Il direttore degli Scavi di Pompei punta in alto: “Sito è laboratorio di sviluppo sostenibile”

Gli Scavi di Pompei possono essere “un vero laboratorio per lo sviluppo sostenibile”. A dirlo è Gabriel Zuchtriegel, direttore del sito archeologico, che da tempo lavora per rendere più ‘green’ uno dei luoghi culturali più conosciuti al mondo. Da qualche mese sono stati installati pannelli fotovoltaici che assomigliano alle tradizionali tegole di terracotta. Contengono celle fotovoltaiche, consentendo al sito archeologico, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, di conservare il suo fascino estetico e di produrre energia pulita per illuminare gli splendidi affreschi

Sebbene il progetto sia ancora in fase iniziale, gli esperti ritengono che queste piastrelle high-tech potrebbero un giorno contribuire a rendere più verdi i centri storici di tutta la penisola. Sono “esattamente uguali alle antiche piastrelle romane” che si trovano nei siti archeologici e nelle città del Mediterraneo, spiega Zuchtriegel. Ma mentre “Pompei è un sito unico per le sue dimensioni e la sua complessità (…) spero che questo progetto non sia unico”, dice il direttore, che spera di trasformare il parco in un “vero laboratorio per lo sviluppo sostenibile”.

Questo progetto pilota permette di valorizzare uno straordinario affresco murale ritrovato nel 1909 sotto metri di cenere vulcanica nella Villa dei Misteri, che fu sepolta insieme al resto della città dall’eruzione del Vesuvio quasi 2.000 anni fa. Raffigura donne che adorano Dioniso, il dio del vino e della festa, mentre si dedicano a riti misteriosi. Il soggetto di questo affresco ha incuriosito a lungo gli studiosi, alcuni dei quali hanno ipotizzato che la proprietaria della villa fosse una sacerdotessa le cui schiave partecipavano ai riti di culto. L’affresco a tre pareti, uno dei meglio conservati di Pompei, è illuminato da speciali lampade a led progettate per dare vita alle scene di rosso intenso, viola e oro senza danneggiarle.

Da ottobre, queste lampade sono alimentate dall’elettricità generata da tegole fotovoltaiche. Ahlux, l’azienda che ha brevettato il sistema nel 2022, ha installato i pannelli sul tetto della villa tra le tradizionali tegole in terracotta. Coprono circa 70 m2 e sono collegati a una batteria al sodio a basso impatto ambientale, secondo il responsabile del progetto Alberto Bruni. Pompei, che gode di oltre 15 ore di sole al giorno in piena estate, intende estendere il loro utilizzo ad altre ville, assicura.
“Diverse istituzioni hanno espresso interesse per queste tegole di nuova generazione, dal museo d’arte moderna MAXXI di Roma alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano”, spiega il fondatore di Ahlux Augusto Grillo. “Il problema è trovare i fondi”, osserva, dal momento che molti degli edifici storici italiani sono pubblici o appartengono a istituzioni cattoliche.

“Le tegole fotovoltaiche, che hanno una durata di vita compresa tra i 20 e i 25 anni, costano poco più del prezzo combinato di un tetto nuovo e dei pannelli fotovoltaici tradizionali, anche se hanno un duplice scopo, in quanto vengono utilizzate anche per la copertura del tetto”, sottolinea Grillo.

Il nostro Paese è attualmente sotto pressione per rendere le sue città con tetti in tegole, come Firenze e Bologna, più rispettose dell’ambiente, come parte degli sforzi europei per combattere il cambiamento climatico. Secondo la nuova legislazione dell’Ue, gli Stati devono adeguare gli edifici per ridurre le emissioni di carbonio del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Si tratta di una sfida enorme per l’Italia, dove circa il 60% degli edifici rientra nelle due categorie energetiche meno virtuose, rispetto al 17% della Francia e al 6% della Germania, secondo l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance). “Abbiamo bisogno di un co-investimento nazionale e forse europeo per garantire che le scadenze molto ambiziose abbiano una possibilità di essere rispettate”, dice Angelica Donati, presidente dell’associazione dei giovani costruttori Ance Giovani. “Abbiamo le città più belle del mondo, il che significa che abbiamo bisogno di interventi molto più ponderati e rapidi. C’è ancora molto da fare”, conclude.

