New York introdurrà un pedaggio urbano per salvare la sua rete metropolitana

New York, megalopoli dal traffico dantesco di auto e camion, introdurrà a giugno il primo pedaggio urbano all’ingresso di una città americana, un progetto controverso destinato a ridurre gli ingorghi e l’inquinamento e, soprattutto, a salvare la metropolitana. L’obiettivo di questa tassa diretta di 15 dollari a passaggio riscossa all’ingresso del centro di Manhattan, uno dei cinque distretti di New York, è triplice: decongestionare le principali avenues e strade che irrorano l’isola da nord a sud e da est a ovest, migliorare la qualità dell’aria nella Grande Mela e migliorare il bilancio della tentacolare rete metropolitana, che versa in uno stato pietoso.

Il consiglio di amministrazione della Metropolitan Transportation Authority (MTA), l’operatore pubblico della metropolitana e dei treni pendolari della città, ha votato mercoledì sera 11 contro 1 a favore del pedaggio. L’amministratore delegato Janno Lieber ha accolto “uno dei voti più importanti del consiglio” in un comunicato stampa, assicurando che “la MTA è pronta“. “Uno degli obiettivi principali è quello di affrontare finalmente la congestione del traffico, ma anche, all’altro capo della catena, di investire maggiormente nella rete di trasporto pubblico“, ha dichiarato.

L’MTA, che ha visto crollare i suoi passeggeri durante la pandemia, spera di ottenere un guadagno di un miliardo di dollari all’anno. Se il governo federale è d’accordo e se i ricorsi amministrativi del vicino Stato del New Jersey o dei taxi e dei VTC non bloccheranno il progetto, New York sarà la prima città degli Stati Uniti a introdurre il pedaggio entro la metà di giugno. Seguirà le orme di Londra, Stoccolma e Singapore. Le auto e i furgoni che entreranno dalla 60esima strada a Manhattan e verso sud dai distretti di Queens e Brooklyn (sull’altra sponda dell’East River) o che arriveranno dal New Jersey (sull’altra sponda del fiume Hudson) dovranno pagare 15 dollari di giorno e 3,75 dollari di notte. I camion e gli autobus dovranno pagare tra i 24 e i 36 dollari, mentre i famosi taxi gialli potranno aggiungere 1,25 dollari a ogni viaggio, secondo l’MTA. I veicoli di emergenza saranno esentati e i conducenti a basso reddito, in una città con un’elevata disuguaglianza e colpita dall’inflazione, avranno diritto a sconti.

Il progetto risale al 2007, quando il sindaco era Michael Bloomberg. Ma il principio è stato formalizzato solo nel 2019 sotto l’ex sindaco di sinistra Bill de Blasio, predecessore di Eric Adams, ex poliziotto di centro-destra. Il comune sta sperimentando politiche considerate progressiste, sociali e ambientali, e New York è già circondata da pedaggi sulle superstrade, i ponti e i tunnel che servono i suoi principali sobborghi.

Brennero, Italia ricorre a Corte di Strasburgo contro i blocchi dell’Austria

Il Consiglio dei ministri ha deciso di ricorrere alla Corte europea di Strasburgo contro i divieti imposti “unilateralmente” al Brennero dal governo austriaco. Al termine del cdm che vara la manovra, Matteo Salvini rivendica un’altra sua personale vittoria:E’ la prima volta nella storia della Repubblica“, che l’Italia ricorre direttamente alla Corte di Giustizia contro un altro Stato Membro per violazione del diritto dell’Unione, spiega. “Da oggi parte un iter che non ha precedenti, però la qualità dell’aria, la vita, i polmoni e il diritto al lavoro dei cittadini italiani non sono meno di quelli dei colleghi austriaci“, scandisce in conferenza stampa.

