Maltempo, Figliuolo sblocca 289 milioni. Bonaccini: “Con scelte governo persi 3 mesi”

Una parte d’Italia tiene il fiato sospeso sperando che il ciclone ‘Poppea‘ non provochi danni gravi. Ma nelle stesse ore un pezzo del Paese aspetta di ricostruire la propria normalità dopo le alluvioni dello scorso mese di maggio. Dalla furia di vento e pioggia ne uscirono molto colpiti i territori della Romagna, ma anche parte di Toscana e Marche. In tre mesi non si è mai placata nemmeno la polemica su risorse, ristori e indennizzi, nonostante lo stanziamento di oltre 4 miliardi del governo a pochi giorni dagli eventi. Soldi che, ancora oggi, secondo quanto lamenta il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, cittadini e imprese hanno visto solo in piccola parte. “Il governo ha separato la gestione dell’emergenza da quella della ricostruzione, e ciò ha fatto perdere mesi inutilmente“, lancia il ‘j’accuse’ dalle colonne del ‘Fatto quotidiano’.

Per il governatore “dopo oltre tre mesi le risorse stanziate non sono ancora arrivate, segno che il governo ha scelto una procedura al momento poco efficace, come avevamo paventato dall’inizio“. Si tratterebbe di fondi per “opere già realizzate in somma urgenza e non ancora pagate o di cantieri che non partono perché non c’è copertura finanziaria“. Inoltre – è l’allarme di Bonaccini – “una parte consistente dei soldi previsti dal primo decreto rischia di non poter essere spesa per la Romagna, se non viene messa nella disponibilità di Figliuolo“, il generale di corpo d’armata nominato commissario straordinario per la ricostruzione dal governo Meloni. All’esecutivo, poi, il governatore ribadisce il messaggio: “Imprese e cittadini non stanno ricevendo gli indennizzi e non sanno neanche come rendicontare i danni“.

Il commissario, che oggi a Bologna incontrerà i componenti del Patto per il lavoro e per il clima assieme a Bonaccini, intanto ha firmato e inviato a Emilia-Romagna e Marche l’ordinanza con la quale vengono fornite le indicazioni per procedere al finanziamento degli interventi realizzati e da ultimare in regime di somma urgenza per far fronte all’emergenza provocata dagli eventi alluvionali del maggio scorso. La cifra ammonta a 289 milioni di euro e sarà efficace con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per consentire “sin da subito a tutti i soggetti attuatori interessati di procedere alle richieste di erogazione dei finanziamenti, che dovranno essere inoltrate alla struttura commissariale per i successivi ristori“, comunica una nota.

Nel frattempo, anche ‘Poppea’ lascia strascichi su intere zone del Paese e sulle produzioni. Ad esempio, in Salento Coldiretti Puglia conta tra il 30% e il 40% di danni provocati ai nuovi impianti di ulivi resistenti alla Xylella dalla grandinata dei giorni scorsi a Ugento, Torre Mozze, Acquarica, Presicce, Salve e altri comuni limitrofi. Zone dove, da gennaio ad oggi, “si sono già abbattuti 19 eventi estremi tra tornado, nubifragi, tempeste di fulmini e grandinate“. Risalendo lo Stivale, non va meglio alla Lombardia, perché “ammontano a oltre 235 milioni di euro i danni subiti dall’agricoltura a causa degli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio tra luglio e agosto“, sottolinea la Regione. Nel dettaglio, le province maggiormente colpite sono quelle di Mantova (62,8 milioni), Cremona (57,4 milioni) e Brescia (56,2 milioni). Ma ingenti sono i danni anche nei territori di Milano (26,7 milioni), Bergamo (12,9 milioni) e Lodi (8,9 milioni) e in difficoltà sono finite pure aziende agricole in provincia di Monza e Brianza (3,7 milioni), Varese (3,3 milioni) e Como (2,4 milioni). Mentre disagi limitati sono segnalati da Sondrio (534mila euro), Pavia (111mila) e Lecco (35mila).

Maltempo, Figliuolo assicura: “Vogliamo una ripartenza veloce, risarciremo tutti”

Sarà una “ripartenza veloce“, assicura il generale, Francesco Paolo Figliuolo, ma “sempre nel rispetto dei principi della buona amministrazione“. Dalle colonne del ‘Corriere della sera‘, il commissario straordinario nominato dal governo alla ricostruzione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche dopo le alluvioni del maggio scorso, entra nel dettaglio di quello che sarà il suo lavoro per riportare alla normalità territori duramente colpiti, a livello sociale, economico e infrastrutturale, dalla furia di vento e pioggia. Eventi che hanno anche innescato forti discussioni nel dibattito politico, sul quale il generale di corpo d’armata non entra, ma alle quali fornisce comunque qualche risposta.