Boom domanda fotovoltaico, prezzi pannelli a minimi storici: in Cina produttori in crisi

La Cina domina il mercato globale dei pannelli solari grazie a grande capacità produttiva e a prezzi ultra-competitivi. Il calo dei costi tuttavia sta diventando un boomerang per l’ex celeste impero, che nei prossimi mesi potrebbe assistere a numerosi fallimenti. Anche se la domanda solare aumenta con l’accelerazione della transizione energetica globale, il numero di produttori diminuirà nei prossimi 12-18 mesi, ha affermato Lan Tianshi, co-amministratore delegato di GCL Technology Holdings Ltd., il secondo produttore mondiale del materiale chiave polisilicio. “Il momento peggiore è arrivato”, ha aggiunto a Bloomberg, prevedendo che circa il 25% dei produttori di polisilicio saranno costretti ad abbandonare l’attività. “Questo è un test di pressione su chi può sopravvivere“. Molti produttori di energia solare vendono a prezzi prossimi ai costi di produzione e le aziende produttrici di polisilicio non annunciano più piani per costruire più fabbriche, ha sottolineato a Bloomberg. I nuovi impianti già in costruzione stanno annullando le fasi successive, mentre gli impianti completati ritardano l’inizio dell’attività.

Secondo l’autorevole Bernreuter Research l’eccesso di offerta spingerà i nuovi entranti fuori dal mercato nel 2024. L’anno prossimo il leader cinese del mercato del polisilicio Tongwei darà inizio a una fase di concorrenza spietata. “Tongwei prevede di mettere in funzione 575.000 tonnellate di nuova capacità produttiva il prossimo anno, mentre ci aspettiamo crescita del mercato di 200.000 tonnellate al massimo”, afferma Johannes Bernreuter, capo di Bernreuter Research e autore del ‘Polysilicon Market Outlook 2027’. La carenza di polisilicio nel 2021 e nel 2022 aveva fatto salire il prezzo spot fino a quasi 40 dollari al kg, attirando molti aspiranti cinesi nel settore. “Se tutte le nuove capacità venissero aumentate nel 2024, l’eccesso di offerta aumenterebbe fino a 1,4 milioni di tonnellate”, aggiunge Bernreuter. “Con i suoi bassi costi di produzione e la comprovata qualità del prodotto, Tongwei spingerà la maggior parte, se non tutti, i nuovi concorrenti fuori dal mercato”.

La crisi in Cina sembra alle porte anche se il più grande cliente dell’industria del polisilicio, il settore solare, è in rapida crescita. A differenza di altri ricercatori di mercato, Bernreuter prevede che gli impianti fotovoltaici annuali aumenteranno da 425 GW nel 2023 a 1.100 GW nel 2027, il che equivale a un tasso di crescita medio annuo del 26,8%. “I modelli previsionali tradizionali hanno per lo più sottostimato la crescita del fotovoltaico. Pertanto abbiamo adottato un approccio più aggressivo”, spiega l’analista. La rapida crescita alimenterà la forte domanda di silicio metallico, che è costituito da quarzo. “La conseguenza è inevitabile: nella seconda metà di questo decennio il quarzo per il silicio metallico scarseggerà“, prevede Bernreuter.

Nel frattempo i prezzi delle celle solari più vendute nell’attuale mercato solare, hanno continuato la loro traiettoria discendente arrivando a toccare i prezzi più bassi di sempre, secondo i dati OPIS – una società del gruppo Dow Jopnes – forniti a Pw Magazine.

Pannelli solari

I tetti di 110mila industrie adatti a ospitare impianti fotovoltaici

Sono 110.000 in Italia gli stabilimenti e i capannoni industriali con tetti idonei ad ospitare impianti fotovoltaici di grande taglia, per ampiezza, posizione geografica, caratteristiche aziendali come i consumi energetici e la solidità finanziaria. Circa 300 km quadrati di superfici, sufficienti a realizzare 30 Gw di nuove installazioni che coprirebbero il 75% dell’obiettivo al 2030 di potenza fotovoltaica installata per impianti superiori ai 200 Kw e il 60% del target totale di 50 Gw, secondo l’accordo europeo Fit-for-55. Si tratta di un intervento in grado di attivare tra i 30 e i 36 miliardi di euro di investimenti e che porterebbe a un risparmio di emissioni di CO2 di circa 9.000 tonn/anno. Una manna dal cielo visto che la generazione da solare fotovoltaico in Italia dovrà triplicare nei prossimi 7 anni, passando dai circa 25 Gw attuali a 75 Gw.

