Infrastrutture, porti e difesa suolo: in Liguria la partita tra Bucci e Orlando

Si gioca in buona parte sul tema infrastrutturale e sulla difesa del territorio la partita elettorale in Liguria, al voto domenica 27 e lunedì 28 ottobre per eleggere il presidente della Regione e il Consiglio regionale, con elezioni anticipate a seguito dell’inchiesta culminata con il patteggiamento di una condanna per il presidente Giovanni Toti.

Il centrodestra si presenta con la stessa coalizione del governo nazionale a sostegno di Marco Bucci, primo cittadino uscente di Genova (oltre ai soliti partiti e a due liste civiche anche Alternativa Popolare guidata da Stefano Bandecchi, il sindaco di Terni).

Il centrosinistra, riunito nel campo largo tranne Italia viva, sostiene Andrea Orlando: Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle, Patto Civico Riformista, Andrea Orlando Presidente, Liguri a Testa Alta.

Nove in tutto i candidati presidente. In corsa, infatti, ci sono anche Nicola Morra (Uniti per la Costituzione), Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare), Marco Ferrando (Partito Comunista dei Lavoratori), Nicola Rollando (Potere al popolo, Pci e Rifondazione Comunista), Maria Antonietta Cella (Partito Popolare del Nord), Davide Felice (Forza del Popolo) e Alessandro Rosson (Indipendenza).

MARCO BUCCI. Migliorare la qualità di vita dei liguri è il claim della campagna elettorale di Bucci: “La Liguria deve diventare il posto ideale per vivere, lavorare, studiare e trascorrere il tempo libero”, si legge nel programma. Posto d’onore tra i macro temi su cui puntare ha il sistema infrastrutturale della regione. Bucci si promette di completare tutta una serie di grandi opere a partire dalla Gronda di Genova, il Terzo Valico, il Tunnel subportuale genovese, il Tunnel della Val Fontanabuona. Poi la Bretella Albenga-Carcare-Predosa, il potenziamento delle linee ferroviarie merci tra Savona e Torino, e tra Savona e Alessandria, il raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia nella tratta Andora-Finale Ligure. La costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova.

Per quanto riguarda la mobilità, fondamentale sarà il miglioramento dei collegamenti tra costa ed entroterra potenziando linee esistenti e implementando nuove linee, puntare su nuovi accordi con Trenitalia per potenziamento delle linee regionali e delle linee interregionali strategiche Alta velocità Genova-Milano e Genova-Torino in un’ora di percorrenza.

In tema di difesa del suolo si rende necessario per Bucci completare i grandi interventi (ad es. Scolmatore Bisagno a Genova) e i cantieri per la messa in sicurezza di movimenti franosi attivi, realizzare un piano di manutenzioni straordinario delle strade, dei rivi ed affluenti. Realizzare un piano strutturale di interventi di messa in sicurezza e riqualificazione del territorio sul modello utilizzato per il ripristino della Via dell’Amore e aumentare Fondo Strategico dedicato alla rigenerazione urbana e alla difesa suolo.

Sul lato ambientale-energetico la coalizione di centrodestra intende incentivare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e l’efficientamento energetico tramite appositi bandi e proseguire con piano programmato delle bonifiche oltre che supportare la realizzazione di impianti di desalinizzazione e depurazione acque. Creare una ‘Energy Valley Made in Liguria’ che diventi un punto di riferimento nazionale e internazionale e introdurre delle premialità, nei bandi di sostegno all’impresa, per le aziende ‘green’. 400 milioni saranno investiti nel sostegno del tessuto imprenditoriale tramite le iniziative e i bandi previsti dalla programmazione europea, utilizzando tutti i fondi e accedendo alle premialità.

Su agricoltura e pesca, pesa l’incentivazione non solo di nuove imprese condotte da giovani agricoltori ma anche di nuove imprese condotte da agricoltori non più giovani; il rafforzamento delle filiere agroalimentari regionali; il sostegno alle strategie di sviluppo locale attraverso la costituzione, la partecipazione attiva e la messa in rete del partenariato locale, pubblico e privato.

ANDREA ORLANDO. Rigenerare, innovare, curare, redistribuire sono le parole chiave della campagna del centrosinistra che sostiene Andrea Orlando, sotto lo slogan ‘Liguri, a testa alta’. Per quanto riguarda il territorio, si intende investire in prevenzione rispetto alla difesa dagli eventi climatici estremi, sempre più frequenti, a partire dall’attuazione di un vero piano di contrasto al dissesto idrogeologico, che necessita di una nuova strategia integrata d’intervento. Ovvero, costituire un soggetto dedicato (Agenzia o Struttura di Missione) che abbia il compito di coordinare, progettare e intervenire, in una logica strategica, con interventi di mitigazione del rischio e di prevenzione. E poi, ricostruire la positiva esperienza, abbandonata dalla destra, di un’Agenzia regionale per la coesione territoriale.

