Irruzione artica sull’Italia: torna la neve anche a bassa quota

La settimana appena iniziata vedrà l’Italia piombare nuovamente in inverno, dopo un lungo periodo caratterizzato da temperature ben al di sopra delle medie stagionali e con scarse precipitazioni. Un’irruzione di aria artica è destinata a provocare ulteriori precipitazioni su tutta l’Italia, già dalla giornata odierna, con la neve che questa volta potrà arrivare davvero fin sulle pianure.

Antonio Sanò, fondatore del sito wwww.iLMeteo.it, comunica che oggi le ultime piogge e rovesci temporaleschi insisteranno al Centro-Sud e sulla Sicilia: questi fenomeni perturbati sono eredità del vortice ciclonico della Befana, in progressivo allontanamento verso Sud Est. Nel suo movimento questo ciclone richiamerà a sé aria gelida in discesa dal Nord Europa di origine Artica che riuscirà a sfondare sul bacino del Mediterraneo.

Le temperature subiranno di conseguenza un crollo verticale portandosi fin sotto le medie climatiche di riferimento dopo tanto tempo. Come capita spesso in queste situazione l’atmosfera si manterrà piuttosto instabile con il rischio a più riprese di precipitazioni.

Proprio a causa del calo delle temperature non si esclude la possibilità di nevicate fino in pianura tra martedì 9 e mercoledì 10, specie su Piemonte, Lombardia occidentale ed interno ligure.
Sulle regioni centro-meridionali avremo ancora il rischio più che concreto di temporali e forti venti lungo le coste più esposte a causa del persistere della vasta area ciclonica che rimarrà bloccata sul bacino del Mediterraneo almeno fino a Giovedì 11 Gennaio. Possibili nevicate sugli Appennini oltre i 1300/1400 metri di quota con vere e proprie bufere a causa delle ventilazione piuttosto vivace.

Tags:
, ,

In settimana duplice sfuriata invernale contro l’Italia: neve anche a bassa quota

Nel corso della settimana appena iniziata arriva l’inverno, con un carico di freddo e pure neve, che potrebbe scendere fino a quote basse per il periodo. Ci attendono due distinte fasi perturbate, che ci traghetteranno verso il mese di dicembre.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che già nella giornata odierna le correnti fredde in ingresso dalla Porta del Rodano (Francia sudorientale) favoriranno la formazione di un ciclone sui nostri mari in grado di scatenare precipitazioni intense, anche sotto forma di nubifragio e violente raffiche di vento. Questa prima perturbazione colpirà l’Italia entro le prime ore di martedì 28: a causa dei notevoli contrasti tra masse d’aria differenti, non si esclude la possibilità di intense piogge anche sotto forma di nubifragi, che potrebbero causare locali allagamenti in particolare su Lazio, Campania e Calabria.  Visti i forti contrasti tra masse d’aria diverse (mari ancora fin troppo caldi) non sono da escludere dei veri e propri nubifragi con il rischio anche di locali allagamenti (saranno possibili addirittura fino a 150 litri di pioggia in 24 ore) specie su Lazio, Campania e Calabria. Sull’arco alpino si prevedono nevicate fino a quote molto basse, intorno ai 500 metri, soprattutto sulle Dolomiti.

Nel contempo, le temperature sono previste letteralmente in crollo con valori ben sotto le medie climatiche su tutta l’Italia: al Centro Nord sono previste estese gelate fin sulle pianure durante la notte e al primo mattino.

Tra giovedì 30 novembre e venerdì 1 dicembre una seconda perturbazione potrebbe raggiungere l’Italia, innescando nuove ed intense precipitazioni: la fase fredda e movimentata continuerà anche fino alle porte del primo weekend del nuovo mese, con il rischio di sorprese nevose fino a bassa quota. Le aree maggiormente favorevoli alla neve fino a quote via via più basse saranno quelle della Valpadana centro-occidentale, ma non possono attualmente essere esclusi anche alcuni settori dell’Emilia Romagna.

