Al G7 focus sull’energia: Draghi ripropone price cap gas

L’energia al centro della seconda giornata del G7 in corso a Elmau, in Germania, con il presidente del Consiglio Mario Draghi che ha ribadito ai leader l’importanza dell’attivazione di un tetto massimo al prezzo del gas. Secondo quanto si apprende, non è escluso che dal vertice possa arrivare un accordo sul price cap per il petrolio russo. L’invito a “limitare i prezzi del petrolio” esportato da Mosca è arrivato anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ricordato: “Per noi è importante una presa di posizione coerente dei Paesi del G7 sulle sanzioni. Devono essere ulteriormente rafforzate”. Sul petrolio, dunque, si potrebbe arrivare a una conclusione, mentre è più difficile che venga trovata un’intesa sul tetto massimo al prezzo del gas, nonostante le richieste di Draghi.

Come annunciato, al G7 di oggi, uno dei temi affrontati sarebbe stato quello riguardante la sicurezza alimentare: “Siamo uniti e determinati a sostenere con forza l’Ucraina nella produzione e nell’esportazione di grano, olio e altri prodotti agricoli e promuoveremo iniziative coordinate che stimolino la sicurezza alimentare globale e affrontino le cause dell’evoluzione della crisi alimentare mondiale“, si legge nelle conclusioni del vertice dei leader. I Grandi hanno poi ricordato come la Russia abbia un’enorme responsabilità per le crescenti minacce alla sicurezza alimentare globale come risultato del conflitto.

(Photo credits: LUKAS BARTH / POOL / AFP)

G7

Chiuso il vertice G7: impegni misurabili su energia, clima e transizione verde

Lotta al cambiamento climatico, tutela della biodiversità e sicurezza energetica. Non cambiano gli obiettivi di breve e lungo termine del G7, ma dal vertice dei ministri del Clima, dell’energia e dell’ambiente del 25-27 maggio sono emersi obiettivi e strategie che possono essere misurabili, oltre le dichiarazioni d’intenti.

L’energia è la questione urgente, considerate le conseguenze della guerra russa in Ucraina sui mercati internazionali e sull’amento dei prezzi di petrolio, gas, carbone e minerali. “Entro la fine dell’anno” serviranno “progressi significativi” sull’efficienza energetica e sull’introduzione di tecnologie pulite, sicure e sostenibili, ma anche sulla diversificazione dell’approvvigionamento dell’Europa, si legge nella dichiarazione congiunta. Si potranno sfruttare forniture di gas naturale liquefatto (GNL) e considerare “misure efficaci” per fermare l’aumento dei prezzi, senza compromettere la politica climatica.

g7

Ecco perché le economie del G7 dovranno anche impegnare “almeno 1300 miliardi di dollari in fonti rinnovabili, triplicando gli investimenti in energia pulita e reti elettriche tra il 2021 e il 2030” ed eliminando i rallentamenti alle procedure di autorizzazione. In questo modo si favorirà la sicurezza delle forniture e la riduzione dei rischi climatici legati alla dipendenza dalle fonti fossili, oltre alla crescita economica e la “creazione di 2,6 milioni di posti di lavoro nel prossimo decennio”. Da rilevare l’impegno “entro il 2030” sulla parità di retribuzione e di genere nel settore dell’energia pulita.

Sempre sul piano delle rinnovabili, sarà necessario “un settore elettrico prevalentemente decarbonizzato entro il 2035”, con la priorità di eliminare la produzione di energia dal carbone non abbattuto e i sussidi ai combustibili fossili “entro il 2025”. Allo stesso modo, si dovrà garantire che il settore stradale sia “altamente decarbonizzato entro il 2030”. Per quanto l’idrogeno a basse o zero emissioni avrà un “ruolo centrale” nel futuro – e per questo il G7 ha lanciato l’Hydrogen Action Pact sulla cooperazione nel suo sviluppo, regolamentazione e promozione – ci si aspetta che “nel prossimo decennio” più Paesi adottino il nucleare nel proprio mix energetico, attraverso tecnologie avanzate come i reattori modulari di piccole dimensioni.

Cruciale è la questione dell’azzeramento netto delle emissioni di gas serra entro il 2050, a cui tutti i Paesi si devono allineare “con urgenza”. Contro i cambiamenti climatici sono due gli impegni da sottolineare: una “mobilitazione congiunta di 100 miliardi di dollari il prima possibile e fino al 2025” per azioni di mitigazione “significative”, e lo stop ai nuovi sostegni pubblici diretti al settore dei combustibili fossili non abbattuti “entro la fine del 2022”, fatte salve “circostanze limitate e chiaramente definite”. Sarà necessario anche “raddoppiare entro il 2025” l’erogazione di finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo per l’adattamento agli obiettivi climatici e, per rafforzare il valore di queste iniziative sulla decarbonizzazione, si promuoverà l’istituzione di un Club del Clima internazionaleaperto e cooperativo”.

