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Emergenza incendi e maltempo, Meloni: “Ora grande Piano di prevenzione idrogeologica”

La conta dei danni è ancora in corso, ma il governo prova ad anticipare i tempi. Nel Cdm arriva solo l’informativa di Nello Musumeci (domani alle 16 il ministro della Protezione civile riferirà anche alla Camera) su quanto sta succedendo al Nord con i violenti nubifragi e al sud con gli incendi, ma a stretto giro di posta sono attese a Roma le ricognizioni delle Regioni propedeutiche al varo dello stato di emergenza per i territori colpiti, che dovrebbe avvenire la prossima settimana. Al momento l’unica ad aver presentato la richiesta è la Lombardia, quantificando i danni in una prima stima di 41,4 milioni di euro, che “andrà confrontata con la Protezione civile”.

Prima di partire per gli Stati Uniti, dove sarà impegnata nella sua prima visita ufficiale alla Casa Bianca, Giorgia Meloni, attraverso i suoi canali social, assicura che l’esecutivo “ha messo in campo tutti i mezzi di cui dispone” ed è all’opera per istruire i provvedimenti e “deliberare le prime risorse”. La premier ammette che “gli incendi e i disastri meteorologici degli ultimi giorni stanno mettendo a dura prova l’Italia” e che “non possiamo che sperare che la riduzione della temperatura in Sicilia e l’attenuazione delle condizioni avverse al Nord rendano nelle prossime ore il lavoro dei soccorritori meno difficile”, ma “non dobbiamo e non possiamo limitarci a questi interventi di emergenza”. Non usa giri di parole: “Usare tutti i mezzi disponibili non significa – lo dico con chiarezza – che noi oggi abbiamo tutti i mezzi necessari“. Serve una soluzione più strutturale, ragion per cui “l’obiettivo di medio termine che il governo si dà è quello di superare la logica degli interventi frammentati, varando un grande Piano di prevenzione idrogeologica“. Il ragionamento parte dalla considerazione che “i continui disastri ai quali abbiamo assistito negli ultimi mesi, da Ischia passando per l’Emilia-Romagna, fino a quello che vediamo in questi giorni, dimostrano che le emergenze saranno sempre più presenti“. Dunque, “dobbiamo lavorare certamente alla transizione, ma anche fare quello che non si ha avuto il coraggio di fare a sufficienza nel passato, cioè lavorare per mettere in sicurezza il territorio”.

Nell’attesa, Meloni annuncia che nella prossima legge di Bilancio “intendiamo aumentare le spese per la manutenzione di veicoli aerei” per il soccorso contro gli incendi. Alcuni dei quali, in questi giorni, sarebbero di origine dolosa: “Polizia e magistratura sono al lavoro per scoprire gli autori. Musumeci corrobora le parole della premier, spiegando che “siamo assolutamente mobilitati e convinti che bisogna mettere al primo posto nell’agenda di governo la messa in sicurezza del territorio, che diventa una priorità“. E dà un colpo di frusta alle polemiche delle ultime ore: “Se qualcuno aveva qualche tentennamento adesso non può non prendere atto di una evidenza assoluta: i negazionisti non possono avere spazio“. Ma allo stesso tempo il ministro avverte che “con le risorse non abbiamo risolto il problema”, ma occorre mettere in sicurezza i territori “perché il tema non è stato considerato di prim’ordine” in passato.

Del resto, il messaggio è chiaro: “Non è un caso isolato quello che è accaduto in questi giorni. Avremo a che fare con questo clima, queste temperature, questi nubifragi. Dobbiamo abituarci a conviverci. O cambiamo noi o saremo costretti a contare i morti e a restare inerti spettatori“. In Consiglio dei ministri, poi, “la ministra Santanchè ha presentato una proposta per i turisti che si sono recati in Sicilia in un momento difficile” mettendo a disposizione “10 milioni di euro per il rimborso dei biglietti aerei ed eventuali prenotazioni alberghiere per quei turisti privi di ogni copertura”, annuncia Musumeci. Specificando che “la misura vale dal giorno in cui è andato in tilt l’aeroporto di Catania“.

Infine, dal Cdm arriva un altro provvedimento per combattere l’emergenza climatica di questo periodo, con il via libera al decreto del ministero del Lavoro sulla tutela dei lavoratori in caso di temperature troppo elevate. Tra i punti principali ci sono 8,6 milioni di euro per la Cassa integrazione ordinaria (Cigo) e 1,4 milioni per l’integrazione salariale prevista nei casi di intemperie stagionali (Cisoa) per i lavoratori agricoli come operai, impiegati e quadri, “dipendenti di aziende agricole rientranti nell’ambito di applicazione della norma”.

