Montagna, Cosmave: Piano del Parco Apuane, coerenza è necessaria
“Abbiamo ormai capito tutti che dobbiamo salvaguardare il lavoro sulla montagna e che dalla montagna deriva. Le regole ci sono e disciplinano l’armonizzazione fra cave, ambiente e paesaggio”. Così Cosmave, il consorzio di imprese del marmo apuo-versiliese, sintetizza quanto emerso dal recente convegno organizzato dal comune di Minucciano al quale hanno partecipato il presidente del Parco delle Apuane Andrea Tagliasacchi e il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Una nostra delegazione era presente al convegno e dagli interventi dei relatori, fra cui il presidente Tagliasacchi e il presidente Giani, crediamo sia emersa la consapevolezza dell’importanza del settore lapideo per le comunità della montagna versiliese e della Garfagnana. Le attività estrattive del comprensorio versiliese-garfagnino sono comprese nelle Aree Contigue di Cava (Acc), ovverosia aree espressamente destinate alla escavazione ed all’industria lapidea, che, pur essendo geograficamente situate all’interno del Parco, sono estranee all’area protetta. Non ci sono rischi di intaccare l’area protetta. Le attività estrattive presenti nelle Acc sono comunque già soggette ad una specifica disciplina ambientale e paesaggistica, tanto stringente, e che non si applica alle altre attività estrattive toscane, neppure a quelle del comprensorio carrarino.
Il nuovo Piano Integrato del Parco pretenderebbe di spingersi oltre, assoggettando le Acc alla disciplina propria dell’area protetta, decretando in questo modo la sostanziale chiusura delle attività estrattive presenti. Si tratterebbe di un’iniziativa, oltre che illegittima, dannosa per l’intera comunità della montagna versiliese-garfagnina, determinando l’impoverimento e lo spopolamento dei territori, che invece devono essere presidiati per poter essere mantenuti in ordine e salute, per poter quindi essere fruibili anche a chi, escursionista o semplice turista, vuole visitare le nostre montagne.
Bisogna ricordare tuttavia che il Parco è stato costituito al fine del miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali, nonché della realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistema, con la conseguenza che non possono trascurarsi gli effetti economici, sociali e demografici che la chiusura delle attività estrattive produrrebbe sulla Comunità del Parco stesso. Sarebbe la desolazione. Le nostre montagne, ribadiamo “nostre” perché siamo noi quelli che vivono in montagna, che vivono la montagna, che rispettano la montagna, con tutti i problemi connessi, sono aperte a tutti coloro che vorranno visitarle, ciascuno di loro sarà sempre benvenuto. Anzi lo invitiamo a farlo per poter vedere con i propri occhi come lavoriamo e quanto difficile sia. Crediamo oltretutto che sia un atto di civiltà rispettare chi ha investito la propria vita, sia fisicamente che economicamente, per il duro lavoro del marmo.
Va detto anche che le attività presenti nel comprensorio versiliese-garfagnino non si riconoscono nella logica “estrattivista”, forse presente altrove, e sono tutte improntate al massimo rispetto per le esigenze ambientali e paesaggistiche. Tra di esse vi sono poi esempi di eccellenza, come le due cooperative storiche, quella di Levigliani e di Vagli: la prima impegnata oltre che nella coltivazione della cava, anche nel settore turistico con visite guidate alla cava ed all’Antro del Corchia; la seconda, che realizza già da tempo la cosiddetta “filiera corta”, attraverso la segheria ed il laboratorio dove processano direttamente i blocchi estratti nelle loro cave. E’ per questi motivi che riteniamo indispensabile che il nuovo Pip tenga conto dell’importanza delle attività estrattive, svolte in loco da secoli, e si conformi pienamente al Piano di indirizzo territoriale – Piano territoriale paesaggistico regionale (Pit-Ptpr), che reca una specifica disciplina delle attività estrattive delle Alpi Apuane, anche attraverso lo strumento dei Piani attuativi di bacino (Pabe). Pit che, si ricorda, è stato approvato da Regione e ministero dell’Ambiente.
La mancanza di coerenza del Pip rispetto al Pit ne ha sinora precluso l’intervenuta approvazione; il Pip non è ancora stato approvato dal Consiglio regionale, con tutta probabilità proprio a causa dell’incoerenza con il Pit, ma a questo punto la parte politica deve compiere un definitivo atto di coraggio e rimandare il piano al Parco per la sua rielaborazione nel rispetto della normativa vigente. Ci è difficile comprendere come si possa chiedere a noi di seguire alla lettera tutte le norme in vigore, Pit compreso, se poi gli organi competenti approvano un piano palesemente in contrasto con quanto legiferato in precedenza da loro stessi. Siamo fiduciosi che alla fine prevarrà la ragionevolezza e siamo certi che un uomo di grande esperienza ed equilibrio come il presidente del Parco Andrea Tagliasacchi troverà una soluzione alla questione. Concludiamo come sempre abbiamo fatto: nessuno è perfetto e tutto è migliorabile, siamo lieti di ascoltare chi avesse proposte serie e realizzabili per migliorare il nostro lavoro, siamo disponibili a dialogare. Rispettando i ruoli e le implicazioni socio-economiche conseguenti”.