Il capitolo sulla protezione della natura sottolinea infine l’urgenza della “mobilitazione di risorse finanziarie private e pubbliche, nazionali e internazionali entro il 2025” e l’eliminazione delle sovvenzioni dannose per la biodiversità “al più tardi entro il 2030”. Dopo il successo della Roadmap di Bologna sull’economia circolare, il G7 ha adottato la Roadmap di Berlino per implementare gli strumenti sul raggiungimento degli obiettivi climatici. Inoltre, è stata fissata la data del 2030 per la conservazione e la protezione di terre, acque terrestri e oceani. Nello specifico, per la tutela degli oceani contro l’inquinamento da plastica è stato chiesto uno “strumento internazionale giuridicamente vincolante” sulla diversità marina nelle acque internazionali.

Tags:
, ,
decarbonizzazione

Clima, verso il G7 dell’Ambiente. Cingolani: “Alleanza per emissioni zero”

Stabilire un’alleanza globale per la protezione del clima, promuovere una transizione energetica pulita, sostenibile e inclusiva, preservare la biodiversità rafforzando le attività correlate all’efficienza delle risorse e all’economia circolare, migliorare la sostenibilità della gestione delle sostanze chimiche, proteggere i mari e tutelare la biodiversità marina. Questi i temi oggetto di discussione alla riunione dei ministri del Clima, dell’Energia e dell’Ambiente dei Paesi del G7 che si terrà il 26 e 27 maggio a Berlino.

In merito all’incontro, nel corso dell’informativa alla Camera, il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha lanciato un messaggio inequivocabile: “Innalzare le ambizioni non è sufficiente. Occorre un richiamo forte a tutti i grandi emettitori, specie quelli che sono membri del G20, a presentare nuovi obiettivi di riduzione in linea con il mantenimento della temperatura globale a 1.5 gradi centigradi e gli impegni adottati a Glasgow“, ha sottolineato il ministro.

CLUB SUL CLIMA

E, in questa direzione, un’importante proposta arriva dalla Germania. Lo ha ricordato lo stesso Cingolani, riferendosi alla costituzione di un ‘Club sul clima’ al fine di allineare le politiche e misure climatiche soprattutto nei settori industriali, accelerando il taglio delle emissioni e, al contempo, “prevenire distorsioni al mercato e il fenomeno del carbon leakage”. Tre i pilastri, ha spiegato il ministro, sui quali poggia il Climate Club: “Misurazione delle emissioni ricorrendo a strumenti quali il Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam); progressiva trasformazione dei settori industriali attraverso approcci comuni di decarbonizzazione delle industrie; sviluppo di partnership internazionali per la sostenibilità nel settore energetico, nelle economie emergenti e nei paesi in via di sviluppo con la progressiva diffusione delle rinnovabili“.

EMISSIONI ZERO ENTRO 2050

Cingolani, nel corso dell’informativa, ha poi ricordato che per il settore energetico “è emersa inoltre, la determinazione ad accelerare la transizione verso un futuro a zero emissioni nette entro il 2050, mantenendo al contempo la sicurezza e l’accessibilità dei sistemi energetici”, anche attraverso la “rapida espansione delle rinnovabili”.

METANO

Tutti temi sul tavolo del prossimo G7, la cui agenda sarà fitta di proposte e nodi da sciogliere. Come quello relativo alla riduzione delle emissioni di metano. “La presidenza tedesca – ha detto Cingolani – ha proposto l’impegno di sviluppare dei piani di azione nazionali volti a diminuirle”. L’obiettivo è quello di “riaffermare l’impegno definito in ambito del Global Methane Pledge adottato a Glasgow per la riduzione delle emissioni globali di metano antropogenico di almeno il 30% al di sotto dei livelli del 2020 entro il 2030”. “L’Italia ha proposto, e la membership G7 ha accolto – ha aggiunto Cingolani – di considerare anche il ruolo delle tecnologie waste-to-fuel (come il biometano) quale preziosa opportunità per mitigare le emissioni di metano“.

IDROGENO

In tema di rinnovabili, al vertice di Berlino si parlerà anche di idrogeno, “elemento chiave verso una piena decarbonizzazione delle economie”. L’idea, ha ricordato il titolare del Mite, è quella di lanciare il “G7 Hydrogen Action Pact, iniziativa volta ad accelerare e rafforzare l’azione congiunta nel campo dell’idrogeno, nonché a favorire le sinergie e la razionalizzazione delle attività svolte nelle diverse piattaforme multilaterali già esistenti”. “Promuovere lo sviluppo e la definizione di standard settoriali comuni al fine di favorire la produzione, l’uso, il commercio e il trasporto di idrogeno è obiettivo anche dell’Italia”, ha fatto sapere Cingolani.