piogge al sud/imago

Meteo, Italia divisa in due: pioggia e neve al Centro-Nord, previsti 26 gradi in Sicilia

Un treno di perturbazioni verso l’Italia. Dopo il passaggio di un fronte di maltempo responsabile anche di timide nevicate in Pianura Padana, ecco che una nuova depressione è in agguato verso il nostro Paese, seguita poi da un’altra perturbazione tra giovedì pomeriggio e sabato. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, sintetizza questi passaggi con poche parole: “Rischio allagamenti per il versante tirrenico”. Nelle prossime quattro giornate sono attese infatti piogge persistenti soprattutto dalla Toscana alla Campania, con accumuli che localmente potrebbero superare i 100 mm, in altre parole 100 litri per metro quadrato. Dato che queste precipitazioni impatteranno su zone già colpite dal maltempo da più di un mese, ecco che torna a salire il rischio idrogeologico e idraulico per alcuni bacini.

“Nel dettaglio, per le prossime ore – afferma il meteorologo – sono attese piogge a tratti anche intense tra Campania, Basilicata e Calabria ma non escludiamo fenomeni significativi anche tra Lazio e Toscana; dopo una breve tregua attesa nella notte, domani arriveranno altre precipitazioni, specie dal pomeriggio, a iniziare dalla Sardegna verso le aree prospicienti il Mar Ligure e il Tirreno centro settentrionale. Avremo quindi una seconda parte del giovedì molto instabile dalle Alpi fino al Lazio: in pratica il maltempo colpirà il centro-nord con nevicate oltre i 500-700 metri sulla catena alpina ma con qualche fiocco che potrebbe scendere tranquillo fino in pianura sul Basso Piemonte. Sugli Appennini invece è purtroppo previsto un sensibile aumento delle temperature con lo zero termico che salirà in modo sorprendente oltre i 2500 metri! Da segnalare infatti il repentino e sensibile aumento delle temperature atteso da domani con un clima quasi estivo al Sud, dove sono previsti ben 26°C in Sicilia; anche al Nord il gelo gradualmente lascerà spazio a condizioni più miti”.

Il treno delle perturbazioni continuerà però la sua lunga marcia anche venerdì, quando le piogge cadranno ancora sul Nord-Est e sulla fascia tirrenica, fino a lambire la Campania. “Avremo gli ombrelli aperti su gran parte dell’Italia – conclude Lorenzo Tedici – pronti però a chiuderli da sabato pomeriggio, quando gradualmente i nuvoloni grigi e l’instabilità verranno allontanati dall’arrivo di un possente anticiclone. Da domenica 18 dicembre, con una settimana di anticipo, potremo scartare un grande e bellissimo dono natalizio da parte del Meteo: il ritorno del sole e di condizioni più miti dopo un lungo periodo perturbato, grigio, noioso e su alcune zone italiane anche particolarmente gelido”.
Nel dettaglio oggi tante nubi ma asciutto al Nord, piogge diffuse al Centro, specie sul versante tirrenico, mentre al Sud ci saranno piogge forti specie in Campania, Calabria e Basilicata.

Per domani, giovedì 15, sono previste piogge diffuse al Nord e neve in pianura sul Piemonte dal pomeriggio; pioggia in arrivo al Centro e, al Sud, schiarite con temperature miti, qualche pioggia in Campania. Per venerdì 16, invece, maltempo specie al Nord-Est con neve sulle Alpi e piogge diffuse al Centro; al Sud ci sarà un parziale peggioramento con locali piogge in Campania, sole altrove.
Tendenza per questi giorni è di perturbazione fino a sabato, poi tornerà gradualmente l’alta pressione per più giorni.

