Risale bolletta del gas: a settembre +4,8%. Da associazioni consumatori appello al Governo

Sale la bolletta del gas per le famiglie italiane. L’Arera annuncia per la famiglia tipo in tutela un +4,8% per i consumi di settembre rispetto ad agosto. L’aggiornamento è determinato interamente dall’aumento della spesa per la materia gas naturale, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso superiore rispetto a quella del mese di agosto, pari a 37,05 €/Mwh. Rimangono invariati gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura.

In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (ottobre 2022-settembre 2023) è di 1.459 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 13,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (ottobre 2021-settembre 2022). Confermati per settembre e per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione Iva al 5%, come anche per la gestione calore e teleriscaldamento.

La notizia dell’aumento della bolletta del gas colpisce i consumatori, a cui Arera aveva comunicato già la scorsa settimana i rincari, nell’ultimo trimestre dell’anno, per quanto riguarda l’elettricità. Si parla di un +18,6% per la luce per la famiglia tipo in tutela nel quarto trimestre. Il costo sarà di 28,29 centesimi al kWh.

Un doppio rincaro che spaventa i consumatori. Secondo il Codacons i rincari annunciati “fanno salire la spesa per luce e gas a un totale di 2.091 euro annui a nucleo, +181 euro all’anno rispetto le precedenti tariffe“. E il rischio, per il presidente dell’associazione Carlo Rienzi, è “una nuova escalation dei prezzi dell’energia nei mesi invernali, quando cioè si concentra l’80% dei consumi di gas delle famiglie”. Per questo Codacons, come anche Ferderconsumatori e Assoutenti, chiede al Governo di rivedere lo stop al regime di maggior tutela, visto che “i prezzi sono ancora fortemente instabili e non ci sono al momento le condizioni per abbandonare il mercato tutelato”. Un’instabilità, rincara la dose l’Unione Nazionale Consumatori, che azzererà i benefici del trimestre anti inflazione: “Da ottobre a dicembre arriva un trimestre di caro bollette che si mangerà il carrello tricolore in un sol boccone”.

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Bollette, Pichetto: Per la fine del mercato tutelato valutiamo gradualità

Per la fine del mercato tutelato per 10 milioni di utenti domestici, in scadenza il 10 gennaio 2024, il governo valuta “gradualità“. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, tenta di rassicurare i cittadini che dall’inizio del prossimo anno dovrebbero passare al mercato libero per il gas e l’elettricità, in una fase ancora di forte instabilità. La conclusione della riflessione, spiega il responsabile del Mase, “ci sarà nelle prossime settimane“.

Il passaggio dal mercato tutelato a quello libero comporterà l’obbligo di scegliere il proprio fornitore, con il rischio di incorrere nuovi rincari dei prezzi, già gravati dall’inflazione e dalle turbolenze geopolitiche internazionali. Ma si ragiona anche sul ‘disaccoppiamento’ degli utenti vulnerabili dagli altri, spiega il ministro da Torino, a margine dell’evento l’Italia delle Regioni.

Questo perché la fascia fragile della popolazione sarebbe più gravata dai rincari. Sarebbero ‘salvi’ quindi i cittadini con più di 75 anni, chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate o in gravi condizioni di salute che richiedono l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche salvavita alimentate dall’energia elettrica, ma anche i soggetti presso i quali risiedono persone in queste condizioni, disabili a cui sono stati riconosciuti i benefici previsti dalla legge 104, coloro i quali sono in soluzioni abitative di emergenza dopo eventi calamitosi e chi vive in un’isola minore non interconnessa.

Il mercato tutelato dell’energia garantisce condizioni economiche delineate dall’Arera sulla base dell’andamento dei prezzi all’ingrosso di luce e gas. Il provvedimento nasce sei anni fa, in un quadro diverso, con i prezzi dell’energia non volatili, in una situazione poco ‘rischiosa’ per gli utenti. Dall’inizio del 2022 in poi, però, il mercato ha fatto registrare picchi vertiginosi e abbassamenti dei prezzi che non sono mai scesi comunque ai livelli di due anni fa.

Il rinvio dovrà essere valutato dal Consiglio dei ministri, in raccordo con l’Unione europea. La proroga, però, non è l’unica opzione dell’esecutivo.