Tags:
, ,
piogge al sud/imago

Meteo, ciclone esplosivo sull’Italia: forte maltempo per giorni

La settimana appena iniziata sarà instabile e perturbata a più riprese, da Nord a Sud; insomma, la primavera sta mostrando tutto il suo lato più eclettico, e all’orizzonte non si vedono figure anticicloniche tali da dispensare un lungo periodo di stabilità atmosferica. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che questa fase di acuto maltempo prende origine da una vasta area di bassa pressione presente sull’Europa, che per tutta la settimana continuerà a pilotare masse d’aria di origine polare verso il bacino del Mediterraneo. Le correnti fredde in ingresso andranno ad alimentare una ciclogenesi esplosiva sul mar Tirreno. Non è un termine inventato, bensì una precisa definizione meteorologica: un ciclone bomba (o, appunto, ciclogenesi esplosiva) avviene quando un’area di bassa pressione posta alle medie latitudini vede la pressione atmosferica scendere nel suo minimo barico ad una velocità di almeno un millibar (hPa) all’ora per almeno 24 ore. Nella pratica questo si traduce in precipitazioni abbondanti, anche sotto forma di nubifragio e violente raffiche di vento.

Il rischio collegato a queste configurazioni è che si verifichino eventi meteo estremi come nubifragi e, nei casi più eccezionali, le cosiddette ‘alluvioni lampo’ che solitamente interessano fasce ristrette di territorio, scaricando al suolo ingenti quantità d’acqua.

Secondo gli ultimi aggiornamenti saranno maggiormente a rischio le regioni del Nord Est e quelle tirreniche del Centro Sud dove localmente potrebbe cadere fino ad oltre 200/300 l/mq di pioggia in pochissimo tempo, l’equivalente cioè delle precipitazioni attese in oltre 2 mesi. Andrà prestata particolare attenzione anche ai burrascosi venti che soffieranno lungo le coste tirreniche con punte ad oltre 120 km/h (raffiche quindi da Uragano, secondo la scala Beaufort) e il rischio più che concreto di mareggiate specie lungo i litorali di Lazio, Campania e Calabria.

In ultimo, tornerà anche a cadere la neve sulle nostre montagne: complice le temperature tutt’altro che calde: i fiocchi bianchi potrebbero scendere fin verso i 1400/1500 metri di quota sulle Alpi centro orientali. Un evento di tutto rispetto per essere ormai a metà maggio e che non capita da alcuni anni.

L’allarme di Legambiente: “Neve artificiale sul 90% delle piste italiane. E’ insostenibile”

L’Italia è tra i paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). E’ quanto emerge dal dossier di Legambiente ‘Nevediversa 2023’, presentato oggi a Torino. La percentuale più bassa è in Germania, con il 25%. Per l’associazione il sistema di innevamento artificiale “non è una pratica sostenibile e di adattamento, dato che comporta consistenti consumi di acqua, energia e suolo in territori di grande pregio”.

I dati che emergono dalle stime sono preoccupanti: considerando che in Italia il 90% delle piste è dotato di impianti di innevamento artificiale il consumo annuo di acqua già ora potrebbe raggiungere 96.840.000 di m³ che corrispondono al consumo idrico annuo di circa una città da un milione di abitanti. “Inoltre – si legge nel rapporto – l’innevamento artificiale richiede sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie ed enormi oneri a carico della pubblica amministrazione“. Senza contare che il costo della produzione di neve artificiale sta anche lievitando, passando dai 2 euro circa a metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro al metro cubo nella stagione 2022-2023. Per questi motivi Legambiente torna a ribadire “l’urgenza di ripensare ad un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività. Ce lo impone la crisi climatica che avanza e che sta avendo anche pesanti impatti sull’ambiente montano. Difronte a ciò l’Italia non può più restare miope, ne può pensare di poter inseguire la neve”.

A preoccupare è anche il numero di bacini idrici artificiali presenti in montagna ubicati in prossimità dei comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale. Sono 142 quelli mappati nella Penisola per la prima volta da Legambiente attraverso l’utilizzo di immagini satellitari per una superficie totale pari a circa 1.037.377 mq. Il Trentino Alto Adige detiene il primato con 59 invasi, seguito da Lombardia con 17 invasi e dal Piemonte con 16 bacini. Nel Centro Italia, l’Abruzzo è quello che ne conta di più, ben 4.

In parallelo, nel 2023 aumentano sia gli “impianti dismessi” toccando quota 249, sia quelli “temporaneamente chiusi” – sono 138 – sia quelli sottoposti ad “accanimento terapeutico”, ossia quelli che sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico, e che nel 2023 arrivano a quota 181.Tutti impianti censiti da Legambiente che quest’anno allarga il suo monitoraggio includendo anche altre categorie: quelle degli “impianti un po’ aperti, un po’ chiusi”, ossia quei casi che con le loro aperture “a rubinetto” rendono bene l’idea della situazione di incertezza che vive il settore. In totale sono 84. La categoria degli “edifici fatiscenti”, 78 quelli censiti. Ed infine la categoria “smantellamento e riuso”, 16 i casi censiti.

