Parolin, il Segretario di Stato che porta l’ecologia sul tavolo della diplomazia vaticana

Pietro Parolin (Italia), 70 anni – Segretario di Stato della Santa Sede dal 15 ottobre 2013, interpreta la visione di papa Francesco e porta l’ecologia integrale al centro dell’agenda diplomatica vaticana, unendo realismo politico e volontà di costruire ponti tra paesi, fedi e popoli.

Nato il 17 gennaio 1955 a Schiavon, in provincia di Vicenza, Parolin è stato ordinato sacerdote il 27 aprile 1980 e ha alle spalle decenni di diplomazia vaticana, con incarichi in Nigeria, Messico e nella Terza Loggia. Dal 2009 al 2013 è stato nunzio apostolico in Venezuela, poi creato cardinale da Papa Francesco il 22 febbraio 2014.

In occasione delle conferenze Onu sul clima, Parolin trasmette con forza l’urgenza di un cambiamento sistemico a tutela della Casa comune. Intervenendo al Climate Summit 2014 dell’Onu, evidenzia la necessità di una trasformazione nei modelli di sviluppo e negli stili di vita: “Si tratta, adesso, di consolidare una profonda e lungimirante reimpostazione dei modelli di sviluppo e degli stili di vita, per correggerne le numerose disfunzioni e distorsioni”. Sottolinea l’importanza di affrontare le sfide ambientali con un approccio etico e solidale: “Abbiamo bisogno di una risposta collettiva, responsabile e senza precedenti, volta a lavorare insieme per costruire la nostra casa comune”, sostiene in un videomessaggio in apertura del Climate Adaptation Summit 2021.

Durante le conferenze ambientali internazionali, il porporato prende spesso la parola, chiedendo giustizia climatica, transizione energetica equa e tutela dei popoli indigeni e dei giovani come protagonisti del cambiamento. “Non possiamo lasciare che i Paesi più vulnerabili paghino il prezzo più alto dell’inazione dei più ricchi“, denuncia durante la Cop26 di Glasgow, in Scozia, nel 2021. La diplomazia vaticana lavora anche dietro le quinte, favorendo il dialogo tra Stati e incoraggiando impegni più ambiziosi. Anche in questo caso, Parolin ha spesso incontrato leader politici e religiosi per favorire una convergenza sul clima: “Il cambiamento climatico è un’urgenza planetaria che deve unire, non dividere. Serve un’azione congiunta, solidale e responsabile“, afferma intervenendo alla Cop28 di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, nel 2023.

Il segretario di Stato promuove anche la collaborazione interreligiosa sul clima, come dimostra l’incontro del 2021 tra leader religiosi e scienziati in Vaticano, in vista della COP26. L’obiettivo era unire etica e scienza per promuovere azioni concrete. “Tutte le religioni possono contribuire a formare le coscienze in vista di una responsabilità comune verso la Terra”, si legge nella dichiarazione congiunta. Grande importanza viene attribuita all’educazione ambientale, soprattutto tra i giovani: “Solo tramite il riconoscimento del dono che ci è stato fatto ci verrà spontaneo prendercene cura e quindi passare dalla cultura dello scarto a una cultura della cura”, dice il cardinale durante la rassegna Cinema per il Creato il 23 marzo 2024.

Parolin promuove anche un’economia che valorizzi la dignità umana e il lavoro, opponendosi alla cultura dello scarto: “L’ecologia integrale esige una concezione economica più ‘umana’, basata sui precetti di ‘custodire e coltivare’, nella quale il sistema economico possa migliorare – non distruggere – il nostro mondo”, ricorda.

Hollerich progressista europeo: “La crisi climatica uccide quanto una guerra”

Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo), 66 anni – Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece) e relatore generale del Sinodo sulla sinodalità, il cardinale gesuita è uno dei principali promotori della “conversione ecologica” nella Chiesa cattolica.

