Mario Tozzi: “Convincere un negazionista? Non gioco a scacchi con i piccioni”

La scuola? “Non è preparata su questi temi”. Convincere un negazionista? “Non gioco a scacchi con i piccioni”. Mario Tozzi, geologo, divulgatore, domenica 20 luglio tornerà sul palco e lo farà insieme al polistrumentista Enzo Favata a Rocca di Sant’Apollinare, a Marsciano, in provincia di Perugia, in occasione di ‘Suoni controvento’ , il festival a impatto zero di musica, teatro, letteratura, gaming e incontri su temi di attualità che coinvolge 24 comuni dell’Umbria, tra borghi e palcoscenici naturali. La manifestazione, giunta alla sua IX edizione, è promossa da Aucma (Associazione umbra della canzone e della musica d’autore).

Tozzi e Favata porteranno in scena ‘Mediterraneo’ , un racconto attraverso il punto di vista della geologia e della musica, tra passato e futuro. Un progetto, dice Tozzi a GEA, nato “dall’idea della capacità di raccontare storie che è quello che fanno i jazzisti e che faccio anche io come divulgatore”. Una passione, la sua, venuta alla luce “grazie a occasioni fortunate, al caso. Raccontare mi è sempre piaciuto, al di là delle lezioni universitarie, a un certo punto ho visto che ciò che dicevo veniva apprezzato anche in contesti differenti, con un pubblico ‘meno adatto’ E da cosa nasce cosa”.

La situazione, racconta il geologo, è a un punto più che critico e “i nodi stanno venendo al pettine”. La crisi climatica “è il problema principale, perché da questa dipendono le altre”, a partire dal dramma della perdita di biodiversità. “E la colpa è nostra – dice – anche se noi non verremo sterminati”. Basti pensare – punta il dito il divulgatore – alla caccia: “C’è un pianeta in cui cui la gente si diverte andando a sparare agli animali”. E, ancora, “all’espansione delle città e delle infrastrutture e poi alla crisi delle risorse che vanno ad assottigliarsi”. Materie prime “che non si riciclano mai al 100% perché qualcosa nel processo si perde”. In sostanza, “stiamo portando il pianeta al suo limite massimo, ma non ne abbiamo un altro, non c’è un piano B”, ammette.

E se è vero che, movimenti come Fridays For Future e Ultima Generazione “hanno portato un grande cambiamento”, tra i più giovani, accendendo la miccia della preoccupazione per il cambiamenti climatico, “il Covid e la repressione delle azioni di protesta” hanno fatto “arenare” questo processo che “non si è più ripreso”, dice Tozzi. “I nuovi decreti rendono impossibile manifestare il dissenso partecipato e non c’è stata alcuna solidarietà da parte del mondo adulto. La spinta la vedo esaurita”. Eppure numerose ricerche confermano che il tema del clima è fondamentale per la Gen Z e le successive. “Servirebbe una scuola preparata su questi temi” per formare davvero le nuove generazioni, spiega il divulgatore a GEA, “ma gli insegnanti e i libri sono inadeguati al ruolo”.

Insomma, “serve una sensibilità degli adulti che non c’è” per educare i più giovani che, invece “devono fare da soli”, spesso utilizzando i social network e imbattendosi nel mondo infinito delle fake news e dei negazionisti. Ma un dialogo con chi rifiuta di vedere il cambiamento climatico è possibile? “Io non voglio parlare con loro – dice Tozzi – perché agiscono e parlano sulla base della convenienza economica, non accettano la scienza che è invece unanime” nel riconoscere il problema e “puntano solo a creare confusione. Si perderebbe del tempo” a cercare di convincere chi “non accetta la verità scientifica”. “Io non gioco a scacchi con i piccioni – chiosa il geologo – perché non sanno le regole”, lasciano escrementi ovunque “e poi se ne vanno impettiti”.

