siccità

Petta (Enea): “Servono informazione, infrastrutture adeguate e stop sprechi”

Come si può affrontare la siccità che sta piegando non solo il settore agricolo italiano, ma mettendo in pericolo anche industria e settore civile? “Con informazione, digitalizzazione, infrastrutture adeguate e azzeramento degli sprechi“. Lo dice Luigi Petta, ingegnere e responsabile del laboratorio tecnologie per l’uso e la gestione efficiente di acqua e reflue dell’Enea con cui GEA ha parlato per avere un quadro della situazione che, pare, diventerà sistemica nel Paese.

Questo evento siccitoso – spiega Petta – è conseguenza di una carenza di precipitazioni registrata nel corso dell’anno e soprattutto nel periodo invernale. Quello che quest’anno ha inciso maggiormente è stata la mancanza di nevicate invernali e l’assenza, principalmente per il bacino padano, di uno stoccaggio in forma nevosa che avrebbe garantito una restituzione graduale di risorse idriche verso valle“. Essendo mancato tutto questo e considerata la carenza di precipitazioni, “siamo giunti a questo livello, con fiumi quasi in secca, a livelli tipici di fine agosto. Stiamo vivendo gli effetti dei cambiamenti climatici che stanno determinando sempre di più una minore regolarità delle precipitazione. Dall’assenza si piogge si passa poi a eventi estremi, come le bombe d’acqua che hanno colpito recentemente il centro Italia. Situazioni che portano ad alluvioni e a forte stress dei sistemi fognari“.

Secondo Petta il risultato netto di questa situazione è la “riduzione di fonti idriche da cui prelevare, le acque per l’agricoltura, l’industria o gli usi residenziali che principalmente vengono da corpi idrici superficiali o falde profonde. In quest’ultimo caso, il ricorso all’acqua di falda contraddistingue più le zone del Nord Italia rispetto al Meridione.

Ma come risolvere, o mettere per lo meno una toppa a questa situazione? “Innanzitutto azzerando lo spreco di acqua. L’Italia ha una rete di distribuzione inefficiente: preleviamo 100 per portare a destinazione poco meno di 60, con perdite idriche che si assestano nell’ordine del 41,2% con picchi locali anche di oltre il 60%. È un problema strutturale che arriva da decenni di mancati investimenti“. Anche se si interviene ora è chiaro che il beneficio non sarà immediato, ci sono decine di migliaia di km di rete idrica da ripristinare. “Poi – dice Petta – è inefficiente anche l’uso che facciamo dell’acqua. L’agricoltura assorbe la metà delle risorse idriche prelevate, ma non vengono applicati sistemi di razionalizzazione dell’acqua, si utilizzano ancora vecchie tecniche irrigue; ora ci sono sistemi a goccia o superficiali che portano a un deciso risparmio della risorsa idrica perché fanno arrivare l’acqua lì dove ce n’è più bisogno, senza sprechi“. Anche il settore dell’industria non brilla per risparmio idrico: “Spesso e volentieri le aziende non si curano di risparmiare – prosegue Petta – anche perché, è bene ricordare, l’acqua è un bene che costa poco e molti la maltrattano. L’ultimo ambito di uso dell’acqua è poi quello residenziale, che assorbe il 23% del totale del consumo. Qui ci sono abitudini da correggere per consumare di meno; innanzitutto si pone il problema di favorire la contabilizzazione dei consumi idrici. Molti cittadini infatti non hanno la misura del proprio consumo idrico, lo conoscono solo in generale a livello condominiale. C’è dunque una mancata consapevolezza di quanto si sta consumando e se non so dove sto sprecando, non posso fare nulla per porvi rimedio. Quindi è fondamentale fare educazione e informazione“.

Risparmiata l’acqua, quella che resta deve poi essere utilizzata al meglio. “Bisogna quindi intervenire a livello di infrastrutture cercando di intercettare le masse d’acque, realizzando ad esempio nuovi bacini di contenimento. Poi anche la tecnologia viene in soccorso, con sistemi digitali si possono controllare tutti i processi per efficientare il processo di raccolta e distribuzione“.