Alla ministra del Turismo Daniela Santachè, che questo inverno ha avviato un tavolo tecnico per l’emergenza legata alla mancanza di neve in Appennino, “torniamo a ribadire – dice il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani – che avrebbe più senso investire risorse nell’adattamento e non nell’innevamento artificiale. Con un clima sempre più caldo, nei prossimi anni andremo incontro a usi plurimi dell’acqua sempre più problematici e conflittuali. Per questo è fondamentale che nella lotta alla crisi climatica l’Italia cambi rotta mettendo in campo politiche più ambiziose ed efficace, aggiornando e approvando entro la fine di marzo il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, e rindirizzando meglio i fondi del PNRR”.

Ribaltone meteo: dalla primavera alla neve in 24 ore

E’ in arrivo un ribaltone sul fronte del meteo: sabato 25 febbraio sembrerà di essere ad aprile-maggio, ma domenica ricorderà il tempo di Natale, con neve al Nord fino a quote basse. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, spiega dunque che “in 24 ore passeremo da condizioni tipiche di fine aprile a condizioni natalizie: un ritorno al passato, quindi, dopo aver assaporato un anticipo di piena primavera“. Passeremo dal caldo al freddo, dalla bonaccia alla tempesta, dal sole alla neve.

Non ricordavamo, da tempo, un drastico cambiamento simile: in pratica fino a sabato le temperature oscilleranno sui 17-18°C al Centro-Nord con punte di 20°C, mentre sulle Isole Maggiori, complice lo Scirocco, potremo raggiungere anche i 24-25°C come a fine aprile. Dalla tarda serata del sabato arriverà però lui, il gelo russo. Direttamente dalla zona di Mosca e San Pietroburgo, dove in queste ore si registrano massime di -10/-12°C, ecco che lo spiffero artico invaderà l’Italia ad iniziare dalla Porta della Bora.

Da sabato sera il freddo inizierà a penetrare nella Pianura Padana, al Nord, dove si attende un crollo delle temperature anche di 10 gradi in pianura e di 15-17°C in montagna durante la domenica: nella notte successiva, tra domenica e lunedì, non sono escluse le prime nevicate in pianura tra Emilia e Basso Piemonte, ma il Ciclone di Neve è pronto a colpire soprattutto negli ultimi 2 giorni di febbraio.

La traiettoria del ciclone non è ancora confermata in pieno, ma, al momento, il minimo di bassa pressione dovrebbe fermarsi sul Mar Ligure, spingendo il carico di precipitazioni verso Nord-Ovest ed Appennino settentrionale. E sarebbe un’ottima notizia contro la siccità imperante di queste zone. In pratica, tra lunedì e martedì alcune elaborazioni modellistiche indicano diversi centimetri di neve anche a Torino. Sopra i 500-600 metri è prevista neve abbondante su Emilia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. Il tutto condito da venti di burrasca che potrebbero quindi favorire veri e propri blizzard, da domenica sera fino a martedì pomeriggio.

Meteo, da domenica previsto gelo russo: temperature in picchiata di 15°, neve in pianura

L’aria calda proveniente dalla Tunisia si scontrerà con il gelo russo formando la tempesta perfetta e un mix esplosivo. Al momento le mappe meteorologiche indicano uno scontro molto violento, previsto per domenica 26 febbraio quando l’Illusione di Primavera del sabato lascerà il posto al freddo pungente russo su gran parte dell’Italia, specie al Centro-Nord. Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti il ribaltone da questa domenica, con l’arrivo di un vero e proprio colpo di coda dell’inverno. Sono attesi venti di burrasca di Bora e Tramontana, in attivazione già da sabato sera sull’Alto Adriatico: domenica insieme al vento gelido, di lontana estrazione russa, avremo nevicate a bassa quota tra Marche ed Emilia Romagna, localmente non sono esclusi fenomeni parossistici quali temporali di neve, graupel o neve tonda e, nella notte tra domenica e lunedì, nevicate deboli fin sulle coste e in pianura al Nord.