Leone XIV celebra prima messa green e chiede conversione dei negazionisti climatici

Un altare nei giardini delle ville pontificie di Castel Gandolfo. Uno stagno come navata centrale, il cielo come soffitto. E’ il luogo che Leone XIV sceglie per celebrare la prima messa green della Chiesa, con il formulario introdotto il 3 luglio per la Custodia del Creato, tra quelli delle ‘necessità civili’ del Messale Romano.  A ‘vegliare’ sull’altare mobile della sagrestia pontificia la statua della Madonnina del Borgo Laudato si’, visitato dal Papa in occasione del suo primo sopralluogo a Castel Gandolfo. Lui la definisce una “cattedrale naturale“.

Tanti disastri naturali che ancora vediamo nel mondo, quasi tutti i giorni in tanti luoghi, in tanti Paesi, sono in parte causati anche dagli eccessi dell’essere umano, col suo stile di vita”, denuncia il pontefice, che prega per la conversione di “tante persone, dentro e fuori della Chiesa, che ancora non riconoscono l’urgenza di curare la casa comune”.

In ritiro per due settimane di riposo, il Papa arriva a piedi, seguito dal segretario, don Edgar Rimaycuna, monsignor Leonardo Sapienza e dal cardinale Michael Czerny, prefetto dello Sviluppo umano integrale (il dicastero che si occupa delle questioni ambientali), accolto dal cardinale Fabio Baggio e da padre Manuel Dorantes.

E’ una celebrazione in forma privata, assistono soltanto una cinquantina di persone, dipendenti e collaboratori del Borgo Laudato si, voluto da Papa Francesco. Un ‘laboratorio’ nel quale “vivere quell’armonia con il creato che è per noi guarigione e riconciliazione, elaborando modalità nuove ed efficaci di custodire la natura a noi affidata”, spiega. Nell’omelia, pronunciata in parte a braccio, Robert Prevost ricorda che la missione della Chiesa è quella di custodire il creato, di portarvi pace e riconciliazione: “Noi ascoltiamo il grido della terra, noi ascoltiamo il grido dei poveri, perché questo grido è giunto al cuore di Dio. La nostra indignazione – tuona – è la sua indignazione. Il nostro lavoro è il suo lavoro”.

Vaticano chiede remissione debito ecologico: “Non è solidarietà ma giustizia riparatoria”

Nell’anno Santo, il mondo riparta dalla remissione del debito ecologico. Lo chiede il dicastero dello Sviluppo Umano Integrale, in una nota tematica in cinque lingue. Nel documento, il Vaticano spiega come il debito finanziario e quello ecologico siano due facce della stessa medaglia. Se sui Paesi in via di sviluppo grava un debito economico che ha radici lontane e che la pandemia ha acuito, questi soffrono anche le conseguenze più gravi della crisi climatica, pur non essendo tra i maggiori responsabili.

Sono le economie più industrializzate le principali artefici della crisi climatica. Sono storicamente state responsabili della quota maggiore di emissioni di gas serra e hanno costruito la propria prosperità anche attraverso lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali presenti nei territori dei Paesi in via di sviluppo, spesso a scapito delle comunità e degli ecosistemi locali. Uno squilibrio che ha portato molti a ritenere che i Paesi in via di sviluppo vantino, nei confronti dei Paesi più industrializzati, un vero e proprio credito ecologico, che dovrebbe almeno in parte compensare il debito finanziario da cui sono gravati.

Le zone del mondo ‘depredate’ sono infatti prive “delle risorse economiche e infrastrutturali necessarie per adattarsi o reagire”, cumulando così crisi economica e crisi ambientale, con inevitabili conseguenze sullo sviluppo umano della popolazione. In questa prospettiva, il condono del debito finanziario che grava sui Paesi più poveri non dovrebbe essere visto come un gesto di solidarietà e generosità, ma come un gesto di giustizia riparatoria. Non sarebbe un atto punitivo, ma un viatico alla costruzione di una “nuova alleanza tra i popoli”, osserva il dicastero, che abbia a cuore la giustizia sociale e la cura del creato. Sulla spinta del Giubileo della Speranza e “ispirata dalle parole di Papa Leone XIV, la Chiesa, fedele ai principi della Dottrina Sociale, rinnova il suo impegno pastorale per la giustizia ecologica, sociale e ambientale”, viene spiegato. Per questo il documento chiede alle Chiese particolari di favorire, nei diversi contesti sociali, una conversione ecologica integrale “personale e comunitaria”.