L’inizio del percorso che porterà alla fine del servizio di maggior tutela nel settore del gas è iniziato nel peggiore dei modi, all’insegna dell’improvvisazione, di comportamenti erratici delle aziende e dello spregio dei più elementari diritti dei consumatori”, denuncia Federconsumatori. Gli utenti del servizio di maggior tutela, fa sapere l’associazione, stanno ricevendo, in questi giorni, le lettere da parte del proprio gestore che li invita a sottoscrivere l’offerta più conveniente sul libero mercato tra quelle disponibili nel proprio pacchetto. “Pena, in caso di mancata sottoscrizione, di ritrovarsi da gennaio con un contratto applicato in automatico, che sarà, quasi certamente, peggiorativo“. Il contenuto delle lettere, per i consumatori, sarebbe complicato, non facile da decifrare. Pesa, per Federconsumatori, “l’assenza assoluta di comunicazioni istituzionali che il Governo si era impegnato a mettere in campo per aiutare i consumatori a gestire nel migliore dei modi questo complicato passaggio“. La richiesta al Governo è di “fermare questo treno che ha già deragliato pochi metri fuori dalla stazione”: “Basta con gli annunci di singoli ministri o viceministri – invoca l’associazione -, occorre che il Consiglio dei ministri assuma, già nelle prossime ore, una decisione formale di sospensiva, almeno per un anno, alla fine del servizio di maggior tutela per il gas e l’energia elettrica“.

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Via libera a dl Energia da 1,3 mld: confermati aiuti bollette, arriva bonus benzina

Aiuti per combattere i rincari di energia e carburante. Sono questi i pilastri del nuovo decreto Energia, che conferma i bonus luce e gas, ma introduce un contributo da 80 euro circa per aiutare le famiglie meno abbienti a rifornire i propri mezzi di locomozione. Inoltre, è previsto un sostegno alle famiglie per i trasporti e con la norma ‘salva-commercio’ viene scongiurata la chiusura di oltre 50 mila piccoli esercizi commerciali: chi effettua il ravvedimento operoso e paga le somme dovute, infatti, sarà esentato dalla sanzione accessoria della sospensione della licenza. E ancora, è di circa 17,4 milioni di euro lo stanziamento per le borse di studio degli studenti idonei non beneficiari, che copriranno l’intera platea dei quasi 5mila studenti inclusi nelle graduatorie degli Enti regionali per il diritto allo studio, ma che per mancanza di fondi non riuscivano ad accedere al sussidio. In totale, il decreto è di circa 1,3 miliardi di euro.

Tra i provvedimenti principali ci sono quelli sulle bollette. Perché sono confermati anche per il quarto trimestre 2023 i bonus sociali “prendendo a riferimento la spesa attesa nel medesimo trimestre“. Inoltre, per contenere gli effetti del rincaro dei prezzi nel settore del gas, fino alla fine dell’anno Arera provvederà a “mantenere azzerate le aliquote delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema”.

Nel IV trimestre 2023 è riconosciuto, ai clienti domestici titolari di bonus sociale elettrico, un contributo straordinario, crescente con il numero di componenti del nucleo famigliare secondo le tipologie già previste per il medesimo bonus sociale. All’Arera è affidato il compito di definire la misura del contributo, ripartendo nei 3 mesi (ottobre, novembre e dicembre) l’onere complessivo in base ai consumi attesi. Per coprire la spesa, sono stanziati 300 milioni di euro per l’anno in corso.

Resta in vigore anche l’aliquota Iva al 5% sul gas metano destinato alla combustione per usi civili e per usi industriali contabilizzati “nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023” e “qualora le somministrazioni siano contabilizzate sulla base di consumi stimati“, la stessa percentuale dell’Imposta sul valore aggiunto “si applica anche alla differenza tra gli importi stimati e gli importi ricalcolati sulla base dei consumi effettivi riferibili, anche percentualmente, ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023“. La misura vale anche per il Teleriscaldamento.

Il decreto prevede un contributo per “sostenere il potere d’acquisto dei nuclei familiari meno abbienti“, riconosciuto ai beneficiari della social card (chi ha Isee non superiori a 15mila euro). La dotazione delle risorse sale a 600 milioni di euro per il 2023, dunque con un incremento di 100 milioni. Considerando che dai dati diffusi a luglio da Masaf e Mef, ovvero 1,3 milioni di famiglie in difficoltà che non godono di altre integrazioni da parte dello Stato, sulla carta ‘Dedicata a te’ saranno caricati circa 80 euro per fare rifornimento. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con il ministro dell’Economia e il ministro delle Politiche agricole, della sovranità alimentare e delle foreste provvederà a emanare un decreto per stabilire “l’ammontare del beneficio aggiuntivo per singolo nucleo familiare”, le “modalità di raccordo con le previsioni del decreto al fine di preservare l’unicità del sistema di gestione e del titolo abilitante” e le “modalità e le condizioni di accreditamento delle imprese autorizzate alla vendita di carburanti che aderiscono a piani di contenimento dei costi del prezzo alla pompa”.