In generale, nell’ambito dei trasporti, si punta, anche grazie a una vera innovazione digitale, ad avere un sistema unico di tariffa per tutti i vettori di TPL in Liguria, arrivando a legare la tariffa al servizio effettivamente utilizzato. L’obiettivo è avere un trasporto pubblico e città così efficienti da diminuire la mobilità individuale. Realizzazione di un modello gestionale per il nodo ferroviario di Genova coerente con l’innovazione della rete. Questo comporta anche la previsione di acquisto di nuovo materiale rotabile adeguato alla metropolitanizzazione.

Sul sistema portuale si vuole favorire l’insediamento e consolidamento delle attività maggiormente labour intensive, fra le quali la cantieristica e le riparazioni, che garantiscono anche occupazione di qualità. Portare a compimento politiche ambientali stringenti, attraverso il completo equipaggiamento dei porti per il cold ironing. Pensare ai porti nell’ottica dell’hub energetico, in grado non solo di movimentare e stoccare prodotti energetici, ma anche di produrla puntando sulla diversificazione delle fonti, dall’eolico alle blue energies (es. eolico offshore o produzione di idrogeno). Procedere alla rapida attivazione delle ZLS di Genova e della Spezia con l’obiettivo di favorire l’insediamento di attività che siano in grado di ancorare una quota maggiore del valore prodotto dalle attività portuali. Creare un sistema di incentivazione del trasferimento della quota modale di trasporto terrestre correlato alle attività portuali dalla strada al ferro, che sia complementare e allo stesso tempo innovativo rispetto al Ferrobonus nazionale. Inserire in maniera stabile le crociere in un contesto di politica regionale per il turismo, al fine di accrescere la spesa pro capite dei singoli clienti che scendono a terra.

Sul lato ambientale-energetico maggiori investimenti sulle rinnovabili, no all’impianto di rigassificazione a Vado Ligure e all’ampliamento del sito di Panigaglia per il quale va prevista la dismissione. Aggiornare il Piano Energetico Regionale, ormai datato (2011), con obiettivi più ambiziosi: aumentare l’approvvigionamento da rinnovabili nel nostro territorio (+45%), ridurre i consumi finali di energia (-20%), diminuire le emissioni di CO2 e altri gas climalteranti (-55%) e migliorare l’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile (+90%) entro il 2030. Sbloccare definitivamente la realizzazione del Piano Territoriale Regionale, evitando fenomeni di deregulation rispetto alle destinazioni urbanistiche del territorio. Nuova legge regionale di sistema, per favorire la circolarità in tutte le politiche, dall’acqua ai rifiuti alle politiche di sviluppo. Innovazione degli impianti TMB e di riciclo esistenti, promuovendo impianti di prossimità sia per il compostaggio, che per i centri di raccolta, riciclo e riuso.

Maltempo, Toscana in piena emergenza. Si attende il ‘ciclone’ al sud nel weekend

Mentre la Liguria sta faticosamente uscendo dall’allerta arancione, l’emergenza maltempo sta colpendo la Toscana. Squadre dei vigili del fuoco sono al lavoro da ieri proprio tra Liguria, Emilia Romagna e la Toscana, con oltre 350 interventi di soccorso.

In Liguria sono stati circa 100 gli interventi effettuati da ieri, soprattutto nel genovese, per allagamenti, frane e soccorsi a persone bloccate in auto e ai piani bassi di abitazioni per l’innalzamento dell’acqua. Colpite in particolare le zone di Rapallo, Chiavari, Recco e Sestri Levanti. In Toscana la situazione è più complessa. Qui le squadre dei vigili del fuoco sono al lavoro dalla serata di ieri nelle province di Siena e Livorno per le intense precipitazioni. Nel senese sono stati svolti 60 soccorsi connessi al Maltempo, la maggior parte dei quali tra Siena e Sovicille. A Campiglia Marittima, provincia di Livorno, sono state soccorse stanotte dalle squadre del Corpo nazionale 30 persone minacciate dall’innalzamento dell’acqua generato dalla rottura dell’argine del fiume Cornia. A Suvereto (LI) evacuati gli ospiti di una casa di cura. Nel livornese da ieri sono stati portati a termine 100 soccorsi dalle squadre del Corpo nazionale per allagamenti, salvataggi di persone bloccate in auto o ai piani bassi di edifici. A Bologna sono stati effettuati 90 interventi. A Savigno sono stati evacuati tre nuclei familiari rimasti isolati a causa dell’esondazione del torrente Samoggia.

Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, sta partecipando all’unità di crisi con i Comuni e territori colpiti dalla fortissima perturbazione”. “Sono proseguiti tutta la notte – dice – gli interventi del sistema di Protezione Civile della Toscana per assistenza e soccorso ai cittadini e ripristino della viabilità”. A Campiglia Marittima, riferisce il presidente della Regione, “dove è piovuto in un’ora più di quello che piove in un mese, si è verificata una rottura del Cornia lato campagna che ha superato il livello massimo storico di oltre 8 metri. È stata ritrovata e soccorsa nella notte una persona che risultava dispersa. Nelle prossime ore saranno ancora possibili rovesci sparsi e isolati temporali, più frequenti sul centro-nord della regione”.