In molti Paesi, l’attenzione è “distratta” da questioni di grande rilievo che interrogano i modelli di crescita, le concentrazioni di ricchezza, le contraddizioni del diritto, suggerendo coraggiosi cambi di paradigma. Il paradigma dell’ecologia integrale impegna a un’applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa nei diversi contesti e nelle reali sfide cui le persone sono esposte a ogni latitudine. L’invito è a “consolidare legami di conoscenza e di cooperazione fra Chiese particolari del mondo, approfittando anche della facilità con cui le nuove tecnologie consentono incontri fra persone e gruppi”.

L’8 giugno è la Giornata mondiale degli oceani: attesa per la Conferenza Onu di Nizza

Si celebra l’8 giugno la Giornata mondiale degli Oceani, in occasione dell’anniversario della Conferenza mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro. Si tratta di un’occasione per riflettere sui benefici che sono in grado di fornirci e il dovere che incombe su ogni individuo e sulla collettività di interagire con gli oceani in modo sostenibile, affinché siano soddisfatte le attuali esigenze, senza compromettere quelle delle generazioni future.

Quella di quest’anno si preannuncia come la più grande giornata mai realizzata per l’azione a favore degli oceani e del clima e porta avanti il tema scelto per l’edizione 2024, cioè catalizzare l’azione per i nostri oceani e il clima. Ed è ciò che si cercherà di fare a Nizza, in Francia, dal 9 al 13 giugno, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani del 2025, incentrata su ‘Accelerare l’azione e mobilitare tutti gli attori per la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani’. Si punterà sull’attuazione dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 14, con tre priorità principali, per produrre un ambizioso Piano d’azione di Nizza per gli oceani. In particolare, lavorare per il completamento dei processi multilaterali legati all’oceano, mobilitare risorse finanziarie e sostenere lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, rafforzare e diffondere meglio le conoscenze legate alle scienze marine per migliorare il processo decisionale.

E proprio in vista della Conferenza dell’Onu, giovedì l’Unione europea ha adottato il Patto europeo per gli Oceani, che riunisce le politiche oceaniche dell’Ue in un unico quadro di riferimento e che sarà presentato proprio a Nizza il 9 giugno dalla presidente Ursula von der Leyen. Sei le priorità individuate: proteggere e ripristinare la salute degli oceani; rafforzare la competitività dell’economia blu sostenibile dell’Ue; sostenere le comunità costiere, insulari e le regioni ultraperiferiche; promuovere la ricerca, la conoscenza, le competenze e l’innovazione oceaniche; rafforzare la sicurezza e la difesa marina, anche con una flotta europea di droni all’avanguardia che sfrutterà tecnologie come l’intelligenza artificiale e sensori avanzati per il monitoraggio; rafforzare la diplomazia oceanica dell’Ue e la governance internazionale degli oceani.

L’impatto del cambiamento climatico sugli oceani è devastante. Secondo gli ultimi dati diffusi da Copernicus, il riscaldamento degli oceani nel 2024 ha portato a nuove temperature record. L’oceano è più caldo che mai, non solo in superficie, ma anche in profondità, fino ai 2000 metri superiori. Dal 2023 al 2024, il contenuto termico oceanico (OHC) a livello globale, nella parte superiore dei 2000 metri, è aumentato di 16 zettajoule (10 21 Joule), ovvero circa 40 volte la produzione totale di elettricità mondiale nel 2023. E l’aumento della temperatura media della superficie del mare dalla fine degli anni ’50 è stato impressionante.

Un oceano più caldo influisce sulla vita marina e provoca gravi danni. “Il modo principale in cui l’oceano influenza costantemente il clima è aumentando il vapore acqueo, un potente gas serra, nell’atmosfera fino a livelli estremi pericolosi”, spiega Kevin Trenberth, ricercatore senior presso il National Center for Atmospheric Research. “Un riscaldamento maggiore porta a maggiori rischi di siccità e incendi boschivi e alimenta il rischio di inondazioni e tempeste di ogni tipo, inclusi uragani e tifoni”.

