
L’Unione europea dovrebbe riconoscere le auto ibride e i biocarburanti nel settore automotive anche dopo il 2035. È quanto chiede la premier Giorgia Meloni, insieme ai primi ministri di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, in una lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e ai presidenti del Consiglio europeo, Antonio, Costa, Parlamento europeo, Roberta Metsola, e alla prima ministra danese, Mette Frederiksen, in qualità di presidente di turno del Consiglio dell’Ue. La richiesta arriva a pochi giorni dalla data cruciale del 10 dicembre, quando la Commissione europea sarà chiamata a decidere – tra le altre cose – sulla revisione delle norme che impongono lo stop dei motori endotermici dal 2035. La lettera segue quella inviata venerdì scorso dal cancelliere tedesco Friedrich Merz a von der Leyen, nel quale ribadiva sostanzialmente la stessa richiesta presentata oggi. Proposte ribadite più volte anche dall’Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili.
I leader sottolineano “la necessità per l’Unione europea di abbandonare, una volta per tutte, il dogmatismo ideologico che ha messo in ginocchio interi settori produttivi, peraltro con scarsi o quasi nessun beneficio tangibile in termini di emissioni globali“. Ecco perché, dicono, “applicare pienamente il principio di neutralità tecnologica è fondamentale: è evidente che non esiste una soluzione magica sulla strada della decarbonizzazione e imporre un’unica soluzione tecnologica frena la ricerca, l’innovazione e la concorrenza virtuosa”. E questo è “particolarmente vero e urgente per l’industria automobilistica europea” che “sta drammaticamente soffrendo le attuali politiche dell’Ue e che necessita di risposte immediate”.
Fondamentale, dicono Meloni e gli altri firmatari, che la prossima revisione del regolamento europeo “confermi, anche dopo il 2035, il ruolo dei veicoli elettrici ibridi plug-in (Phev), della tecnologia delle celle a combustibile e introduca il riconoscimento dei veicoli elettrici con estensori di autonomia (Erv), nonché di altre tecnologie future che potrebbero contribuire all’obiettivo di riduzione delle emissioni”.
In particolare, “la proposta dovrebbe riconoscere il ruolo dei carburanti a zero, basse emissioni di carbonio e rinnovabili nella decarbonizzazione dei trasporti, incluso il trasporto su strada, classificando anche i biocarburanti (carburanti rinnovabili) come carburanti a zero emissioni di carbonio”.
Il Regolamento europeo sulle emissioni di Co2 per le autovetture e i veicoli leggeri, scrivono i firmatari della lettera, “fornisce già uno strumento efficace per la decarbonizzazione del settore automobilistico”. Pertanto, la proposta della Commissione “dovrebbe concentrarsi principalmente su buone pratiche, incentivi fiscali e programmi di sostegno e riflettere un approccio tecnologicamente neutrale nel promuovere la transizione verso veicoli a basse e zero emissioni”, dettagliano.
Inoltre, “limitare le flotte aziendali esclusivamente ai veicoli a zero emissioni comprometterebbe la competitività delle imprese, in particolare delle piccole e medie imprese, e introdurrebbe nuovi oneri economici e amministrativi. Includere i veicoli pesanti nell’ambito di applicazione del Regolamento sarebbe dirompente anche per l’intero sistema dei trasporti”, sottolineano. Per i leader, “siamo a un punto di svolta sia per l’industria automobilistica e dei componenti per auto dell’Unione europea, sia per l’azione europea per il clima. Possiamo e dobbiamo perseguire il nostro obiettivo climatico in modo efficace, senza nel frattempo compromettere la nostra competitività, poiché non c’è nulla di verde in un deserto industriale”.