Piano Mattei, a Roma incontro fra istituzioni, rappresentanti di Stati africani e aziende

Si è tenuto ieri sera l’incontro “L’Italia, ponte geopolitico fra Europa e Stati Africani” che ha visto ambasciatori, ministri, segretari e rappresentanti istituzionali di numerosi Stati africani confrontarsi con le istituzioni italiane e i rappresentanti di alcune delle principali aziende del nostro Paese – fra cui ITA Airways, Snam, Intesa, Duferco Energia, Eni, Enel, Edison, ENEA, Acea, Saipem e Terna – coinvolte in importanti progetti di investimento in Africa. Il summit, ideato da Fondazione Articolo 49, in collaborazione con l’Ambasciata del Regno del Marocco, è stato organizzato con l’obiettivo di rilanciare la cooperazione tra l’Unione Europea e l’Africa, in particolare nei settori dell’energia e degli investimenti per lo sviluppo.

Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un messaggio letto in apertura ha espresso apprezzamento “per l’impegno di dialogo, confronto e cooperazione” che ha contraddistinto l’iniziativa e ha auspicato che i lavori congressuali “sapranno tradursi in una preziosa opportunità per confermare il ruolo centrale del nostro Paese e dare impulso a nuove e efficaci  collaborazioni tra Europa e Nazioni africane”.

Numerosi gli interventi istituzionali, oltre al messaggio del Presidente del Senato La Russa, anche i contributi dell’Ambasciatore del Regno del Marocco presso l’Italia e Rappresentante permanente presso le agenzie Onu a Roma, Youssef Balla; del presidente di Fondazione Articolo 49 Andrea Poli; del Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Unita della Tanzania Mahmud T. Kombo; del presidente della Commissione Esteri del Senato Stefania Craxi; dell’Ambasciatrice della Repubblica dell’Uganda e Vice Decano del Gruppo degli Ambasciatori africani in Italia Elizabeth Paula Napeyok; dell’ambasciatore e segretario generale del Ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale Riccardo Guariglia; del responsabile relazioni pubbliche dell’ufficio del Parlamento europeo Fabrizio Spada. Ha presenziato anche  Massimo Riccardo, inviato speciale del Ministero degli Esteri per il Piano Mattei.

“Dal primo momento del rilancio del Piano Mattei abbiamo manifestato grande interesse, con una presenza di gran peso anche del presidente del Governo – ha detto Youssef Balla, Ambasciatore del Regno del Marocco presso l’Italia e Rappresentante permanente presso le agenzie Onu a Roma – Il Marocco, infatti, è stato riconosciuto come prioritario nel Piano Mattei in materie di energie rinnovabili e, in effetti, è già leader nel mondo in questo settore: oggi produciamo il 42% dell’elettricità grazie alle rinnovabili e arriveremo al 52% nel 2030. Ma puntiamo anche ad altri tipi di energie, come l’idrogeno verde. Il nostro Paese è una grande promessa per l’energia verde perché può arrivare a coprire anche il 4% della produzione mondiale”. 

“Grazie al rapporto che negli anni si è creato tra Italia e Tanzania, ci sia un grande spazio oggi per far crescere questa relazione, anche attraverso progetti come il Piano Mattei – ha detto Mahmud T. Kombo, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Unita della Tanzania – E credo che, in vista di quanto l’Italia ha proposto all’Africa per il Piano Mattei, la Tanzania possa essere un buon modello. Quando abbiamo avuto in Tanzania la comitiva italiana per il Piano Mattei, io ero ambasciatore. Insieme, abbiamo identificato cinque settori chiave in cui i due Paesi avrebbero potuto lavorare insieme. Questi sono: il settore agroalimentare, quello dei minerali, il turismo, l’import/export e, infine, l’educazione e il training sulla costruzione e la guida di pmi di successo. L’Italia ha mostrato al mondo come fare, la Tanzania può replicare questo modello”.

“Il Mediterraneo nella sua accezione allargata è parte imprescindibile della nostra proiezione esterna – ha detto  Stefania Craxi, presidente della Commissione Esteri del Senato – Bene ha fatto il governo a rimettere nell’agenda europea il tema del Mediterraneo e dell’Africa, che è la naturale proiezione dello sviluppo europeo. È questa la valenza del Piano Mattei. In questi anni abbiamo fatto l’errore di guardare all’Africa in termini securitari, è il momento di cominciare a guardare a questo continente in termini di opportunità e di sviluppo condiviso”. 