Infine, l’ultimo suggerimento che viene dall’Enea, utile in campo agricolo, è quello che Petta definisce “ricorso a fonti idriche non convenzionali“, ovvero le acque reflue depurate da destinare a uso irriguo. “In questo modo – spiega – si offrirebbe all’agricoltura una risorsa costante e sarebbe una boccata d’ossigeno per tutto il sistema in periodi di crisi come questo“. In Italia però attualmente questo recupero idrico di effluenti viene effettuato solo nel 4% dei casi. “Di 100 metri cubi di di effluenti depurati, solo 4 vengono usati per questo scopo“. Esempi ci sono a Cesena, con le acque reflue recuperate e depurate (grazie alla multiservizi Hera) e destinate all’irrigazione dei campi oppure in provincia di Reggio Emilia con una sperimentazione simile del gruppo Iren.

Cinque semplici scelte per una vacanza sostenibile (anche per le tasche)

Le vacanze sono alle porte per molti italiani e questa può essere l’occasione per sperimentare e anche godersi una serie di scelte sostenibili per l’ambiente e le nostre tasche. Scopriremo così che la nostra vita può pesare meno sul Pianeta senza grandi sforzi. Certo, possiamo fare decine di queste scelte ogni giorno e molti di noi già le fanno da tempo. Ma questo può essere il momento buono anche per chi è più diffidente, per chi ritiene che si tratti di passi troppo ‘complicati’ o per provare quella soluzione che avevamo in mente da tempo ma che nel marasma quotidiano abbiamo sempre rimandato. Le giornate di vacanza possono essere il momento migliore – mentre siamo rilassati e poco presi da altri pensieri – per scoprire che si tratta di scelte semplicissime e che migliorano la qualità della nostra vita.

Ecco cinque semplici esempi. Seguiamoli con l’impegno a mantenere questi comportamenti una volta tornati alla ‘vita normale’. Fatto il primo passo, sarà naturale passare alle scelte più complesse.

  1. Spostamenti. Scegliamo sempre la soluzione meno impattante: andiamo a piedi o in bicicletta per gli spostamenti più brevi, ci aiuterà anche a mantenerci in salute e a curare la migliore forma fisica; utilizziamo i mezzi pubblici dove disponibili e preferiamo il treno all’aereo; se usiamo l’auto, cerchiamo di muoverci a pieno carico di passeggeri e non una persona per automobile pur dovendosi recare nella stessa destinazione (ad esempio in spiaggia o al ristorante o per la gita in montagna).
  2. Risparmiamo energia. Non lasciamo in stand by play station, televisori e pc. Accendiamo la luce solo quando è davvero buio e spegniamola quando usciamo dalla stanza. Non teniamo l’aria condizionata accesa notte e giorno ma cerchiamo di utilizzarla solo nei momenti in cui è strettamente necessario (temperature elevatissime senza possibilità di stare in mare o all’aria aperta all’ombra, ad esempio) e impostando temperature non inferiori ai 25 gradi. Appena possibile, dal tramonto, teniamo le finestre aperte e (al mare e in montagna) approfittiamo dell’aria più fresca serale per provare sollievo.
  3. Risparmiamo l’acqua. La siccità è il tema di cronaca in queste settimane e sono molte le cose che possiamo fare per dare il nostro contributo. Facciamo docce brevissime e lasciamo l’acqua aperta soltanto quando entriamo, per inumidire il corpo, e quando ci sciacquiamo. Chiudiamo l’acqua mentre ci insaponiamo. Evitiamo il bagno in vasca. Riutilizziamo l’acqua con cui laviamo frutta e verdura (se abbiamo usato bicarbonato, utilizziamola per gli scarichi sanitari e non per bagnare le piante) e quella raccolta con il condizionatore.
  4. Riduciamo i rifiuti ed evitiamo il monouso. Portiamo sempre con noi una borraccia: ogni bottiglia di plastica risparmiata significa minori emissioni e minori rifiuti da gestire. Acquistiamo sfuso: la frutta senza confezioni in plastica, i panini senza strati di pellicola e alluminio (basta un tovagliolo di carta), il caffè senza bicchierini monouso, i biscotti in confezioni uniche e non impacchettati due a due o quattro a quattro e così via per ogni altro dettaglio che la nostra fantasia ci aiuterà a individuare durante la giornata.
  5. Cibo. La stagione è perfetta: acquistiamo solo cibo di stagione e possibilmente prodotto (o pescato) localmente. Questo aiuterà le nostre tasche e il bilancio nelle emissioni. Ad esempio: sì al pesce azzurro ma evitiamo il salmone; rimpinziamoci di albicocche e pesche, evitiamo kiwi e ananas.
subito.it

