Tanti auguri Gea: e il bello deve ancora venire…

Eccoci qui, a festeggiare il nostro secondo compleanno. Immagino che per molti sia niente, è comprensibile, ma per noi di GEA rappresenta tantissimo. Siamo ancora anagraficamente piccoli però stiamo crescendo in fretta. E bene. E con entusiasmo. E, ovviamente, con mugugni ancestrali. Perché il giornalista mugugna per antonomasia, sennò non sarebbe tale, sennò non darebbe l’anima per la sua testata.

L’ultimo anno lo abbiamo vissuto con l’obiettivo di consolidare il nostro lavoro in termini di qualità e quantità, di correggere gli errori che inevitabilmente accompagnano ogni inizio da zero, di allargare il perimetro delle conoscenze: nostre verso gli altri e degli altri verso di noi. Il dialogo con le istituzioni si è intensificato, così come i rapporti con le aziende; in più abbiamo aggiunto un altro tassello al mosaico composto dal flusso di notizie, dagli approfondimenti, dalle infografiche e dalle videografiche: a fine dicembre è nato GeaTalk, un format video (in streaming) per confronti senza filtro con personaggi della politica e dell’imprenditoria. Testi, data visualization, video: il combinato disposto di GEA era cosa ci eravamo immaginati ad agosto 2021, quando ha preso vita questo progetto ambizioso e sfidante in capo al desiderio di fare un’informazione non convenzionale.

La cronaca quotidiana ci ha portato ad allargare inevitabilmente i nostri orizzonti, anche se la lente di ingrandimento continua a essere quella della transizione verde, della sostenibilità economica e sociale. Un anno dopo abbiamo le spalle (più) larghe e possiamo guardare avanti con fiducia, ponendoci obiettivi ancora più performanti.

Il terzo anno deve essere quello del salto in alto: definitivo. Possiamo e dobbiamo farcela, in fondo nulla è impossibile con la fantastica redazione di GEA, alla quale va – come sempre – il mio ringraziamento. Nulla sarebbe stato e sarà possibile senza l’apporto straordinario delle mie colleghe e dei miei colleghi: con loro continuo ad avere un debito di riconoscenza. Possono tranquillamente fare senza di me, sono una garanzia assoluta di professionalità e dedizione. Grazie anche al team grafico e al centro studi che lavorano in parallelo con la redazione. E, infine, un enorme grazie alla divisione commerciale perché, diceva quello là, non di soli sogni vive il genere umano.

PS Ora stappiamo bollicine, ma con moderazione. La tastiera ci attende ed è molto peggio dell’etilometro….

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Guidesi: Porterò in Ue voce manifattura lombarda, puntare su imprese non su ideologie

Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia, porterà il sistema manifatturiero della prima regione d’Italia a Bruxelles entro la fine di marzo, per chiedere un “cambio di rotta: meno ideologia, più incentivi, un maggiore ascolto dei territori e puntare su chi produce”. Se poi la Bce “tagliasse i tassi”, gli investimenti per una transizione sostenibile economicamente potrebbero accelerare. Guidesi è stato ospite del quarto #GeaTalk nella redazione milanese di GEA, dove ha affrontato tutti i temi critici che toccano il tessuto imprenditoriale lombardo, italiano ed europeo, in virtù anche delle sue cariche continentali. L’assessore lombardo è infatti vicepresidente dell’Automotive Regions Alliance che riunisce 35 regioni d’Europa impegnate nell’industria automobilistica e dal 1° gennaio 2025 ne diventerà presidente, inoltre da inizio 2024 ha assunto la presidenza dell’European Chemical Regions Network attiva nel settore chimico.

