Bollette luce nel tutelato calano di un quinto: dimezzata spesa annuale per famiglia tipo
Calano di un quinto le bollette della luce nei prossimi tre mesi per chi è ancora nel mercato tutelato, cioè circa 4,5 milioni di utenti che da luglio, in gran parte, dovranno entrare nel mercato libero o non fare nulla rimanendo in un sistema di tutele graduali che dovrebbe garantire loro comunque tariffe in qualche modo protette. Le tariffe tuttavia dipendono dal prezzo della materia prima, dall’energia elettrica all’ingrosso, che a dicembre scorso era pari a 127,24 euro per megawattora in Italia, in questo mese è scesa a 89,3 e che – secondo le stime di Arera dovrebbe essere di circa 83 euro/Mwh. Da qui la decisione dell’autorità per l’energia di abbassare il costo delle bollette del 19,8% da aprile fino al termine di giugno. Ultimo aggiornamento trimestrale per i clienti non vulnerabili.
In termini di effetti finali, la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024) sarà così di circa 662 euro, riavvicinandosi ai livelli precedenti alle crisi, segnando un -47,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2022- 30 giugno 2023), periodo in cui il prezzo della materia energia raggiunse i suoi picchi massimi.
Nel dettaglio delle singole componenti in bolletta, il prezzo finale per la famiglia tipo – che registra consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW – risulta di 20,24 centesimi di euro al kWh, come nel 2021 ovvero prima dell’invasione russa dell’Ucraina (comprensivo di imposte), contro i 25,24 centesimi di euro al kWh del trimestre precedente. La variazione del -19,8% è sostanzialmente legata alla diminuzione complessiva della spesa per la materia energia (-22,5%) controbilanciata dal rialzo degli oneri generali di sistema (+2,72%). Restano invariate, invece, le tariffe di rete regolate (Trasporto e gestione contatore).
Le stime di Arera si basano sull’andamento del prezzo del gas, che determina oltre la metà della produzione elettrica in Italia, le cui “aspettative di prezzo del mercato per il secondo trimestre 2024 sono favorite da un livello degli stoccaggi europei che – complice un inverno relativamente mite – risulta storicamente elevato alla fine della stagione di erogazione”. Infatti il Ttf ad Amsterdam, oggi il contratto guida per il metano europeo, oggi è calato di un punto percentuale a 27,4 euro per megawattora rimanendo comunque sui minimi da un paio di anni. Però guardando solo i prezzi dell’elettricità in Europa, molto più influenzati dalla produzione da fonti rinnovabili e dal nucleare più che dal gas, si nota che i prezzi spot vedono Portogallo e Spagna come i Paesi meno cari d’Europa a marzo, secondo quanto emerge dalle rilevazioni quotidiane diffuse da energy-charts.info. In Portogallo il prezzo medio dell’energia elettrica è di 20,99 euro per megawattora, mentre in Spagna è di 22,12 euro/Mwh. Tra i grandi Stati continentali, il prezzo è di 55,3 euro per megawattora in Francia, 66,4 in Germania e appunto 89 euro/Mwh in Italia. In pratica l’elettricità in Spagna costa il 75% in meno rispetto al nostro Paese.