Siamo qui per consolidare il legame tra l’Africa e l’Italia, in modo particolare nel campo dell’energia – ha detto Elizabeth Paula Napeyok, Ambasciatrice della Repubblica dell’Uganda e Vice Decano del Gruppo degli Ambasciatori africani in Italia – Il nostro intento è quello di rafforzare una partnership essenziale, una collaborazione  che ha fondamenta solide e promettenti, di cui la partnership energetica rappresenta la massima espressione. Non si tratta solo di dare una risposta alle crescenti esigenze energetiche dei due Stati, ma di farlo promuovendo uno sviluppo sostenibile”. E ha aggiunto “L’Africa, con le sue abbondanti risorse naturali, offre un potenziale immenso per la produzione di energia rinnovabile in Italia, un Paese che con il suo know-how e le sue tecnologie avanzate, riveste un ruolo fondamentale nel sostenere il nostro impegno per sfruttare le risorse in maniera sostenibile ed efficace”.

 

“La nostra posizione al centro del Mediterraneo e i tradizionali legami di amicizia tra i nostri popoli ci rafforzano nella convinzione che l’Italia sia effettivamente il ponte tra l’Europa e il continente africano – ha detto Riccardo Guariglia, ambasciatore e segretario generale del Ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale – Un ponte che rende il nostro Paese un hub energetico per l’UE, con positivi dividendi innanzitutto per il continente africano. Infatti, come il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea molto spesso, l’Africa va guardata attraverso lenti africane, instaurando col continente un dialogo paritario. Questo è fondamentale e questa è pure l’impostazione del piano Mattei”.  

L’Europa per investimenti pubblici è il partner principale dell’Africa – ha detto Fabrizio Spada, responsabile relazioni pubbliche dell’ufficio del Parlamento europeo – investiremo nei prossimi anni 150 miliardi e naturalmente a questi si aggiungono tutti gli investimenti delle imprese private che sono estremamente importanti. Si sta evolvendo il rapporto fra Unione Europea e Africa in maniera molto positiva, sta diventando un partenariato in cui viene sottolineata anche la dimensione sociale, energetica, la cooperazione allo sviluppo e questo deve tenere conto anche delle evoluzioni demografiche che ci saranno nei prossimi decenni: oggi nell’Unione Europea ci sono 450 milioni di persone, in Africa 1 miliardo e 300 milioni di persone, se l’attuale trend demografico continuerà, nel 2100 viene calcolato che l’Unione Europea avrà diminuito leggermente i propri abitanti – saremo 420 milioni – mentre l’Africa avrà più di 4 miliardi di persone e, naturalmente, diventerà un partner sempre più importante per l’UE. Il Piano Mattei secondo me si sposerà molto bene con i fondi comunitari che vengono erogati già attualmente. Anche questo convegno è utile nell’ottica di riflettere sull’evoluzione della cooperazione tra Europa, Italia e Africa nei prossimi anni”. 

Il direttore di Gea, Green Economy Agency, agenzia di stampa dedicata ai temi della sostenibilità, che ha moderato l’incontro, ha sottolineato l’importanza di questo genere di eventi capaci di creare momenti di incontro su temi centrali per la competitività del nostro Paese inseriti in scenari sempre più complessi: “È un motivo di orgoglio per me, per la fondazione e per Gea riunire la maggior parte degli stati africani e delle aziende di vertice italiane per un prezioso confronto sul Piano Mattei e sugli sviluppi pratici nell’immediato futuro – ha detto Vittorio Oreggia, direttore di Gea – Fondazione Articolo 49 e Gea sono ponti per connettere Africa, Europa e aziende italiane nel rispetto dei reciproci interessi. La speranza è che questo possa essere il primo di una lunga e profittevole serie di incontri”.

L’evento si è svolto in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento Ue in Italia e ha ricevuto il patrocinio del Senato della Repubblica, del Ministero degli Esteri, del Ministero dell’Ambiente, della Sicurezza Energetica, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e di ENEA.

Fondazione Articolo 49, come diffondere e attuare la Costituzione

“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Così recita l’articolo 49 della nostra Costituzione e a questo principio si ispira la Fondazione Articolo 49, Onlus del terzo settore, emanazione diretta del gruppo Withub di cui ne incarna l’anima sociale e di intervento.
L’obiettivo è la piena e concreta attuazione dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, individuando quale perno di azione l’articolo 49 della Carta stessa: l’obiettivo ultimo della Fondazione è quello di diffondere la cultura della partecipazione in ogni ambito della vita comunitaria, attraverso l’informazione, la consapevolezza, il coinvolgimento, lo stimolo all’applicazione costante del metodo democratico.