La transizione green e digitale ha un impatto molto importante dal punto di vista economico, ma la Lombardia è una regione molto avanti da questo punto di vista”, ha detto Guidesi, durante la diretta trasmessa su www.geagency.it, www.eunews.it e www.ilmessagero.it: “Noi siamo quella regione – ha aggiunto – che riciclava la plastica ancora prima che venisse indicata come obiettivo quindi godiamo di una capacità di anticipo dei tempi che continua a consentirci di vincere una competizione internazionale e arrivare primi“. Certo è che “ci sono situazioni con imprenditori con un’età media elevata che dicono: ‘Siamo disposti ad andare avanti con la nostra attività, ma se dobbiamo fare investimenti che non possono essere ammortizzati in futuro è evidente che preferiamo chiudere’. Alcuni settori – ha sottolineato – avranno un futuro se saranno sostenuti adesso negli investimenti perché gli obiettivi saranno raggiunti solo attraverso gli investimenti. L’alternativa è la deindustrializzazione, la desertificazione delle opportunità economiche. Per questo stiamo lavorando tanto a livello europeo perché ci siano il realismo e l’attenzione necessarie affinché le imprese vengano accompagnate nel raggiungimento degli obiettivi“.

Ad esempio “sull’automotive serve un cambio di rotta da parte della Commissione Europea che ha commesso un clamoroso errore facendo un assist economico nei confronti dei cinesi, rischiando di distruggere un comparto in cui l’Europa era leader. E’ un comparto fondamentale per la competitività, la crescita economica e il progresso. Siamo convinti – ha evidenziato Guidesi – che gli obbiettivi ambientali vanno raggiunti e possono essere raggiunti tutelando le nostre imprese. Abbiamo un 30% di aziende che non possono convertirsi e rischiano la chiusura, non possiamo permetterlo”. Se parliamo invece di chimica, “quella verde, va sottolineato – ha puntualizzato l’assessore lombardo – che il settore ha fatto passi incredibili dal punto di vista della sostenibilità. La chimica oggi darà un contributo decisivo alla transizione dal punto di vista ecologico. Senza chimica quegli obiettivi di sostenibilità non potremo raggiungerli… compone il 95% dei prodotti che vediamo. È un settore fondamentale sotto ogni aspetto e siamo protagonisti di questo settore, lo vogliamo essere anche dal punto di vista strategico a medio e lungo termine”.

Ci sono alcuni settori che hanno bisogno di notevoli investimenti” nell’ottica della transizione green, “serve un supporto pubblico e lo deve fare la Commissione europea perché non può definire gli obiettivi e poi non consentire gli investimenti per raggiungerli visto il costo del denaro, con la politica monetaria che a questo punto diventa uno dei tanti paradossi dell’Unione europea“, ha proseguito Guidesi. “La Bce deve tagliare i tassi per accelerare gli investimenti” e “se l’Europa vuole essere competitiva deve puntare su chi produce, il futuro dipende dalla manifattura e per questo ci candidiamo a essere interlocutore con l’Ue, come prima regione manifatturiera d’Italia. Per questo, entro marzo convocheremo il tavolo della competitività che si svolge per la prima volta a Bruxelles per certificare il nostro protagonismo e la richiesta di essere ascoltati“, ha concluso l’assessore allo Sviluppo economico lombardo.

Fini (Cia): “Irpef piccolo passo ma montagna da scalare. Domani non saremo in piazza”

Il ripristino dell’esenzione dell’Irpef è un “piccolo passo“, ma in agricoltura “la montagna è ancora da scalare“. Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori italiani, venerdì 9 febbraio è stato convocato dal governo con le altre associazioni di categoria a Palazzo Chigi.

Sul tavolo c’era anche l’Irpef, la punta di un iceberg di problemi. Il ripristino è comunque un segnale, spiega durante il #GeaTalk: “Tante aziende agricole, soprattutto medio piccole, già erano esentate. Però, ce ne sono anche altre che invece dovevano pagarla, dunque questo è un passo verso queste aziende che devono stare sul mercato proprio come le altre”. Cia aveva presentato un emendamento per una esenzione completa per tutti. “Si è trovata questa mediazione, che approviamo, rispetto all’enormità dei problemi che abbiamo va nella giusta direzione. Dobbiamo affrontare tante altre problematiche, la montagna è ancora da scalare”, scandisce.

