Meloni in Libia rilancia Piano Mattei: Con Africa cooperazione strategica

Giorgia Meloni vola a Tripoli per il Trans-Mediterranean migration forum. La Libia chiede aiuto sui migranti e la premier approfitta del palco per rilanciare il Piano Mattei.

Per affrontare seriamente il problema, è convita, serve un “approccio a 360 gradi“, perché con l’Africa l’approccio predatorio “è sicuramente sbagliato“. Parte tutto da lì, spiega: “Il modo giusto di collaborare è una cooperazione tra pari, strategica“.

In altre parole, bisogna portare nel Continente investimenti, per evitare che la gente sia costretta a lasciare le proprie case in cerca di un futuro migliore e “risolvere i problemi di entrambi“. Un esempio? L’energia. Con l’invasione della Russia in Ucraina, tutta l’Europa ha risentito di una crisi senza precedenti, “ma ogni crisi nasconde anche un’opportunità“, osserva Meloni. Tutto quello che Roma ha fatto è stato porre le basi per diversificare le fonti, ma anche i fornitori. Così, l’asse strategico per l’Europa e per l’Italia in primis, data la sua posizione geografica, si sposta da Est a Sud, perché, sottolinea la presidente del Consiglio, “l’Africa è potenzialmente un grande produttore di energie“.

A Tripoli, Meloni viene accolta dal primo ministro del Governo di Unità Nazionale Abdulhameed Dabaiba. Con lei, c’è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il Forum riunisce i Paesi dell’area Mediterranea, dell’Africa Subsahariana, la Commissione europea e le organizzazioni internazionali, “pienamente in linea con il metodo di lavoro che l’Italia ha adottato a partire dall’insediamento del Governo Meloni nel 2022, come dimostrano la Conferenza di Roma del luglio 2023 e il lancio del Piano Mattei”, conferma Piantedosi.

L’inquilino del Viminale ribadisce che è “essenziale passare da una cooperazione tattica tra singoli Paesi a un approccio regionale strategico“. L’obiettivo comune non è quello di “alleggerire la situazione migratoria dell’Italia o dell’Europa”, assicura, ma quello di “creare le condizioni per una riduzione di carattere regionale dei flussi illegali a beneficio di tutti i Paesi“. La presenza a Tripoli del vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e il lancio lo scorso novembre a Bruxelles dell’Alleanza Globale per contrastare il traffico di migranti, osserva Piantedosi, “testimoniano che il contrasto ai trafficanti è uno dei terreni sui quali l’UE vuole impegnarsi, proprio perché soltanto attraverso una azione comune potremo sconfiggere la criminalità internazionale”.

Il tema sarà al centro del G7 dei Ministri dell’Interno che si terrà a Mirabella Eclano, dove il ministro ha invitato alcuni Paesi della sponda sud del Mediterraneo, proprio per sviluppare il dialogo strategico e per lanciare un Piano d’azione per il contrasto al traffico di esseri umani sulla base delle direttrici fornite dal G7 dei Primi Ministri lo scorso giugno. “Sarà sempre più utile – afferma – ragionare su nuovi modelli di partenariato per gestire i flussi illegali”.

Pnrr, per Meloni priorità è non perdere soldi. Fitto prepara richiesta terza rata

Repetita iuvant. Per chi lo avesse dimenticato, Giorgia Meloni ha un’unica, grande “priorità” sul Pnrr:Non perdere soldi“. La presidente del Consiglio, al ‘Foglio’, ribadisce la sua linea sui fondi europei del Next Generation Eu, assicurando che riporterà “le cose alla loro dimensione di progettazione e fattibilità”. Pur senza rinunciare all’obiettivo politico che si è prefissata: ottenere alcune modifiche al piano. Perché è il ‘suo’ da soli sei mesi, da quando cioè è arrivata a Palazzo Chigi. Dunque, sebbene “il Pnrr è una sfida per tutti, alcune cose vanno dette: lo abbiamo ereditato dai precedenti governi e il tentativo di mettere sulle spalle del mio esecutivo il peso di scelte sbagliate e ritardi ha il fiato corto”. Poi ribadisce: “Stiamo lavorando con la Commissione europea e intendiamo avvalerci di tutti i mezzi a nostra disposizione per realizzare le opere e fare le riforme necessarie”. Ma il Piano nazionale di ripresa e resilienza “soffre degli stessi problemi di altri strumenti concepiti prima del cambio dello scenario geopolitico – aggiunge Meloni -. Siamo in un’economia di inflazione alta, rialzo dei tassi e guerra, non più di emergenza post pandemia”.

La premier ripete che il Pnrr “ha problemi di costi delle opere, aumentati a causa del rialzo dei prezzi dei materiali da costruzione, non solo dell’energia” e “un approccio ideologico di cui risente una certa transizione green calata dall’alto che ha bisogno di una correzione di rotta: difetta di pragmatismo e per calarlo nella realtà italiana (come in quella di altri Stati) servono determinazione e calma, velocità e ponderazione. Una cosa è scriverlo (in qualche parte, male) a tavolino, un’altra è realizzare i progetti“. Ogni parola, però, alimenta il dibattito politico, nel bene e nel male. I Cinquestelle, ad esempio, continuano a tendere la mano alla maggioranza per aprire un tavolo di concertazione con le opposizioni, ma non rinunciano a punzecchiare il centrodestra: “La presidente del Consiglio smentisce seccamente la Lega, quando dice che l’obiettivo è non perdere soldi“, attacca il deputato pentastellato e questore della Camera, Filippo Scerra.

L’esecutivo, però, va avanti. Dopo aver incontrato le parti sociali, e in attesa dell’informativa di mercoledì prossimo alle Camere, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, incontra alcuni dei colleghi di governo per fare il punto sullo stato dell’arte dei progetti e preparare la richiesta della terza rata di fondi europei. Con il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, illustra i contenuti delle linee guida necessarie a completare il raggiungimento della milestone relativa alle concessioni portuali, obiettivo necessario al completamento delle verifiche degli adempimenti connessi all’erogazione della terza rata. Dal Mit arriva la rassicurazione che il tema è stato chiuso “positivamente”. Con il responsabile del Mef, Giancarlo Giorgetti, poi, Fitto discute a livello complessivo su tutti gli adempimenti necessari ad assicurare la positiva valutazione da parte della Commissione degli obiettivi al 31 dicembre 2022, oltre a fare una prima valutazione sui prossimi passi per gli obiettivi in scadenza a giugno e l’avvio della fase di riprogrammazione del Pnrr contestuale all’inserimento del capitolo RePowerEu. Nella mattinata di incontri, inoltre, vede anche i ministri Matteo Piantedosi (Interno), Giuseppe Valditara (Istruzione e Merito). Tutti concordano sulla necessità di “rafforzare il monitoraggio” di tutti gli obiettivi.

Sul tema arriva anche un suggerimento dal Rapporto ‘Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Legge di Bilancio 2023 e lo sviluppo sostenibile’, realizzato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Secondo lo studio, “in primo luogo, serve un più accurato, tempestivo e trasparente monitoraggio su modi e sui tempi con cui si realizzano gli investimenti e le riforme, accompagnato da una valutazione della coerenza sistemica delle varie azioni intraprese in relazione ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, specialmente quando gli investimenti del Piano verranno integrati con quelli finanziati dai Fondi di coesione europei e nazionali 2021-2027″. E, avverte ancora l’Asvis, “l’attuazione del Pnrr, nonostante i molteplici segnali di avanzamento, e la definizione del RePowerEu, richiedono decisioni urgenti per accelerare la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile“.