo il decreto 181/23, dovranno essere condotte dal Mase; effettuare le attività preparatorie all’operatività del STG, tra cui gli interventi attuativi delle disposizioni sul trasferimento automatico delle autorizzazioni all’addebito diretto delle bollette emesse dall’esercente il STG, da completarsi entro il 31 maggio 2024; limitare il più possibile il periodo intercorrente tra l’assegnazione e l’attivazione del STG”.

Rimane invece invariata la data di conclusione del periodo di assegnazione del servizio, fissata al 31 marzo 2027, in coerenza con quanto disposto dal decreto ministeriale del 17 maggio 2023. Vengono anche adeguati i testi delle comunicazioni che dovranno essere inviate ai clienti attualmente in maggior tutela dai relativi esercenti, prevedendo che siano effettuate dopo le aste e in prossimità all’avvio del servizio a tutele graduali, cioè tra aprile e giugno 2024.

“Ottima notizia – commenta Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori – anche se si tratta solo di un rinvio tecnico, inevitabile considerato il ritardo con cui il Governo aveva varato il decreto-legge del 9 dicembre 2023, rinviando la data delle aste al 10 gennaio 2024″. Unc chiede, quindi, “una decisione politica del Governo, che rinvii la fine del mercato tutelato sia per la luce che per il gas, senza e senza ma”.

Per il Codacons ora è necessario “prorogare anche la fine del mercato tutelato del gas, prevista per il prossimo 10 gennaio”. “In questo momento si assiste ad una enorme confusione sul passaggio al mercato libero di luce e gas, e il rischio concreto è che a rimetterci siano i consumatori – spiega il presidente Carlo Rienzi – Tra rinvii, proroghe, e in generale una informazione del tutto carente, gli utenti potrebbero ritrovarsi a firmare contratti con condizioni economiche svantaggiose, ritrovandosi bollette più salate”.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Energia, come è cambiato il prezzo della luce

Nell’infografica interattiva di GEA si mostra la composizione del prezzo della luce per famiglia tipo con consumo annuo di 2.700 kWh, nei diversi trimestri dal 2020 al III trimestre 2023. Cliccando sulle singole barre si vede il prezzo in centesimo di euro a kWh per capitolo di spesa (energia, trasporto, oneri di sistema e imposte).

L’Antitrust fa le multe ma ci saranno ristori per famiglie e imprese?

Scattano le sanzioni dell’Antitrust per gli aumenti delle bollette. Quindici milioni di multa, in totale. Verrebbe da dire bruscolini rispetto al giro di affari ma tant’è. Nel mirino sono finite quasi tutte le multiutility: a noi, onestamente, non interessa né puntare il dito su chi ha sgarrato, né coccolare chi eventualmente non l’ha fatto, né – infine – elogiare l’atteggiamento dell’Autorità garante della concorrenza che, a ben considerare, ha svolto solo il suo dovere. A noi interessa mettere in evidenza come 1) la tutela nei confronti di cittadini e imprese abbia ancora tempistiche troppo lente perché, a ben considerare, il tutto risale al decreto Aiuti bis di Mario Draghi, poi prorogato al 30 giugno di quest’anno 2) come sia possibile che attraverso “pratiche commerciali aggressive” siano stati modificati ‘sic et simpliciter’ i prezzi di energia elettrica e gas 3) cittadini e imprese, nel caso tutti i prevedibili ricorsi dovessero essere respinti, dovranno essere ristorati.

Ci sofferiamo sul punto 3 non perché sia più importante degli altri due ma perché sicuramente ha un’incidenza diretta sulle tasche di imprenditori e famiglie. La domanda è semplice: sanzione a parte, chi ha subito un ingiusto aumento di bolletta sarà ricompensato? La risposta – forse – sta in questa dichiarazione del Codacons: Siamo stati i primi a denunciare la violazione dell’art. 3 del decreto Aiuti bis attraverso una raffica di esposti presentati sia all’Antitrust, sia a 104 procure della Repubblica di tutta Italia, in cui si chiedeva si intervenire per sanzionare quelle società che applicavano modifiche unilaterali ai contratti di luce e gas nonostante i divieti previsti dalla legge. Ma non basta: chiediamo indennizzi in favore di tutti gli utenti coinvolti dagli aumenti illegittimi delle tariffe di luce e gas”.