Negli ultimi 12 mesi, ben 138 Paesi hanno registrato le temperature più calde di sempre. Siccità, ondate di calore, inondazioni e incendi boschivi hanno colpito, tra gli altri, Africa, Asia meridionale, Filippine, Brasile, Europa, Stati Uniti, Cile e la Grande Barriera Corallina. Dal 1980, ad esempio, i disastri climatici sono costati agli Stati Uniti quasi 3 trilioni di dollari. Il calore degli oceani è la misura migliore per monitorare il cambiamento climatico.

inquinamento plastica

E’ la Giornata mondiale dell’ambiente: inquinamento da plastica osservato speciale

Si celebra oggi, 5 giugno, la Giornata mondiale dell’ambiente, istituita nel 1972 dalle Nazioni Unite in occasione della Conferenza di Stoccolma sull’ambiente umano per incoraggiare la consapevolezza e l’azione a livello mondiale a favore dell’ambiente. Il tema scelto quest’anno è la lotta all’inquinamento da plastica con un appello all’azione collettiva per contrastarlo.

La Giornata di quest’anno cade esattamente due mesi prima che i paesi si riuniscano nuovamente per continuare a negoziare un trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica. Dal 5 al 14 agosto, infatti, a Ginevra si svolgerà la seconda parte della quinta sessione dell’Assemblea ambientale delle Nazioni Unite per chiedere uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino.

Secondo i dati raccolti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ogni anno circa 100.000 mammiferi e un milione di uccelli marini muoiono a causa dell’intrappolamento all’interno delle reti da pesca abbandonate o dopo aver ingerito i frammenti che esse rilasciano in mare. L’86% dei rifiuti marini rinvenuti sui fondali è riconducibile ad attività di pesca, con una netta prevalenza di lenze, cime e reti abbandonate, perse o dismesse. Le reti fantasma rappresentano, quindi, una delle forme più insidiose di inquinamento marino.

“L’inquinamento causato dalla plastica – dice il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres proprio in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente – sta soffocando il nostro pianeta, danneggiando gli ecosistemi, il benessere e il clima. I rifiuti di plastica ostruiscono i fiumi, inquinano gli oceani e mettono in pericolo la fauna selvatica. E mentre si scompone in parti sempre più piccole, si infiltra in ogni angolo della Terra: dalla cima del monte Everest alle profondità dell’oceano, dal cervello umano al latte materno”. 

Malesia sostenibile con Rainforest World Music Festival

Centottanta musicisti provenienti da 20 Paesi, laboratori musicali interattivi, dibattiti e approfondimenti dedicati alla sostenibilità. Torna a Kuching, in Malesia, presso il Sarawak Cultural Village, la 28esima edizione del Rainforest World Music Festival, uno degli eventi di turismo culturale più dinamici del Sud-est asiatico, celebre per il suo connubio di musica globale, tradizioni indigene e pratiche sostenibili in uno scenario naturale mozzafiato.

Il festival si svolge dal 20 al 22 giugno ai piedi del Monte Santubong, sull’isola del Borneo, una zona riconosciuta dall’Unesco come hotspot di biodiversità, e offrirà un contesto immersivo ideale per spettacoli, workshop e attività culturali provenienti da tutto il mondo.

Il tema scelto per questa edizione è ‘Connections – One Earth, One Love’. Tra gli artisti internazionali e locali già confermati ci sono Earth, Wind & Fire Experience by Al McKay (Usa), Otyken (Russia/Siberia), La Chiva Gantiva (Colombia/Belgio), Kuntaw Mindanao (Filippine), Seppuku Pistols (Giappone), At Adau, Sinaran Collective, Buddha Beat (Malaysia)

Riconosciuto tra i festival più eco-consapevoli dell’Asia, l’evento continua a mettere la sostenibilità al centro. Il Green Ruai, spazio dedicato alle tematiche ambientali, tornerà anche nel 2025 con mostre interattive, attività pratiche e workshop su cambiamento climatico, gestione dei rifiuti e impatto ambientale — il tutto ispirato alla saggezza ecologica delle comunità indigene.