Giani traccia anche il quadro della situazione dei fiumi. Sta transitando la piena del Cecina a Cecina; il servizio di piena è attivo anche sull’Ombrone grossetano che ha raggiunto il secondo livello a Buonconvento. “Transito della piena dell’Arbia a Monteroni – dice – e piena in transito dell’Elsa a Ponte a Elsa e dell’Era a Capannoli”. Il Bisenzio e l’Ombrone pistoiese sono in diminuzione al primo livello. L’Arno è sotto i livelli di riferimento”.

Le previsioni per i prossimi giorni non sono buone. Nel weekend, addirittura, il meteo peggiorerà con piogge e nubifragi per tutti: il ciclone tirrenico si approfondirà fino a sfiorare configurazioni simil-tropicali (con un cuore caldo e piogge torrenziali) tra Basso Tirreno e Ionio. Intorno a Sicilia e Calabria si prevedono accumuli fino a 400-500 litri per metro quadrato di pioggia, metà di quanto piove in un anno intero, il tutto in un paio di giorni. Sabato le regioni più colpite saranno quelle del Nord-Est e tutto il Sud, meno la Campania; avremo delle schiarite al Nord-Ovest e questa, se confermata, potrebbe risultare un’ottima notizia. Domenica, infine, nonostante un miglioramento al Centro-Nord, il ciclone intorno alla Sicilia potrebbe continuare a causare piogge eccezionali e potenziali situazioni alluvionali, anche in Calabria, Basilicata e Puglia.

Maltempo, frane e allagamenti in Liguria. Allerta arancione per forti temporali

Da questa mattina alle 9 l’allerta è diventata arancione per temporali (la massima) per il centro levante della Liguria (zona B-C-D-E), mentre il ponente resta in giallo. Da due ore i temporali si sono concentrati sul Mar Ligure e in particolare si stanno spostando verso il levante, in particolare fra Framura e Bonassola. La Protezione civile della Regione ha avvertito tutti i sindaci del levante circa eventuali situazioni di criticità idrologica che potrebbero verificarsi e per l’arrivo di un nuovo fronte temporalesco. Il terreno è saturo per cui è necessario prestare la massima attenzione.

Alcune frane e smottamenti si sono registrate in Liguria tra la serata di ieri e la notte. Nella zona di via Aurelia in corrispondenza di Finale Ligure si è verificato un cedimento di un muro a secco, un’altra frana ieri sera in via Argonauti a Varazze con l’evacuazione di tre famiglie. A Genova Voltri nella zona di Fabbriche un’altra frana ha isolato tre abitazioni; nel quartiere di San Fruttuoso in via delle Rovare è crollato un muro di contenimento, determinando la chiusura di un tratto di strada per rimuovere i detriti. Dal pomeriggio di ieri sono oltre 100 gli interventi svolti dai vigili del fuoco in Liguria, impegnati soprattutto in provincia di Savona per il soccorso ad autisti in difficoltà, allagamenti e danni d’acqua. La situazione, riferiscono, è in miglioramento.

Intanto stamani è stata aperta una corsia, da parte di ANAS, con un senso unico alternato, nel tratto di Aurelia compreso tra Albissola Marina e Celle Ligure chiuso ieri a causa di una frana. A Genova chiusa per allagamenti la rotatoria Tea Benedetti e quella di via San Giovanni d’Acri.

Fronte caldo nordafricano più ciclone atlantico uguale estremo maltempo in Italia. Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma il risultato della somma delle due perturbazioni: entro martedì 22 ottobre avremo accumuli eccezionali concentrati in 3-4 giorni, anche oltre i 400 litri per metro quadrato, in pratica quasi la metà di quanto piove in un anno. Nelle ultime ore, intanto, il fronte caldo nordafricano ha spinto tanta sabbia del deserto nei cieli italiani ma soprattutto ha già favorito nubifragi e alluvioni sul Nord-Ovest, soprattutto lungo la linea di convergenza tra Scirocco e Tramontana.

Questo fronte sarà ancora attivo giovedì, con piogge abbondanti su Nord-Ovest e Toscana costiera nella prima parte della giornata, poi tra pomeriggio e sera anche verso le restanti regioni centrali tirreniche. Anche sul Nord-Est ci saranno acquazzoni intensi nella seconda parte del giovedì con l’ingresso del ciclone atlantico e di un fronte freddo molto attivo.

Venerdì ritroveremo infatti maltempo su quasi tutta l’Italia e un graduale calo delle temperature: le massime più elevate sono previste sul versante centro-meridionale adriatico ma non andremo oltre i 25°C. Dopo numerose giornate tipiche dell’Ottobrata, con punte di 33-34°C sulle Isole Maggiori, possiamo dire che l’autunno è arrivato ovunque.