Ma la sensazione, con 104 procure di mezzo, è che di ricorsi si riempiranno le aule di giustizia. E cosa è stato speso inopinatamente verrà restituito – sempre forse – quando magari ci si riscalderà solo con pannelli solari e l’elettricità sarà generata solo da pale eoliche. Insomma, tra qualche lustro…

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Bollette, Pichetto: Per la fine del mercato tutelato valutiamo gradualità

Per la fine del mercato tutelato per 10 milioni di utenti domestici, in scadenza il 10 gennaio 2024, il governo valuta “gradualità“. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, tenta di rassicurare i cittadini che dall’inizio del prossimo anno dovrebbero passare al mercato libero per il gas e l’elettricità, in una fase ancora di forte instabilità. La conclusione della riflessione, spiega il responsabile del Mase, “ci sarà nelle prossime settimane“.

Il passaggio dal mercato tutelato a quello libero comporterà l’obbligo di scegliere il proprio fornitore, con il rischio di incorrere nuovi rincari dei prezzi, già gravati dall’inflazione e dalle turbolenze geopolitiche internazionali. Ma si ragiona anche sul ‘disaccoppiamento’ degli utenti vulnerabili dagli altri, spiega il ministro da Torino, a margine dell’evento l’Italia delle Regioni.

Questo perché la fascia fragile della popolazione sarebbe più gravata dai rincari. Sarebbero ‘salvi’ quindi i cittadini con più di 75 anni, chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate o in gravi condizioni di salute che richiedono l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche salvavita alimentate dall’energia elettrica, ma anche i soggetti presso i quali risiedono persone in queste condizioni, disabili a cui sono stati riconosciuti i benefici previsti dalla legge 104, coloro i quali sono in soluzioni abitative di emergenza dopo eventi calamitosi e chi vive in un’isola minore non interconnessa.

Il mercato tutelato dell’energia garantisce condizioni economiche delineate dall’Arera sulla base dell’andamento dei prezzi all’ingrosso di luce e gas. Il provvedimento nasce sei anni fa, in un quadro diverso, con i prezzi dell’energia non volatili, in una situazione poco ‘rischiosa’ per gli utenti. Dall’inizio del 2022 in poi, però, il mercato ha fatto registrare picchi vertiginosi e abbassamenti dei prezzi che non sono mai scesi comunque ai livelli di due anni fa.

Il rinvio dovrà essere valutato dal Consiglio dei ministri, in raccordo con l’Unione europea. La proroga, però, non è l’unica opzione dell’esecutivo.

L’inizio del percorso che porterà alla fine del servizio di maggior tutela nel settore del gas è iniziato nel peggiore dei modi, all’insegna dell’improvvisazione, di comportamenti erratici delle aziende e dello spregio dei più elementari diritti dei consumatori”, denuncia Federconsumatori. Gli utenti del servizio di maggior tutela, fa sapere l’associazione, stanno ricevendo, in questi giorni, le lettere da parte del proprio gestore che li invita a sottoscrivere l’offerta più conveniente sul libero mercato tra quelle disponibili nel proprio pacchetto. “Pena, in caso di mancata sottoscrizione, di ritrovarsi da gennaio con un contratto applicato in automatico, che sarà, quasi certamente, peggiorativo“. Il contenuto delle lettere, per i consumatori, sarebbe complicato, non facile da decifrare. Pesa, per Federconsumatori, “l’assenza assoluta di comunicazioni istituzionali che il Governo si era impegnato a mettere in campo per aiutare i consumatori a gestire nel migliore dei modi questo complicato passaggio“. La richiesta al Governo è di “fermare questo treno che ha già deragliato pochi metri fuori dalla stazione”: “Basta con gli annunci di singoli ministri o viceministri – invoca l’associazione -, occorre che il Consiglio dei ministri assuma, già nelle prossime ore, una decisione formale di sospensiva, almeno per un anno, alla fine del servizio di maggior tutela per il gas e l’energia elettrica“.

Bollette della luce su del 18,6% nel quarto trimestre. Arera: “Manca ancora equilibrio”

Ancora cattive notizie sul fronte delle bollette per gli italiani. L’Arera, infatti, ha comunicato un +18,6% per quanto riguarda l’elettricità per la famiglia tipo in tutela nel quarto trimestre. Il costo sarà di 28,29 centesimi al kWh, in netta diminuzione rispetto ai 66,01 centesimi che caratterizzavano il quarto trimestre 2022 (-57% circa). Il prezzo attuale è legato al forte incremento dei costi di acquisto dell’energia elettrica (+19,4%), e della voce oneri di sistema (+0,4%), leggermente compensata da una riduzione dei costi di dispacciamento (-1,2%). Nell’arco del 2023, una famiglia tipo spenderà in media 889,60 euro, segnando un -32,7% rispetto al 2022.

