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Il maltempo non dà tregua, Emilia Romagna in allerta rossa

Il maltempo non dà tregua e l’Emilia Romagna trema ancora. Dalla mezzanotte di oggi, e per tutta la giornata di domani, martedì 16 maggio, scatta l’allerta rossa.

Rispetto alle alluvioni di inizio mese, il quadro si preannuncia ancora più complesso, per l’attesa di temporali e dell’innalzamento del livello del mare, che potrebbe comportare maggiori difficoltà del deflusso delle acque dei fiumi. Le criticità maggiori si prevedono nelle zone rese già fragili dalle precedenti frane.

Stamattina si è riunito un tavolo con l’Unità di crisi nazionale e le prefetture di Bologna, Modena, Forlì-Cesena e Ravenna. Quindi, si è tenuto un incontro con i presidenti delle province e dei sindaci dei Comuni capoluogo. Nelle aree interessate dall’allerta rossa, potrebbe essere prevista dai sindaci la chiusura delle scuole e delle strade più a rischio. L’invito, ai cittadini, è di evitare al massimo gli spostamenti e di ricorrere, dove possibile, allo smart working. Una colonna mobile della protezione civile del Friuli Venezia Giulia è già partita alla volta dell’Emilia Romagna: “Siamo stati per allertati questa mattina e ci siamo subito attivati per portare il nostro aiuto nella destinazione indicata, quella di Predappio“, spiega l’assessore regionale con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi. In particolare, l’allerta rossa è su montagna e collina emiliana centrale, pianura modenese, pianura, collina e montagna bolognese, pianura, collina, montagna e costa romagnola. Allerta arancione invece su montagna e collina piacentina e parmense, pianura reggiana, pianura e costa ferrarese. Secondo i tecnici, si sommano due rischi: quello idraulico e quello idrogeologico. Le prime precipitazioni sono previste dalla mezzanotte, a partire dalla Romagna. Si estenderanno poi nella mattinata di domani al resto della regione. È prevista una cumulata fino a 100 millimetri di pioggia sui rilievi romagnoli; interessati anche l’Appennino nella fascia collinare nella zona bolognese, forlivese-cesenate, ravennate e modenese, con valori tra i 60 e i 70 millimetri d’acqua in media areale. Oltre a quello reggiano con quantitativi inferiori. Le precipitazioni continueranno fino a mercoledì 17. Nell’intero arco delle 48 ore è previsto l’accumulo medio complessivo di circa 150 millimetri di pioggia. Fiumi a rischio esondazione sui bacini Romagnoli e affluenti di Reno, con colmi di piena vicini ai franchi arginali e ai massimi storici registrati. Livelli prossimi alla soglia 3 sono attesi anche su altri fiumi nella pianura modenese. Previsti anche dissesti diffusi su tutto il territorio collinare e montano, numerosi ed estesi nel settore centro-orientale. Il vortice depressionario determinerà anche mare molto mosso sulla Costa, che potrà generare localizzati fenomeni di ingressione marina ed erosione del litorale. Venti forti sui rilievi e sul settore orientale della regione, in particolare sui crinali appenninici emiliani.

Attenzionato anche il Veneto, con rovesci e temporali su tutta la Regione, in particolare sulle zone centro-meridionali. Soffieranno forte i venti da Nord-Est su costa e pianura. Per criticità idraulica e idrogeologica, la fase operativa di ‘Attenzione’ (gialla) parte dalla mezzanotte di oggi fino alle 14 di mercoledì e per vento forte dalla mezzanotte di oggi a quella di domani.

Intanto, in Sicilia la Protezione Civile monitora le criticità causate dalle piogge intense e dalle forti raffiche di vento nella parte Occidentale dell’isola. Al momento non ci sono emergenze, ma la Soris, Sala Operativa della Protezione Civile regionale, i Nopi (Nuclei Operativi di Pronto Intervento) delle provincie di Trapani, Messina e Palermo, sono a lavoro per verificare l’applicazione dei piani di protezione civile, dare supporto ai comuni, ai vigili urbani, alle forze dell´ordine e ai vigili del fuoco.

Pre-allarme nelle Marche per l’avviso di condizioni meteo avverse e criticità idrogeologiche e idrauliche a partire dalla mezzanotte di oggi e fino alle 24 del 16 maggio. Il rischio arancione riguarda in particolare le zone centro settentrionali della Regione. Il rischio giallo la parte meridionale. Per domani sono previste precipitazioni diffuse con cumulate moderate e in alcune aree elevate, più insistenti nella parte centro settentrionale, con venti sostenuti lungo la costa. Si potranno verificare fenomeni diffusi di instabilità di versante e innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua. Si prevede inoltre che le precipitazioni continueranno, a fasi alterne, fino a giovedì.