Il calcolo dei tetti disponibili è stato fatto da Cerved, la tech-company che ha messo a sistema le tantissime informazioni di cui dispone – analisi satellitari per l’esame del territorio, consumo energetico delle aziende e loro robustezza finanziaria, costi degli impianti fotovoltaici – e investito in un’applicazione per elaborarle attraverso le tecnologie di intelligenza artificiale, favorendo così l’incontro tra aziende e istituti finanziari che vogliono supportare lo sviluppo della produzione di energia pulita. Obiettivo di Cerved infatti è aiutare il Sistema Paese a proteggersi dai rischi e a crescere in maniera sostenibile estraendo dai dati i segnali e gli insight necessari a prendere rapidamente le decisioni migliori per tutti.

“Molte aziende potrebbero produrre energia dal fotovoltaico ma non hanno idea del loro potenziale di produzione – spiega Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved – le imprese energivore, ad esempio, che in questo momento stanno sostenendo degli elevati costi di approvvigionamento, potrebbero avere grandi benefici dall’installazione di impianti propri. Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata”. 

Lo sviluppo dell’autoconsumo diffuso, infatti, è un’opportunità per il settore industriale, in particolare per le PMI, che possono partecipare alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer). Si tratta di realizzare 5 GW di potenza entro il 2027: questo permetterebbe incentivi in tariffa per energia condivisa tra i 60-120 €/kWh (fino a 5 GW per 20 anni) e incentivi in conto capitale (fondo perduto PNRR) pari a 2,2 miliardi di euro, destinati alle Comunità energetiche rinnovabili per Comuni sotto i 5 mila abitanti.

“In pratica – conclude Mignanelli – l’incrocio e l’elaborazione di tre dataset completamente diversi – dati satellitari, consumi energetici delle imprese, proiezioni dei bilanci per stabilirne la solidità – ci hanno restituito una lista di 110.000 imprese, con indirizzo e ragione sociale, su cui si possono installare 30 GW di potenza fotovoltaica, oltre la metà di quelli che occorrono all’Italia per centrare gli obiettivi al 2030, con investimenti per 30-36 miliardi di euro. Oltre ai fondi del Pnrr anche i privati sono chiamati a fare la loro parte per trovare i fondi necessari presso le banche e sfruttare gli incentivi più adeguati”.

Entrando nel dettaglio, attraverso dati satellitari e tecnologie di Image Detection basate su AI è stato possibile geolocalizzare gli immobili e i siti produttivi con una copertura unitaria superiore ai 2.000 mq, sufficientemente ampi per installare impianti di almeno 200 KW, soglia che li rende attrattivi per gli operatori specializzati. Quindi sono stati selezionati i tetti piani oppure orientati a sud/sud ovest, ideali per l’irraggiamento, che rappresentano il 65% circa del totale e sono state tolte eventuali ostruzioni, in media il 3% delle superfici. Da ultimo si sono analizzate le caratteristiche del territorio (precipitazioni, distanza dalla rete elettrica, vincoli paesaggistici, rischio idrogeologico, comunità energetiche). Tutte queste informazioni sono poi state integrate con il ricco ecosistema di dati sulle imprese italiane di cui Cerved dispone, che comprende il consumo energetico delle aziende e la loro affidabilità creditizia, i profili Esg, i costi degli impianti fotovoltaici e l’esigenza di finanziamenti.