Soprattutto sui fondi: “Risarciremo tutti, bisogna ripartire velocemente“, dice Figliuolo al Corsera. Ricordando che “la presidente Giorgia Meloni si è immediatamente recata sui luoghi colpiti. Le risorse che il governo ha stanziato sono importanti, 4,5 miliardi di euro, di cui circa 2,8 miliardi al momento a disposizione della struttura commissariale“. Di questi fondi, al momento, sono arrivati “sulla contabilità speciale del commissario i primi 876 milioni di euro da destinare alla messa in sicurezza del territorio. Con queste risorse si darà luogo al pagamento immediato dei lavori già effettuati e in corso” e poi “seguiranno a breve gli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità e finalizzati alla messa in sicurezza del territorio, per la tutela della pubblica e privata incolumità. Parliamo di circa 448 milioni di euro per il 2023“.

Per gli interventi di somma urgenza “spese che i Comuni e altri enti attuatori hanno già sostenuto o stanno sostenendo per mettere in sicurezza il territorio, la richiesta complessiva per il 2023 è di 289 milioni di euro, che la struttura rimborserà già a partire dai prossimi giorni“, elenca Figliuolo. “Ulteriori 123 milioni sono per i lavori che termineranno nel 2024 e per i quali il commissario dispone già dei fondi”, mentre “per gli interventi di ricostruzione urgenti finalizzati alla messa in sicurezza del territorio parliamo invece di finanziamenti per circa 1 miliardo e 133 milioni euro, di cui 448 milioni da impegnare nel 2023 e 684 milioni nel 2024. Queste risorse – sottolinea il commissario – sono destinate agli interventi da realizzare in Emilia-Romagna, per un importo di poco più di 1 miliardo e nelle regioni Toscana e Marche per, rispettivamente, 56 e 55 milioni“.

A chi lo ha accusato di essere stato ‘assente’ dai territori quest’estate, Figliuolo replica senza tono polemico: “Già prima della mia nomina a commissario sono stato diverse volte in Emilia-Romagna e ho fatto riunioni nelle Marche e in Toscana. Dal 10 luglio, giorno della mia nomina formale, personalmente e a livello tecnico, sono state svolte molte attività, incontri e riunioni: 6 con i sub-commissari, gli enti attuatori, gli amministratori locali e le parti sociali; 3 riunioni con la Protezione civile; 5 convenzioni con Università e autorità distrettuale bacino del Po; 5 ordinanze, apertura contabilità speciale e richiesta trasferimento fondi solo per citare le più importanti“. E annuncia: “Convocherò formalmente la cabina di coordinamento all’atto della presentazione dei cinque piani speciali.

Con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, infine, il generale chiarisce che non ci sono attriti. “Con lui, come con i presidenti Giani e Acquaroli, c’è un rapporto istituzionale e professionale ben solido“.

Maltempo, oggi nuovo tavolo governo-enti locali. Resta nodo commissario

La cabina di regia tra governo ed enti locali sull’emergenza maltempo torna a riunirsi oggi, a Palazzo Chigi. La promessa fatta una settimana fa da Giorgia Meloni ai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche e ai sindaci e presidenti delle Province colpite dall’alluvione, di renderla strutturale, dunque, regge. A coordinare i lavori sarà, come indicato dalla premier, Nello Musumeci, che sicuramente dovrà ancora una volta rispondere alla domanda, anzi le domande, che tutti pongono da almeno due settimane: quando sarà nominato il commissario straordinario alla ricostruzione? E chi sarà?

Il tema, a meno di clamorosi risvolti dell’ultima ora, non dovrebbe essere ancora sul tavolo. All’interno della maggioranza di governo la discussione è aperta, ma non ci sono sostanziali passi in avanti. Anche perché la scomparsa di Silvio Berlusconi, lunedì scorso, ha messo in stand by ogni trattativa. La pressione delle opposizioni, soprattutto dal Partito democratico, però, sale. “Non c’è più tempo da perdere. Occorre insediare subito una struttura commissariale in grado di intervenire per affrontare le emergenze dell’oggi e per investire in ripartenza e ricostruzione con capacità e conoscenza. Emergenza e ricostruzione sono indissolubilmente legate“, sottolinea il deputato dem, Andrea Gnassi. Sottolineando che a chiederlo sono “cittadini, enti locali, imprese e tutta la rete del terzo settore dell’Emilia-Romagna” per questo “nell’incontro con gli enti locali, il ministro Musumeci ha l’obbligo di mettere fine a promesse e balletto dei veti incrociati”. Ovviamente il Nazareno vorrebbe il governatore emiliano-romagnolo come commissario, ma la maggioranza non cambia idea: le regioni colpite sono tre e per ricostruire ci vorranno anni, mentre il mandato di Stefano Bonaccini scade nel 2025.