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Meteo, arrivano piogge e neve sul Ponte dell’Immacolata

Inverno pieno con gelo oltralpe, clima mite ed oltre la media termica del periodo in Italia. Continua in questi giorni una situazione abbastanza estrema, con il freddo gelido confinato subito oltralpe, dalla Svizzera all’Austria, fino ovviamente alla Scandinavia passando per Germania, Francia ed Isole Britanniche; di contro si registrano massime di 19-22°C sull’Italia centro meridionale. In altre parole si ha una netta linea di confine tra l’Europa che gela e il nostro paese che vive una fase quasi primaverile. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti che in Italia le temperature sono oltre la media del periodo, ad esclusione della fredda Pianura Padana, interessata da nebbie ed inversione termica. Ma in Europa è tutto il contrario: le temperature massime di Parigi e Londra, anche nei prossimi giorni, stenteranno a superare i 2-3°C in pieno giorno, così come Berlino con qualche fiocco bianco e termometro fisso sugli zero. Oslo e Stoccolma toccheranno ancora i -6/-8°C a pranzo, così come la capitale svizzera che faticherà a diventare ‘positiva’ e continuerà a registrare valori negativi, cioè sottozero.

In Italia si sta vivendo una fase relativamente mite, ma siamo appesi ad un filo: siamo al limite tra il gelo e il caldo anomalo; una normale e blanda perturbazione potrebbe far scendere le masse d’aria gelida, presenti oltralpe, verso il nostro Paese, causando le prime vere nevicate in Pianura Padana.
E’ quello che potrebbe accadere già giovedì 8 dicembre in serata, quando un ciclone sul Mar Ligure potrebbe causare nevicate ‘da rovesciamento’ sul Basso Piemonte: in altre parole l’aria fredda in quota si rovescerebbe nei bassi strati, a causa dell’intensità delle precipitazioni, favorendo nevicate localmente anche in pianura o a quote di bassa collina.

Nel dettaglio, per quanto riguarda le previsioni, sono previste ancora delle piogge al Centro, poi da domani anche il Nord-Ovest vivrà un graduale peggioramento delle condizioni meteo dal pomeriggio. Il Ponte dell’Immacolata potrebbe iniziare benino e finire benino, il problema è che sia venerdì sia sabato saranno due giornate perturbate con piogge diffuse, più intense in Liguria, Toscana e Triveneto; e al di là di qualche fiocco in Pianura Padana, la neve tornerà abbondante soprattutto sulle Alpi. Infine, attenzione anche al vento che nel weekend soffierà teso o forte in particolare al Centro-Sud. Insomma un Ponte dell’Immacolata compromesso ma in grado di regalare anche momenti asciutti e a tratti soleggiati specie al Sud ed al Nord-Ovest.

NEL DETTAGLIO
Mercoledì 7. Al nord: nebbie in pianura con clima freddo, sole sui monti. Al centro: qualche pioggia in Toscana ed Umbria. Al sud: tempo stabile e caldo per il periodo.
Giovedì 8. Al nord: piogge sparse dalla sera, neve localmente in pianura sul Basso Piemonte. Al centro: piogge verso le regioni tirreniche. Al sud: bel tempo e clima caldo per il periodo.
Venerdì 9. Al nord: maltempo con neve fino ai 400 metri sulle Alpi. Al centro: piogge diffuse. Al sud: piogge in arrivo in Campania, soleggiato altrove.
Tendenza. Ciclone nel weekend con crollo termico, piogge e venti tesi; migliora domenica, specie al Nord-Ovest.

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Meteo, allerta alluvioni al Sud: tregua lunedì poi maltempo

Il mese di novembre, in modo improvviso e dopo un’estate infinita, sta mostrando caratteristiche prettamente autunnali con cicloni a ripetizione. Dopo il passaggio del ciclone Poppea, uno dei più forti degli ultimi decenni con una pressione profonda 985 hPa tipica di un uragano, altri cicloni sono in arrivo. Andrea Garbinato, Responsabile Redazione del sito www.iLMeteo.it, mette in guardia le regioni meridionali. I prossimi cicloni colpiranno soprattutto queste zone, ad iniziare dal weekend, mentre su gran parte del Centro Nord il tempo sarà stabile e soleggiato. Il primo ciclone porterà un graduale blando peggioramento già da domani sulla Sardegna poi verso le regioni tirreniche in serata. Da sabato la pressione scenderà fino a circa 1010 hPa (niente in confronto ai 985 hPa raggiunti da Poppea) e spingerà piogge diffuse verso Basso Lazio e tutto il Sud, in intensificazione dalla serata sulle regioni ioniche.