La richiesta di avviare la procedura prevista dall’art.259 del Trattato UE contro i divieti austriaci al Brennero arriva dal Mit. Si tratta, precisa il ministro, di una scelta “difficile ma obbligata” a fronte della “posizione attendista assunta dalla Commissione“. Toccherà quindi alla Corte di Giustizia chiarire se i divieti austriaci al traffico pesante siano legittimi o se debba prevalere il principio della libera circolazione di merci e persone sancito dai Trattati. Ieri il leader della Lega ha trascorso la giornata in Alto Adige, in vista delle elezioni regionali del 22 ottobre. Una tornata particolare, perché si andrà a votare nella Provincia autonoma di Trento per il rinnovo del Consiglio provinciale e del presidente di provincia, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano si voterà per rinnovare il solo Consiglio provinciale, perché il presidente non è eletto dai cittadini.

L’Austria ha imposto nel Brennero il blocco della circolazione dei mezzi pesanti. Una decisione che congestiona il traffico merci italiano alla frontiera su gomma, con il tunnel ferroviario non ancora completato. Le code in autostrada dal lato italiano, causate dalla chiusura del confine superano anche i cento chilometri. Le motivazioni del Tirolo sono ambientali. Ma con le code, dal lato italiano, in Alto Adige ormai i tassi di biossido sono stabilmente superiori alla media. Ad ogni modo, secondo Salvini l’ambiente non c’entra nulla: “È semplicemente concorrenza sleale austriaca nei confronti degli imprenditori e degli autotrasportatori italiani e tedeschi e dell’intero continente europeo“, ha spiegato qualche settimana fa durante il Question Time alla Camera. Questi divieti sono “inaccettabili” proprio perché occupano il principale asse di collegamento tra Nord e Sud Europa, ricorda il vicepremier, nel momento in cui si investono miliardi di euro per il tunnel di base ferroviario del Brennero. Anni di “chiacchiere” non hanno portato a nulla, ha lamentato. Dopo quattro anni, in attesa di un accordo che non c’è, l’Italia si appella alla corte di Giustizia europea di Strasburgo per violazione di diritto eurounitario.

Sul lato viabilità trasnazionale, intanto oggi ha chiuso il traforo del Monte Bianco per nove settimane per l’avvio di una parte dei lavori di adeguamento e messa in sicurezza del tunnel. Un cantiere oggetto di dibattito e rinviato dal mese scorso dopo la frana che aveva portato alla chiusura temporanea del Frejus ai mezzi pesanti. La galleria che collega Courmayeur e Chamonix ha chiuso quindi dalle 8 di stamattina alle 22 di lunedì 18 dicembre.

Inevitabili saranno comunque le ripercussioni di traffico, soprattutto pesante, sull’intero asse viabile verso il confine con la Francia. Le previsioni dei gestori della rete autostradale indicano in circa tremila, 1800 pesanti, i veicoli che dal Monte Bianco transiteranno dal traforo del Frejus e poi dalla tangenziale. Per questo si è reso necessario procedere ad un aggiornamento del Piano di viabilità alternativa per i lavori di adeguamento delle gallerie della A32. Il documento, approvato dal prefetto di Torino Donato Cafagna, tenendo conto dei cantieri tuttora presenti sulla A32,”individua nell’ex statale 24 e nella statale 25 la viabilità alternativa, in caso di chiusura totale o parziale dell’autostrada”, come si legge in una nota diffusa ieri pomeriggio dalla prefettura di Torino. Inoltre, gli interventi per mitigare gli inevitabili disagi per gli automobilisti prevedono anche la riduzione al minimo delle attività di cantiere in corso, dal rinvio all’anno prossimo dei nuovi cantieri e anche la possibilità, in caso di traffico particolarmente congestionato in tangenziale, di sospendere il cantiere nel tratto di avvicinamento alla A32. È stato messo a punto anche il potenziamento della comunicazione, la conferma di un servizio specialistico di pronto intervento, soccorso e recupero mezzi per recuperare eventuali mezzi in avaria del tunnel del Frejus. Potenziati anche i presidi di forze dell’ordine e di vigili del fuoco mentre Sitaf ha installato, su richiesta delle Unioni dei Comuni quattro centraline per il monitoraggio dell’aria