Il festival adotta anche pratiche logistiche sostenibili, dalla riduzione dei rifiuti alla partecipazione attiva della comunità, in linea con gli obiettivi dell’eco-turismo del Sarawak e con la visione della Malesia per un turismo responsabile.

Secondo Zalina Ahmad, Direttrice di Tourism Malaysia Parigi, “il Rainforest World Music Festival non solo celebra la ricchezza culturale ed ecologica del Sarawak, ma riveste anche un ruolo strategico nella nostra visione di un turismo inclusivo e sostenibile. In vista del Visit Malaysia Year 2026, l’RWMF è fondamentale per posizionare la Malesia come destinazione autentica e ricca di esperienze.”

Dopo aver attratto oltre 26.000 visitatori nel 2024, l’edizione 2025 punta a superare ogni record, rafforzando ulteriormente il ruolo del festival come evento imperdibile nel calendario mondiale del turismo culturale.

Giornata Biodiversità, l’allarme di Mattarella: Urgente ripensare a rapporto uomo-natura

Ripensare urgentemente al rapporto tra uomo e natura, guardando ai giovani e alla loro coscienza ambientale. Nella Giornata mondiale della biodiversità, Sergio Mattarella lancia un monito per salvare quella “armonia millenaria tra le forme di vita del pianeta”, capaci di “adattarsi nel tempo alle sfide climatiche, geologiche e ambientali“.

Un equilibrio che oggi, deplora il presidente della Repubblica, è “seriamente minacciato” dall’impatto di attività umane “poco lungimiranti“, che hanno compromesso lo stesso ambiente in cui vive l’uomo, oltre a mettere a rischio la sopravvivenza di animali e vegetali, “generando preoccupanti effetti a catena sull’intero sistema vivente“.

Nello stesso giorno, il Capo dello Stato partecipa alla Cerimonia di piantagione di nuove essenze forestali nella tenuta presidenziale di Castelporziano, con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Il tema scelto quest’anno per celebrare la Giornata Mondiale della Biodiversità è ‘Armonia con la Natura e Sviluppo Sostenibile’ e richiama, insiste Mattarella, “l’urgenza di ripensare il rapporto umanità-natura, promuovendo modelli di crescita capaci di coniugare sviluppo economico e tutela della vita sul pianeta“.

Lo sguardo del presidente va ai giovani, alla loro preoccupazione per il futuro del pianeta, che va tenuta in considerazione: “La loro coscienza ambientale, fondata su rispetto, responsabilità e impegno quotidiano, è una risorsa essenziale per una società più consapevole, che sappia custodire e valorizzare la ricchezza della biodiversità, nell’interesse dell’umanità“, scandisce. E ricorda i passi compiuti dall’Italia per dare valore alla biodiversità, affermando con chiarezza, attraverso la riforma dell’articolo 9 della Costituzione avvenuta nel 2022, che “la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’“.

Fai del bene all’ambiente? Copenaghen premia i turisti più virtuosi

Premiare i viaggiatori rispettosi dell’ambiente è l’obiettivo dell’ufficio del turismo di Copenaghen, che ha annunciato di voler offrire vantaggi ai più virtuosi, in particolare a coloro che arrivano in treno nella capitale danese. L’iniziativa, denominata CopenPay, testata su piccola scala nel 2024, “mira a sensibilizzare i viaggiatori a viaggiare in modo più responsabile”, ha spiegato all’AFP il ceo di Wonderful Copenhagen, Søren Tegen Pedersen.

L’accento è posto sui trasporti, il settore più inquinante. I viaggiatori sono incoraggiati ad arrivare in treno e a rimanere più di quattro giorni sul posto. In cambio, potranno usufruire del noleggio gratuito di biciclette. Compiendo azioni a favore del clima, i turisti potranno anche beneficiare di visite a prezzo ridotto, lezioni di yoga o pasti vegetariani gratuiti e saranno sensibilizzati tramite cartelloni pubblicitari e annunci disponibili in tutta la città e sui social network. La campagna inizierà il 17 giugno e durerà nove settimane. In totale partecipano 90 luoghi nella capitale e nei dintorni, tra cui il museo nazionale e la pista da sci urbana Copenhill. Per Goboat, servizio di noleggio di barche a motore elettrico alimentate da pannelli solari, partecipare all’esperienza permette di dimostrare il proprio impegno.