Questo nuovo minimo di 1010 hPa, come detto molto meno intenso di Poppea, riuscirà comunque a generare venti forti a rotazione ciclonica: i venti infatti saranno spinti dall’elevato gradiente barico tra l’occhio sulla Sicilia e l’anticiclone presente sulla Pianura Padana di 1030 hPa; con elevato gradiente barico intendiamo proprio la forte differenza pressoria di 20 hPa (o millibar che è equivalente), in questo caso tra Nord e Sud Italia, che causerà appunto un sensibile rinforzo dei venti fino a burrasca dai quadranti settentrionali nel weekend.

In sintesi, già sabato avremo piogge e venti di burrasca al Sud e su parte del Centro; ma il peggioramento più marcato di questo primo ciclone (ne arriverà poi un altro purtroppo) è previsto tra sabato sera e domenica, quando oltre 150 millimetri di pioggia potrebbero cadere tra Basilicata, Calabria ionica e Sicilia orientale. La situazione è seria, il rischio alluvionale alto in quanto i terreni sono già saturi dopo le continue piogge delle ultime settimane novembrine. Dopo una tregua prevista per lunedì 28 novembre, purtroppo, un secondo ciclone potrebbe arrivare sempre sulle stesse zone da martedì a venerdì, coinvolgendo tutto il Sud e parte del medio adriatico con altri bidoni da 50 litri: martedì sono attesi infatti altri 100 millimetri di pioggia in Sicilia poi in estensione graduale al resto del meridione.

NEL DETTAGLIO
Giovedì 24. Al Nord: sereno salvo qualche nebbia notturna. Al Centro: sereno salvo qualche nebbia isolata. Al Sud: ancora rovesci sul basso Tirreno, soleggiato altrove.
Venerdì 25. Al Nord: nebbie notturne poi parziale aumento delle nubi. Al Centro: peggioramento sulla Sardegna poi verso le regioni tirreniche dal pomeriggio. Al Sud: tempo più soleggiato poi in peggioramento serale.
Sabato 26. Al Nord: sole ma freddo al mattino. Al Centro: piogge diffuse, meno su Toscana e Sardegna. Al Sud: rovesci diffusi sul basso Tirreno in estensione alle regioni ioniche ed in intensificazione serale. Venti in rinforzo a rotazione ciclonica.
Tendenza: domenica bel tempo al Centro Nord, piogge diffuse al Sud localmente molto forti sui settori ionici; tempo asciutto lunedì 28 novembre poi nuovo ciclone sull’Italia.

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Meteo, autunno capovolto: solo al Sud cieli grigi e piogge

L’autunno è tornato, ma questa volta si è capovolto. Piove tanto solo al Sud e, dopo quasi un anno di siccità, mancano ancora piogge significative al Nord. Le perturbazioni atlantiche, e lo spostamento rapido delle basse pressioni verso Sud, generano intense celle temporalesche verso le coste tirreniche italiane, come alla fine dell’estate: in Pianura Padana e sulle Alpi la pioggia e la neve cadono con il contagocce. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, con ferma dunque che dobbiamo prepararci a cieli grigi e piogge sparse per un’altra settimana ma, tranne una breve parentesi tra il 21 e il 22 novembre, i fenomeni interesseranno solo il centro-sud.

Nelle prossime ore è attesa una nuova perturbazione che porterà piogge dalla Toscana alla Calabria, interessando quindi tutta la fascia tirrenica; non mancheranno dei piovaschi anche in Sardegna e localmente sul Triveneto, ma il contesto instabile interesserà soprattutto i versanti occidentali del centro-sud.