La novità, rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi, riguarda l’accesso alle agevolazioni, “a decorrere dal 1 gennaio 2024” anche alle imprese che “nell’anno precedente alla presentazione dell’istanza di concessione delle agevolazioni medesime, hanno realizzato un consumo annuo di Energia elettrica non inferiore a 1 GWh” e che rispettano alcuni requisiti, tra i quali operare “in uno dei settori ad alto rischio di rilocalizzazione” o “in uno dei settori a rischio di rilocalizzazione”. Inoltre, le aziende “sono tenute a effettuare la diagnosi energetica”, su cui il controllo è affidato all’Enea.

“Con il decreto energia, il governo rinnova la sua azione a sostegno di famiglie e imprese nella difficile congiuntura economica. Attraverso misure di contenimento del prezzo del gas e con la conferma dei bonus sociali energetici, l’Esecutivo si conferma concretamente al fianco delle fasce più deboli e delle imprese”, commenta nel post Cdm il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. Aggiungendo che “particolare rilevanza assume, in questo senso, una norma promossa dal Ministero per rendere conforme la normativa vigente al quadro comunitario in termini di sostegno alle imprese energivore, quelle con un consumo di energia elettrica superiore al gigawatt. Parliamo di quattromila aziende per 116 settori industriali operanti nella manifattura, dalle cartiere alla lavorazione del vetro, che – conclude il responsabile del Mase – avrebbero avuto un evidente contraccolpo dalla mancanza delle misure di agevolazione”.

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Crisi energetica meno intensa, ma mercati tesi. Aumenta platea bonus, parola d’ordine: risparmio

La tempesta è passata, ma le turbolenze restano. Dalla relazione annuale di Arera arrivano indicazioni importanti sul mercato dell’energia. “La crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda-offerta”, è il primo messaggio lanciato dal presidente dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, Stefano Besseghini. L’unico strumento che conserva sempre “il suo valore per agibilità e immediatezza dell’efficacia nel contenimento della domanda”, avvisa, è “il risparmio energetico”. I dati, in questo senso, sono confortanti. Perché nel 2022 i consumi di energia elettrica si sono ridotti dell’1,1% (nel dettaglio: industria -3,9%, residenziale -2,8 e agricoltura -1,7), così come anche il consumo netto di gas naturale è diminuito di 7,5 miliardi di metri cubi, attestandosi a 67,3 miliardi di metri cubi, il 10% in meno rispetto al 2021.

Un buon rimedio per fronteggiare l’aumento dei prezzi medi, che per l’energia elettrica per uso domestico (senza considerare gli effetti dei bonus per il nostro Paese), lo scorso anno, hanno fanno registrare un balzo in avanti del 40% nel nostro Paese, un dato nettamente più alto del 13 percento della media dell’Area euro. Stesso discorso vale anche per i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, al netto dell’effetto dei bonus. Che, peraltro, sono in aumento, secondo i dati di Arera: quelli erogati nel 2022, infatti, si attestano complessivamente oltre i 6,2 milioni, con un allargamento della platea dei beneficiari nel periodo tra il 1 aprile e il 31 dicembre 2022, in virtù delle modifiche alle soglie Isee per richiedere l’accesso.

Nell’analisi dell’Authority c’è anche il beneficio comportato dalla modifica al metodo di calcolo per la fissazione del prezzo del servizio di tutela gas. Un cambiamento che “nel semestre invernale 2022-2023 ha comportato un vantaggio, per il consumatore in tutela, che possiamo stimare in circa 3 miliardi di euro”, ma “considerando l’elevata quota di contratti nel mercato libero, indicizzati al prezzo di tutela, il vantaggio complessivo è ben più elevato”. Sul mercato dell’energia elettrica, invece, i dati indicano i punti domestici serviti nel mercato libero dell’energia elettrica sono saliti al 64,8% nel 2022, con un incremento al 69,3 percento nell’aggiornamento di marzo scorso. Altro dato rilevante è quello sulle fonti rinnovabili, in calo del 13,9%, sebbene il fotovoltaico risulti in crescita del 12,3%. A pesare è soprattutto il crollo dell’idroelettrico (-37,8%) a causa dell’emergenza siccità che ha messo a dura prova il Paese dalla scorsa estate. Più contenuti i cali di bioenergie (-8,5%), eolico (-1,8) e geotermico (-1,7%). Nel complesso, le rinnovabili hanno contribuito per circa il 35% al mix della produzione elettrica nazionale, il 5 percento in meno rispetto al 2021.