Durante il Sinodo per l’Amazzonia del 2019, lancia l’allarme sulla crisi ambientale: “Se il nostro pianeta viene distrutto, possiamo gridare quanto vogliamo su preti sposati o donne prete, ma non ci sarà più bisogno di preti. È il problema più importante e urgente”, denuncia, mentre sul tavolo dei vescovi tiene banco il tema dei viri probati. Hollerich evidenzia la necessità di un cambiamento personale tra i leader ecclesiastici: “Noi vescovi dobbiamo cambiare il nostro stile di vita. Se non riesco a cambiare il mio stile di vita – domanda -, come posso chiedere ai giovani di farlo?”.

Nato il 9 agosto 1958 a Differdange, in Lussemburgo, Hollerich vive per oltre 20 anni in Giappone, dove diventa professore e vice-rettore all’Università Sophia di Tokyo. Dal 2011 è arcivescovo di Lussemburgo e nel 2019 viene creato cardinale da Papa Francesco.

Nel 2018, come presidente della Comece, in vista della Cop28 Hollerich firma un appello congiunto dei presidenti delle Conferenze Episcopali continentali, esortando i leader politici a implementare con urgenza l’Accordo di Parigi: “Promuovendo i messaggi dell’enciclica Laudato Si’, i leader della Chiesa di tutto il mondo chiedono azioni ambiziose e immediate per affrontare e superare gli effetti devastanti della crisi climatica”, scandisce. L’appello include richieste specifiche, come mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C, un cambio di stili di vita perché diventino più sostenibili, il rispetto delle comunità indigene, la fine dell’era dei combustibili fossili e il passaggio alle energie rinnovabili, una riforma del settore agricolo per garantire cibo sano e accessibile. “Ci sono ideali oggi condivisi da gran parte della popolazione, come l’ecologia. È semplicemente una necessità per salvare l’umanità”, sostiene in un’intervista del 2024. E avverte che il cambiamento climatico, se non affrontato, “ucciderà tante persone quanto una guerra”.

Hollerich è considerato un ‘progressista’, un fervente sostenitore del processo sinodale. Ha più volte espresso la necessità di una Chiesa più accogliente verso tutti, inclusi i giovani e le persone Lgbtqi+.

Turkson ecologista integrale: Grido della Terra è grido dei poveri

Peter Turkson (Ghana), 76 anni – Cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze e della Pontificia accademia delle Scienze sociali, il cardinale ghanese originario di Wassaw Nsuta è stato prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. E’ una delle voci più autorevoli del mondo cattolico nell’ambito della giustizia ambientale, con una visione che intreccia rispetto del creato, diritti umani e sviluppo economico sostenibile. Ha elogiato più volte gli attivisti climatici e definito Greta Thunberg “una grande testimone dell’insegnamento della Chiesa sull’ambiente”.

Figlio di madre metodista e padre cattolico, Turkson è entrato in seminario in Ghana, ha proseguito la formazione sacerdotale negli Stati Uniti, al St. Anthony-on-Hudson Seminary, e a Roma nel Pontificio Istituto Biblico. Viene ordinato sacerdote nel 1975. Dopo anni di servizio pastorale, nel 1992 Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Cape Coast e lo crea cardinale nel 2003. Dal 2009 al 2017 guida il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Dal 2017 al 2021 è il primo Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, organismo che si occupa di diritti umani, giustizia sociale, ambiente e salute. Il cardinale Turkson è considerato uno dei principali promotori della Laudato si’, l’enciclica ecologica scritta da Papa Francesco nel 2015. Ha lavorato alla sua redazione, proponendo una visione integrale dell’ecologia che collega la crisi ambientale con la povertà e l’ingiustizia sociale. “La crisi ecologica è l’altra faccia della crisi sociale: un grido della terra e un grido dei poveri”, dichiara nel 2015 intervistato da Vatican News.

L’ex prefetto ha sempre sostenuto che la protezione dell’ambiente non può essere separata dalla tutela della dignità umana: “Non possiamo parlare di cambiamento climatico senza parlare di giustizia. I più poveri pagano il prezzo più alto”, spiega sempre nel 2015 in un dialogo a Parigi. Ripetutamente il cardinale ghanese ha richiamato la responsabilità collettiva di fronte al degrado ambientale. Alla Conferenza ‘Our Ocean’, nel 2017, ricorda che “la Terra ci precede e ci è stata data. Non è un bene di consumo da sfruttare, ma un dono da custodire”.