Lunedì 27 febbraio potrebbe essere poi la giornata del Ciclone di Neve al Centro-Nord con fenomeni fino in pianura non esclusi su Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana. Ma come sempre, per avere una previsione attendibile a 4-5 giorni dobbiamo aspettare le conferme successive delle elaborazioni modellistiche. Al momento è una tendenza, quel che è certo è il crollo delle temperature di domenica 26 febbraio, con un calo fino a 15-17°C in montagna (!) e fino a 10 gradi in meno anche in pianura: da una primavera quasi estiva a un inverno italiano tipico di 30 anni fa, prima dell’acuirsi del riscaldamento globale.

Intanto, fino a sabato compreso, vivremo l’Illusione di Primavera con temperature ovunque sopra la media: il piacere più intenso di vivere giornate soleggiate e miti sarà relegato al Sud; al Centro-Nord, infatti, saranno frequenti le nubi e anche qualche piovasco specie tra Lombardia, Veneto ed Emilia.
In sintesi, quando ormai tutti eravamo pronti a fare il cambio di stagione, ecco che arriva un nuovo nocciolo gelido russo con un periodo freddo atteso anche per buona parte della prossima settimana.

Nel dettaglio, per la giornata di venerdì 24: al nord è prevista pioviggine con nubi basse (specie al Nord Ovest); nubi sparse, specie sulle tirreniche, al Centro mentre permane il bel tempo al Sud. Infine, per sabato 25 al Nord sono previste nubi e qualche pioggia a Sud del fiume Po, al Centro si prevede un clima caldo con peggioramenti e temporali su Toscana e Sardegna, mentre il Sud sarà soleggiato con un caldo anomalo, tipico di fine aprile. La tendenza: domenica irruzione artica con neve a bassa quota sulle adriatiche e poi verso Pianura Padana, Toscana ed Umbria. Venti di burrasca.

Arriva l’uragano mediterraneo: ‘MediCane’ porta nubrifragi di neve al Sud e sulle isole

Dopo il freddo artico di Nìcola, c’è il rischio che si formi sulle isole maggiori, eccezionalmente e fuori stagione, un ‘Medicane’, un Mediterranean hurricane o uragano mediterraneo. Se questa ipotesi fosse confermata avremmo severo maltempo intorno alla Sicilia con accumuli nevosi eccezionali. Si stima che potrebbero cadere fino a 150 cm di neve fresca sull’Etna e fino a 100 cm su Aspromonte, Peloritani, Nebrodi e localmente fino alle Madonie. Intanto, il nocciolo artico russo continua a raggiungere l’Italia dalla Porta della Bora: le correnti fredde arrivano direttamente dalla pianura del fiume Volga, dove il termometro segna -20°C di notte e -10°C di giorno.

Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it, indica nelle giornate di giovedì e venerdì il picco del maltempo. In questi ultimi giorni, infatti, l’afflusso di aria artica continentale secca dalla Russia ha fatto scendere le temperature su tutto il Paese, ma le precipitazioni sono state scarse o assenti. Nei prossimi giorni, un ciclone nordafricano potrebbe arrivare carico di aria umida e mite e associato al ciclone, scontrandosi con l’aria artica, causerebbe maltempo estremo su alcune regioni del Sud e del Centro.

Nel dettaglio, tra oggi e domani è prevista la risalita del ciclone dal Sahara verso lo Stretto di Sicilia e il Canale di Sardegna; il vortice potrebbe intensificarsi molto velocemente davanti alla Tunisia ed assumere un ‘cuore caldo’: con questa previsione si svilupperebbe una forte instabilità associata a forti venti.
Si potranno quindi avere dei veri e propri ‘nubifragi di neve’ tra stasera e venerdì all’estremo Sud, ma non è escluso che il ciclone, o ‘Medicane di neve’, possa portare tanta neve anche in Sardegna, specie sul Gennargentu, come già successo negli ultimi giorni.

Prima però nelle prossime ore ci sarà un ulteriore calo delle temperature: il termometro in montagna si porterà fino a 12 gradi sotto le medie climatiche del periodo, mentre in pianura qualche nevicata arriverà a macchia di leopardo dalla Romagna fino alla Puglia. Qualche fiocco svolazzante è previsto anche sulle Alpi occidentali, non sufficiente però a sconfiggere la persistente e pesante siccità che sta ancora interessando in particolare il Piemonte. In sintesi, dopo il freddo russo arriverà un ciclone tunisino con aria calda: il mix sarà esplosivo con fenomeni estremi attesi al Sud e sulle Isole Maggiori. L’arrivo eccezionale del nocciolo artico NìKola era stato previsto da giorni e il Meteo ha confermato un quadro estremo e molto raro con l’attivazione del gelido vento Buran sulle Pianure Sarmatiche.