Ma attenzione, durante il weekend la probabile formazione di un ciclone simil-tropicale con tanto vapore all’interno e un cuore caldo (temperatura dell’occhio del ciclone maggiore delle spire nuvolose esterne) potrebbe portare alluvioni al Sud: al momento, si prevedono quantitativi di pioggia incredibili. Purtroppo la temperatura del mare ancora calda e la potenza prevista del ciclone simil-tropicale potrebbero scaricare più di 400 litri di pioggia su ogni metro quadrato, in pratica il contenuto di due vasche da bagno. Al momento la zona prevista per questo impatto estremo è la Calabria ionica, ma non è possibile dare indicazioni precise con tre-quattro giorni di anticipo: il ciclone simil-tropicale seguirà una traiettoria che al momento non può essere prevista con certezza al 100%.

Di certo nel weekend pioverà su quasi tutta l’Italia, sabato più forte al Nord-Est e al Sud, domenica soprattutto al Sud; e sulle regioni meridionali il ciclone potrebbe colpire ancora fino a lunedì e localmente martedì.

In sintesi, il doppio attacco dal Nord Africa e poi dall’Atlantico, insieme alla temperatura del Mar Mediterraneo ancora calda, genererà potenziali situazioni alluvionali da Nord a Sud: non possiamo escludere criticità ovunque, al massimo stimiamo un minor quantitativo di pioggia in Sardegna e sul medio Adriatico, due zone che sembrano meno impattate dal previsto violento diluvio autunnale.

Piano Mattei, Gozzi: Genova può essere centrale con un grande progetto culturale

Il Mediterraneo “è destinato a diventare uno dei luoghi cardine dell’incontro tra Nord e Sud del mondo. L’Italia si trova quindi in una posizione strategica e deve cogliere questa opportunità straordinaria sfruttando la sua storia, la sua cultura, le sue imprese, la facilità di relazione con le popolazioni della costa sud del Mediterraneo che ci guardano con un’ammirazione e una simpatia che spesso non hanno nei confronti di altri Paesi occidentali. Il lancio del Piano Mattei da parte del Governo va in questa direzione”. Così Antonio Gozzi, responsabile del Piano Mattei per Confindustria Nazionale, in un intervento pubblicato su Piazza Levante.

Le città marittime, dice il presidente del gruppo Duferco, “in questo contesto diventano sempre più importanti, non solo per i loro porti e i loro traffici, che da sempre uniscono il mondo, ma anche perché saranno formidabili sedi di incontri e incroci tra popoli e culture che si affacciano sul nostro mare”. Ecco allora che Genova “ha l’occasione di rilanciare il suo ruolo nel mondo diventando una delle capitali, se non la capitale, di questo processo. La Liguria, se Genova non sarà ‘la Superba’ ma avrà la capacità di coordinare forze ed energie, può diventare un tassello straordinario in questo disegno”.

Nel suo intervento, Gozzi suggerisce al capoluogo ligure di “candidarsi attraverso un grande evento culturale”, visto che da tempo Genova e la Liguria “non ospitano un grande evento di livello internazionale”. Eppure, dice, “gli ingredienti ci sarebbero tutti: tradizione internazionale marittima e finanziaria, arte moderna, pittura, teatro, progetti di riconversione urbana e di messa in valore del centro storico retroportuale più grande del mondo, progetti di cooperazione universitaria e di ricerca, progetti di cooperazione industriale sulla transizione, progetti marittimi e logistici”.

“Mi piacerebbe – scrive Gozzi – che nei programmi di governo che i vari schieramenti presenteranno per le prossime elezioni regionali ci fosse spazio per questi temi intorno ai quali costruire il futuro della Liguria”, anche perché “senza città aperte alle nuove generazioni tutto sarà limitato a contesti che non si rinnovano e non si trasformano e che, per questo, sono destinati a deperire per egoismo senile”.

Maltempo, in Toscana colonne e volontari dal resto d’Italia. Giani: “Non siamo soli”

La Toscana prova a ripartire. Piegata da un numero di danni che non è ancora possibile quantificare, riceve la solidarietà del resto d’Italia.

Dodici Regioni con le colonne mobili e duemila persone sono corse in aiuto, per gestire il passaggio dall’emergenza alla ricostruzione. Il ministro della protezione civile, Nello Musumeci sarà a Campi Bisenzio lunedì, accompagnato dal capo dipartimento Fabrizio Curcio, per un incontro con le istituzioni e le strutture operative.

Intanto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, firma dieci decreti per sostenere il comparto agroalimentare messo in ginocchio dalle violente grandinate, nel resto della Penisola, che hanno messo a rischio le produzioni delle Regioni Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria e Molise.  “Un aiuto concreto alle aziende colpite da eventi meteorologici eccezionali degli scorsi mesi: questo rappresentano i dieci decreti che ho firmato. Abbiamo accolto le richieste arrivate dai territori danneggiati che otterranno un sostegno specifico attraverso il Fondo di solidarietà nazionale“, spiega.

Ma il Masaf è impegnato per aiutare le attività agroalimentare anche in Toscana. “Non appena avremo un quadro più completo dei danni, saremo ancora una volta pronti a dare ai cittadini e ai lavoratori le risposte e i sostegni che meritano“, assicura Lollobrigida. “Con circa 50 milioni di euro di danni nelle campagne è corsa a salvare produzioni agricole, macchinari e scorte di grano e concimi risparmiate dall’alluvione”, prevede la Coldiretti. Ma la stima è in continuo aggiornamento e tiene conto dei danni diretti e visibili alle strutture agricole e produzioni perse o danneggiate alla quale vanno aggiunti i quelli indiretti provocati dalle difficoltà di rispondere alle richieste dei clienti stranieri che, soprattutto per i vivai, potrebbero decidere di rivolgersi altrove.