L’usato che fa bene al Pianeta: nel 2021 risparmiate 5,6 tnl di Co2

Fare del bene al Pianeta acquistando di seconda mano? Non solo è possibile, ma i risultati sembrano essere molto incoraggianti. Nel 2021 sul sito Subito.it sono stati venduti quasi 24 milioni di oggetti che hanno portato a un risparmio di 5,6 tonnellate di Co2, un dato che corrisponde all’azzeramento dell’impronta ambientale di 770mila italiani (si stima, infatti, che un italiano produca 7,3 tonnellate di anidride carbonica in un anno). Sono state così risparmiate 2,2 milioni di tonnellate di acciaio, pari a 27.623 km di binari, 202mila tonnellate di alluminio, che corrispondono a oltre 13,5 miliardi di lattine e ancora 319mila tonnellate di plastica, che è come aver risparmiato la produzione di 128 miliardi di iconici mattoncini gioco da costruzioni. Sono alcuni dati emersi dallo studio ‘Second Hand Effect 2021‘ commissionato a IVL – Istituto di Ricerca Ambientale Svedese, che ha quantificato l’impatto ambientale, in termini di risparmio di emissioni di CO2 e di materie prime, della compravendita su Subito.

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Il concetto alla base dello studio è chiaro. L’usato fa bene al pianeta: per ogni oggetto rivenduto vengono evitati i costi ambientali del suo smaltimento in discarica, per ogni oggetto acquistato viene evitata la produzione del corrispettivo nuovo. “Comprare e vendere usato, dall’auto a uno smartphone o a un capo di abbigliamento, non solo consente di risparmiare soldi, ma anche e soprattutto ci permette di dare il nostro contributo concreto e misurabile alla lotta al cambiamento climatico, uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite”, commenta Giuseppe Pasceri, Ceo di Subito.

Lo studio Second Hand Effect ha esplorato le categorie che hanno il maggiore impatto positivo. Quella dei motori si conferma la più impattante, con un risparmio di 4.823.793 tonnellate di Co2 nel 2021. A seguire, ‘Casa e persona‘ con 563.589 tonnellate di Co2 risparmiate. In terza posizione l’elettronica, che ha permesso un risparmio di 180.279 tonnellate di Co2 e infine Sport e Hobby, con 41.190 tonnellate.

Entrando nel dettaglio degli oggetti con un impatto ambientale più significativo si trovano le auto con 2.800 kg di Co2 risparmiati, ma anche moto (265 kg) e il monopattino elettrico che, comprato usato, consente un risparmio di ben 92 kg. E, ancora, un pc usato fa risparmiare 270kg di Co2, un televisore 168 kg e uno smartphone 47 kg. Buono anche il risparmio dovuto all’acquisto di una bicicletta usata (99kg Co2) o anche semplicemente a una felpa (10 kg) e, perché no, di un libro (2 kg).

L’economia dell’usato ha un impatto anche sulle materie prime, la cui estrazione, produzione e utilizzo viene evitata grazie all’usato. Nel 2021, grazie alla compravendita su Subito, si sono risparmiate 2,2 milioni di tonnellate di acciaio, pari a 27.623km di binari, cioè oltre 3 volte la Transiberiana. Ma anche 202mila tonnellate di alluminio.

Il rapporto analizza infine le regioni più virtuose nel risparmio di emissioni Co2. Rimangono invariate rispetto al 2020 le prime posizioni: in testa c’è la Campania che ha risparmiato 896.635 tonnellate di Co2, seguita dalla Lombardia con 756.877 tonnellate e, al terzo posto, dal Lazio, con 584.880. Proseguendo nella top 5 delle regioni italiane per risparmio di Co2 mantengono le medesime posizioni il Veneto, con un totale di 509.531 tonnellate e la Sicilia con 463.447.