Il governo rilancia settore minerario italiano e space economy. Urso: “Più autonomia”

Dal sottosuolo al cielo, per avere più autonomia e non restare indietro nella corsa allo spazio. Questo è l’obiettivo del decreto legge e del disegno di legge licenziati in Consiglio dei ministri, “due provvedimenti fondamentali per lo sviluppo e l’indipendenza del nostro sistema produttivo”, rivendica il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Il dl sulle materie critiche rilancia il settore minerario ed è anche un passo in direzione dell’Europa, per consentire non solo al Paese ma a tutto il Continente di “vincere la sfida della duplice transizione”, spiega. Il regolamento europeo individua 34 materie prime critiche fondamentali e, dalle vecchie mappe, in Italia ne sono già state individuate 15 “particolarmente importanti e significative”.

Viene quindi avviato un Programma nazionale di esplorazione, vengono semplificate le procedure autorizzative e rafforzato il Fondo Nazionale del Made in Italy. Infine, il decreto si pone l’obiettivo di elaborare sistemi di monitoraggio in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento.

Oggi in Europa è importante “puntare ad essere anche un Paese estrattore” di materie prime critiche, sottolinea l’inquilino di Palazzo Piacentini: “Non possiamo diventare dipendenti dall’estero, altrimenti cadremmo dalla padella alla brace, dalla dipendenza dal fossile russo che abbiamo tanto pagato e che pagano purtroppo gli ucraini con la loro vita, alla dipendenza dalla tecnologia e delle materie prime critiche lavorate in altri continenti e poi importate in Europa”.

Nella carta nazionale, ci sono anche miniere chiuse, alcune per esaurimento, dove ci sono solo i materiali di risulta che, viste le condizioni attuali dei prezzi, “possono essere convenienti”, evidenzia il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. Al momento nel Paese ci sono anche dei grandi giacimenti, “si tratterà di verificare le condizioni di detraibilità, che sono da valutare caso per caso”, precisa il responsabile del Mase, portando l’esempio del cobalto presente in buona quantità al confine tra Piemonte e Liguria.

Sulla pericolosità delle estrazioni, Urso tranquillizza: “Rispetto a 30-40 anni fa la tecnologia è del tutto cambiata. Oggi esistono dei programmi e progetti spaziali, attraverso satelliti o droni, che sono in grado di analizzare il suolo per centinaia di metri senza bucare. Questo vale anche per la tecnologia estrattiva”.

Il servizio geologico dell’Ispra si occuperà di portare avanti il programma di esplorazione, che include “mappatura dei minerali, campagne geochimiche, indagini geoscientifiche, elaborazione dei dati”. “Al momento il finanziamento, e che riguarda Ispra, è di 3,5 milioni: è la copertura nell’immediato, poi in sede di legge di Bilancio si vedranno le necessità, perché si tratta dell’aggiornamento della Carta mineraria”, scandisce Pichetto.

La misura consentirà di accorciare i tempi delle autorizzazioni: “Oggi la media per l’attività estrattiva in Europa è 9-12 anni. In Cina è 3 mesi. Questo regolamento ci renderà competitivi con altri grandi attori”, fa sapere il ministro.

Con le materie prime critiche, il Cdm ha dato il via libera anche al ddl sulla Space Economy, per consentire alle imprese di “essere protagoniste nella colonizzazione dello spazio”, scandisce Urso. Un settore per il quale, nel complesso, sono stati collocati 7 miliardi e 300 milioni di euro tra fondi Pnrr, fondi nazionali, fondi attribuiti all’agenzia spaziale europea e all’Agenzia spaziale italiana da qui al 2026. Con la legge quadro sullo spazio l’Italia dà, prima in Europa, un quadro normativo che consentirà al paese e alle nostre imprese di diventare “protagonisti in questa nuova avventura”.

Il disegno di legge, per il Mimit, “pone l’Italia all’avanguardia tra i grandi player globali e anticipa le intenzioni dell’Unione europea in merito a un regolamento per il settore”. Il provvedimento, collegato alla legge di bilancio, colma un vuoto nell’ordinamento. Frutto di mesi di concertazione con i principali attori pubblici e privati del settore, il ddl regolamenta l’accesso allo spazio da parte dei privati. Viene prevista la necessità di un’autorizzazione sia per gli operatori stranieri che intendono condurre attività spaziali dal territorio italiano, sia per quelli nazionali che operano da un territorio estero.

Oltre allo spazio, a settembre arriverà la legge quadro sulla Blu economy, prevista nell’ultima Manovra. “Quindi da una parte lo spazio dall’altro il mare, settori in cui l’Italia da sempre riesce a svolgere un ruolo di traino un ruolo protagonista”.