Il governatore Eugenio Giani fa il punto con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’assessora alla protezione civile, Monia Monni. Emiliano è presente con la colonna mobile della Puglia, ma è anche vice presidente della conferenza delle Regioni. Insieme alla Puglia anche Basilicata, Campania, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria, Val d’Aosta. “Grazie di cuore – scandisce Giani – quando parliamo di collaborazione e sinergia in un momento drammatico, questo è un esempio”. Ora si passa alla fase dell’intervento minuto, dallo sgombero alla pulizia: “Abbiamo bisogno di tanto personale, ma anche di qualità”, afferma.

Più a Nord, la Liguria dichiara lo stato d’emergenza regionale per far fronte ai danni causati dal maltempo e dalle mareggiate che hanno investito il territorio a partire dal 24 ottobre. Domani in Giunta verranno stanziati fondi per 1,5 milioni di euro, che serviranno a coprire le spese sostenute dagli Enti locali per far fronte alle prime emergenze e alle somme urgenze. “Il nostro Dipartimento di Protezione civile sta facendo il punto sui danni insieme ai Comuni: stimiamo circa 30 milioni di euro di danni al solo patrimonio pubblico, cui si aggiungeranno poi i danni subiti da privati cittadini e attività produttive“, fa sapere il governatore, Giovanni Toti, che comunque chiederà anche al Governo di inserire la Liguria nello stato d’emergenza nazionale istituito nelle prossime settimane, facendo una prima “ricognizione speditiva” dei danni, per poter risarcire anche i privati.

maltempo

La tempesta Ciaran fa paura: nubifragi e venti di burrasca

La tempesta Ciaran fa paura in Italia e nel resto d’Europa. A essere più esposte sono le regioni del Nord della penisola e del Nord del continente.

Non sono solo le piogge a preoccupare, ma anche il vento, con raffiche di burrasca di Libeccio e Scirocco che in alcuni punti superano i 90 chilometri orari, abbattendosi con violenza sulle coste tirreniche e su quelle dell’alto Adriatico. Liguria, Lombardia, medio alto Veneto e Friuli Venezia Giulia le Regioni più colpite dai nubifragi.

L’Italia è “un vascello in balìa degli eventi meteo”, denuncia l‘Anbi, in cui “solo la buona sorte ha impedito nei giorni scorsi di trasformarsi in disastri annunciati, limitando i pur sempre grandi disagi degli allagamenti“. L’Associazione precisa comunque che “resta alta la preoccupazione per quanto potrà registrarsi nelle prossime ore”. A testimoniare le emergenze sfiorate sono i dati del report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche: le perturbazioni si sono concentrate soprattutto sulle aree montane dell’Emilia Romagna, della Toscana e della Liguria per poi spostarsi a Nord, coinvolgendo la Lombardia ed il Triveneto, dove le cumulate di pioggia hanno superato i 100 millimetri in una manciata di ore, facendo alzare il livello dei corsi d’acqua ben oltre la soglia di guardia.

E’ allarme nelle campagne, avverte Coldiretti, dove le coltivazioni ingannate dall’autunno caldo sono più sensibili al maltempo e al brusco abbassamento delle temperature. Il freddo arriva infatti in un 2023 che si posiziona nel nostro Paese al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, con l’anomalia climatica che è stata di +1,02 gradi al Nord.

In Trentino Alto Adige, interessato da piogge intense, si sono verificati diversi fenomeni di colate, smottamenti, crolli di roccia, seguiti dai vari Servizi tecnici della Provincia che hanno effettuato sopralluoghi sul posto e disposto gli interventi. Sono sotto attenzione i possibili effetti delle piogge sui terreni già saturi. Costantemente monitorati anche fiumi, corsi d’acque e dighe.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, riunisce l’Unità di Crisi a Marghera. II Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile regionale comunica che, per criticità idrogeologica, è stata dichiarata la fase operativa di ‘Allarme’ (Rossa) fino a mezzanotte del 4 novembre nei bacini idrografici Vene-A Alto Piave (BL), Vene H Piave Pedemontano (BL – TV), Vene B Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone (VI – BL – TV–VR), Vene-C Adige-Garda e Monti Lessini (VR). Per la stessa criticità e negli stessi orari e stata dichiarata la fase operativa di ‘Preallarme’ (Arancione) nei restanti bacini. Contemporaneamente, per criticità idraulica, è stata dichiarata la fase operativa di “Preallarme” (Arancione) in tutti i bacini della regione. Chiuse le scuole per la giornata di domani nei Comuni in Zona Rossa, ovvero tutta la Provincia di Belluno e le aree interessate delle province di Treviso, Vicenza e Verona.