Nasce in Francia la più grande giga factory europea per produzione pannelli solari

Più di 3.000 posti di lavoro diretti e una capacità di produzione di elettricità solare di 5 GW: il porto di Marsiglia-Fos dovrebbe ospitare entro il 2025 una giga-fabbrica di pannelli fotovoltaici, la più grande finora in Europa. Lo ha annunciato la società Carbon, promotrice del progetto. Questo primo stabilimento della start-up di Lyon, avviata a marzo 2022, intende produrre e commercializzare su larga scala i componenti utilizzati nella fabbricazione dei pannelli solari (wafer di silicio e celle fotovoltaiche) e di questi ultimi (ovvero i moduli fotovoltaici). Il polisilicio necessario per fabbricare le celle, prodotto per l’80% dalla Cina, sarà importato dall’Europa. Questa è la “risposta francese” alla domanda su “come uscire dalla dipendenza dalla Cina per i pannelli solari, e domani dall’India e dagli Stati Uniti“, ha dichiarato il presidente di Carbon, Pierre-Emmanuel Martin, ricordando che attualmente il 70% del mercato è dominato da sei operatori cinesi.

Tuttavia, “il solare è un mercato in forte espansione“, soprattutto in Europa, e costituirà “uno dei mattoni essenziali del futuro dell’energia globale“, secondo Martin. Gli impianti industriali del futuro sito, la cui esatta ubicazione all’interno del Grand Port Maritime de Marseille non è ancora stata decisa, occuperanno 60 ettari e produrranno 5 GW di celle fotovoltaiche e 3,5 GW di moduli.
Tutto questo richiederà un investimento di 1,5 miliardi di euro, di cui 120-140 milioni di euro sono attualmente in fase di raccolta. La regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra contribuirà con 70 milioni di euro, ha dichiarato il suo presidente, Renaud Muselier.

Questa produzione di pannelli fotovoltaici, che va dal lingotto (di silicio) al modulo, è un processo globale integrato che oggi non esiste in Europa”, ha sottolineato Christophe Castaner, presidente del consiglio di sorveglianza del porto, vedendolo come “strumento per rivendicare la sovranità nazionale ed europea“. Questo impianto completamente elettrico mira anche a “trovare il suo posto in una politica globale di decarbonizzazione” come portato avanti dal porto di Marsiglia-Fos, ha aggiunto.

Quest’ultimo è stato preferito a un sito nell’Hauts-de-France e a un altro nel Grand Est, per i suoi collegamenti marittimi, fluviali, ferroviari e stradali, ma anche per l’attrattiva di un bacino occupazionale con un’ampia offerta formativa. “Con 30.000 container all’anno di flusso” generati dal futuro stabilimento, “per il porto, si tratta di prospettive occupazionali e di business particolarmente importanti“, ha detto Castaner, ricordando che si potrebbero creare fino a 3.500 posti di lavoro diretti.

Anche la vicinanza del Mediterraneo ha giocato un ruolo importante, secondo Martin: “Nord Africa, Grecia, Italia, Spagna: questi sono mercati estremamente dinamici dove l’energia solare sarà la componente essenziale del futuro energetico”.

Antonello Giannelli

Giannelli: “Pannelli solari sulle scuole? Forza di una centrale elettrica”

Se si installassero pannelli fotovoltaici sulle oltre 40mila scuole italiane, si produrrebbe la forza di una centrale”. La proposta l’ha lanciata a marzo il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. Di fronte all’emergenza energetica, è convinto, “la scuola può fare molto”.

Giannelli proponeva di investire una parte dei fondi del Pnrr per gli enti locali, proprietari degli edifici, in modo che potessero installare sui solai delle scuole pannelli fotovoltaici, realizzando una “centrale elettrica diffusa senza precedenti”.

A distanza di due mesi e mezzo, non c’è stata nessuna risposta concreta da parte delle istituzioni, rivela il rappresentante sindacale dei presidi a GEA, “a parte qualche cenno di approvazione da parte di parlamentari e di varie persone del mondo della scuola”. Quanto ai vincoli delle soprintendenze per i centri storici, non si dice preoccupato: “da un lato la maggior parte delle scuole non insiste in centri storici, d’altro canto i pannelli sul lastrico non impattano sul decoro urbano, non vedo grossi problemi in questo senso”, spiega.