Per quanto concerne, poi, le forniture di gas, l’Italia “rallenta ma non arresta la discesa della produzione nazionale” che nel 2022 registra un -2,7%. Il grado di dipendenza dalle forniture estere, però, “è salito alla quasi totalità 99%”: restano stabili le importazioni lorde a 72,6 miliardi di metri cubi, ma aumenta si dimezza a poco meno del 20% (era il 40 solo un anno fa) la dipendenza da Mosca. Oggi è l’Algeria il primo fornitore (36%), seguono Russia e Azerbaigian (15), Qatar (10), Norvegia (che balza all’8,6) e Libia (4,3). In attesa delle “nuove rotte di Gnl dall’Africa, in fase di negoziazione a livello governativo”.

Nella relazione di Arera ci sono anche altri capitoli di vitale importanza, come acqua e rifiuti. Per capire la portata, basta leggere un passaggio della relazione di Besseghini: “Si suole dire che le future guerre si combatteranno per l’acqua e non per il petrolio”. Il presidente dell’Authority ribadisce che “avere acqua non vuol dire avere ingenti risorse idriche, ma vuol dire avere acqua nella quantità e qualità che serve, nel momento in cui serve”. I numeri del report dicono che la spesa per investimenti ammonta complessivamente a 13,5 miliardi di euro per il quadriennio 2020-2023, ma la spesa media sostenuta da una famiglia di tre persone, con consumo annuo pari a 150 metri cubi, a livello nazionale è di 326 euro l’anno. Restano, però, le criticità infrastrutturali, perché le perdite idriche si attestano in media al 41,8%, pari a 17,9 metri cubi per chilometro al giorno, con un miglioramento solo del 12% rispetto al 2021. I problemi principali sono al Sud e nelle isole, soprattutto per le interruzioni del servizio. Anche il sistema fognario, nonostante alcuni miglioramenti, presenta ancora segnali di inadeguatezza degli scaricatori di piena: a livello nazionale il 20% è da adeguare alle normative, mentre gli allagamenti e sversamenti sono 4,6 ogni 100 km di rete fognaria.

Sull’economia circolare, infine, si conferma la significativa parcellizzazione del servizio, perché i gestori iscritti sono 8.101, ma nel 66,6% dei casi si tratta di soggetti accreditati per una singola attività e solo raramente (1,9 percento) per tutte le attività del ciclo. Di contro, però, il metodo tariffario copre il 90% degli abitanti. Infine, continua il trend di crescita di teleriscaldamento e teleraffrescamento, che tra il 2000 e il 2021 conserva una volumetria allacciata in aumento a un tasso medio annuo del 5,9%, anche se Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano, da sole, oltre il 95% dell’energia termica erogata.

Bollette, bonus sociale prorogato fino al 30 settembre 2023

Prorogato fino al 30 settembre 2023 il Bonus sociale per aiutare i meno abbienti a pagare le bollette.

Ricordiamo che l’art.1, commi da 17 a 19, della legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio 2023) ha modificato i requisiti di accesso nel settore elettrico e in quello del gas aumentando da 12.000 a 15.000 euro il valore soglia dell’ISEE per accedere alle agevolazioni per l’anno 2023 con riferimento ai clienti domestici economicamente svantaggiati.

Sono state prorogate le agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica – sostiene Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti – riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale deve essere rideterminata dall’Arera”.

La misura prevede inoltre la riduzione dell’aliquota IVA al 5% alle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi nei mesi di luglio, agosto e settembre 2023.

Prevista la riduzione al 5 per cento dell’aliquota IVA anche in relazione alle forniture di servizi di teleriscaldamento nonché somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto servizio energia.

“Per tutto il terzo trimestre inoltre – prosegue Cuchel – è previsto l’azzeramento delle altre aliquote degli oneri generali di sistema per il settore gas”.

Nessuna proroga per il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale.

Quell’indimenticabile “Cari amici di Gea, grazie per l’intervista”

Cari amici di Gea, un grazie cordiale per avermi chiesto questa intervista”.