In Liguria Giovanni Toti ricorda che nelle ultime tre settimane “sono caduti più di 500 mm di pioggia il territorio ha tenuto bene“. Sono stati segnalati innalzamenti significativi del Vara a Nasceto, nello Spezzino, dove è stato superato il livello di guardia e si è prossimi al superamento della soglia di esondazione, con possibili criticità attese nelle zone limitrofe alla stazione di monitoraggio. Innalzamento significativo osservato anche più a valle nell’idrometro di Brugnato e il superamento della soglia di guardia anche per l’Aveto a Cabanne. Sui rilievi venti meridionali d’intensità media di tempesta, localmente di uragano con raffiche oltre 150 km/h.

Sulla Toscana Nord-Ovest è rischio idraulico e idrogelogico fino a domani. Allerta arancione anche per mareggiate su costa centrale e Arcipelago e per vento forte su costa, Alto Mugello e Valle del Reno. Allerta gialla per temporali, rischio idrogeologico, vento forte e mareggiate sul resto della regione nella giornata di domani, venerdì 3. Forti piogge e raffiche di vento anche sull’Argentario, dove sono stati superati i 100 km/h e a Viareggio con venti a 83km/h. “Sotto osservazione i fiumi, sul Magra rapido aumento, poco sopra la seconda soglia a Villafranca, con previsione di ulteriore aumento visto le piogge in corso e prossime, picco di piena previsto in serata. Il livello del Serchio è vicino alla prima soglia, picco di piena previsto nella notte a Lucca. In rapido aumento anche il fiume Versilia viste le forti piogge cadute nel bacino a monte“, comunica su Telegram il governatore Eugenio Giani.

Sulle aree appenniniche del settore occidentale precipitazioni intense e persistenti, anche a carattere temporalesco, hanno coinvolto anche le zone montane del settore centro-orientale e le aree di pianura dell’Emilia Romagna. Confermata l’allerta arancione anche per domani, per le piene dei corsi d’acqua, frane e vento, a seconda della zona. Allerta gialla per la costa ferrarese e romagnola, per la bassa collina e la pianura romagnola.

Anche a Napoli chiuse le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado e i cimiteri, anche privati. Lo ha deciso il sindaco, Gaetano Manfredi, con un’ordinanza che segue l’avviso di allerta per previste condizioni meteorologiche avverse diramato dalla sala operativa regionale unificata (Sory) della Protezione Civile della Regione Campania per il rischio meteo.

Nel resto d’Europa, il più grande terminal di importazione di carbone del continente – il terminal Emo nel porto di Rotterdam – ha sospeso le operazioni. “Il terminal è chiuso e non siamo in grado di scaricare o ricaricare“, ha sottolineato a Montel la fonte del terminal. Questo per i forti venti provenienti da Ciaran, che hanno colpito la zona nordoccidentale la notte scorsa, con velocità del vento di oltre 200 km/h registrate in alcune parti della regione. Le previsioni marittime del Met Office del Regno Unito mostravano “bufere da forti a violente tempeste” al largo delle coste olandesi, ricorda Montel.

In Francia è allerta rossa in Côtes-d’Armor e Manche, mentre il Finistère è tornato arancione. In totale, 24 dipartimenti sono in vigilanza arancione. “I venti più violenti riguardano ormai la Côtes-d’Armor e il Canale della Manica“, precisa Météo-France, che parla di numerosi record di vento battuti durante la notte in Bretagna. Circa 1,2 milioni di case sono rimaste senza elettricità nel nord della Francia, di cui 780.000 in Bretagna, dopo il passaggio della tempesta Ciaran, con raffiche di vento registrate a più di 170 km/h. Lo ha annunciato il gestore della rete Enedis, spiegando che la tempesta Ciaran “ha causato gravi danni alla rete pubblica di distribuzione elettrica nel nord-ovest del paese“.

piogge al sud/imago

Arriva il ciclone d’Islanda, si attendono forti piogge. In Liguria evacuata una famiglia

Il ciclone d’Islanda (o depressione) si è attivato. Fino al weekend due perturbazioni raggiungeranno l’Italia e la prima, la più forte, è già in atto in queste ore. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it spiega che quando si parla di ciclone d’Islanda o depressione d’Islanda ci si riferisce a “un vortice semi-permanente che staziona nei pressi dell’omonima isola e che è la fucina di gran parte delle perturbazioni atlantiche. In questo autunno il ciclone ha preso in mano le redini del tempo su molti Stati europei”.

Il fronte perturbato che sta interessando il Nord in queste ore diventerà più intenso dalla tarda mattinata e nel pomeriggio. Le precipitazioni si sposteranno gradualmente da ovest verso est, risultando forti, localmente temporalesche e sotto forma di nubifragio su Liguria, Alpi, Prealpi, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Il fronte instabile nel corso del pomeriggio/sera andrà a colpire anche le regioni tirreniche, quindi la Toscana, il Lazio e inoltre Sardegna e Umbria.

La perturbazione sarà sospinta da intensi venti di Libeccio su Mar Ligure, Tirreno e attorno alla Sardegna e Scirocco sul medio alto Adriatico. Per questo motivo sono attesi sia mareggiate sulle coste esposte sia l’aumento del moto ondoso che diventerà agitato sul golfo ligure.