Il sabato, con l’approfondimento di una nuova bassa pressione, sono previste altre piogge e locali forti rovesci specie verso il sud, in locale risalita sul versante adriatico fino all’Emilia Romagna. Infine la domenica sarà ventosa con un rinforzo di Maestrale e residui fenomeni al meridione, a tratti anche forti tra Calabria e Puglia.

Tra lunedì sera e martedì mattina si approfondirà un nuovo ciclone sul Golfo Ligure, ancora più profondo e intenso con una pressione anche inferiore a 990 hPa; questo ciclone si sposterà martedì 22 dalla Liguria fino al Veneto andando a formare una VL, una Venezia Low, una Bassa Pressione di maltempo in grado di portare tante piogge sulle regioni centromeridionali e al Nord Est. V il calo delle temperature non si esclude che la neve possa far la sua comparsa fin sulle alte colline, in particolare sul Triveneto.

Il ciclone del 22 novembre potrebbe causare venti di tempesta fino a 90 km/h con onde alte 6 metri e mareggiate dapprima sulle coste sarde e poi verso le tirreniche centromeridionali.

Bomba d’acqua sulle Marche: 10 vittime e centinaia di sfollati

L’ondata di maltempo che ha investito le Marche è stata più violenta del previsto. Nella notte è esondato il fiume Misa a Senigallia, dieci persone hanno perso la vita tra acqua e fango, quattro sono ancora disperse e tra loro ci sono due bimbi. Centinaia gli sfollati.

Sul posto il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, per fare il punto della situazione con le forze e le strutture impegnate sul territorio. Sono circa 200 i vigili del fuoco al lavoro, con sezioni operative in rinforzo arrivate da Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo. Nelle ore notturne hanno salvato decine di persone che si erano rifugiate sui tetti e sugli alberi. Centocinquanta sono stati gli interventi di soccorso per prestare assistenza alla popolazione.

“In questo momento le forze sono concentrate nella zona di Senigallia, la zona più critica, poi ad Ancona, Pesaro”, riferisce il portavoce dei vigili del fuoco, Luca Cari, che conferma che la situazione meteo, in mattinata, è migliorata: “C’è il sole e questo favorisce le operazioni perché l’acqua si ritira naturalmente”, afferma.

“Rabbia, tanta rabbia e tanto dolore per le persone, che stanno perdendo beni e soprattutto affetti familiari. Oltre a ciò, la consapevolezza che eventi meteo come quello, che sta colpendo le Marche, possono ripetersi già nelle prossime ore in altre zone d’Italia”, tuona Francesco Vincenzi, Presidente dell’Anbi. “Nessuno ora dica di non sapere, perché sono anni, che lo denunciamo in sintonia con la scienza, accrescendo l’allarme nei mesi scorsi: il territorio italiano è alla merce’ dei cambiamenti climatici e dell’estremizzazione degli eventi meteo dopo anni di mancati investimenti nella sicurezza idrogeologica dei territori”.

Nell’arco di poche ore, afferma il presidente  dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini, contattato da GEA, è caduta la metà della pioggia che cadrebbe in una zona costiera in un anno intero: “Noi non siamo preparati per smaltire questo surplus di acqua che arriva. Dobbiamo ragionare – aggiunge -in termini di adattamento climatico, argomento che finora ha avuto poca presa sul territorio, dobbiamo fare una manutenzione seria”.

(Photocredit: Anbi)

Pakistan

Pakistan sotto scacco dei monsoni. Da Onu aiuti per 160 mln

Sono stati intensificati gli sforzi per aiutare decine di milioni di pakistani colpiti dalle incessanti piogge monsoniche che da giugno hanno sommerso un terzo del Paese e ucciso più di 1.100 persone. Il primo ministro Shehbaz Sharif l’ha definita “la peggiore alluvione della storia del Pakistan” e ha stimato che saranno necessari almeno 10 miliardi di dollari per riparare i danni nel Paese. “Prometto solennemente che ogni centesimo (degli aiuti internazionali, ndr) sarà speso in modo trasparente. Ogni centesimo andrà a chi ne ha bisogno“, ha aggiunto.