La sua visione di ecologica integrale promuove un approccio che unisce cura della natura, economia sostenibile e solidarietà tra i popoli. “Un’ecologia autentica non si limita a proteggere la natura: è un appello alla conversione dei cuori, dei comportamenti, dei sistemi economici”, ricorda nel 2019 in un’intervista al quotidiano La Croix. Turkson invita a non considerare l’ambiente come a “un tema per pochi specialisti”, ma come una questione urgente che coinvolge ogni essere umano. E si dice convinto che i giovani abbiano un ruolo cruciale nella “conversione ecologica globale”. “La terra ha bisogno delle vostre mani, delle vostre menti e dei vostri cuori. Non aspettate che siano gli altri a cambiare il mondo”, dice aprendo l’edizione virtuale di Economy of Francesco, con duemila giovani economisti e imprenditori under 35 convocati da Papa Francesco ad Assisi.

Czerny il prefetto gesuita che difende i rifugiati climatici

Michael Czerny (Repubblica Ceca), 78 anni – Prefetto del dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, Czerny sottolinea l’urgenza di azioni locali e politiche pubbliche efficaci per affrontare la crisi climatica, evidenziando le conseguenze dello sfruttamento della Terra.

Il cardinale incarna una visione profonda e concreta dell’ecologia integrale, per la quale il rispetto per l’ambiente è inscindibile dal rispetto per ogni persona, specialmente per i più vulnerabili.

Nato nel 1946 in Cecoslovacchia da una famiglia cattolica, Michael Czerny emigra in Canada con la madre e il fratello nel 1948, fuggendo dalle persecuzioni comuniste. Entra nella Compagnia di Gesù a 20 anni. Studia filosofia e teologia in Canada e negli Stati Uniti, fondando il Jesuit Centre for Social Faith and Justice a Toronto, impegnato su questioni sociali come la giustizia ambientale e i diritti umani. A Milano lavora a stretto contatto con il Cardinale Carlo Maria Martini e nel 2010 Papa Benedetto XVI lo chiama a Roma come sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Dal 2016, è uno dei sottosegretari della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, diretto personalmente da Papa Francesco. E’ Bergoglio a crearlo cardinale, il 5 ottobre 2019.

Czerny vede nella cura del Creato una dimensione essenziale della fede cristiana, strettamente collegata ai temi della giustizia sociale e della dignità dei migranti e dei poveri. “La crisi climatica è una crisi umanitaria. È la terra stessa che geme, ed è l’umanità più vulnerabile che soffre”, denuncia durante una conferenza a Roma nel 2019.

Il prefetto è tra i promotori dell’applicazione concreta della Laudato si’, l’enciclica di Papa Francesco, soprattutto nell’ambito della migrazione climatica. “Quando parliamo di rifugiati climatici, non stiamo parlando del futuro: stiamo parlando di una realtà già presente”, osserva un’intervista ad America Magazine nel 2020. Czerny richiama spesso alla necessità di una conversione ecologica personale e comunitaria, invitando tutti a un cambiamento concreto di stile di vita. “Non basta aggiustare il sistema. Dobbiamo cambiare mentalità, abbandonare l’idea che la natura sia una merce”, esorta durante una tavola rotonda nel 2021.

Czerny integra l’ecologia nella visione della giustizia integrale. Nella presentazione del Documento sul Sinodo per l’Amazzonia, nel 2019, ricorda che l’Amazzonia non è solo una regione geografica: “è un banco di prova per la sopravvivenza del nostro pianeta”. Durante il Sinodo insiste sull’ingiustizia subita per la devastazione dell’ambiente dai popoli indigeni, “i primi custodi del creato”. Il cardinale ceco è molto impegnato nella promozione del Piano d’Azione Laudato si’, che invita parrocchie, scuole, aziende e famiglie a cambiare radicalmente i propri modelli di consumo e produzione. “Non si tratta solo di salvare la natura. Si tratta di salvare la nostra umanità”, scandisce nel 2022 durante una conferenza.