Al di là del braccio di ferro politico, continua il lavoro di ricognizione dei danni provocati dalla furia di pioggia e vento. Molti cittadini hanno avuto danneggiamenti – in alcuni casi irreparabili – delle proprie abitazioni, alcune aziende hanno la produzione ferma da settimane (senza prospettive su quando potranno riattivare i macchinari) e l’agricoltura teme danneggiamenti da svariati milioni di euro. I circa 2 milioni stanziati nel decreto Alluvioni rischiano di esaurirsi in breve tempo, ma in più riprese dal governo sono arrivate rassicurazioni che ci saranno altri interventi. Dunque, la partita è apertissima e quello di oggi sarà uno dei passaggi per progettare un graduale ritorno alla normalità.

Schlein è la nuova segretaria del Pd: “Affronteremo l’emergenza climatica”

Anche questa volta non ci hanno visti arrivare”. Festeggia così Elly Schlein, prima donna alla guida del Partito democratico. Batte ai gazebo Stefano Bonaccini con il 54% delle preferenze, ribaltando il risultato dei circoli. Nel passaggio di consegna al Nazareno riceve da Enrico Letta un melograno: “Simbolo di prosperità, di fortuna, simbolo ovviamente di salute, che il nostro partito sicuramente avrà“, spiega il segretario uscente.

Il suo, rivendica Schlein, è un “mandato chiaro a cambiare davvero”: contro le diseguaglianze, la precarietà, contro il negazionismo climatico. L’ambiente è in sofferenza e la questione va affrontatacon massima urgenza e serietà“, afferma. Poi giura: “Saremo un bel problema per il governo di Giorgia Meloni”. Il tempo per invertire la rotta non è più molto: “Il giorno in cui abbiamo già consumato tutte le risorse che il pianeta è in grado di rigenerare arriva a luglio, sempre prima. Per il resto dell’anno siamo a debito con il pianeta e con le prossime generazioni. Saremo a lavorare per una vera e profonda conversione ecologica che accompagni tutta la società e tutti i settori dell’economia”, garantisce nel suo primo discorso da segretaria dem.

Nella sua mozione congressuale, Schlein sostiene la necessità di una Legge sul clima, per una “conversione ecologica sia equa e inclusiva, conveniente per tutte e tutti“. Punta molto sulla decarbonizzazione nel più breve tempo possibile, riconvertendo senza trascurare l’occupazione.

Altro obiettivo è la legge sul contrasto al consumo di suolo accompagnata da una nuova legislazione urbanistica, per mettere fine ai condoni e investire nella rigenerazione. Grande sostenitrice dell’energia verde, da vicepresidente della Regione Emilia Romagna ha promosso una legge sulle Comunità energetiche. Sul fronte energetico, è fermo il suo No a nuove trivellazioni e al nucleare: “Non è la strada da seguire – spiega nel programma – i tempi e i costi di industrializzazione non sono compatibili con gli obiettivi di transizione energetica e di decarbonizzazione“.

Per l’emergenza siccità, propone una gestione sostenibile delle risorse idriche, con un approccio circolare, migliorando l’efficienza della gestione del ciclo idrico integrato, utilizzando i Criteri Minimi Ambientali in edilizia, implementando i sistemi di risparmio, recupero e riutilizzo delle acque. In agricoltura, la mozione chiede di promuovere non solo il biologico, ma una diversa economia che si fondi sulla relazione e non solo sulla produzione che terra, territorio e paesaggio esprimono attraverso il cibo, verso una agricoltura rigenerativa e una cultura, chiede obiettivi vincolanti per la transizione dalle pratiche intensive verso l’agricoltura sostenibile e incentivi per la filiera corta, investimenti nell’innovazione tecnologica e in pratiche di coltura a basso input, rafforzando il ruolo di leadership dell’Italia nell’agroalimentare con catene di produzione compatibili con l’ambiente e il rispetto del benessere animale.

Il programma piace molto all’Alleanza Verdi Sinistra: “Ora costruiamo insieme un fronte solidale, ecologista e femminista“, scrive Eleonora Evi su Twitter.Abbiamo di fronte un duro lavoro comune per costruire un’ampia alleanza democratica , solidale e verde che sia alternativo alla destra”, le fa eco Angelo Bonelli.

Anche il Movimento 5 Stelle sembra vicino alle posizione della neosegretaria: “Finalmente ho ascoltato parole simili alle nostre. Su giustizia sociale, lotta ai cambiamenti climatici, salario minimo, più risorse e più attenzione alla scuola pubblica e alla sanità il MoVimento 5 Stelle c’è da tempo con proposte chiare. Passiamo ai fatti”, scrive sui social la capogruppo in Senato, Barbara Floridia.