Da parte sua, il ministro della Pianificazione e dello Sviluppo Ahsan Iqbal ha dichiarato all’Afp che “sono stati causati ingenti danni alle infrastrutture, soprattutto nei settori delle telecomunicazioni, delle strade, dell’agricoltura e dei mezzi di sussistenza“. Le piogge hanno distrutto o gravemente danneggiato più di un milione di case e devastato vaste aree agricole vitali per l’economia del Paese.

Le alluvioni sono arrivate nel momento peggiore per il Pakistan, che aveva già chiesto aiuto internazionale per la sua economia in difficoltà. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto il sostegno della comunità internazionale. Intanto le Nazioni Unite e il governo pakistano hanno lanciato un piano di risposta urgente per 160 milioni di dollari per aiutare le vittime delle catastrofiche inondazioni che hanno colpito il Paese. Il denaro finanzierà un piano d’emergenza per i prossimi sei mesi per fornire servizi sanitari di base, cibo, acqua e alloggi ai 5,2 milioni di persone più colpite dalle storiche piogge monsoniche, ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA), durante il regolare briefing delle Nazioni Unite a Ginevra. Gli aiuti dovrebbero anche contribuire a prevenire le epidemie di colera, ad esempio, e fornire pacchi alimentari alle madri e ai loro bambini. Lunedì il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha approvato la ripresa di un programma di sostegno finanziario a lungo negoziato e vitale per il Paese, annunciando l’erogazione di un pacchetto di 1,1 miliardi di dollari.

Le autorità e le agenzie umanitarie stanno lottando per accelerare la consegna degli aiuti agli oltre 33 milioni di persone, ovvero un pakistano su sette, colpiti dalle inondazioni. Il compito è difficile, perché le acque alluvionali hanno spazzato via molte strade e ponti, lasciando alcune aree completamente isolate. Nel sud e nell’ovest non è quasi rimasta terra asciutta e gli sfollati sono costretti ad accalcarsi sulle strade principali o sulle ferrovie per sfuggire alle pianure alluvionali. Nelle aree montuose settentrionali, le autorità stanno ancora cercando di raggiungere i villaggi più remoti, dove potrebbe aumentare il bilancio delle vittime.

I funzionari pakistani attribuiscono la colpa del tempo devastante al cambiamento climatico, affermando che il loro Paese sta subendo le conseguenze di pratiche ambientali irresponsabili in altre parti del mondo. “Vedere la devastazione sul terreno è davvero sconvolgente“, ha dichiarato lunedì all’Afp il ministro per i Cambiamenti climatici Sherry Rehman, riferendosi a una “crisi di proporzioni inimmaginabili“.

(Photo credits: Asif HASSAN / AFP)

maltempo

Estate in crisi: atteso duplice attacco temporalesco

Estate in crisi, duplice attacco alla voglia di vacanze; arrivano temporali e grandine, ma non è tutto finito. Un ciclone dai Balcani sta spingendo aria instabile verso il meridione e parte delle regioni centrali con temporali anche intensi, durante il weekend si aprirà la porta atlantica e dalla Francia potrebbero arrivare piogge e temporali soprattutto verso il Nord.

L’estate caldissima, anomala, iniziata in anticipo a maggio, sembra aver perso il fiato, tanto da non avere più energia per portare il caldo africano e il sole verso l’Italia. I temporali saranno dunque sempre più frequenti, ma non è tutto finito: la prossima settimana potrebbe essere decisamente migliore, gradevole e soleggiata da Nord a Sud.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, indica la possibilità ancora di forti temporali al Sud nelle prossime ore, a causa del mare molto caldo, fino a 27/28°C e della convergenza dei venti, soprattutto intorno allo Stretto di Messina e alla Sicilia settentrionale. Anche in Calabria possibili nubifragi, fino alla Basilicata meridionale, il Metaponto. Al Centro insisterà un certa instabilità su Abruzzo, Molise e Basso Lazio, altri acquazzoni non si escludono tra Puglia e Campania mentre al Nord e sul resto del Centro il tempo sarà ottimo, seppur via via più caldo durante il giorno. Al mattino, ormai ci sono temperature settembrine.

