Basilica San Pietro green: verso emissioni zero e monitoraggio aria

Emissioni zero, monitoraggio dell’aria, diffusione di buone pratiche ecologiche. A dieci anni dalla pubblicazione della Laudato Si’, l’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco, anche la Basilica di San Pietro diventa green.

La Fabbrica di San Pietro porta avanti un progetto di sostenibilità ambientale ed energetica della Basilica Papale, avviato nel 2022 per affrontare la crisi climatica e promuovere la Transizione alla Ecologia Integrale. Un progetto che mira a rendere la Basilica una “casa a impatto zero, che tutti accoglie e tutti incoraggia a crescere in umanità“, spiega il cardinale Mauro Gambetti, presidente della Fabbrica di San Pietro. “Complessa l’architettura monumentale, complesso il campo di intervento, per vincoli, volumi, numeri, complessa l’operazione per realizzarlo“, racconta.

I primi risultati del progetto, frutto della collaborazione con Enea, Politecnico di Milano, Università di Bari ‘Aldo Moro’, sono stati resi noti: la ‘Diagnosi delle risorse’ condotta da ENEA ha riguardato i flussi di materiali e risorse idriche nella Basilica di San Pietro e in Palazzo della Canonica, Palazzo di Santa Marta, Studio del Mosaico. Sono state indicate le azioni per ridurre consumi, sprechi e impatto ambientale, con relativi costi e benefici, dalla raccolta differenziata ai fontanelli d’acqua per eliminare contenitori plastici e sostituire imballaggi non biodegradabili.

Il progetto della Fabbrica di San Pietro può rappresentare un modello replicabile anche ad altri siti storici, religiosi e culturali, per migliorarne l’efficienza ambientale e gestionale.

Il Politecnico di Milano, una volta analizzati i consumi energetici attuali, ha proposto interventi di efficientamento impiantistico e bioclimatico, senza alterare il patrimonio storico-artistico, dalla sostituzione di vecchi impianti con pompe di calore all’illuminazione con lampade LED fino alla attivazione di ventilazione naturale per il raffrescamento.

Per il Palazzo della Canonica è prevista la sostituzione dei terminali idronici con sistemi waterloop e installazione di pompe di calore (ad aria o ad acqua di falda), con una riduzione dei consumi tra il 48% e il 57% e delle emissioni tra il 65% e il 72%. Allo Studio del Mosaico la sostituzione dei radiatori con sistemi waterloop, introduzione di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e uso di illuminazione LED ad alta fedeltà cromatica, con una riduzione dei consumi di oltre il 60%. Risultati attesi: riduzione dei consumi energetici del 43% e delle emissioni di CO2 del 62%.

Negli ultimi trent’anni, l’interesse scientifico per la qualità dell’aria negli ambienti chiusi è cresciuto, soprattutto perché la popolazione moderna trascorre oltre il 90% del tempo in spazi indoor, dove spesso l’inquinamento supera quello esterno. La pandemia da Covid ha ulteriormente evidenziato l’importanza di monitorare l’aria interna, soprattutto per ridurre il rischio di trasmissione di virus e batteri, a garanzia della salubrità degli ambienti a cui accedono giornalmente decine di migliaia di pellegrini e visitatori in quest’anno di Giubileo. In questo contesto si inserisce il progetto di monitoraggio della qualità dell’aria nella Basilica di San Pietro, dove in sette punti, con il Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari ‘Aldo Moro’, sono stati installati sistemi sensoristici avanzati per rilevare in tempo reale particolato (PM), composti organici volatili (TVOC), anidride carbonica (CO2), Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e parametri microclimatici. I risultati finora raccolti mostrano che, malgrado l’elevato numero di accessi, tra i 40 e i 45mila al giorno, la Basilica mantiene una buona qualità dell’aria grazie alle sue grandi dimensioni e all’efficace ventilazione naturale.

Lo Stato della Città del Vaticano è “impegnato da molti anni a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso politiche ecologiche per salvaguardare l’ambiente e fornire strategie di risparmio energetico, nello spirito dei principi della Enciclica ‘Laudato Sì’, della Esortazione Apostolica ‘Laudate Deum’ e dell’Encilica ‘Fratelli Tutti’”, ricorda Gambetti. Il Comitato Scientifico di Progetto, che ha validato metodologie e progettualità in campo energetico ed ambientale, monitora, rendiconta e certifica i risultati delle azioni, “contribuendo poi, con strumenti informativi e formativi coerenti con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite – precisa il coordinatore del progetto, Walter Ganapini, anche al dialogo interreligioso, aderendo all’approccio ‘One Health'”.

Conclave, Re agli elettori: Momento complesso, via i personalismi e umanità al centro

In questo “tornante della storia tanto difficile e complesso” bisogna superare le “considerazioni personali” e mettere l’umanità al centro. E’ un monito chiaro quello che il decano dei cardinali, Giovanni Battista Re, lancia nell’omelia della messa pro eligendo Romano Pontifice, poche ore prima che le porte della Sistina si chiudano per i 133 elettori.

Dovranno dare al mondo un nuovo Papa e il mondo, ricorda, “si attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le future generazioni“. L’attesa è tanta, ma anche “fiduciosa”.

Si cerca una sintesi tra le diverse sensibilità, le diverse regioni, le diverse priorità. Ma il contesto è difficile per tutti e le urgenze devono essere chiare: “Pregare, invocando lo Spirito Santo, è l’unico atteggiamento giusto e doveroso”, scandisce Re, ribadendo l’atto di “massima responsabilità umana ed ecclesiale” per una scelta di “eccezionale importanza”.

Fuori dunque gli egoismi per “avere nella mente e nel cuore solo il bene della Chiesa e dell’umanità”. Quindi, il richiamo all’unità, che sembra smarrita: “Fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione: la comunione di tutti i cristiani con Cristo; la comunione dei Vescovi col Papa; la comunione dei Vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture“, avverte Re. L’unità che, tranquillizza, non significa uniformità, ma “salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga sempre nella piena fedeltà al Vangelo“.

Dopo la morte di Papa Francesco, il 21 aprile, il cardinale 91enne ha guidato le dodici congregazioni generali. Ma nella Sistina lascia la guida delle elezioni al più anziano dei cardinali dell’ordine dei vescovi, Pietro Parolin, considerato anche il candidato più forte per il Soglio pontificio: “Auguri doppi!” gli dice al momento dello scambio della pace. Negli ultimi cento anni, ricorda Re, lo “Spirito Santo ci ha donato una serie di Pontefici veramente santi e veramente grandi“. La preghiera è che “ci regali un nuovo Papa secondo il cuore di Dio per il bene della Chiesa e dell’umanità”, che sappia “risvegliare le coscienze” e le “energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata sì da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio”.