Era settembre 2022, Gea aveva da poco compiuto i suoi primi sei mesi di vita, eppure Silvio Berlusconi si era posto con noi come se fossimo un’agenzia di stampa che di anni ne ha sessanta o forse più. Non aveva avuto la puzza sotto il naso, non aveva usato il bilancino dell’opportunismo per dire sì o no a una chiacchierata in clima pre-elettorale. L’aveva fatta e basta, dilungandosi sulle bollette – che allora più di adesso stavano opprimendo gli italiani -, sui rigassificatori di Piombino e Ravenna per arrivare più in fretta all’autonomia energetica, sull’ambiente e sulla necessità di salvare il Pianeta salvaguardando il clima. Un milione di alberi da piantumare, aveva confermato. E aveva anche tirato le orecchie alla Ue per le auto elettriche che mettevano in ginocchio un’intera filiera produttiva. Una lunga ed esaustiva videointervista, l’eredità politica in ambito ecologico ed energetico del senatore di Arcore che di lì a poco avrebbe prodotto Gilberto Pichetto Fratin ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Al di là e al di sopra di qualsiasi giudizio politico che lasciamo alla sensibilità di ciascuno, noi di Gea Silvio Berlusconi vogliamo ricordarlo così, con quel “grazie per avermi chiesto l’intervista” quando, in realtà, eravamo noi a doverlo ringraziare. Un comunicatore eccellente, il Cav, un affabulatore eccezionale fin da quando avemmo l’opportunità di conoscerlo a Milanello, nella sala del caminetto, divanetti bianchi, chiacchiere in libertà sul calcio di Arrigo Sacchi, Paolo Maldini e Marco van Basten. Una vita fa, assaiprima che decidesse di “scendere in campo” per giocare la partita politica. Un fuoriclasse della parola, questo è innegabile per tutti. E della disponibilità.

Colarullo (Utilitalia): “Tendenza al ribasso per bollette, anche con rinnovabili”

Il gas per i prossimi mesi servirà meno, visto l’arrivo dell’estate, mentre le bollette dell’energia elettrica, almeno nel tutelato sono state abbassate di oltre il 50% da Arera fino a giugno. Il Pun, prezzo di riferimento dell’elettricità all’ingrosso cala verso i 100 euro per megawattora. Caleranno dunque anche le tariffe nel mercato libero? Secondo Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia, ovvero l’associazione che rappresenta le utilities italiane, “c’è una tendenza alla discesa”.

Direttore, la crisi energetica sta passando?

“Abbiamo visto quello che è successo nel 2022: la guerra ha creato incertezza, ma la crescita spropositata del prezzo del gas derivava da condizioni geopolitiche e da capacità di fornitura limitata e vincolata. Queste condizioni ci hanno posto di fronte all’evidenza di un’eccessiva dipendenza da forniture derivanti da una specifica area geografica. Quindi c’è stato un grande sforzo, enorme sforzo, da parte dal governo per accelerare con la transizione energetica, che andrà a meta nei prossimi anni. E poi abbiamo affrontato il rischio allargando le fonti di fornitura del gas, quindi meno Russia, più Azerbaigian, più Nordafrica. Il risultato è stato un percorso sinergico puntando su rinnovabili e diversificazione delle fonti di gas”.

Se siamo più al sicuro, le bollette dunque dovrebbero proseguire al ribasso?

“La discesa può essere permanente, nonostante la Ue abbia avuto il via libera tardi tardi sulla calmierazione dei prezzi del gas. Il price cap dinamico è comunque un fattore che frena i prezzi e diventa strutturale. La mera aspettativa è dunque per un rientro dei prezzi nell’ordine del fisiologico con basi strutturali che ora ci aiutano ad andare aventi. Resta sullo sfondo l’instabilità geopolitica, Ucraina e non solo”.

Nel 2022 le aziende operanti nel mercato libero hanno comunque tentato di non far esplodere i costi delle bollette. Avendo acquistato energia, ad esempio, alla fine dell’anno scorso, è possibile che la discesa delle tariffe sia per questo più lenta che nel tutelato?

“E’ come il mercato dei mutui. Mi spiego. Se io per paura a settembre 2022 ho siglato un contratto pensando che l’offerta fosse buona, ad esempio a 200 rispetto ai 500 di agosto, ora in realtà ci sto perdendo, considerando che magari il contratto è biennale… L’abbattimento arriverà grazie al mercato: se il gas scende, se introduco un parco rinnovabile con prezzi più bassi, ci saranno molti più operatori che potranno offrire prezzi sempre più bassi, per cui io cliente posso abbassare i miei costi”.

Nell’autunno scorso il disaccoppiamento tra elettricità e gas sembrava una questione di vita o di morte, adesso non ne se ne parla più. E’ ancora utile?

“Si è stemperato il tema disaccoppiamento, anche la riforma del mercato elettrico europea lavora su nuove direzioni, del tipo creiamo un mix di fonti energetiche, specie rinnovabili, affinché la sicurezza sia tutelata, magari con Ppa (Power purchase agreement, ndr) e Cfd (contratti per differenza, ndr) che garantiscano prezzi più vicini al costo marginale”.