Frejus riapre e traforo Monte Bianco chiude solo per 6-7 settimane. Pressing Italia su raddoppio

I lavori di manutenzione al traforo del Monte Bianco sono stati rinviati di un anno. Da qui a dicembre resterà chiuso per circa sei settimane, al posto delle 15 preventivate in un primo momento, per consentire interventi finalizzati a migliorare la sicurezza dell’infrastruttura. La decisione è arrivata ieri dalla Conferenza intergovernativa (Cig), composta di rappresentanti dei ministeri italiani e francesi e confermata oggi dai governi di Roma e Parigi. Allo stesso tempo, entro nel week-end riaprirà l’autostrada francese A43 e il tunnel del Frejus ai mezzi pesanti, entrambi chiusi dallo scorso 27 agosto, nel tratto della valle della Maurienne, in Savoia, per una frana dovuta alla forte ondata di maltempo che si era abbattuta sulla zona. Ad annunciarlo il ministro francese ai Trasporti Clement Beaune che in mattina ha effettuato un sopralluogo nell’area interessata.

Il governo italiano si era subito mobilitato per evitare la chiusura, in contemporanea, dei due maggiori valichi transalpini, così da scongiurare un intasamento dei flussi con la Francia, di traffico anche e soprattutto commerciale, dopo il blocco del Frejus. Ieri, l’organismo italofrancese doveva stabilire se posticipare l’inizio del cantiere – che sarebbe dovuto partire il 4 settembre per una durata di 106 giorni – alla prossima settimana (come auspicato da Parigi) o se rinviarlo di un anno, all’autunno 2024, su cui invece spingeva Roma. Alla fine, la Cig ha “deciso il rinvio di un anno della chiusura del Monte Bianco, portando avanti al tempo stesso i lavori necessari alla sicurezza”, ha spiegato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. La Commissione intergovernativa ha stabilito inoltre che il traforo del Monte Bianco entro dicembre resterà chiuso per circa sei settimane per consentire interventi finalizzati a migliorare la sicurezza dell’infrastruttura. Sono anche previste delle chiusure notturne per lo stesso motivo. Inoltre, nel caso che la situazione al Frejus diventasse nuovamente critica nei prossimi mesi i lavori al traforo del Monte Bianco potranno essere sospesi e la viabilità ripristinata regolarmente. Il Bianco, ha aggiunto Tajani, “resterà dunque aperto durante la stagione invernale” per garantire “per l’afflusso dei turisti e per le nostre imprese che ricevono e fanno partire merci” verso la Francia.

I  lavori inizieranno dunque tra “pochi giorni” e dureranno “probabilmente intorno alle sette settimane” invece delle quindici inizialmente previste, ha confermato il ministro francese Beaune. Quindi “una chiusura un po’ scaglionata” e “un po’ più breve”, ha precisato.

Il governo italiano, però, ha colto l’occasione per ribadire la fragilità del sistema infrastrutturale transalpino e anche in sede di Cig ha ribadito la richiesta di individuare “le soluzioni tecniche più efficaci ed opportune per rendere la galleria del Bianco in linea con i più moderni standard di sicurezza, valutando anche l’ipotesi di aprire una seconda canna”, come ha fatto sapere il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in una nota. Non a caso, il 25 settembre Tajani sarà a Parigi per incontrare l’omologa francese Catherine Colonna, per discutere del raddoppiamento del Bianco. “Il 31 ottobre ho convocato il Comitato transfrontaliero a Torino per affrontare anche questo problema, cercheremo di convincere i francesi, che non mi sembrano ancora convinti di una seconda canna del tunnel”, ha spiegato.