Nubifragio piega il nord Italia: 16enne muore schiacciata da albero. Decine di feriti, trasporti in tilt

Mentre il sud Italia brucia, il nord è letteralmente sommerso da acqua, detriti, alberi caduti. E da milioni di euro di danni. Oltre a decine di feriti e a una giovane vittima. Sono le “due facce della stessa medaglia, cioè del cambiamento climatico”, come ricorda il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci.

Se la giornata di lunedì aveva già lasciato il segno, soprattutto in Lombardia e in Veneto, è durante la notte che si è scatenato l’inferno. Venti a 100 km/h, pioggia e grandine hanno piegato anche Milano e tutta la zona nord della regione, con centinaia di alberi caduti, linee elettriche divelte, edifici pubblici e case scoperchiati. Da subito vigili del fuoco, protezione civile e agenti sono intervenuti a fronte delle centinaia di richieste di aiuto ricevute da parte dei cittadini.

A causa delle infiltrazioni di acqua e degli alberi divelti nei cortili, nel capoluogo lombardo è stato necessario chiudere 11 scuole dell’infanzia e 3 nidi che stavano ospitando centri estivi. Chiusi anche il Museo di Storia Naturale, il Planetario, il Castello Sforzesco, il Pac. Completamente compromessa la rete delle linee di superficie del trasporto pubblico locale e l’Area C è stata soppressa fino a mercoledì compreso. “Non possiamo più negarlo. Il cambiamento climatico – ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala – sta modificando la nostra vita. Non possiamo far finta di niente e non possiamo non fare nulla. Anche la città deve fare la sua parte e la farà”.

Una ragazza di 16 anni è morta nella notte a Corteno Golgi, in Val Camonica, dopo che un albero è caduto sulla tenda. La giovane faceva parte di un gruppo scout che aveva allestito il campo in località Palù non distante dal rifugio degli alpini. Il forte vento e le piogge intense hanno provocato la caduta di un albero che ha colpito una delle tende in cui stavano dormendo i giovani. Oltre alla vittima, altre tre ragazze sono rimaste ferite. Si tratta di una 15enne, di una 13enne e di una 12enne, tutte con traumi minori, portate in codice verde all’ospedale di Sondrio. Illesi gli altri 70 giovani scout, che sono stati evacuati e portati nella palestra di Corteno Golgi.

Il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha già formalizzato al Consiglio dei ministri la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza. I danni nella regione ammontano, secondo una prima stima, a oltre 100 milioni di euro.

Anche in Veneto sono state centinaia le richieste di aiuto ai vigili del fuoco, a causa della tempesta di grandine che ha distrutto tetti, automobili, impianti industriali e artigianali. In campagna ha azzerato coltivazioni, vigneti, frutteti e serre. In particolare, sono state colpite le province di Treviso, Verona, Belluno, Vicenza e Padova. Alcune piante cadute lungo la linea ferroviaria Milano-Venezia, in località San Giorgio in Salice, hanno interrotto temporaneamente la circolazione dei treni. Sospesa anche quella tra Brescia e Padova. Diversi feriti nel veronese, tra cui un 16enne colpito da un ramo a Zimella e almeno una trentina le persone che sono state soccorse e portate in ospedale, di cui 8 nella zona del Trevigiano. Circa 8mila persone sono rimaste senza corrente elettrica. “Non si dica che si tratta di fenomeni estivi, da mettere in conto: ho numerose testimonianze di pezzi di ghiaccio grandi come mele, pesanti oltre 150g, con una potenza distruttiva estrema”, ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Situazione drammatica anche in Friuli Venezia Giulia, dove il governatore Massimiliano Fedriga ha firmato lo stato di emergenza, stanziando subito 50 milioni di euro per affrontare l’emergenza. Nella regione i danni superano già i 200 milioni di euro. Circa 12mila le utenze rimaste senza corrente, poi gradualmente i tecnici hanno ripristinato la situazione.

In Trentino sono state oltre 300 gli interventi dei vigili del fuoco in 18 ore. Sul territorio sono stati rilevati 3.142 fulmini. A Trento Laste il dato più rilevante per quanto riguarda le raffiche di vento, pari a 95 chilometri orari. Decine le frane e gli smottamenti soprattutto nell’area meridionale e l’alto Sarca.

