Pichetto: “Price cap ‘bazooka’ contro la speculazione. Sul nucleare la partita non è chiusa”

Il clima mite dell’inverno 2022-2023 unito al risparmio dei consumi di gas, potrebbero lasciare in eredità un ‘tesoretto’ di gas negli impianti di stoccaggio italiani. Al di là dei risvolti ambientali e climatici che hanno portato a temperature nettamente superiori alla media, sarebbe davvero una bella notizia per il governo, ma soprattutto per le casse dello Stato. E musica per le orecchie del ministro Gilberto Pichetto Fratin, al lavoro proprio per “mettere in sicurezza”, come afferma: Abbiamo un po’ di stoccaggi, probabilmente li manterremo e quindi partiamo da un livello un po’ più alto” rispetto all’anno scorso. Il responsabile del Mase, pur ricordando che “nessuno di noi ha la sfera di cristallo”, potrebbe anche riuscire nell’impresa di risparmiare miliardi utili da reinvestire in altri progetti, grazie al combinato disposto del “bazooka” price cap Ue sul prezzo del gas con la riduzione degli sprechi che gli italiani stanno mettendo seriamente in pratica. I numeri li fornisce direttamente Pichetto: “Circa 5 miliardi di metri cubi in meno consumati”.
Inoltre, un altro elemento che lascia ben sperare il governo, è chesono state già differenziate le fonti di approvvigionamento, grazie agli accordi con l’Algeria, ma anche al Tap, “che ci porta 10 miliardi di metri cubi di gas”. Per il ministro, dunque, “sui quantitativi, in qualche modo, dovremmo farcela”. Mentre sul prezzo ora c’è “un ‘tappo’ all’eventuale esplosione”, soprattutto nel caso “gli speculatori facciano oscillare eccessivamente i mercati internazionali”. La somma di questi fattori fa dire al responsabile del dicastero di via Cristoforo Colombo che “nel breve periodo l’Italia sta diventando centrale rispetto all’Europa”. Un bel passo in avanti rispetto all’anno scorso, quando a dare le carte era sempre la Germania, mentre ora “avendo collegamenti con l’Azerbaijan, l’Algeria e anche la Libia, e ovviamente con i rigassificatori, noi ci poniamo nella condizione di essere i soggetti che ricevono il gas e lo distribuiscono” sul Vecchio continente.
Analizzato il presente, resta comunque da programmare il futuro. Che prevede la riduzione delle emissioni di Co2, così come l’incremento delle fonti rinnovabili, ma serve tecnologia in grado di lasciare anche alle generazioni future un’eredità che le possa far stare più tranquille. Per il governo potrebbe essere il ritorno al nucleare. Infatti, Pichetto dice che la partita non è chiusa: “Sono convinto che vada affrontata in modo serio”, perché “la valutazione va fatta con un’ampia discussione, poi vanno fatte le scelta. E credo che la scelta debba essere il nucleare”, ma “sapendo che ce l’avremmo tra 15-20 anni e la fusione tra 40-50 anni”.
Markku Markkula

Markkula (Ppe): “Città e imprese alla guida del cambiamento”

Adattamento ai cambiamenti climatici, ripristino e conservazione dei mari entro il 2030, città intelligenti neutre dal punto di vista climatico entro il 2030, piano europeo per il suolo, lotta al cancro. Le missioni che l’Ue si è posta per l’immediato sono queste e vanno portate avanti con maggiore determinazione. Le ripercussioni della guerra in Ucraina non devono lasciare spazio a ripensamenti. Per Markku Markkula (Ppe) non c’è dubbio. Il relatore del parere del Comitato delle regioni sul dossier, presidente della regione Helsinki-Uusima, membro della commissione Ambiente del Comitato e già presidente dell’istituzione Ue, fa il punto della situazione nell’intervista concessa a GEA.

Alla luce della guerra in Ucraina e quello che ne deriva, qual è il futuro delle missioni europee?
“Dobbiamo accelerare queste iniziative. È più che mai tempo di queste trasformazioni, ne avevamo bisogno prima e ne abbiamo bisogno adesso. Vede, il messaggio forte che arriva da questo parere e da questa sessione plenaria è che dobbiamo abbandonare le fonti fossili russe“.

I soldi a disposizione basteranno, o con alta inflazione e incertezze ne serviranno altre?
“Le risorse ci sono. Abbiamo il Fondo per la transizione giusta, abbiamo il meccanismo per la ripresa Next Generation Ue che punta sulle transizioni verde e digitale. Dobbiamo utilizzare questi soldi per la trasformazione sostenibile dell’Europa e delle nostre città”.

Che ruolo possono giocare le città?
“Una delle missioni riguarda le 100 città intelligenti e sostenibili. La Commissione ha prodotto l’elenco, e ora occorre mettersi al lavoro. Il parere del Comitato europeo delle regioni chiede più sinergie, più lavoro d’orchestra. Si tratta di avviare collaborazioni concrete, che potranno avvalersi di sostegno tecnico. Il Comitato delle regioni ha negoziato perché il Centro comune di ricerca possa fornire questo supporto”.

E l’Istituto europeo di tecnologia (Eit)?
“È molto importante. La Commissione europea ha chiesto all’Istituto di lavorare di più come le autorità locali. L’Istituto ha il suo quartier generale a Budapest, ma ha uffici in ogni Stato membro. Tutti questi uffici dovranno dare il loro contributo”.

L’industria in tutto questo che ruolo gioca?
“Gioca un ruolo fondamentale, perché qui si parla di sviluppo, sviluppo industriale. Le cinque missioni dell’Ue rientrano nel campo delle ricerca, sono finanziate dal programma europeo per la ricerca Orizzonte Europa, e dunque, quando si parla di industria, si tratta di puntare su più ricerca e sviluppo. Serve una svolta, perché ancora non abbiamo tutte le tecnologie che servono per avere una società pulita a emissioni zero. Per questo dobbiamo mobilitare la conoscenza”.