E proprio in Liguria si sono registrati diversi danni. Nella notte a Camogli sono caduti 108 mm di pioggia in un’ora con cumulate nell’evento di circa 150 mm; a Cabanne 122 in un’ora con una cumulata totale nell’evento di 122 mm, e a Croce Orero 73 mm in un’ora. A Levante si registra un forte vento di burrasca forte con raffiche fino a 97 km/h a Fontana Fresca (sori), a 109 Km/h a Casoni di Suvero con temperature che si assestano intorno ai 20 gradi sulla costa. A Levanto questa mattina si sono registrati sono 23 gradi. Per far fronte ai danni causati dall’ondata di maltempo che stanotte ha colpito la provincia di Genova sono stati effettuati 30 interventi di soccorso dai vigili del fuoco. A Camogli sono state evacuate quattro persone da una casa allagata ed è stata interdetta via Romana per il crollo di un muro di contenimento. A Recco sono stati soccorsi alcuni automobilisti che erano rimasti bloccati nelle proprie autovetture per l’innalzamento del livello dell’acqua nel tratto autostradale immediatamente successivo al casello autostradale in direzione Livorno. Per il forte vento le squadre hanno operato a Chiavari e Lavagna per la messa in sicurezza di porzioni di tetto danneggiate, mentre nella stazione di Santa Margherita Ligure i vigili del fuoco sono intervenuti per la messa in sicurezza di una pensilina, fortemente danneggiata dal vento.

La perturbazione si muoverà verso oriente nella giornata di mercoledì e allora le precipitazioni continueranno a bagnare, ma in forma più irregolare, Toscana, Umbria e Lazio, raggiungeranno diffusamente la Campania e il resto del Sud mentre al Nord le ultime piogge interesseranno il Friuli Venezia Giulia e le Dolomiti. Ma non è finita qui. Nel corso di giovedì, in particolare dal pomeriggio, la seconda perturbazione raggiungerà Alpi e Prealpi per poi scendere fin verso la Pianura Padana. Il maltempo però colpirà ancora una volta la Toscana settentrionale con rovesci intensi. Anche questo fronte instabile sarà sospinto da forti venti di Libeccio che si intensificheranno nella giornata di venerdì quando al Centro-Nord il tempo tornerà decisamente a migliorare, mentre al Sud pioverà in Campania e sul cosentino.

In sintesi, da oggi fino al weekend l’Italia verrà raggiunta da due perturbazioni, di cui la prima sarà la più forte. Entrambi i fronti perturbati saranno sospinti da venti di Libeccio con raffiche fino a 70-80 km/h. Ci saranno mareggiate sulle coste esposte e il Mar Ligure sarà agitato, mossi o molto mossi gli altri bacini.

Riaprire il tribunale del Levante, ecco cosa fare veramente e rapidamente

Il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, interviene nel suo editoriale su ‘Piazza Levante‘ sul tema della riapertura del Tribunale di Levante.

“Questo giornale ha sempre sostenuto che la perdita del Tribunale è stato un durissimo colpo per la città di Chiavari e per il suo ruolo di capoluogo del Tigullio.

È sempre utile ricordare il clima in cui maturò a livello governativo quella scelta scellerata.

Fu una scelta demagogica del governo Monti.

Non riuscendo a procedere con altri tagli di spesa pubblica che l’Europa chiedeva all’Italia dopo la tempesta speculativa che aveva costretto il Governo Berlusconi alle dimissioni, il premier professore pensò bene di procedere alla chiusura dei piccoli tribunali non collocati in capoluoghi di provincia, per dare prova della capacità del suo governo di praticare veramente politiche di austerità.

Si trattò appunto di una scelta demagogica perché in realtà i risparmi di spesa furono minimi o nulli e i disagi per i cittadini utenti del servizio di giustizia enormi.

L’esempio del Tribunale di Chiavari è sotto gli occhi di tutti.

Si trattava di un Tribunale ben organizzato e molto efficiente nella qualità e nei tempi del servizio di giustizia, che serviva un vasto bacino di popolazione compresa una parte dell’entroterra ligure e cioè la Val Fontanabuona, la Valle Sturla e la Val Graveglia tradizionalmente gravitanti su Chiavari.

Si trattava di un Tribunale di presenza antica, abolito sotto il fascismo che detestava ogni forma di decentramento, e riaperto con la Liberazione e la Repubblica.

Si trattava di un’attività direzionale di rango superiore con un importantissimo indotto anche sulle altre attività di servizio e commerciali della città e punto di riferimento di un ceto professionale fatto di avvocati, commercialisti, notai, ingegneri, geometri, periti che caratterizza da sempre la città.

Si trattava di un Tribunale che aveva condotto lo Stato a un ingente investimento per la realizzazione di una nuova sede più moderna ed efficiente, realizzata in aderenza al carcere mandamentale e al commissariato di Pubblica Sicurezza secondo criteri di efficienza anche logistica del servizio di giustizia.