 

 Il tavolo con il governo sarà aggiornato?

C’è stata una grande disponibilità da parte del presidente Meloni a incontrarci in futuro, non abbiamo fissato date. Credo debba essere fatto perché abbiamo bisogno di seguire passo dopo passo le proposte fatte dal governo e controllare che vengano messe in pratica. Molte contenevano nostre rivendicazioni, fatte nell’assemblea nazionale del 30 novembre, nella manifestazione del 26 ottobre e ancora prima a febbraio, durante la conferenza economica. Dovremo vigilare perché .le proposte si trasformino in fatti.

 Il ripristino dell’esenzione è stato accolto piuttosto tiepidamente dagli agricoltori senza bandiera, che non accennano a indietreggiare sulle proteste dei prossimi giorni. Voi domani sarete in piazza a Roma?

No. C’è una parcellizzazione e anche una certa frammentazione di questi movimenti nati in maniera spontanea: alcune sigle hanno portato avanti rivendicazioni solo agricole, altre invece si sono aperte a temi diversi, che non condividiamo. Sono movimenti spontanei, autonomi che non hanno voluto alcuna bandiera sindacale. Anzi, a volte si sono scagliati, in maniera ingiusta secondo noi, contro le rappresentanze agricole. Non saremo in piazza ma rivendichiamo anche noi alcuni temi che vengono posti. Dunque, vediamo in maniera positiva questa attenzione sul mondo agricolo, è un fatto positivo che sia centrale nel dibattito.

Il ministro Francesco Lollobrigida e il governo hanno fatto abbastanza in Europa o si poteva fare di più?

Hanno posto grande attenzione sull’agricoltura. Sono state fatte cose molto positive, alcune per certi versi insperate. Mi riferisco in particolare al Pnrr, dove sono state stanziate risorse molto importanti nei confronti dell’agricoltura. Hanno tenuto posizioni decise a livello europeo che hanno portato risultati importanti per tutto il sistema Italia, perché la Commissione ha portato avanti scelte scellerate che andavano contro gli agricoltori e il Parlamento europeo ha dovuto metterci una pezza per evitare il tracollo del settore. In questo il governo ha lavorato bene. Ma restano sul tavolo alcuni temi che dovremo affrontare con urgenza, credo che su questo si possa e si debba migliorare.

Pensa anche lei che i trattori siano nelle piazze per colpa del Green Deal?

Siamo europeisti convinti e altrettanto convintamente pensiamo che sulle tematiche agricole vada cambiato il paradigma degli ultimi anni. Timmermans ha avuto carta bianca per portare avanti all’interno della Commissione alcune politiche scellerate fatte contro gli agricoltori e non con gli agricoltori, come invece andavano fatte. Se si vuole portare avanti il Green Deal europeo, le politiche vanno fatte con gli agricoltori. Sogno davvero un’Europa che finalmente possa mettere al centro l’agricoltura come settore economico fondamentale e produttore del bene primario che è il cibo, ma anche come presidio del territorio e dell’ambiente, di aree fragili del Paese che senza agricoltura non avrebbero un futuro. Su quei territori dovremmo accendere un faro.

Siete disposti quindi ad accettare la sfida della transizione ecologica?

Siamo rimasti in balia delle ideologie per troppi anni. Come per le Tea, per alcuni anni paragonate agli ogm, in maniera ideologica. Abbiamo perso tantissimo tempo. Metterle a disposizione significa andare verso il compromesso tra ambiente e agricoltura. Ci sono tanti temi su cui l’agricoltore accetta la sfida climatica, a parte di avere gli strumenti per contrastarla. Il grande errore della Commissione europea è stata anteporre la sfida ambientale quando i due settori dovevano andare di pari passo.

Cosa pensa della nuova Pac?