Clima, attivisti bloccano il Ponte della Libertà a Venezia

Questa mattina, verso le 10, sei attivisti di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico presso il Ponte della Libertà di Venezia sedendosi sull’asfalto della carreggiata del senso di marcia che conduce verso la Serenissima. Con loro alcuni striscioni con scritto ‘No gas no carbone’. Lo fanno sapere dal movimento in una nota in cui si precisa che “nella lunga colonna di auto creatasi in seguito al blocco si trovavano anche almeno dieci autobotti di raffinerie. I cittadini della campagna di disobbedienza civile per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della Politica per contenerne i danni”.
Dopo circa venti minuti di blocco, sono arrivate sul posto le forze dell’ordine, che in poco tempo hanno portato via i presenti.
“Siamo qui oggi a bloccare il Ponte della Libertà per denunciare le politiche portate avanti dal nostro Governo e che negli anni a venire priveranno le generazioni future della loro libertà e dei loro diritti di lavorare e di vivere in sicurezza, in un mondo che sarà ormai devastato dai cambiamenti climatici”, ha dichiarato uno degli attivisti.

Per il movimento Venezia è un caso esemplare di situazione ad alto rischio a causa degli effetti del collasso eco-climatico in Italia. “È certo, infatti, che sul territorio italiano questa città simbolo sarà tra le prime a essere colpita sempre più regolarmente da fenomeni quali l’innalzamento dei mari, la salinizzazione dei territori coltivabili e tempeste, che porteranno a un progressivo abbandono di queste meravigliose zone, si legge nella nota.
Gli attivisti richiamano alla memoria collettiva quanto accaduto di recente a Ischia e nelle Marche, cartina tornasole del fatto che “gli investimenti in provvedimenti palliativi e di recupero danni causati da eventi atmosferici estremi già avvenuti non sono più sufficienti né accettabili; occorre un immediato cambiamento di rotta per affrontare il problema in tutta la sua complessità e immediatezza”.
La nota degli attivisti spiega infine che “l’intera pianura Padana, come il meridione, diventeranno nel prossimo decennio zone invivibili, con un conseguente aumento delle tensioni interne, legate ai flussi migratori per trovare nuovi terreni coltivabili e abitabili. Una visione chiara di ciò che sarà il nostro futuro la osserviamo con sguardo disattento e distaccato quando ci arrivano le notizie su ciò che sta accadendo da diverso tempo in Africa, nel Medio Oriente e in zone del Sud Est asiatico, in cui le migrazioni climatiche sono realtà già drammaticamente attualissime. Il monito, cui assistiamo da una prospettiva di totale indifferenza e insensibilità, deve arrivare a colpire chiunque, smuovendo il bisogno di domandare con forza ai nostri Governi azioni concrete e rapide per prevenire simili scenari, più che probabili anche per noi”. 

Bomba d’acqua sulle Marche: 10 vittime e centinaia di sfollati

L’ondata di maltempo che ha investito le Marche è stata più violenta del previsto. Nella notte è esondato il fiume Misa a Senigallia, dieci persone hanno perso la vita tra acqua e fango, quattro sono ancora disperse e tra loro ci sono due bimbi. Centinaia gli sfollati.

Sul posto il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, per fare il punto della situazione con le forze e le strutture impegnate sul territorio. Sono circa 200 i vigili del fuoco al lavoro, con sezioni operative in rinforzo arrivate da Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo. Nelle ore notturne hanno salvato decine di persone che si erano rifugiate sui tetti e sugli alberi. Centocinquanta sono stati gli interventi di soccorso per prestare assistenza alla popolazione.

“In questo momento le forze sono concentrate nella zona di Senigallia, la zona più critica, poi ad Ancona, Pesaro”, riferisce il portavoce dei vigili del fuoco, Luca Cari, che conferma che la situazione meteo, in mattinata, è migliorata: “C’è il sole e questo favorisce le operazioni perché l’acqua si ritira naturalmente”, afferma.

“Rabbia, tanta rabbia e tanto dolore per le persone, che stanno perdendo beni e soprattutto affetti familiari. Oltre a ciò, la consapevolezza che eventi meteo come quello, che sta colpendo le Marche, possono ripetersi già nelle prossime ore in altre zone d’Italia”, tuona Francesco Vincenzi, Presidente dell’Anbi. “Nessuno ora dica di non sapere, perché sono anni, che lo denunciamo in sintonia con la scienza, accrescendo l’allarme nei mesi scorsi: il territorio italiano è alla merce’ dei cambiamenti climatici e dell’estremizzazione degli eventi meteo dopo anni di mancati investimenti nella sicurezza idrogeologica dei territori”.

Nell’arco di poche ore, afferma il presidente  dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini, contattato da GEA, è caduta la metà della pioggia che cadrebbe in una zona costiera in un anno intero: “Noi non siamo preparati per smaltire questo surplus di acqua che arriva. Dobbiamo ragionare – aggiunge -in termini di adattamento climatico, argomento che finora ha avuto poca presa sul territorio, dobbiamo fare una manutenzione seria”.

(Photocredit: Anbi)