Al Sud sono previsti temporali intensi tra Calabria e Sicilia orientale per la presenza di un ciclone sui Balcani meridionali che si sposterà lentamente verso la Grecia. Da domani i rovesci saranno meno diffusi e più concentrati a ridosso delle montagne, mentre il weekend vedrà un miglioramento al Sud. Tutto l’opposto per il Nord dove in queste ore stiamo vivendo una fase estiva molto gradevole con temperature massime sui 30°C e minime localmente inferiori ai 15°C.

Ma, come detto, ci sarà il mini-ribaltone nel weekend: dove adesso è brutto migliorerà, dove adesso è bello peggiorerà.

Maltempo flagella il nord Italia: due morti e decine di feriti

E’ di due morti e di decine di feriti il bilancio dell’ondata di maltempo che ha flagellato il nord Italia. E’ la Toscana a pagare il prezzo più alto, con una cinquantina di feriti e due morti: un uomo a Sorbano del Giudice, in provincia di Lucca e una donna nel parco La Malfa a Carrara. Raffiche di vento oltre i 140 chilometri orari, case scoperchiate, strade inagibili, frane, alberi abbattuti. L’Italia del nord, dopo il periodo nero della siccità, sta facendo i conti con una forte perturbazione atlantica che ha fatto crollare le temperature e si è abbattuta con violenza su Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Toscana. E che nelle prossime ore potrebbe causare altri danni. L’allerta gialla è stata confermata quasi ovunque fino a venerdì e anche Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Sardegna, sono a rischio grandine, temporali, attività elettrica e raffiche di vento. Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha riunito l’unità di crisi.

La vicina Corsica sta pagando un prezzo pesantissimo. E’ di 5 morti il bilancio del nubifragio che si è abbattuto sull’isola; si tratta di un pescatore a Girolata, di un canoista a Erbalunga (Haute-Corse), di un uomo di 46 anni a Calvi, vittima della caduta di un albero sul suo bungalow. Nel sud dell’isola hanno perso la vita anche una ragazza di 13 anni, colpita dalla caduta di un albero, e una donna di 72 anni, per la caduta del tetto di una capanna. Altre 12 persone sono rimaste ferite, di cui due in modo grave.

DUE VITTIME IN TOSCANA. Due i morti in Toscana a causa della caduta di alberi, un uomo a Sorbano del Giudice, in provincia di Lucca e una donna nel parco La Malfa a Carrara. Qui e Massa un centinaio di persone sono state evacuate. A Firenze un albero è caduto su un tram e una famiglia è rimasta bloccata all’interno del proprio camper sempre a causa della caduta di un tronco. Ombrelloni divelti sulla costa e all’Isola d’Elba. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha firmato lo stato di emergenza regionale per sei mesi.

VENTI A 140 KM/H A LA SPEZIA. L’ondata di maltempo che ha colpito la Liguria ha fatto registrare raffiche di vento anche di oltre 140 km all’ora, come accaduto a La Spezia. A Framura, poco distante dalle Cinque Terre, le raffiche hanno raggiunti i 111 km/h, 127 a Giacopiane, nell’entroterra di Chiavari. Intensi anche i temporali: a Panesi, frazione del comune di Lumarzo, in provincia di Genova, questa mattina alle 5 sono caduti 20 millimetri di pioggia in appena 5 minuti. Su tutta la costa sono cadute decine di alberi e alcuni stabilimenti balneari sono stati scoperchiati. Una ventina gli sfollati e alcuni i feriti lievi.

