Siccità, Tonina: In Trentino -34% riempimento bacini, servono risorse Pnrr

In un'intervista a GEA il vicepresidente della Giunta provinciale di Trento fotografa la situazione

I grandi bacini idrici del Trentino sono riempiti di acqua per 141 milioni di metri cubi, di cui 102 riferiti ad invasi artificiali e 39 riferiti a laghi naturali regolati. Il riempimento complessivo medio – informa la Provincia autonoma – è pari al 34%: nello specifico 29% per gli invasi artificiali e 53% per i laghi naturali regolati. Il grado di riempimento complessivo è inferiore del 37% rispetto al corrispondente dato medio storico, registrando – sui singoli invasi – percentuali variabili tra l’11% e il 44%. Significativo è che gli invasi più capienti sono quelli che più si discostano dal grado di riempimento medio storico. Questa è la fotografia della siccità in Trentino, territorio chiave per i rifornimenti d’acqua al Nord. Mario Tonina, vicepresidente della Giunta provinciale e assessore all’Ambiente urbanistica e cooperazione, è molto preoccupato: “Le soluzioni non sono facili da trovare, ma quello che possiamo raccomandare da subito, rinnovando l’appello dell’estate 2022, è il risparmio. Un messaggio ai cittadini, alle imprese, anche ai Comuni a cui torneremo a rivolgerci con una lettera, per promuovere i comportamenti consapevoli nell’utilizzo di questa risorsa sempre più preziosa. L’impegno passa dalle azioni quotidiane di ognuno di noi”.

Vicepresidente, è a rischio la produzione di energia idroelettrica?

“I primi sei mesi sono già compromessi, come ci dice Dolomiti Energia che gestisci le nostre principali concessioni. Alcune centrali sono ferme perché devono garantire un minimo di acqua dei bacini anche per rispettare gli accordi con Terna. Non turbinano. E poi comunque bisogna garantire livelli per l’irrigazione“.

Un paio di giorni fa è andato in sopralluogo alla diga di Santa Giustina in val di Non, il più importante bacino del Trentino. Cosa ha visto?

“E’ presente un volume d’acqua di 39 milioni di metri cubi, cioè il 30% della capacità utile operativa: dato di gran lunga inferiore rispetto al dato medio di 69 milioni di metri cubi registrato negli ultimi dieci anni in questo stesso periodo. Dai dati forniti dall’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia (Aprie), contando i dati della diga di Santa Giustina e dei bacini di Bissina e Boazzo, che rappresentano quasi la metà di tutte le riserve, abbiamo metà dell’acqua che dovrebbe esserci”.

E la neve? Potrà aiutare?

“Sulle cime di neve non ce n’è, quindi ad aprile la neve non si scioglierà e non alimenterà i bacini. Spero vivamente che arrivino piogge o altre nevicate per garantire l’idropotabile, l’irriguo agricolo e l’idroelettrico”.

Il Trentino aiuta molto anche le regioni vicine. E quest’anno?

Se non cambia la situazione non riusciremo a soddisfare le richieste di Lombardia e Veneto. Faremo fatica a garantire l’acqua per noi”.

Servono più investimenti sulle infrastrutture?

“Il Trentino ha investito soprattutto in agricoltura, migliorando il sistema irriguo, introducendo l’irrigazione a goccia, etc… Bisogna migliorare anche la rete acquedottistica, noi facciamo investimenti ma dai nostri conteggi servono 400 milioni per riqualificare la rete. Ma oltre ai soldi, serve tempo. Mi auguro che il Pnrr possa destinare le risorse necessarie nel campo agricolo e sulla rete acquedottistica. Invito poi gli amici delle regioni confinanti a investire di più, le discariche abbandonate vanno trasformate in bacini di raccolta…”.