L’Italia spaccata in due tra maltempo e incendi. Meloni: “Oggi la giornata più impegnativa”

Nubifragi al Nord, soprattutto fra Lombardia e Veneto, con danni ingenti, vittime e feriti. Temperature elevate, vento e incendi difficili da domare al Sud, in particolare in Sicilia dove a Palermo la situazione resta critica. Maltempo e roghi non danno tregua allo Stivale. “Sono stata finora al telefono con il ministro Musumeci, sapevamo che questa sarebbe stata la giornata più impegnativa. E’ previsto un cambio da stasera nella situazione del maltempo, ma produce una giornata estremamente impegnativa a Nord e a Sud”, sono le prime parole della mattinata della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che, in collegamento con Rtl 102.5, precisa come “abbiamo un combinato disposto di nubifragi al Nord, e la mia totale solidarietà va alla famiglia della ragazza morta nel Bresciano, colpita da un albero, con grandine e vento, e dall’altra una situazione al Sud dove si sommano temperature alte e vento, che rende impossibile l’utilizzo di canadair per la lotta agli incendi e rendono la situazione complessa”. Il Governo, spiega, era già “in allerta”: “La protezione civile è mobilitata, nessun vigile del fuoco è andato in vacanza, e questo va detto per ringraziare persone che sono a lavoro h24, con tutte le squadre allertate”. La situazione, al di là dell’emergenza, pone l’esecutivo davanti a una strategia di medio e lungo termine: la “priorità” è “la messa in sicurezza dei territori”.

NUBIFRAGIO IN LOMBARDIA: MORTA UNA SCOUT COLPITA DA UN ALBERO. Violento nubifragio nella notte a Milano che ha causato danni anche alla linea elettrica di Atm. Diversi punti della città e alcuni depositi Atm sono senza corrente, mentre gli alberi caduti e i detriti sulle strade bloccano i normali percorsi delle linee. Filobus e autobus hanno forti ritardi e deviazioni. Il servizio tram è fortemente ridotto perché è caduta la rete aerea in diverse zone. Tutte le metropolitane sono aperte e in normale servizio. I treni della M1 saltano la stazione di Inganni. Intanto Trenord comunica che il servizio ferroviario continua a subire modifiche, interruzioni e ritardi a causa del danni subiti dall’infrastruttura per la caduta di alberi.

Una ragazza di 16 anni è morta nella notte a Corteno Golgi, in Val Camonica, dopo che un albero è caduto sulla tenda. La giovane faceva parte di un gruppo scout sorpreso poco dopo le 4 da un violento temporale. Il gruppo aveva allestito il campo di tende in località Palù, non distante dal rifugio degli alpini. Il forte vento e le piogge intense hanno provocato la caduta di un albero che ha colpito una delle tende in cui stavano dormendo i giovani. Oltre alla vittima, altre tre ragazze sono rimaste ferite. Si tratta di una 15enne, di una 13enne e di una 12enne, tutte con traumi minori, portate in codice verde all’ospedale di Sondrio. Illesi gli altri 70 giovani scout, che sono stati evacuati e portati nella palestra di Corteno Golgi. Sul posto sono intervenuti l’elisoccorso, due ambulanze, i vigili del fuoco, il soccorso alpino e le forze dell’ordine.

Ai suoi familiari è stato espresso il cordoglio della giunta regionale, tramite le parole del presidente Attilio Fontana: “Nell’apprendere con grande tristezza della morte di una ragazza di soli 16 anni, colpita da un albero in un campo scout in Valcamonica, esprimo alla famiglia e ai suoi cari il cordoglio e la vicinanza di Regione Lombardia”. “Vigili del Fuoco e Protezione Civile continuano incessantemente a essere attivi su tutto il territorio per il gran numero di piante cadute, tetti scoperchiati e allagamenti. A loro il nostro più sentito ringraziamento”, aggiunge.