Arera sottolinea, come componente positiva, l’introduzione, al fianco del bonus elettricità, di una novità: un contributo straordinario crescente con il numero dei componenti familiari, che arriverà in automatico a chi già riceve il bonus elettrico, cioè le famiglie con livello Isee fino a 15.000 euro (30.000 euro per le famiglie numerose), per un valore totale di 300 milioni di euro. Misure che attuano quanto previsto dal Governo nel decreto approvato nella riunione del Consiglio dei ministri dello scorso 25 settembre. Su questo in giornata si era espresso anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che aveva sottolineato come “non possiamo andare avanti eternamente con i bonus, ma fin quando c’è necessità sì. Speriamo arrivi presto un nuovo equilibrio, che però dipende anche da dinamiche internazionali, i fattori sono moltissimi, non possiamo fare altro che gestire il presente. Non ha senso fare bonus strutturali, ha senso curare la ferita, l’antibiotico a vita costa molto di più a chi lo riceve”.

Equilibrio che, per il momento, secondo il presidente di Arera, Stefano Besseghini, non c’è ancora: “E’ vero che i prezzi dell’energia non mordono con l’aggressività di un anno fa ma le oscillazioni sono indice di un settore energetico ancora alla ricerca di un suo equilibrio, con inevitabili riflessi nella bolletta anche a causa della stagionalità a cui andiamo incontro”. Anche per questo Besseghini sottolinea l’importanza “in questa stagione invernale” di “prestare molta attenzione al contenimento dei consumi e, per quanto possibile, a sviluppare investimenti di efficienza energetica”.

Notizie dalle tinte fosche per Assoutenti, che parla di “pessimo segnale”, sottolineando come le bollette stiano tornando al livelli di fine 2021, “quando l’Italia si ritrovò in piena emergenza energetica”. Una “mazzata”, per il Codacons, che stima come le nuove tariffe peseranno in media per 120 euro su base annua sulla famiglia tipo, che fra luce e gas si trova a spendere oltre 2mila euro l’anno. Per questo Codacons spinge il Governo a “adottare da subito misure di contrasto, a partire dal rinvio alla fine del mercato tutelato prevista per il prossimo gennaio”. E, oltre alle famiglie, il problema interessa anche le imprese. “Il costo dell’energia – chiosa Coldirettisi riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione”.

Terna: “Ad agosto consumi elettrici in calo dell’1,1%, rinnovabili coprono 43,8% domanda”

Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, nel mese di agosto la domanda di elettricità nel nostro Paese è stata pari complessivamente a 25,7 miliardi di kWh, con una diminuzione dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Questo valore è stato raggiunto con lo stesso numero di giorni lavorativi (22) e una temperatura media mensile leggermente inferiore rispetto ad agosto 2022 (-0,6°). Rettificando il dato da tali effetti, la variazione cambia di segno registrando un +0,7% rispetto ad agosto 2022.

L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese ‘energivore’, registra una variazione complessivamente nulla rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A fronte, infatti, di variazioni positive dei comparti dei mezzi di trasporto, degli alimentari e della siderurgia, sono in calo i comparti dei metalli non ferrosi, della chimica, della cartaria e della meccanica. Stabili quelli di cemento, calce e gesso e le ceramiche e vetrarie.

In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica, destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura, risulta in crescita (+1%) rispetto a luglio 2023. Sostanzialmente stabile la variazione congiunturale dell’indice IMCEI (+0,2%). Nei primi otto mesi del 2023, la richiesta cumulata di energia elettrica in Italia è in calo del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 (-3,4% il dato rettificato). Variazione negativa anche dell’Indice IMCEI, che da gennaio ad agosto fa registrare un -5,3%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di agosto 2023 è risultata ovunque negativa: -1,4% al Nord, -1,1% al Centro e -0,6% al Sud e Isole.