Con più rinnovabili secondo lei la bolletta sarà al sicuro da super rincari?

“Certo, tutte le energie rinnovabili possono dare stabilità ai prezzi. Prezzi che possono beneficiare anche dell’incremento di produzione di biometano e biogas”.

I consigli di Assoutenti per risparmiare quasi 100 euro l’anno sulla bolletta elettrica

Le bollette della luce sono nettamente scese negli ultimi mesi, “tuttavia i principali elettrodomestici presenti nelle case degli italiani continuano a pesare in modo non indifferente sulle bollette delle famiglie”, sottolinea Assoutenti, che ha realizzato uno studio ad hoc mettendo a confronto i consumi dei principali apparecchi elettrici usati nelle case italiane, confrontando i relativi costi del 2021 con quelli attuali.

L’elettrodomestico che consuma più energia è il condizionatore d’aria, che in casa assorbe in media 400 Kwh all’anno, spiega Assoutenti. Una spesa che si aggira attorno ai 95 euro annui a famiglia (considerate le tariffe elettriche attuali e i consumi di una nucleo di 3 persone che vive in una casa di 100 mq), contro gli 83 euro dell’analogo periodo del 2021 (II trimestre). Al secondo posto si piazza il frigorifero, con 300 Kwh annui e una spesa pari a 71,2 euro (62,5 euro nel 2021). Segue il phon (260 Kwh pari a 61,7 euro). Tra gli apparecchi elettrici che consumano meno energia troviamo la macchina per il caffè (60 Kwh per una spesa alle tariffe attuali pari a 14,2 euro annui) e il computer (95 Kwh annui, 22,5 euro). Complessivamente, i 13 apparecchi elettrici più usati nelle case degli italiani determinano un costo, alle tariffe attuali, pari a 607,5 euro annui a famiglia, il 14% in più rispetto al 2021, quando per gli stessi elettrodomestici, e con i medesimi consumi, la spesa è stata di circa 533 euro, stima Assoutenti.

Si può comunque risparmiare, fino a poco meno di 10 euro al mese. Intanto sostituendo tutte le lampadine presenti in casa con lampadine Led a risparmio energetico: così si riducono di 32 kwh i consumi annui. Poi – spiega Assoutenti – scegliendo solo elettrodomestici ad alto risparmio energetico (classe A+++) si tagliano 150 kwh l’anno. Basterebbe poi adottare un consumo intelligente degli elettrodomestici (ovvero funzionamento a pieno carico, accensione nelle ore serali a tariffa ridotta, utilizzo delle funzioni ‘eco’e simili, ecc.) per risparmiare altri 56 kwh all’anno. Contano inoltre le schermature alle finestre e un migliore isolamento termico che vale -30 kwh in 12 mesi. Infine conviene lo spegnimento quotidiano degli apparecchi in standby e delle luci nelle stanze non utilizzate: -130 kwh all’anno. Tutte queste azioni, secondo Assoutenti, fanno scendere di 398 kwh annui i consumi, per un risparmio economico stimato (sulla base delle attuali tariffe) in 94,5 euro annui a famiglia. Ulteriori risparmi possono arrivare da altri accorgimenti pratici. Tipo: disporre gli alimenti in frigo in modo non corretto o impostare la temperatura sbagliata può comportare un inutile, ma significativo dispendio di energia. Quindi meglio non riempire troppo il frigo: l’energia richiesta per mantenere tutte le zone ugualmente fredde sarà maggiore, e così il consumo. Poi occhio a utilizzare il forno elettrico, che mangia 173 Kwh l’anno se si accende per 15 minuti al giorno. Per cui: evitare il preriscaldamento, utilizzare un timer e piatti di cottura efficienti, no alluminio e spegnere in anticipo.

Capitolo a parte per lavatrice e lavastoviglie: impostando temperature inferiori ai 60°C, il consumo di energia elettrica può essere ridotto fino al 30% per quanto riguarda il primo elettrodomestico ed escludendo il prelavaggio nella lavatrice e l’asciugatura nella lavastoviglie si riduce la necessità di energia fino al 15%. L’uso di decalcificanti e una pulizia regolare consentiranno il 30% di risparmio. Altro consiglio di Assoutenti è quello di stirare il meno possibile: “Evitare di stirare capi come calzini, biancheria intima, tovaglioli, fazzoletti, canovacci, lenzuola e tovaglie: si tratta solo di energia elettrica sprecata”. E poi pulire ciclicamente le lampadine e i lampadari.