Sono sei le parole chiave a cui si ispira: libertà (intesa come libera scelta di intervenire nel mondo, nel contesto europeo, nel Paese, nelle città, nel territorio, nell’azienda e nelle comunità familiari); partecipazione (inteso come interesse, coinvolgimento e sensibilizzazione); democrazia (modalità sostanziale e indispensabile di intendere i rapporti con gli altri e la società); pace (intervenire per lavorare al meglio delle proprie capacità, assetati di apprendere dalle competenze altrui, anelando un miglioramento sia interno sia circostante); lavoro (una degli aspetti fondamenti della vita delle persone e nel quale occorre trovare conferma di applicazione dei valori costitutivi. La stessa Carta costituzionale all’articolo primo definisce la Repubblica italiana fondata sul lavoro); diversità (il concetto si concretizza pienamente nella democrazia che si avvale di tutte le diverse individualità; è un valore se si ha la forza di fare sintesi e di fare comunità).

La Fondazione si attiva in tutte le situazioni in cui si possano realizzare i principi costituzionali coinvolgendo in un’ottica inclusiva la collettività espressa in istituzioni, individui, imprese, media, associazioni… E lo fa in una logica circolare dove il valore prodotto viaggia verso la collettività e ritorna alla fondazione rinforzato e rinforzandola perché crede che sviluppando valore nell’ambiente, nella società, nelle relazioni stabilite, può creare benessere diffuso del quale potrà essa stessa goderne.

Informazione, cultura del dato, tavoli di confronto, tecnologia open source, multilinguismo come multiculturalismo, educational: le leve per costruire il cambiamento nascono dal Dna di Withub.
Per la Fondazione, l’educazione favorisce la partecipazione di ogni cittadino alla costruzione partecipata del cambiamento. La forte e decisa volontà della Fondazione è di fornire un’azione concreta di supporto e integrazione alle scuole di tutti i gradi con uno sforzo importante sull’adozione di linguaggi di comunicazione e di obiettivi coerenti con le capacità cognitive e di apprendimento degli studenti di tutte le età.
Nel dettaglio, in occasione del 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana, la Fondazione vuole proporre alle generazioni più giovani un progetto che diffonda i valori costitutivi del nostro paese. Il progetto è già stato presentato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quale ha incoraggiato lo sviluppo di attività orientate alla diffusione dei valori costituzionali. Il progetto si inserisce all’interno delle linee guida previste dal MIUR per l’insegnamento dell’educazione civica le quali prescrivono: “La conoscenza, la riflessione sui significati, la pratica quotidiana del dettato costituzionale rappresentano il primo e fondamentale aspetto da trattare”.

Withub e Fondazione Articolo 49 accolgono appello a partecipare di Mattarella e Meloni

“La Repubblica vive della partecipazione di tutti. È questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia”. Nella conclusione dell’intervento di Capodanno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella c’è il filo conduttore del suo breve ma intenso saluto agli italiani. Ed è proprio al concetto di partecipazione che anche la Presidente del Consiglio si rifà nel suo videomessaggio di auguri sui social: “Dobbiamo farlo insieme”, è l’appello di Giorgia Meloni nell’augurare al Paese un 2023 di ripartenza.
All’alba del 75° anno di vita della Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, Mattarella e Meloni convergono sulla ricetta che consentì al Paese di costruire le basi della ripartenza. All’indomani della fine della Seconda guerra mondiale l’Italia scelse la via della partecipazione per costruire le fondamenta della vita comune. Il referendum del 2 giugno del ’46 avviò l’Italia sulla strada della Repubblica; nella stessa tornata elettorale, poi, si definì la composizione dell’Assemblea Costituente: votò l’89% degli aventi diritto, e tra questi – per la prima volta – c’erano anche le donne. Oggi alla guida del Paese – per la prima volta, come ricordato da Mattarella – c’è una donna: ma il tasso d’affluenza delle politiche che hanno visto il suo schieramento conquistare la maggioranza è stato il più basso della storia repubblicana, il 63%.

Tra il 1946 e il 1948, in 18 mesi, tutti i partiti riuniti in Assemblea Costituente parteciparono a costruire la Carta fondamentale, la stessa che ancora oggi Mattarella definisce “la nostra bussola”. Il Paese usciva allora da vent’anni di regime e da un conflitto mondiale che aveva nuovamente dilaniato l’Europa. Oggi la guerra bussa insistentemente alle porte del Vecchio Continente: da un anno imperversa in Ucraina e rischia di estendersi ai Balcani, con la questione ‘kosovara’ che vive una recrudescenza inattesa. Nato e Ue hanno sollecitato il dilago tra Belgrado e Pristina, dopo aver faticosamente convinto la popolazione serba a rimuovere i blocchi stradali, ma la tensione resta alta.
Non è casuale che il primo gennaio 2023 abbia visto l’ingresso della Croazia nell’Euro e nell’area Schengen; non è un caso che il 6 dicembre scorso si sia tenuto a Tirana il primo vertice Ue-Balcani Occidentali. Il summit europeo, che ha visto l’esordio come premier di Giorgia Meloni, ha avuto al centro del confronto gli stessi temi toccati da Mattarella: condanna all’aggressione russa, rinnovo convinto degli sforzi per agenda verde e digitale, attenzione ai giovani (“L’Ue sta già gradualmente associando i partner a programmi dell’UE quali Erasmus+, il corpo europeo di solidarietà e l’iniziativa delle università europee”, si legge tra l’altro nella dichiarazione di Tirana).