Meteo, è arrivato NìKola: porterà una settimana di gelido inverno

Ormai ci siamo: è arrivato NìKola, un nocciolo d’aria gelida in discesa dalla Russia, che provocherà verosimilmente effetti pesanti su gran parte delle regioni per tutta la settimana. Il rischio, oltre al gelo, è che si verifichino diffuse precipitazioni, nubifragi, e anche neve a bassa quota. Si apre così una settimana di crudo inverno per il nostro Paese.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che nella giornata odierna un flusso di correnti d’aria di origine artico-continentale dilagherà sul bacino del Mediterraneo, tuffandosi direttamente dalla Porta del Rodano: una parte dell’intenso flusso in uscita dal Rodano favorirà la formazione di un minimo depressionario (Vortice Ciclonico) proprio tra il mar Ligure e il mar Tirreno. Oggi il maltempo colpirà il nostro Paese a iniziare dal Nord Ovest, con nevicate fino a bassa quota tra basso Piemonte, interno ligure ed Emilia occidentale.

Col passare delle ore il vortice ciclonico si sposterà verso Sud-Est: saranno possibili precipitazioni intense su Toscana, Lazio, Campania, Calabria e sulle due Isole Maggiori. Grazie a un cospicuo calo delle temperature, la neve potrà scendere copiosa sull’Appennino con fiocchi che potranno spingersi fin sotto i 100 metri di quota specie sul versante adriatico. Martedì 7 attenzione alla Sicilia: la particolare configurazione attesa potrebbe dar luogo a fenomeni piovosi molto intensi, anche sotto forma di nubifragio sui settori occidentali dell’isola.

Anche per il resto della settimana le condizioni meteo climatiche si manterranno instabili e soprattutto fredde da Nord a Sud, con il rischio di nevicate fino in pianura sul versante adriatico tra Romagna e Marche. Su Sicilia e Sardegna insisteranno ancora per tutta la giornata di Giovedì forti precipitazioni, localmente a carattere di nubifragio, nevose sulla Sardegna a 5-600 metri, a quote superiori sulla Sicilia.

Oltre alle intense precipitazioni, localmente anche nevose, a far notizia saranno le temperature, che si porteranno di circa 7-8°C al di sotto delle medie climatiche di riferimento, in particolare sulle regioni del Centro Sud per tutta la settimana. Attenzione inoltre al freddo notturno che si registrerà soprattutto al Nord dove sono previsti maggiori aree di sereno che favoriranno una maggior dispersione del calore verso la libera atmosfera e un conseguente più rapido ed intenso raffreddamento alle basse quote. Su molte aree della Pianura Padana infatti la colonnina di mercurio potrà scendere di parecchi gradi sotto la soglia del gelo.

Un’altra ondata di caldo anomalo ma dal weekend ritorna il gelo con Nìkola

Febbraio inizia con un’altalena termica: le temperature saliranno repentinamente e in modo anomalo entro il weekend, in particolare nei valori massimi, poi, da lunedì prossimo, tornerà il freddo con il nocciolo gelido russo NìKola. Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it, conferma un quadro dinamico con la rimonta dell’Anticiclone delle Azzorre nelle prossime ore anche al Sud: “E’ previsto bel tempo quasi ovunque con massime fino a 15 gradi persino in Pianura Padana – spiega -. L’alta pressione ci accompagnerà fino a domenica, con alcuni ‘nei’ da segnalare: le minime al mattino resteranno piuttosto basse con locali gelate al Centro-Nord, alcuni addensamenti per nubi basse non sono esclusi in Pianura Padana e lungo il versante tirrenico“.