Blandini (Cira): “Garantire all’Europa l’accesso diretto allo spazio”

Il contributo dei centri di ricerca è decisivo perché l’ambito della space economy richiede una ricerca a breve, medio e lungo termine che sono i centri di ricerca possono assicurare. In Europa e in Italia abbiamo delle competenze di assoluta eccellenza nell’ambito spazio, naturalmente dovremo svilupparla insieme in un contesto europeo per poter raggiungere quel tipo di risultati. Ma una prospettiva importante è quella di garantire all’Europa l’accesso diretto allo spazio e spero che a breve ci riusciremo”. Così Antonio Blandini, presidente del Cira, di Esre e di Erea, a margine dell’evento ‘Space Economy: Definire le regole per sfruttare le opportunità’, organizzato da Withub, Gea, Eunews Fondazione Art.49 a Roma. “Naturalmente – ha aggiunto – la regolazione può aiutare e favorire ma non risolve di per sé. Quello che è importante è individuare le giuste risorse che vanno utilizzate per supportare la ricerca e le imprese, come è stato fatto negli Stati Uniti. Dovremmo molto imparare rispetto a quello che è stato lo sviluppo della space economy lì per importare qui lo stesso schema“.

Oggi a Roma gli Stati generali della Space Economy: interviene Urso

Quadro normativo, sicurezza, responsabilità civile, sostenibilità ambientale, risorse e sinergie per lo sviluppo dell’economia dello spazio: questi i temi chiave sul tavolo di #SPACECONOMY24, l’evento organizzato da Withub, insieme a EunewsGEA Agency e Fondazione Art.49, per discutere delle regole della space economy a livello comunitario e nazionale, in programma il 22 maggio a Roma, presso Europa Experience David Sassoli, Piazza Venezia 6c.

Il contesto. In vista delle prossime elezioni che si terranno dal 6 al 9 giugno per la X legislatura Ue, i decisori delle politiche spaziali si riuniranno per fare il punto sulla situazione attuale e sugli scenari futuri. La rapida evoluzione tecnologica e l’attivismo delle imprese sta moltiplicando le opportunità di generare valore attraverso l’economia dello spazio. L’industria italiana ed europea è all’avanguardia nel settore, ma necessita di regole chiare per prosperare e competere a livello globale.

I temi. Rappresentanti di alto livello delle istituzioni italiane ed europee si confronteranno con esperti, esponenti di vertice delle aziende e delle organizzazioni di settore. Al convegno, infatti, interverranno il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il Direttore dell’Ufficio di collegamento del Parlamento Ue in Italia Carlo Corazza e il Direttore della Rappresentanza della Commissione Ue in Italia, Antonio Parenti. Interverranno anche Augusto Cramarossa, Responsabile Area Strategica New Space Economy dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), Giorgio Graditi, Direttore generale di ENEA, Simonetta Cheli, Direttrice di ESA-ESRIN (il Centro europeo per l’osservazione della Terra), Giulio Ranzo, CEO di AVIO, Mauro Facchini, della Direzione generale DEFIS (Defence Industry and Space) della Commissione UE. Ci saranno anche: Luigi Carrino, Presidente del Distretto aerospaziale della Campania, Antonio Colangelo, Presidente del Cluster Lucano dell’Aerospazio e Roya Ayazi, Segretaria generale di Nereus (Network of European Regions Using Space Technologies).

Il primo panel “Il quadro normativo per la space economy: come coltivare le eccellenze nazionali e favorire la cooperazione UE?” riguarderà le tematiche relative alle regole di accesso e autorizzazione alle attività spaziali; la sicurezza e la protezione delle infrastrutture; la gestione dei dati e la tutela ambientale dello spazio per rispondere a domande quali: Come creare ulteriore ricchezza dalle infrastrutture già esistenti e liberare nuove risorse per lo sviluppo della space economy? Quali opportunità per il settore commerciale e per quello della difesa e sicurezza?

“Dai territori alle stelle: il ruolo dei cluster regionali della space economy sarà, invece, il secondo panel incentrato sul rapporto tra le strategie locali e il coordinamento sul piano europeo. Come coordinare gli sforzi per massimizzare i benefici della space economy a livello nazionale ed europeo? Come favorire l’ulteriore sviluppo di sinergie e opportunità di collaborazione?

Durante il convegno, inoltre, Fondazione Art.49 e Gea – Green Economy Agency premieranno le classi vincitrici del concorso legato al progetto educativo Gea Edu – Idee per il futuro, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado per promuovere la cultura della sostenibilità.