Sicurezza alimentare, come l’Ue affronta i rischi della guerra
Garantire alimenti sicuri dal ‘produttore al consumatore’, dal ‘campo alla tavola’. La Commissione europea si pone questo tra gli obiettivi della sua politica di sicurezza alimentare, messa duramente alla prova dall’inizio della guerra di Russia in Ucraina. Con l’invasione si è aperta a Bruxelles una riflessione sulla necessità di aumentare la produzione alimentare in Europa, anche perché Russia e Ucraina sono tra i maggiori esportatori di materie prime agricole al mondo. La guerra, che va avanti da febbraio, ha avuto tra le conseguenze anche un rallentamento della produzione e un sostanziale blocco delle esportazioni da Kiev, che ha fatto temere per la sicurezza alimentare globale. L’Ucraina, infatti, produce il 12% del grano mondiale, il 15% del mais e il 50% dell’olio di girasole, ed è il principale esportatore di prodotti agricoli per i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.
Sul fronte interno, l’Europa ha iniziato a lavorare a una sospensione di alcune politiche per far fronte ai timori di insicurezza alimentare. A luglio ha formalizzato una deroga temporanea alle norme sulla rotazione delle colture e sul mantenimento di elementi non produttivi sui terreni coltivabili, per aumentare la capacità di produzione dentro l’Unione europea, così da compensare il blocco delle importazioni. Si tratta di norme varate dall’Ue nell’ambito della Pac, la politica agricola comune, per rendere più sostenibile a livello ambientale il sistema agroalimentare europeo, ma che adesso Bruxelles ritiene di dover derogare temporaneamente per far fronte all’insicurezza alimentare dettata dalla guerra.
Mettendo in pausa la rotazione delle colture – una tecnica agronomica che fa ‘girare’ le colture coltivate nello stesso appezzamento, per mantenere i terreni fertili – Bruxelles ha stimato di poter rimettere in produzione attiva circa 1,5 milioni di ettari rispetto a quelli utilizzati attualmente per la produzione di cereali. Riconoscendo l’importanza di queste norme chiamate ‘BCAA’ (Buone condizioni agronomiche e ambientali) per gli obiettivi di sostenibilità dei terreni e delle aziende agricole, Bruxelles precisa che la deroga sarà solo temporanea: sarà limitata al 2023 e a quanto strettamente necessario per affrontare le preoccupazioni di sicurezza alimentare globale. Le colture necessarie all’alimentazione animale (mais e soia) non saranno interessate.
Da quando la guerra di Russia è iniziata, l’Ue ha inoltre varato un piano per aggirare il blocco dei porti sul Mar Nero, causati dall’occupazione russa, e facilitare le esportazioni di grano e cereali dall’Ucraina in tutto il mondo (attraverso le cosiddette corsie di solidarietà), ma ha anche pianificato una serie di misure per la sicurezza alimentare dell’Europa, tra cui un pacchetto di sostegno da quasi 500 milioni di euro ricorrendo alla riserva di crisi della Pac e liberando dai vincoli di produzione quasi quattro milioni di ettari per aumentare la produzione in Europa. Il piano – presentato a fine marzo – ha incluso infatti una deroga temporanea per il 2022 ai vincoli della Pac per consentire la produzione di colture per scopi alimentari e mangimi su terreni incolti (i cosiddetti ‘terreni a riposo’) e un nuovo quadro straordinario di aiuti di Stato per agricoltori e aziende agricole, per far fronte al caro dei prezzi di energia, fertilizzanti e produzione.