Ripartire dalla partecipazione come architrave della democrazia, della Repubblica e quindi della libertà non è scontato; non sarà di facile attuazione. Le sofferenze di molta parte della popolazione hanno contribuito ad alimentare la sfiducia nelle istituzioni e a fiaccare di pari passo la volontà di concorrere a determinare la politica nazionale attraverso il voto. Mattarella, fiducioso, conta sui partiti tutti e su una “democrazia matura, compiuta”, anche grazie alla “esperienza, da tutti acquisita, di rappresentare e governare un grande Paese”, sottolineando come ci si trovi di fronte ad una situazione nuova, in cui “nell’arco di pochi anni si sono alternate al governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento, in diverse coalizioni parlamentari”.
Nel 2024 si terranno le elezioni Europee: l’affluenza è sempre stata più bassa rispetto alle politiche (quasi il 73% alle politiche del 2018, appena il 56% alle europee dell’anno successivo); se il trend fosse confermato, ci troveremmo a dover fare i conti con un “quorum” insufficiente a incarnare il concetto di democrazia rappresentativa. Questa volta, dunque, la partecipazione al voto, più ancora della preferenza a uno dei partiti, potrebbe essere essenziale per la salute della democrazia europea e italiana. In ossequio alla legge di Murphy, la fine del 2022 ha consegnato alle cronache quello che potrebbe sembrare l’embrione di una nuova Tangentopoli di dimensioni comunitarie. Il Qatar dei petroldollari e dei diritti umani fondamentali negati ha provato a comprarsi la benevolenza di un’Europa che dovrà scegliere tra mere dichiarazioni d’intenti e politiche concrete. Si tratta di “riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali”, per dirla con le parole del Capo dello Stato. Si tratta di scegliere se limitarsi a condannare formalmente gli Stati che negano i diritti o se puntare concretamente a renderli operanti: “Ci guida ancora la Costituzione – ha ricordato Mattarella – , laddove prescrive che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni”. Si tratta di scegliere anche e soprattutto nel campo della transizione ecologica: “Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica”, ha ribadito il Presidente Mattarella. Significa, quindi, decidere se questa rivoluzione verde debba essere reale e in quanto tale sostenibile anche socialmente ed economicamente; se debba essere imposta e subita o partecipata.

Per favorire la consapevolezza e partecipazione attraverso l’informazione è nata il 4 aprile 2022 GEA, Green Economy Agency: tenendo fede all’invito che il Presidente della Repubblica ci ha rivolto nell’incontro al Quirinale del luglio scorso, lavoreremo alla diffusione di un’informazione puntuale, esaustiva, plurale. Per conseguire i medesimi obiettivi con diversi strumenti, Withub ha dato vita alla Fondazione Articolo 49, veicolo di attuazione della responsabilità sociale di un gruppo che della partecipazione tra aziende, istituzioni, media e cittadini ha fatto il suo oggetto sociale. Da fine gennaio oltre 2.000 studenti saranno coinvolti dalla Fondazione Articolo 49 nel progetto educativo sulla transizione ecologica che ha recentemente ottenuto l’alto patrocinio del MASE, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “Lo dobbiamo ai nostri giovani e al loro futuro”; nella scuola “prepariamo i protagonisti del mondo di domani. Lì che formiamo le ragazze e i ragazzi che dovranno misurarsi con la complessità di quei fenomeni globali che richiederanno competenze adeguate, che oggi non sempre riusciamo a garantire”.

Grazie Presidente, ci riconosciamo profondamente nelle sue parole: “La Repubblica siamo tutti noi. Insieme. La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune. La Repubblica è nella fatica di chi lavora e nell’ansia di chi cerca il lavoro. Nell’impegno di chi studia. Nello spirito di solidarietà di chi si cura del prossimo. Nell’iniziativa di chi fa impresa e crea occupazione”. Withub e la Fondazione Articolo 49 intendono partecipare e divenire catalizzatore di una sempre più ampia partecipazione, con l’ottimismo e l’orgoglio a cui ci ha richiamato anche la Presidente del Consiglio.