Sul fronte gas, ormai siamo quasi a giugno, per cui il riscaldamento è un ricordo. Proprio per questo sarebbe il momento ideale per mettere in pratica la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni, del risparmio: eseguire la manutenzione della caldaia. “Un impianto ben regolato, pulito e senza incrostazioni di calcare consuma e inquina meno. Senza dimenticare che chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro”, conclude Assoutenti.

Tornano a crescere le bollette per le imprese: +35% in 2023

Nonostante la lieve flessione dei prezzi di fine aprile – soprattutto per il gas naturale sceso sotto i 40 euro/MWh per la prima volta, in Europa, dall’agosto 2021 – la crisi energetica del biennio 2021-2022 non può considerarsi ancora superata e i suoi effetti si faranno sentire anche nel prossimo futuro. È quanto emerge dall’Osservatorio Confcommercio Energia, analisi trimestrale sui costi energetici per le imprese del terziario. Con la reintroduzione degli oneri di sistema, infatti, l’Osservatorio rileva che già dal mese di aprile 2023 si iniziano a vedere i primi effetti con l’aumento del costo dell’energia per talune categorie d’imprese precedentemente esentate dal pagamento di tale componente della bolletta. E, per il 2023, nonostante gli interventi del Governo, la spesa energetica complessiva delle imprese del terziario risulterà superiore del 35% rispetto ai livelli pre-crisi.

Per questo, avvertono gli analisti, occorre potenziare la percentuale di detrazione prevista per i crediti d’imposta ‘energetici’ riferiti al secondo trimestre 2023 e azzerare, per il medesimo periodo, anche gli oneri generali di sistema elettrici. Negli ultimi tre anni i costi energetici di elettricità e gas per le imprese del terziario di mercato sono fortemente aumentati passando dai 13,4 miliardi del 2019, ai 18,6 del 2021 fino ai 32,9 miliardi del 2022. I crediti d’imposta “energetici” hanno rappresentato – e rappresentano tutt’oggi – un elemento vitale per le imprese: basti pensare che, se utilizzati da tutte le imprese aventi diritto nel 2022, il beneficio fiscale ridurrebbe la spesa energetica complessiva di circa 5,9 miliardi di euro portandola, quindi, a 27 miliardi di euro (il 18% in meno). Mentre nel 2023, secondo le stime dell’Osservatorio Confcommercio Energia, la spesa potrebbe ridursi a circa 20,8 miliardi di euro e a 18,1 miliardi di euro se si considerasse, anche in questo caso, il potenziale contributo dei crediti d’imposta luce e gas. Tuttavia, anche nel caso in cui tutte le imprese del terziario di mercato usufruissero dell’agevolazione fiscale, la spesa energetica complessiva, nel 2023, risulterà comunque superiore del 35% rispetto ai livelli del 2019.

Nel dettaglio, segnala Confcommercio, per un albergo di medie dimensioni, ad aprile 2023, si registra una riduzione del prezzo della bolletta dell’energia elettrica intorno al 5% rispetto al mese di marzo, ma rispetto ad aprile 2021 (4.654 euro), la bolletta risulta superiore del 30,4%. Anche per il gas la bolletta mensile per i mesi invernali 2023-2024 – in media 2.278 euro – risulta in riduzione del 33% rispetto all’inverno 2022-2023, ma ancora superiore del 44% rispetto alla bolletta dell’inverno 2020-2021.
Anche per la categoria dei bar si rileva una riduzione della bolletta elettrica rispetto a marzo (-6%) ma ancora superiore del 41,5% rispetto ad aprile 2021. Il costo della bolletta del gas previsto per l’inverno 2023-2024 risulta sostanzialmente in linea con il costo dell’inverno 2020-2021.
Stessa cosa per i ristoranti: -6% per l’energia elettrica ad aprile ma +40,7% rispetto allo stesso mese del 2021; per il gas l’importo mensile delle bollette del gas, per l’inverno 2023-2024, è in netta riduzione rispetto all’inverno 2022-2023 (-36,4%) ma ancora del 13% superiore rispetto all’inverno 2020-2021.
Per i negozi di generi non alimentari, ad aprile 2023, si registra invece un aumento del prezzo della bolletta del 16% rispetto a marzo a causa, soprattutto, della reintroduzione degli oneri generali di sistema, pari a circa 76,2 euro. Rispetto alla bolletta di aprile 2021, l’incremento è del 28,6%. Il costo della bolletta del gas previsto per l’inverno 2023-2024 risulta sostanzialmente in linea con il costo dell’inverno 2020-2021.
La bolletta elettrica pagata dai negozi di generi alimentari per il mese di aprile 2023 è in calo del 5% rispetto a marzo 2023 ma in aumento del 32,5% rispetto ad aprile 2021. Per quanto riguarda le forniture di gas, anche in questo caso il costo della bolletta previsto per l’inverno 2023-2024 risulta sostanzialmente in linea con il costo dell’inverno 2020-2021.
Per le grandi superfici di vendita la bolletta elettrica di aprile è in riduzione del 6% rispetto a marzo, ma segna un +30,4% rispetto ad aprile 2021. Mentre per il gas l’importo medio mensile della bolletta, per l’inverno 2023-2024, è in netta riduzione rispetto all’inverno 2022-2023 (-37%), ma ancora del 5% superiore rispetto al 2020-2021. Per tutte queste tipologie di imprese gli oneri di sistema elettrici costituiscono una componente significativa incidendo fino al 16%-17% sulla bolletta finale.