IN VENETO FERITO UN 17ENNE. Pioggia, temporali e vento forte in tutto anche in Veneto. Oltre 250 gli interventi dei vigili del fuoco. Nel dettaglio si è verificata una autentica bufera a Chioggia, dove è crollata un’altana e sono stati segnalati numerosi danni agli stabilimenti balneari. Devastazioni in spiaggia anche a Bibione, dove un 17enne è stato colpito da una tavola da surf che ha preso il volo per il vento, a Cavallino, Eraclea e al Lido di Venezia.
Il nubrifagio che ha colpito Venezia ha fatto rovesciare i tavolini e gli ombrelloni dei caffè in piazza San Marco e ha provocato il distacco di frammenti di mattoni dalla torre del campanile di San Marco. Nel resto del Veneto il forte vento ha abbattuto alberi in più zone della provincia di Treviso, provocando la chiusura delle strade. Nella Marca numerose le abitazioni rimaste senza corrente, così come nelle province di Treviso, Rovigo e Padova.

TETTI SCOPERCHIATI IN EMILIA ROMAGNA. In Emilia Romagna il maltempo si è abbattuto in particolare sulla bassa modenese e il ferrarese poi, nuovi danni in provincia di Parma, con grandine in particolare nell’Alta Val Taro. La situazione più grave riguarda il territorio di Bondeno, dove sono stati scoperchiati i tetti di almeno 30 abitazioni e alcune aziende.A Boara, località del comune di Ferrara, una gru di servizio presso un cantiere di ristrutturazione edilizia a causa del forte vento è caduta su alcune villette a schiera e appartamenti vicini. Nel modenese, le criticità principali riguardano San Felice sul Panaro dove il vento ha scoperchiato il tetto di una palazzina, nella quale tre appartamenti sono stati dichiarati inagibili in attesa di ulteriori aggiornamenti e interventi. Alcune famiglie sono state ospitate in albergo.
Nelle alte Val Taro e Val Ceno, in provincia di Parma, sono stati registrati danni ad autoveicoli, tetti e lucernari, oltre a piante e rami caduti al suolo. A Bedonia, in particolare, sono entrati in azione gli spartineve per rimuovere circa 20 centimetri di grandine dalle strade. Numerose frazioni sono rimaste disalimentate dalla corrente elettrica. A Compiano un albero è crollato su una casa, a Tornolo è saltata anche la corrente elettrica. Danni anche a Varsi e ad Albareto, dove la grandine ha divelto il tetto di un’azienda agricola in località Codogno. A Bore danneggiata la copertura dell’ex colonia Leoni, ora adibita ad asilo/biblioteca.

 

uragano Honduras

Uragani sempre più devastanti: l’angoscia dell’America Centrale

Ogni anno, durante la stagione degli uragani, da giugno a fine novembre, gli abitanti di El Salvador e dell’Honduras vivono in uno stato di ansia perenne: a ogni acquazzone, temono che le loro fragili case di latta vengano spazzate via da un’alluvione e che le loro famiglie vengano gettate per strada. Il cambiamento climatico ha peggiorato la situazione, mentre la corruzione, gli scarsi investimenti nelle infrastrutture, la pianificazione urbana caotica e la povertà – per il 60% dei 50 milioni di abitanti dell’America Centrale – rendono la popolazione ancora più vulnerabile ai disastri naturali. La stagione degli uragani è sempre più attiva e distruttiva, in una regione già esposta ad altri eventi estremi come terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Recentemente, a luglio, il diluvio causato dalla tempesta tropicale Bonnie in El Salvador ha allagato la piccola casa di Blanca Arias, abitante di El Salvador, costruita su una collina come succede per molti dei quartieri più poveri. Blanca, 58 anni, ha perso tutti gli ingredienti che conservava per fare il gelato artigianale con cui riusciva a assicurarsi un magro reddito: “Non sappiamo dove andare“, si lamenta oggi davanti alla sua casa devastata. “Spinta dalla povertà, la gente cerca le zone più misere in cui vivere, e queste sono le più esposte“, dice all’Afp Ricardo Navarro, presidente di una Ong ambientalista salvadoregna.

