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Più spese per la difesa in Europa. Ursula von der Leyen propone di attivare la clausola di salvaguardia generale dal Patto di Stabilità, proprio come è accaduto negli anni del Covid, per permettere ai Paesi membri di avere più spazio di manovra per le proprie risorse. Un’autorizzazione ad aumentare il debito e sopravvivere in un momento eccezionale di crisi.
Una proposta analoga per affrontare gli investimenti green e non considerarli ai fini del debito è stata però respinta in passato. In altre parole: flessibilità concessa sulle armi, non sulla maxi-sfida della transizione. “Credo che ora siamo in un periodo di crisi che giustifica un approccio simile”, spiega la presidente della Commissione europea da Monaco di Baviera, assicurando che questo aumento di spesa dei singoli Stati sulla difesa sarà “controllato e condizionale”. Per un massiccio pacchetto, a ogni modo, servirà un “approccio europeo nel definire le nostre priorità di investimento“, sottolinea von der Leyen che, nella stessa ottica, promette un lavoro più intenso per accelerare il processo di adesione dell’Ucraina all’Unione. “Abbiamo già fatto progressi significativi, ma ora è di nuovo il momento di spostare le montagne”, chiosa.
Bene l’approccio per il governo Meloni. L’Europa dovrà “essere protagonista” nel processo di pace in Ucraina, mette in chiaro Antonio Tajani, precisando che l’Unione “dovrà fare ancora di più per quanto riguarda la difesa”. Bisognerà, per l’esecutivo di Roma, aumentare la spesa a livello comunitario, ma anche a livello italiano per rispettare gli impegni con la Nato. L’obiettivo minimo è il 2%, ma, sottolinea il ministro degli Esteri, “sappiamo bene che la Nato poi chiederà ancora di più”. Von der Leyen sta “recependo le nostre proposte”, rivendica.
Di “grande vittoria politica e diplomatica dell’Italia e del governo Meloni” parla Guido Crosetto, che confessa: “L’annuncio della presidente von der Leyen è sempre stata una mia vera ossessione, la necessità di scorporare le spese della difesa dal Patto di Stabilità che impone, alla Ue, e da decenni, rigide regole e vincoli di bilancio per gli Stati che ne sono membri”. Sin dall’inizio del suo mandato, ricorda il ministero della Difesa, Crosetto ha sostenuto la necessità di escludere dal Patto di Stabilità gli investimenti in sicurezza e impedire che possano intaccare o indebolire le spese dei singoli Stati in salute, istruzione, welfare. E’ un primo passo, ma non basta, avverte il titolare della Difesa. L’Italia è “pronta a fare la sua parte”, garantisce, per un’Europa “più sicura e autorevole, ma anche più salda nei suoi principi democratici e di benessere collettivo per i suoi cittadini, nel nostro continente come nel mondo”.
Lo scorporo degli investimenti in Difesa, indica Palazzo Chigi, dovrà essere seguito anche dall’istituzione di strumenti finanziari comuni. “Il Governo italiano è pronto a lavorare costruttivamente con le istituzioni europee e con gli altri Stati membri per raggiungere insieme questi importanti obiettivi, a partire dalla prossima presentazione del Libro bianco della difesa dell’Ue”.