Su questa Pac credo ci sia una responsabilità a livello europeo nella costruzione di un impianto che non dà risposte agli agricoltori, ma anche a livello nazionale. Da un calcolo fatto, solo il 70-75% dei contributi arriva agli agricoltori rispetto al passato, quindi manca nelle casse un 20-25% di denari che erano comunque importanti, soprattutto in alcune realtà, come nelle are più fragili del Paese. Va rivisto l’impianto per la futura Pac, perché quella di oggi non risponde per tanti aspetti alle richieste del settore agricolo e quindi dobbiamo avere una visione futuristica rispetto alla crisi climatica che stanno affrontando le aziende agricole. Tutto il tema legato alla gestione del rischio è fondamentale, poi c’è quello legato alle aziende più fragili, che si occupano di una agricoltura che deve resistere.

Cosa risponde a chi dice che il settore dell’agricoltura gode già di molti sussidi?

A chi punta il dito contro l’agricoltura perché riceve molti sussidi – aggiunge Fini parlando con Gea -, dico che la Pac è stata impostata anni fa per sostenere i redditi degli agricoltori da un lato e dall’altro per cercare di riequilibrare i prezzi sul mercato. Credo ci siano ancora oggi queste esigenze, ma il sussidio viene dato perché l’agricoltore non riesce ad avere un reddito adeguato perché non riesce a formare lui stesso il prezzo di mercato delle proprie produzioni e dall’altro lato c’è una grande valenza ambientale e sociale dell’agricoltura che va riconosciuta e che il mercato non è in grado di riconoscere. Rivendico che gli agricoltori non stanno percependo sussidi, ma il giusto compenso per quello che fanno.

Teme la concorrenza dell’Ucraina e del Mercosur?

Se l’Ucraina dovesse entrasse nell’Ue sarebbe un grosso problema da gestire. E’ un Paese molto grande e importante dal punto di vista agricolo, che metterebbe una concorrenza spietata per certi aspetti. Lì la mano d’opera costa molto meno, i prodotti sarebbero immessi nel mercato senza dazi. Sarebbe una concorrenza importante. Dal punto di vista agricolo sarebbe grosso problema. Dal punto di vista del Mercosur, ci sono poche opportunità e tanti punti critici. Primo il fatto di poter immettere sul mercato a livello europeo prodotti che hanno regole diverse rispetto ai nostri. Noi continuiamo a sostenere una regola di reciprocità negli scambi commerciali europei, è chiaro che questo trattato va nella direzione opposta. Questo dobbiamo modificarlo, creerebbe una concorrenza sleale che non ci possiamo più permettere. La regola di reciprocità significa che noi a livello europeo produciamo con regole che vanno verso la transizione ecologica dell’agricoltura, non possiamo continuare a importare produzioni che non hanno le nostre regole e ci fanno concorrenza sleale.

Nella terza puntata di #GeaTalk: Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori italiani

La protesta dei trattori e il futuro dell’agricoltura in Europa sono al centro del #GeaTalk di oggi, 14 febbraio, alle 15.30.

Per capire le ragioni degli agricoltori, le aperture del governo, le prospettive a Bruxelles, ne parliamo sul nostro canale Youtube con il presidente di Cia-Agricoltori italianiCristiano Fini.

Sarà la terza puntata del format videogiornalistico di Gea, con i rappresentati delle istituzioni, della politica, delle aziende, della società civile, universitaria e del terzo settore in dialogo diretto su tematiche di stretta attualità. In diretta streaming, attraverso videoclip e news testuali, raccontiamo protagonisti e decisori dei nostri giorni, i loro progetti e le loro opinioni.