L’anno scorso, 500 persone hanno approfittato della nostra offerta che consisteva in un’ora di navigazione gratuita in cambio della raccolta dei rifiuti nelle acque del porto, non siamo nemmeno riusciti a soddisfare la domanda”, ha dichiarato all’AFP uno dei responsabili dell’azienda, Mads Pilegaard Sander. Nel 2024, in un mese, 75.000 turisti hanno partecipato all’iniziativa. Il noleggio di biciclette è aumentato del 29%, sono state raccolte tonnellate di rifiuti e il 98% dei partecipanti ha dichiarato che raccomanderebbe l’iniziativa, ha sottolineato l’ufficio del turismo

Aveline, l’arcivescovo di Marsiglia pontiere del Mediterraneo

Jean-Marc Aveline (Francia), 66 anni – Arcivescovo di Marsiglia, è una figura di impostazione progressista, nota per l’impegno nel dialogo interreligioso, nella giustizia sociale e nella salvaguardia dell’ambiente in piena continuità con Papa Francesco. E’ considerato voce profetica nella Chiesa, impegnata nella costruzione di ponti tra culture e religioni, nella difesa dei più vulnerabili e nella promozione di una spiritualità ecologica e inclusiva.

Nato nel 1958 a Sidi Bel Abbès, in Algeria, da una famiglia ‘pieds-noirs’, Aveline ha vissuto l’esilio dopo l’indipendenza algerina nel 1962, stabilendosi a Marsiglia. Ha studiato teologia all’Institut Catholique e filosofia alla Sorbona di Parigi. Nel 2019 è stato nominato arcivescovo di Marsiglia e creato cardinale da Papa Francesco nel 2022.

Il porporato francese considera le crisi ecologiche e climatiche come sfide spirituali e teologiche. Nel 2021 propone a Papa Francesco l’idea di un Sinodo sul Mediterraneo, ispirato al Sinodo sull’Amazzonia, sulla scorta delle prime visite di Bergoglio a Lampedusa, a Lesbo, dell’incontro religioso a Bari per la pace in Medio Oriente, la tappa a Napoli per parlare di teologia del Mediterraneo: “Siamo davanti a un ‘pellegrinaggio mediterraneo’ di papa Francesco che rivela come il Mediterraneo possa parlare a tutta la Chiesa e abbia singolari specificità che richiedano un approfondimento teologico, pastorale e missionario”, spiega. Durante gli incontri dei vescovi del Mediterraneo, Aveline sottolinea come le crisi umanitarie ed ecologiche incidano sulle fondamenta della vita spirituale, evidenziando la necessità di una teologia mediterranea che affronti queste sfide. “E’ ascoltando il grido dei poveri che si apre al grido della terra, non per moda ecologista, ma per la sollecitudine cattolica per l’intero creato”, scandisce. Aveline promuove una “teologia della missione” che integra dialogo, rivelazione e cattolicità, sottolineando l’importanza di una Chiesa aperta al dialogo interreligioso e attenta alle sfide contemporanee.

La sua esperienza personale di esilio e il contesto multiculturale di Marsiglia lo rendono particolarmente sensibile alle questioni relative ai migranti e alle periferie, con una visione poco eurocentrica. Entrato subito nella lista dei papabili, era stato inizialmente criticato per non conoscere a sufficienza l’italiano per salire al soglio di Pietro. Così nei giorni scorsi ha “risposto” sia ai cardinali in congregazione, intervenendo in italiano, sia in una messa celebrata domenica nella parrocchia di cui è titolare, Santa Maria ai Monti, in un italiano senza esitazioni.

Zuppi, l’uomo della ‘diplomazia parallela’ di Sant’Egidio a capo della Cei

Matteo Maria Zuppi (Italia), 69 anni – Arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza Episcopale Italiana ed esponente di spicco della Comunità di Sant’Egidio.