traffico strada

Turismo poco sostenibile, 3/4 dei villeggianti usano ancora l’auto

La mattina di sabato 6 agosto la Polizia di Stato informa che sulle autostrade italiane il traffico sarà da bollino nero, ovvero si prevedono code e forti rallentamenti per il primo grande esodo estivo verso le località turistiche (di mare principalmente). Perché, dagli anni del Boom economico in avanti, l’automobile resta il principale mezzo di trasporto utilizzato dagli italiani per spostarsi lungo lo Stivale, ma anche all’estero. Nonostante la comodità del treno (che permette di rilassarsi durante il tragitto e conduce direttamente nei centri storici delle città) la macchina viene infatti preferita per la sua praticità e per la possibilità di utilizzarla anche nei piccoli spostamenti una volta giunti a destinazione. Il turismo sostenibile, dunque, resta un miraggio, nonostante gli sforzi delle grandi società di trasporti e delle amministrazioni pubbliche.

La macchina viene preferita soprattutto dalle famiglie che con bambini dichiarano di essere più libere e rilassate negli spostamenti, mentre i più giovani tendono a preferire il treno. Secondo lo studio Ispra ‘Flussi turistici per modalità di trasporto’ a fronte di una diminuzione dei viaggi in generale dovuto inevitabilmente al ‘pandemico’ 2020, la scelta dell’automobile, da sempre il mezzo più utilizzato, diventa prevalente per il 73,9% dei viaggi effettuati nel 2020 e del 78,2% di quelli compiuti in Italia. Osservando i dati degli spostamenti in vacanza, ben il 79,6% dei turisti si mette alla guida di un’auto; il 7% viaggia in treno, il 5,2% prende l’aereo, il 2% la nave e il 6,3% altri mezzi di trasporto.

turismo

Anche i turisti che arrivano dall’estero in Italia non sono poi così sensibili all’ambiente. Guardando i dati sull’andamento, nel corso degli anni, delle infrastrutture utilizzate per raggiungere il Bel Paese, si nota come quelle stradali rappresentino oltre il 60% del totale. Dal 1996 al 2003 le infrastrutture stradali sono state preferite da oltre il 70% dei turisti stranieri; dal 2004 il dato è calato a poco più del 60%, fino a restare stabile fino al 2016, per scendere sotto il 60% dal 2017 al 2019. Lo spazio lasciato vuoto è stato occupato dalle infrastrutture aeroportuali, il che significa che molti turisti (quelli extra Ue) hanno raggiunto l’Italia in aereo. Fanalino di coda restano le infrastrutture ferroviarie (assottigliatesi sempre più dal 1996 al 2019) e quelle portuali.

Nonostante l’impennata dei prezzi dei carburanti, gli italiani pare non vogliano rinunciare alla macchina per i loro spostamenti, forse perché vengono da ‘anni pandemici’ che li hanno visti rinunciare o limitare parecchio gli spostamenti e per questo ora vogliono sentirsi liberi. Ma le prospettive sostenibili restano comune buone.

Secondo un recente studio realizzato da ‘EY Future Travel Behaviours’ diffuso in primavera, aumenta infatti rispetto al 2020 l’utilizzo di treno e aereo rispetto ai mezzi personali, ma con livelli ancora inferiori rispetto al 2019, e con alcune differenze per fascia d’età che rivelano un incremento consistente dei voli aerei per gli under 40 (42% contro il 30% del campione totale). Aumentano anche gli spostamenti per lavoro: tra chi viaggia per lavoro, l’auto resta il mezzo più utilizzato (60%), il treno è usato in misura maggiore rispetto al 2019 (55%), mentre solo 1 su 3 si sposta in aereo. Comodità e prezzo sono i principali fattori che influenzano la scelta del mezzo di viaggio, come per la precedente rilevazione, ma, anche se la sicurezza dell’esperienza di viaggio resta importante, quest’ultima tuttavia assume meno rilevanza nelle priorità dei viaggiatori. Aumenta invece l’importanza attribuita alla sostenibilità: il 74% degli individui afferma di aver fatto scelte di viaggio pensando alla sostenibilità in quanto sono preoccupati per le conseguenze delle proprie azioni sul pianeta.