Nel mese di agosto 2023 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’87,1% con la produzione nazionale e, per la quota restante (12,9%), dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 22,6 miliardi di kWh, in diminuzione del 3,5% rispetto ad agosto 2022. Lo scorso mese le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 11,3 miliardi di kWh, coprendo il 43,8% della domanda elettrica (contro il 34,1% di agosto 2022). La produzione da rinnovabili ad agosto è stata così suddivisa: 34,7% idrico, 33,3% fotovoltaico, 15,5% eolico, 12,6% biomasse, 3,9% geotermico.

Secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili, nei primi otto mesi del 2023 l’incremento di capacità in Italia è pari a 3.470 MW, un valore superiore di circa 1.733 MW (+100%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Estendendo l’analisi agli ultimi 12 mesi (quindi al periodo settembre 2022 – agosto 2023) l’incremento di capacità risulta pari a 4.770 MW. Proseguono il recupero della produzione da fonte idrica (+49,8%) e la crescita del fotovoltaico (+19,8%). In aumento anche la produzione da fonte eolica (+43,8%). In flessione la produzione da fonte termica (-20,5% con una variazione del -57,2% della produzione a carbone) e la geotermoelettrica (-3,7%). Estendendo l’analisi ai primi otto mesi dell’anno si osserva come l’effetto combinato della diminuzione del fabbisogno, dell’aumento dell’import e della crescita delle fonti rinnovabili abbia comportato una rilevante contrazione della produzione da fonte termica (-16,6%) con una conseguente riduzione dei consumi gas per produzione termoelettrica stimabile in circa 3,3 miliardi di standard metri cubi rispetto all’analogo periodo del 2022.

Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a +19% per un effetto combinato della diminuzione dell’export (-8,9%) e dell’aumento dell’import (+15,8%).

 

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L’elettricità generata da combustibili fossili è ai minimi storici nell’Unione Europea

La percentuale di elettricità generata da combustibili fossili è scesa al 33% nell’Unione Europea nella prima metà dell’anno, il livello più basso di sempre. Lo rivela un rapporto pubblicato mercoledì dal think-tank sul clima e l’energia Ember. Tra gennaio e giugno, “i combustibili fossili hanno generato 410 TWh nell’Ue, la quota più bassa di sempre del mix elettrico, pari al 33%“, afferma Ember nel suo rapporto, rispetto a quasi il 36% per le energie rinnovabili nel loro complesso, tra cui circa il 27% per l’energia solare ed eolica, secondo i dati forniti da Ember all’AFP. “Il declino dei combustibili fossili è un segno dei tempi. Il carbone e il gas sono troppo costosi, troppo rischiosi e l’Ue li sta eliminando gradualmente“, sottolinea Matt Ewen, analista di Ember.

La ragione principale è che la domanda di elettricità è diminuita in modo significativo nel continente, sia da parte delle famiglie che delle fabbriche, e sono soprattutto le centrali elettriche a carbone e a gas ad aver subito un rallentamento, riducendo la loro quota di produzione totale. La produzione di elettricità da fonti fossili nelle centrali a carbone e a gas è diminuita del 17% tra gennaio e giugno rispetto alla prima metà del 2022, si legge nel rapporto. Cinque Paesi dell’Ue hanno registrato un calo superiore al 30% (Portogallo, Austria, Bulgaria, Estonia e Finlandia).

La produzione di energia elettrica a carbone è diminuita del 23%, rappresentando per la prima volta a maggio meno del 10% del mix elettrico europeo. La produzione a gas è diminuita del 13%. Gli autori del rapporto avvertono della necessità di aumentare “massicciamente” la diffusione delle energie rinnovabili, in particolare dell’energia solare ed eolica, “per sostenere un’economia resiliente in tutta Europa” e compensare il calo della produzione di energia elettrica da combustibili fossili su una base a lungo termine.

In termini di volume, la produzione rinnovabile non è sufficiente, allo stato attuale, a compensare il calo dell’elettricità generata dai combustibili fossili, che è stato pari a 86 TWh, mentre le rinnovabili sono aumentate solo di poco meno di 40 TWh nello stesso periodo. L’energia solare è cresciuta del 13% (+13 TWh) nel semestre rispetto ai primi sei mesi del 2022 e l’energia eolica del 4,8% (+10 TWh). L’energia idroelettrica è cresciuta dell’11% (+15 TWh).

Il rapporto sottolinea inoltre che la produzione di energia nucleare è destinata a riprendersi, dopo essere stata a metà dell’anno all’inizio del 2023 a causa dell’elevato livello di indisponibilità della flotta nucleare francese, la più grande d’Europa.