La sorpresa potrebbe arrivare la prossima settimana con una configurazione tipica quasi da Buran, vento caratteristico delle steppe della pianura sarmatica: il nocciolo gelido russo NìKola si sta avvicinando all’Italia portando abbondanti nevicate tra Ucraina e Romania, con il gelo che si spinge anche sui vicini Balcani.
Quest’aria fredda, al momento, è prevista dilagare verso l’Italia dalla Porta delle Bora già da domenica sera quando inizialmente qualche fenomeno temporalesco potrebbe insistere sul versante adriatico associato anche a locali grandinate fuori stagione.
In seguito, con l’afflusso diffuso dell’aria gelida, sono previste nevicate fin sulle spiagge adriatiche dal Veneto alla Puglia, fiocchi bianchi su gran parte del Centro-Sud e un crollo delle temperature anche di 10 gradi: l’altalena dunque ci porterà a salire di 5-8 gradi fino a domenica per poi scendere improvvisamente di 10°C con la nuova settimana.

Questo è lo scenario più gelido previsto dai modelli; se la traiettoria di NìKola risulterà più orientale (come a volte accade quando le irruzioni arrivano dalla Russia in un quadro sinottico successivo ad un periodo altopressorio delle Azzorre) allora i fenomeni nevosi saranno più probabili solo dall’Abruzzo in giù.
La minaccia di NìKola però è reale perché c’è già tantissima neve da Bucarest a Sarajevo e il gelo russo in avanzamento verso la Polonia e la Repubblica Ceca.

Tags:
, ,

In arrivo una nuova ondata di gelo, attese bufere di neve

Freddo in arrivo dalla zona del Volga. Dalla Russia meridionale correnti artiche scenderanno verso la Romania ed i Balcani poi gradualmente entreranno in Italia causando un calo delle temperature di almeno 5-6 gradi rispetto agli ultimi giorni. Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma che il ‘colpevole’ di questa irruzione polare è ancora l’Anticiclone delle Azzorre che, pigramente, staziona sulle Isole Britanniche e favorisce l’affondo di un’altra bordata gelida di Attila. In sintesi, con lo spostamento meridiano dell’Anticiclone delle Azzorre verso Inghilterra e Danimarca, la porta orientale verso la Russia rimarrà spalancata e permetterà l’ingresso alle correnti gelide della steppa.
Nelle prossime ore inizierà ad affluire questa massa d’aria fredda e secca da Nord-Est interessando in particolare il versante adriatico dove potrebbe attivare anche il famoso effetto ASE (Adriatic Snow Effect): questa configurazione meteorologica, in italiano ‘Effetto Nevoso causato dal mare Adriatico’ vede una massa d’aria fredda e secca in discesa dalle vallate delle Alpi Dinariche acquisire calore ed umidità durante l’attraversamento del Mare Adriatico. La massa d’aria in questo modo si trasforma da ‘molto fredda e secca’ a ‘fredda ma anche umida’, capace di scaricare nevicate intense sui contrafforti appenninici e spesso anche fin sulle spiagge adriatiche.
Da questa sera con l’Ase potremo quindi incontrare nevicate fino a quote collinari in Abruzzo e Molise, poi gradualmente durante il weekend non sono escluse spruzzate di neve fin sulle spiagge. Insomma l’ennesima bordata gelida di Attila, questa volta dalla regione del Volga, causerà un ulteriore peggioramento dalle Basse Marche fino al Sud. Anche sul Nord Italia e sul medio Tirreno ritroveremo un calo significativo delle temperature ma in genere il tempo resterà asciutto ed in prevalenza soleggiato.
In sintesi, nelle prossime ore, sono attese precipitazioni su Basse Marche, Abruzzo, Molise e al Sud; la quota neve al Centro sarà intorno ai 300-400 metri mentre al Sud i fiocchi scenderanno fino ai 700 metri della Campania e i 900 metri di Calabria e Sicilia.
Venerdì la situazione sarà simile ma più fredda ed instabile con la neve che potrebbe scendere fino a bassa quota sul versante adriatico del Centro e fino a circa 600 metri al Sud.
Nel weekend avremo due giornate simili ma un po’ diverse: sabato sono previste temperature decisamente basse su tutto lo Stivale con valori circa 6-8°C inferiori alle medie del periodo, mentre da domenica è attesa una temporanea spinta da parte dell’Anticiclone con qualche schiarita e temperature massime in leggero aumento.
La tendenza però vede un’altra discesa polare da Nord per i Giorni della Merla prima di un inizio di febbraio decisamente più mite e soleggiato: ma è solo una tendenza, vedremo cosa ci dirà la ‘Merla’ dal suo camino, durante i giorni che secondo la tradizione sono i più freddi dell’anno.