Nel confronto tra auto e treno, si registra un’elevata attenzione dei viaggiatori alle iniziative di riduzione dell’impatto ambientale dei viaggi in aereo, con oltre la metà del campione che ritiene rilevanti quelle relative all’utilizzo di carburanti green, ma si evidenzia anche una disponibilità da parte dei 2/3 degli intervistati a pagare un sovrapprezzo per garantire la compensazione delle emissioni di CO2 dei propri viaggi di breve e lungo raggio.

L’analisi delle attitudini, effettuata con test impliciti, verso un atteggiamento di tipo ‘Environmental Concern’, evidenzia una netta tendenza verso l’adozione di comportamenti eco-friendly ed attenti all’ambiente. Dalle risposte esplicite emerge che il 46% considera importante o molto importante l’impatto sull’ambiente delle proprie scelte, un dato in aumento rispetto alla precedente rilevazione. Anche i test impliciti confermano il trend di crescita della preoccupazione verso i temi ambientali. Infatti, il 75% degli intervistati ha un atteggiamento ansioso verso i problemi ambientali (contro il 67% dello scorso sondaggio).

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Anas darà energia alle Smart Road con le Green Island

La mobilità in Italia diventa più smart e green. Prosegue il programma ‘Smart Road Anas’, lanciato nel febbraio del 2021 con l’obiettivo di dare un forte impulso ai futuri scenari di guida autonoma dei veicoli. E Anas ha deciso di guardare anche alla sostenibilità ambientale, includendo in questo progetto anche le cosiddette ‘Green Island’, con l’obiettivo di rendere le strade più in linea con le necessità del presente e del futuro.

Sulle Smart Road, ogni 30 chilometri, saranno costruite delle aree in cui verrà prodotta energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaico oppure eolico). Durante la sosta all’interno delle Green Island sarà possibile ricaricare le automobili elettriche e distribuire energia pulita, in grado di alimentare tutta la rete delle Smart Road. Oltre alle colonnine di ricarica, il piano delle Green Island prevede anche delle aree di ricarica e sosta per i droni che dovranno monitorare il traffico stradale: un sistema che ha come obiettivo quello di pianificare e gestire nel migliore dei modi i flussi di traffico. Grazie a questo sistema innovativo, l’utente sarà in grado di ricevere in tempo reale informazioni sul traffico in caso di incidenti, potendo così valutare eventuali percorsi secondari per evitare di rimanere bloccato in coda. Un piccolo cuore eco-sostenibile che alimenterà le tecnologie necessarie al funzionamento delle Smart Road e allo stesso tempo rappresenterà una risorsa preziosa per quei guidatori che hanno necessità di ricaricare le automobili elettriche. Un progetto che è la conferma dell’attenzione che da tempo Anas riserva ai temi della sostenibilità, dalla scelta dei materiali fino ad arrivare alle soluzioni progettuali più eco-compatibili, con l’utilizzo di aggregati riciclati e il riuso di materiali derivanti dalle demolizioni, come è accaduto in passato per le macerie dei comuni di Amatrice e Accumoli, colpite dal sisma del 2016.

L’esperimento Smart Road ha preso il via da Cortina in occasione dei Mondiali di sci che hanno avuto luogo nella città ampezzana nel 2021: partendo dalla strada statale 51, con un investimento di circa 27 milioni di euro su un percorso di 80 chilometri che attraversa 7 centri abitati, Anas ha tracciato la rotta verso il futuro, cogliendo l’occasione dei Mondiali di sci per cambiare il volto della Statale 51 Alemagna. Sono state già individuate le strade che, dopo la piccola rivoluzione di Cortina, per prime potranno godere dei benefici di questa rivoluzione smart: la E45-E55 Orte-Mestre, la Tangenziale di Catania, la A19 Palermo-Catania, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la A91 Roma-Aeroporto di Fiumicino e la A2 Autostrada del Mediterraneo. L’obiettivo è di arrivare a oltre 3.000 chilometri di strade intelligenti, con tecnologie in grado di agevolare i veicoli di nuova generazione per quanto riguarda lo scambio di informazioni tra l’infrastruttura e gli utenti, ma anche per facilitare il dialogo tra gli utenti stessi e aumentare la qualità degli spostamenti nel territorio. Una rivoluzione digitale che non poteva non passare dalla svolta green.