Il suo impegno per il clima e l’ambiente si fonda su una visione integrale che unisce ecologia, solidarietà e responsabilità collettiva. Nato a Roma l’11 ottobre 1955, è quinto dei sei figli di Enrico Zuppi, per oltre trent’anni direttore dell’Osservatore della Domenica, e di Carla Fumagalli, nipote del cardinale Carlo Confalonieri. Parroco prima di Palestrina, poi di Santa Maria in Trastevere, quindi a Torre Angela, ‘don Matteo’, come lo chiamano i romani, collabora con la comunità di Andrea Riccardi quasi dalla sua fondazione.

E’ stato creato cardinale da Papa Francesco il 5 ottobre 2019. Nel 1990, ha svolto il ruolo di mediatore nelle trattative tra il governo del Mozambico e il partito di Resistenza Nazionale Mozambicana che hanno portato, nel 1992, alla firma degli accordi di pace di Roma, che sancirono la fine delle ostilità. Da allora, continua a operare con la “diplomazia parallela” della Comunità di Sant’Egidio. Il 20 maggio 2023 papa Francesco lo ha incaricato di guidare la missione diplomatica della Santa Sede per allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina. La missione si è tradotta in cinque viaggi diplomatici a Kiev (5-6 giugno), Mosca (28-29 giugno), Washington (18 luglio), Pechino (13-15 settembre) e ancora Mosca (14-16 ottobre 2024).

Sul clima, Zuppi sottolinea con forza l’urgenza di una “conversione ecologica” che non può più essere considerata un’opzione facoltativa:Non è un optional, ma frutto della passione per l’uomo e per questa casa nella quale l’uomo può o non può vivere”, scandisce. In occasione del RemTech Expo, mette in guardia contro un’economia “predatoria” che antepone il consumo illimitato al buon senso e alla sostenibilità, evidenziando come tale approccio comprometta il futuro stesso dell’umanità. Al Festival francescano di Bologna, Zuppi mette in luce l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni nella costruzione di un futuro sostenibile: “Coinvolgere i giovani nella scelta del futuro, del loro futuro, e aiutarli con le nostre scelte, che sia un futuro sostenibile, credo che sia il primo modo per amarli”, osserva, sottolineando anche il ruolo delle religioni nel promuovere la fraternità universale e la responsabilità condivisa nella cura del Creato. In occasione dell’Earth Day 2024 ad Ascoli, Zuppi lancia un monito sulla gravità della crisi ambientale: “Se il nostro Pianeta non è sostenibile, vuol dire che è insostenibile. Non vorrei che ci svegliamo soltanto quando andiamo a sbattere”, tuona, criticando l’inerzia delle istituzioni e la tendenza a rimandare le azioni necessarie, perché, avverte “ogni ritardo ha conseguenze drammatiche per l’intera umanità”.

Per l’arcivescovo di Bologna, la giustizia ambientale si lega a stretto giro a quella sociale. Denuncia più volte l’illusione che si debba scegliere tra lavoro e salute, sottolineando che entrambe sono essenziali: “Se l’ambiente viene distrutto non possiamo vivere, viviamo molto peggio e vivranno molto peggio quelli dopo di noi. Dobbiamo capire che non è facoltativo, ma è materia d’esame e d’impegno per tutti”.

Nel maggio 2024, Zuppi presenta un Vademecum per promuovere le Comunità Energetiche Rinnovabili:Tanto più le Cer saranno innanzitutto ‘comunità’, raccogliendo le energie migliori all’interno delle nostre Chiese e della società più in generale, tanto più sapranno includere i soggetti più fragili e svantaggiati creando percorsi virtuosi“, scandisce.

Il porporato definisce l’esortazione apostolica Laudate Deum una “campana di allarme” che richiama tutti alla responsabilità nella cura del Creato: “Non solo sottolinea le lentezze del sistema economico mondiale nell’affrontare la crisi ecologica, ma vuole diventare anche una ‘sveglia’, perché tutti insieme, nessuno escluso, ci assumiamo le nostre responsabilità per la cura del creato, dono del Padre Creatore”, afferma.