La sostenibilità è fatta anche di piccole buone pratiche diffuse. I ragazzi sono tra i più impegnati nella difesa dell’ambiente e le scuole, osserva, “fanno già tanto per dare l’esempio”: “Una delle pratiche più diffuse è quella della raccolta di batterie elettriche o di materiali di scarto come la plastica. Un’altra attività praticata è la sensibilizzazione al risparmio energetico”. L’Anp da anni promuove la diffusione di una cultura della sostenibilità nelle scuole. Del 2020 è l’accordo con Eni per un programma congiunto di incontri sui temi ambientali dedicato per formare il personale docente. Attraverso i temi dell’educazione al rispetto dell’ambiente, alla sostenibilità, al patrimonio culturale, alla cittadinanza globale è possibile stimolare la consapevolezza di essere parte di una comunità, locale e globale.

Nel percorso per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, gli studenti “possono fare la differenza, e la fanno, in modo indiretto, perché sono i cittadini di domani”, precisa Giannelli. “Oggi è importante contribuire a formare coscienza sensibile. Se vogliamo vedere nel mondo comportamenti virtuosi domani, è necessario operare da subito per sviluppare una predisposizione ad atteggiamenti responsabili”.

Pannelli solari

Ue alza i target per le rinnovabili, verso obbligo pannelli solari su tetti

Pannelli solari obbligatori sui tetti dei nuovi edifici commerciali dal 2026 e per le nuove case a partire dal 2029. Nel suo piano per l’indipendenza dai combustibili fossili importati dalla Russia, ‘RepowerEU’, presentato mercoledì, la Commissione Europea fa leva su un massiccio aumento e accelerazione delle energie rinnovabili nella produzione di energia, ma anche nell’industria, negli edifici e nei trasporti per liberarsi dai combustibili fossili russi, da cui dipende per oltre il 50% delle sue importazioni di energia.

Bruxelles ha proposto nel piano di portare l’attuale target per l’energia prodotta da fonti rinnovabili dal 40% al 45%. Neanche un anno fa, a luglio 2021, la Commissione Ue aveva proposto nel quadro del suo pacchetto climatico ‘Fit for 55’ una revisione della direttiva sulle energie rinnovabili risalente al 2018 per portare l’obiettivo per il 2030 dall’attuale 32% delle energie rinnovabili nel mix energetico dell’Ue, fino al 40%. Mercoledì Bruxelles ha rivisto al rialzo l’obiettivo per accelerare la transizione e punta principalmente sull’energia solare.

Come parte centrale del ‘Repower Eu’, ha lanciato una ‘strategia solare dell’Ue’ per raddoppiare la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 Gigawatt di nuova potenza entro il 2030. Per aumentare la capacità propone un’iniziativa specifica sui tetti solari con un obbligo a tappe per gli Stati membri per installare pannelli solari su nuovi edifici pubblici e commerciali e nuovi edifici residenziali. Per liberare un potenziale che l’Ue stima potrebbe fornire il 25% del consumo di elettricità dell’intera Unione, i governi dovrebbero limitare la durata con cui vengono rilasciati i permessi per gli impianti solari su tetto, compresi quelli di grandi dimensioni, a un massimo di 3 mesi. Dovranno rendere gradualmente obbligatoria l’installazione di energia solare sul tetto per tutti i nuovi edifici pubblici e commerciali con una superficie superiore a 250 metri quadri entro il 2026 e per tutti gli edifici pubblici e commerciali esistenti entro il 2027. L’obbligo entrerà in vigore nel 2029, invece, per tutti i nuovi edifici residenziali, quindi le case.

Per contrastare la lentezza con cui si approvano le autorizzazioni per i grandi progetti rinnovabili, la Commissione ha presentato una raccomandazione agli Stati per accelerare le approvazioni e un emendamento mirato alla direttiva sulle energie rinnovabili per riconoscere l’energia rinnovabile come “un interesse pubblico prioritario”. In questo modo, i governi dovrebbero istituire aree di riferimento dedicate per le energie rinnovabili con procedure di autorizzazione abbreviate e semplificate in aree con rischi ambientali limitati. Attualmente ci vogliono almeno “9 anni” per autorizzare progetti che riguardano l’eolico e “più di 4 anni per i progetti che riguardano il solare”, ha spiegato nella conferenza stampa la stampa per l’Energia, Kadri Simson.