Roma, stop parcheggio selvaggio monopattini: Bird lancia stalli virtuali

Da lunedì prossimo, 13 giugno, Bird, azienda leader nel settore dei trasporti elettrici ecologici e operatore per la micromobilità in città, istituirà la sosta a stalli nel Municipio I e lancerà a Roma una nuova tecnologia per i propri monopattini, così da offrire una risposta concreta al problema del parcheggio selvaggio nella capitale. Gli utenti di Bird, infatti, potranno chiudere correttamente il proprio noleggio esclusivamente nei parcheggi virtuali individuati: luoghi idonei e sicuri, distribuiti in modo capillare nel pieno rispetto del decoro cittadino e delle norme di parcheggio, ad esempio mantenendo i passaggi pedonali e i marciapiedi liberi da ostacoli. Da lunedì saranno infatti visibili sulla app di Bird i parcheggi virtuali in tutto il Municipio 1, dando un primo contributo concreto alle esigenze dell’Amministrazione e dicendo addio alla sosta selvaggia ovunque. Non solo stop al free floating: Bird porta inoltre a Roma la più avanzata delle sue tecnologie di parcheggio, Bird Visual Parking System (VPS), frutto di un lungo lavoro da parte del team di ricerca e sviluppo dell’azienda. Dopo New York, San Francisco e San Diego, Roma è la prima città europea in cui l’azienda sperimenta il nuovo tool di parcheggio.

Bird Vps utilizza una tecnologia scalabile e rivoluzionaria che, grazie all’Api geospaziale ArCore di Google, consente all’azienda di geo-localizzare i monopattini parcheggiati con una precisione millimetrica, sfruttando anni di scansioni 3D di Google, la realtà aumentata (Ar) e i dati di Street View di tutto il mondo. Questo rappresenta un forte miglioramento nelle modalità di parcheggio da parte degli utenti, senza investimenti infrastrutturali o tecnologici da parte della comunità: Bird VPS sarà disponibile inizialmente in fase sperimentale nei 50 stalli virtuali a Prati e potrà gradualmente essere estesa ad altre zone del Municipio 1. “Bird Vps è una novità assoluta nel settore della micromobilità – ha spiegato Cristina Donofrio, general manager di Bird Italia – perché permette di offrire alle città un sistema di parcheggio unico nel suo genere, ineguagliabile in termini di precisione e scalabilità. Abbiamo voluto portarlo a Roma, come prima città in Europa, perché l’esigenza di regolamentare la sosta è molto sentita e perché condividiamo con l’Amministrazione l’obiettivo di incrementare la mobilità sostenibile nel rispetto delle regole e del decoro. L’assoluta innovazione dello strumento e l’introduzione del parcheggio vincolato in tutto il Municipio 1 sono il nostro contributo concreto alle sollecitazioni dell’Amministrazione”.

In concomitanza con l’avvio del nuovo sistema di parcheggio, Bird ha anche annunciato il ritorno dei suoi “Bird Watchers”: gli addetti che circolano in tutta la città con speciali mezzi per riordinare i monopattini parcheggiati in modo improprio. Infine, per completare la politica per garantire parcheggi idonei e rispettosi, nelle prossime settimane Bird lancerà a Roma una campagna per sensibilizzare gli utenti a parcheggiare correttamente, con la convinzione che il binomio tecnologia e sensibilizzazione sia la chiave per andare incontro alle esigenze della città.