Tutti questi elementi non furono minimamente tenuti in conto, anche per la debolezza politica e di rappresentanza del Tigullio, che non avendo ‘santi in Paradiso’ ancora una volta pagò pegno a favore di Genova matrigna.

Non ci fu un solo politico genovese che prese le parti delle esigenze di Chiavari e del Tigullio e anzi con il tipico egoismo del capoluogo la chiusura del Tribunale di Chiavari e l’accentramento dei suoi servizi nel Tribunale di Genova fu vissuta come un atto quasi dovuto alla Superba.

L’onda ‘razionalizzatrice’ e ‘accentratrice’ fu anche cavalcata da vasti settori e correnti della Magistratura e della burocrazia ministeriale da sempre fautori dei grandi tribunali e della loro specializzazione, in spregio ai presidi territoriali e al decentramento delle attività sul territorio.

Fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio di fare il bilancio, numeri alla mano, di quella chiusura spiegando ai cittadini quali sono stati i risparmi, se mai ve ne sono stati, analizzando i costi aggiuntivi che sicuramente l’accentramento ha comportato (spazi mancanti presso il Tribunale di Genova ad esempio), cercando di calcolare il peso e i sacrifici per la popolazione comportati dall’accentramento su Genova.

Una brutta pagina di demagogia e cattiva amministrazione confermata dal fatto che alcuni tribunali non in capoluoghi di provincia (e cioè nella stessa situazione di Chiavari) vennero salvati non si sa in base a quali criteri e valutazioni se non il peso politico di qualche ‘santo protettore’ che Chiavari non aveva avuto.

Con Nordio Ministro di Grazia e Giustizia sembra aprirsi una prospettiva nuova. Noi stimiamo molto l’ex magistrato per la sua visione della giustizia e per il suo garantismo tanto più rilevante perché proviene da un ex pm.

Nordio ha avuto l’onestà di dire alla Camera che le chiusure dei piccoli tribunali molto spesso sono stati atti non giustificati da elementi concreti e ha affermato che il Governo Meloni ha intenzione di riesaminare la questione facendo una corretta e non demagogica analisi costi-benefici riesaminando il dossier caso per caso.

Emergono sia nelle dichiarazioni del Ministro che soprattutto in quelle del sottosegretario onorevole Delmastro due questioni fondamentali al fine di avere qualche chances:

L’eventuale riapertura dei tribunali soppressi potrà avvenire solo se il servizio riguarderà un’area territoriale più vasta di quella servita in precedenza;
La disponibilità di locali idonei e immediatamente fruibili sarà particolarmente importante.
Entrambi gli elementi costituiscono una chiarissima indicazione di un lavoro politico e amministrativo che va svolto con celerità ed intelligenza.

Il Tribunale del Levante (così dovrà chiamarsi e non più Tribunale di Chiavari) quali territori nuovi dovrà servire in più rispetto alla vecchia circoscrizione? Una parte di genovesato? Una parte di provincia di La Spezia? Bisogna convincere le Amministrazioni di quelle località a lavorare per la nuova struttura e a condividere il progetto.

Bisogna al più presto liberare l’edificio del nuovo Tribunale in corso De Michiel dai servizi che vi sono stati collocati dalla Civica Amministrazione negli ultimi anni. Bisogna farlo subito trovando soluzioni di ricollocazione per Inps, GdF, Agenzia delle Entrate, Giudice di Pace e Centro per l’impiego.

La disponibilità immediata dei locali è considerata come si diceva un elemento fondamentale. Bassano del Grappa, nella stessa identica situazione di Chiavari, ha tenuto duro per più di dieci anni tenendo vuoto l’edificio e oggi lo ha pronto e a disposizione.

Noi siamo sempre stati molto critici con l’Amministrazione Di Capua prima e Messuti poi perché il tema di volumi direzionali, fondamentali per presidiare il ruolo di capoluogo di Chiavari, non è mai stato al centro dell’attenzione e anzi si sono perse e si stanno perdendo occasioni per dare volumi direzionali alla città.

Basta fare l’elenco delle occasioni perdute: palazzo Ferden, intervento nell’area Cantero Ginocchio, area Italgas ed altre ancora che se oggi fossero disponibili consentirebbero di rilocalizzare immediatamente i servizi collocati nel nuovo Palazzo di Giustizia liberandolo per la riapertura del Tribunale.

Vediamo cosa farà nelle prossime settimane la Civica Amministrazione e capiremo rapidamente se davvero ci tiene e se crede alla riapertura del Tribunale operando coerentemente in tal senso.

I discorsi stanno a zero: fatti, non parole“.

Squalo di tre metri intrappolato in Liguria. Predatore in aumento in Italia causa surriscaldamento

Uno squalo di circa tre metri è rimasto intrappolato nelle reti di un peschereccio a largo di Capo Nero, tra Sanremo e Ospedaletti. L’animale è stato poi ributtato in mare. Non è la prima volta che uno squalo di queste dimensioni viene avvistato o catturato nei nostri mari e, soprattutto in Liguria. Una delle cause dell’aumento della loro presenza intorno alla penisola potrebbe essere legata al riscaldamento dei mari.