La situazione non cambia molto spostandosi in Honduras, dove Sandra Ramos, 22enne con due figli piccoli, nel suo quartiere nella valle di Sula, sulle rive del fiume Ulua, vive i tormenti di ogni stagione degli uragani. Eta e Iota hanno sommerso l’intera valle nell’ottobre 2020 e “tutte le case del quartiere” sono state spazzate via, ricorda la giovane, che da allora vive in una baracca di fortuna allestita con l’aiuto dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo (Usaid). I due uragani si sono abbattuti sul nord dell’America Centrale e i danni hanno superato i due miliardi di dollari solo in Honduras, secondo la Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (Eclac).

A causa di eventi climatici estremi e della crisi pandemica, lo scorso anno la carestia ha colpito più di 8,4 milioni di persone in Guatemala, Honduras, El Salvador e Nicaragua, secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato a maggio. “Dobbiamo rispettare la natura. Sembra incredibile, ma la natura sta reclamando lo spazio che l’uomo ha occupato“, avverte Magdalena Cortez, di una Ong salvadoregna che si occupa di gestione del rischio.

In Nicaragua, “c’è stato un periodo in cui la portata dei fiumi è diminuita e la gente ha iniziato a costruire nel letto del fiume o sulle rive“, causando devastazioni quando i fiumi esondano, dice Janett Castillo di una Ong nicaraguense.

In Honduras, è stato l’uragano Mitch del 1998 a lasciare un ricordo amaro, con un bilancio di circa 5.000 morti. Ma oggi il Paese è ancora più vulnerabile a causa del disboscamento incontrollato, avverte il direttore dell’Associazione delle Ong (Asonog), José Ramon Avila. Per lui, le inondazioni sono effettivamente il risultato del cambiamento climatico, con “piogge abbondanti in periodi di tempo più brevi, che saturano il suolo”, che non può assorbirle in così poco tempo. Tra il 1970 e il 2019, l’Honduras è stato colpito da 81 disastri naturali che hanno causato la morte di 26.887 persone, secondo un rapporto del 2021 della Banca interamericana di sviluppo (BID).

(Photo credits: Wendell ESCOTO / AFP)

maltempo nord

Domani nuova ondata di temporali: tregua dal caldo fino al 30 luglio

Tregua dal caldo in gran parte d’Italia, almeno fino a sabato 30 luglio, quando inizierà una nuova fase meteorologica. In questi giorni l’anticiclone africano è stato ‘bucato’ nel suo bordo più settentrionale da infiltrazioni di aria fresca responsabili dei fortissimi temporali e grandinate che hanno colpito diverse zone del Nord nel corso di martedì 26.

Oggi le Alpi tornano a essere teatro di numerosi temporali che nel pomeriggio colpiranno anche il Piemonte per poi trasferirsi in serata e nottata in Lombardia.

Già dalle prime ore di domani, spiega Andrea Garbinato, responsabile di redazione del sito ilmeteo.it, una linea temporalesca dalle Alpi del Nordovest si estenderà gradualmente verso i settori di pianura di Piemonte e Lombardia per poi dirigersi, alimentata da aria fresca in quota, in serata e nella notte successiva, verso gran parte del Nordest. Come spesso accade i temporali colpiranno la Pianura Padana a macchia di leopardo e saranno accompagnati localmente da grandinate, anche intense, nonché da forti colpi di vento. Alcuni focolai potrebbero poi spingersi fin verso le Marche e l’Umbria. Il resto dell’Italia continuerà ad essere protetto dall’anticiclone per cui non si avvertirà nessun cambiamento importante.

Con questa nuova sferzata temporalesca le temperature subiranno un ulteriore flessione al Nord, perdendo ancora 1/2 gradi, mentre rimarranno sostanzialmente invariate altrove.

Infine, a partire dal weekend, l’alta pressione dovrebbe riuscire a riconquistare anche il Nord, allontanando il maltempo con gli ultimi temporali che potrebbero ancora interessare il Friuli Venezia Giulia e, in maniera più isolata, gli Appennini nella giornata di sabato. I venti si disporranno da Maestrale per cui le temperature, benché attese in aumento, non raggiungeranno valori eccessivi: ma a quanto pare la tregua durerà solamente pochi giorni.