Nella prima puntata, il 21 dicembre 2023, ci siamo confrontati con Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, nella seconda, il 6 febbraio, con Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

Agricoltura, Giansanti: Mercosur? A queste condizioni nostre produzioni a rischio

“L’accordo col Mercosur porta vantaggi in altri ambiti dell’economia, ma vista la situazione attuale, il settore del pollame, del riso e della zootecnia da carne sono fortemente a rischio dall’importazione di produzione. Quindi noi diciamo ‘no’ all’accordo a queste condizioni. Se, al contrario, modificate le condizioni, allora a parità di concorrenza ci confronteremo”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA. Il tema è proprio quello della competizione, a causa dei “sistemi di miglior vantaggio rispetto a norme che i singoli Paesi hanno costruito sulle loro economie”. Tante le differenze, ha ricordato Giansanti, a partire dalla burocrazia. In Italia, “c’è lo stesso animale” che c’è in Sudamercia, ma “con un carico di burocrazia e di costi che non rende competitiva la vendita di carne sul banco della macelleria e io credo che tutto questo debba trovare una soluzione”.

Ue, Giansanti: Chiederemo prossima vicepresidenza a commissario Agricoltura

Spero che questa attenzione” dell’Europa al tema dell’agricoltura “non sia solamente un’attenzione elettorale, perché se tutto questo serve soltanto per conquistare il voto degli agricoltori a livello europeo, mi preoccupa molto quello che accadrà dopo i primi giorni di giugno”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA. “Ci aspettiamo – ha aggiunto – che questa attenzione che noi ci stiamo vedendo venga anche definita poi nella percorso della nuova Commissione europea. Mi chiedo, quindi, se siamo pronti e maturi oggi per dare una vicepresidenza di peso non più al commissario all’Ambiente, ma al commissario dell’Agricoltura. Chiederemo che la vicepresidenza della prossima Commissione europea venga assegnata alla chi oggi rappresenta il gabinetto dell’Agricoltura”.

Proteste agricoltori, Giansanti: Due anni fa noi unici a dire che Pac era sbagliata

“Quando due anni fa fu approvata la Politica agricola comune nel silenzio generale o, al contrario nel plauso generale, ci fu solo una persona che disse che quella politica, cioè io. Non è che io oggi voglio fare quello che dice ‘ve l’avevo detto’, ma se due anni fa coloro i quali oggi dicono che tutto è sbagliato si fossero allineati alle nostre proposte, probabilmente oggi non avremmo i trattori in piazza”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA .

Pesticidi, Giansanti: Non mi intesto vittorie, ma ritiro regolamento è quello che ci voleva

“Non mi intesto vittorie né sconfitte, mi interessano i risultati”. La volontà della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di chiedere lo stop alla proposta di regolamento Sur (Sustainable use of pesticides) sul taglio dell’uso dei pesticidi “è quello che ci voleva. Detto questo ci saranno probabilmente altri atti legislativi che potrebbero essere ritirati o ripensati ed è quello che mi auguro”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA.

Ue, Giansanti: Ingresso Ucraina sarà come rompighiaccio per agricoltura

L’ingresso dell’Ucraina in Ue “sarà come quando arriva una spaccaghiaccio: spacca, appunto, il ghiaccio e si aprono ovviamente delle crepe”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti, intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA. Se il suo ingresso “non verrà compensato con un aumento significativo del budget a sostegno degli agricoltori degli altri 27 Stati membri”, avverte, si rischia di “mettere in forte difficoltà tanti settori dell’economia agricola dei diversi Paesi”.

Nella seconda puntata di #GeaTalk: Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura

La protesta dei trattori scuote l’Europa, arriva nella Capitale e punta al palcoscenico più importante d’Italia, Sanremo.

Per capire le ragioni degli agricoltori, le risposte del governo, le prospettive in Europa, ne parliamo oggi, 6 febbraio, in diretta alle 13 sul nostro canale Youtube con il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Si tratta della seconda puntata di #GeaTalk, format videogiornalistico con i rappresentati delle istituzioni, della politica, delle aziende, della società civile, universitaria e del terzo settore in dialogo diretto su tematiche di stretta attualità. In diretta streaming, attraverso videoclip e news testuali, raccontiamo protagonisti e decisori dei nostri giorni, i loro progetti e le loro opinioni.

Nella prima puntata, il 21 dicembre, ci siamo confrontati con Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.