Bollette luce e gas: 4 milioni di italiani vittime di truffa

Nell’ultimo anno 4 milioni di italiani sono caduti vittime di una truffa o di un tentativo di truffa nell’ambito delle bollette luce e gas, ben il 28% in più rispetto all’anno precedente, con un danno stimato di oltre 1,2 miliardi di euro. Numeri impressionanti, emersi dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, che ha acceso i riflettori su un fenomeno in costante aumento e che ha spinto Facile.it e l’associazione Consumerismo No Profit a unire forze e competenze per dare vita al progetto Stop alle Truffe. L’iniziativa nasce proprio per offrire ai consumatori italiani un sito (www.stopalletruffe.it) dove trovare strumenti concreti per riconoscere i rischi ed evitare di cadere in trappola quando si è alle prese con il cambio di un fornitore luce e gas.

L’indagine ha messo in evidenza come, all’interno delle principali voci di spesa familiare, le bollette luce e gas siano l’ambito più colpito dai malfattori che, per raggiungere le loro vittime, usano spesso il telefono o il porta a porta. Il finto call center è lo strumento più utilizzato per questo genere di frodi, con una percentuale che in un anno è passata dal 44% al 53%, mentre in un caso su cinque il truffatore ha bussato direttamente alla porta di casa della vittima (21%). Non mancano le frodi via web tanto è vero che, sempre secondo l’indagine, il 34% delle vittime è stato raggirato tramite una falsa e-mail, mentre il 14% attraverso un finto sito web, percentuale quasi raddoppiata rispetto allo scorso anno (+90%). Cala, di contro, l’utilizzo da parte dei malfattori delle app di messaggistica istantanea e dei social network, che comunque rappresentano gli strumenti attraverso i quali sono stati truffati, rispettivamente, il 5% e il 4% dei rispondenti.

La buona notizia è che spesso basta davvero poco per non cadere in trappola. Le modalità con cui i truffatori cercano di raggirare le vittime sono sempre le stesse; pertanto, una volta individuati gli schemi ricorrenti, diventa semplice far scattare un campanello d’allarme prima che sia troppo tardi“, spiega Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No Profit.

Dati interessanti sono emersi analizzando il profilo di chi è stato truffato o, comunque, ha subito un tentativo di frode: i rispondenti con età compresa tra i 35 e i 44 anni si confermano essere la categoria prediletta dai malfattori, con una percentuale di vittime pari al 13,3% (a fronte di una media nazionale pari al 9,4%). Guardando al livello di istruzione di chi ha partecipato all’indagine, emerge che i più truffati sono, come nella precedente rilevazione, i rispondenti con un titolo di studio universitario, con una percentuale di vittime pari al 13%, valore in aumento del 31%. Suddividendo il campione su base territoriale, invece, emerge che se nella precedente rilevazione l’area più colpita dai truffatori era il Nord Est, quest’anno il triste primato spetta al Nord Ovest, con una percentuale pari all’11,6%.

Come si comportano le vittime dopo una truffa? Quasi 6 su 10 hanno dichiarato di non aver denunciato l’accaduto (58%), percentuale pari ad oltre 2,3 milioni di individui; un dato che fa riflettere e che diventa ancor più preoccupante se si considera che il numero di persone che hanno adottato questo atteggiamento è aumentato (+37%) rispetto alla rilevazione precedente.
Sempre più vittime non denunciano la frode per ragioni psicologiche: il 19% perché “si sentiva ingenuo per esserci cascato” (in aumento del 27% rispetto alla precedente rilevazione), mentre il 10% perché “non voleva che i familiari lo scoprissero” (dato in crescita di oltre il 200%).