IN VENETO TEMPESTE E GRANDINE: FERITO UN 16ENNE. Nella notte fra lunedì e martedì in Veneto si sono scatenate una serie di tempeste. La grandine, con pezzi di ghiaccio grandi come mele, pesanti oltre i 150 grammi, ha distrutto tetti, automobili, impianti industriali e artigiani. In campagna ha azzerato coltivazioni, vigneti, frutteti e serre. E’ il presidente della Regione, Luca Zaia, a tracciare il bilancio: “Nel veronese abbiamo diversi feriti: un paziente in codice rosso (un ragazzo di 16 anni colpito da un ramo a Zimella), 7 in codice giallo, 27 in codice verde soccorsi dal SUEM, a cui vanno a sommarsi alcuni accesi autonomi presso i Pronto Soccorso”. Anche nel trevigiano si registrano alcuni feriti: a Treviso soccorsi con ambulanza 4 pazienti, tutti per ferita cranica lacero contusa da grandine; 2 pazienti soccorsi a Pieve di Soligo e 2 a Godega Sant’Urbano.

Le linee ferroviarie sono ora interrotte lungo la tratta fra Brescia e Padova: la mole di persone da trasportare è elevatissima, secondo le ferrovie non sarà possibile compensare con servizi bus per tutti i passeggeri. “Non si dica che si tratta di fenomeni estivi, da mettere in conto”, scrive Zaia, perché “siamo di fronte, per violenza e frequenza del maltempo, a qualcosa di fuori dal comune. Questa per la nostra terra è stata ancora una notte di passione”. “Lo Stato di Emergenza Regionale sarà aggiornato nelle prossime ore alla luce delle nuove perturbazioni. Servono ristori economici per i territori del Veneto colpiti: è quello che chiederemo allo Stato”, conclude.

VASTO INCENDIO A PALERMO: CHIUSO L’AEROPORTO. Un vasto incendio sta interessando dalla notte Palermo, alimentato dalle alte e temperature e dal vento. Chiuso l’aeroporto di Palermo per il rogo sviluppatosi sopra Cinisi e, a causa dello Scirocco, arrivato fino al perimetro dello scalo aereo. Chiusa anche l’autostrada A29 Alcamo-Trapani tra gli svincoli di Villagrazia di Carini e Cinisi, poi riaperta. Circolazione dei treni sospesa tra Palermo Notarbartolo e Punta Raisi. I treni Regionali possono registrare ritardi e subire limitazioni di percorso e cancellazioni. Le fiamme sono arrivate a minacciare l’ospedale Cervello, ma la situazione sembra ora essere sotto controllo. A Palermo 30 squadre di vigili del fuoco locali, supportati da rinforzi giunti dai comandi di Catania e Messina, sono al lavoro dalla notte. A Mondello, Sferracavallo, Barcarello, Capo Gallo, Monreale, San Martino delle Scale ci sono state evacuazioni preventive dalle case vicine ai fronti di fiamma, alcune di queste sono state coinvolte parzialmente dal fuoco.

Nella notte squadre schierate a protezione di alcune strutture nell’aeroporto di Punta Raisi. “La situazione in tutta la Sicilia è ancora difficilissima anche per le condizioni meteo che stanno complicando ulteriormente il lavoro di chi deve contrastare le fiamme. Sono stato per tutta la notte in costante contatto con il Corpo forestale, con la Protezione civile, con i Vigili del fuoco e la Prefettura per avere aggiornamenti in tempo reale. Dal capo dipartimento nazionale dei Vigili del fuoco, il prefetto Laura Lega, ho ottenuto l’impegno a far giungere in Sicilia ulteriori squadre provenienti da altre regioni in quanto quelle in servizio in Sicilia sono già tutte impegnate nei vari fronti di fuoco che interessano tutto il territorio“, spiega il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, che sta seguendo da vicino l’evolversi dell’emergenza incendi che sta interessando tutta l’Isola e che ha espresso il suo cordoglio per la donna morta perché i soccorsi non sono riusciti a raggiungerla a causa degli incendi che bloccavano l’accesso alla sua casa nella zona di San Martino delle Scale.

Nubifragio in Lombardia, donna muore schiacciata da un albero. Dirottato volo da Milano a Roma

(Photocredit: Comune di Canegrate)

E’ di una vittima e diversi il feriti il bilancio della violenta ondata di maltempo che si è abbattuta nel primo pomeriggio in Lombardia. Milano, Varese e Monza-Brianza sono state le province più colpite. Una donna di 58 anni è morta dopo essere rimasta schiacciata da un albero, caduto a causa del forte vento. E’ accaduto a Lissone, in provincia di Monza Brianza, intorno alle 15.40. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri, un’ambulanza e un’automedica, ma la donna è deceduta sul posto.

Centinaia le richieste di aiuto ai vigili del fuoco, anche per liberare diversi automobilisti intrappolati nelle loro auto in sottopassi allagati o travolti da alberi caduti.

Il maltempo che si è abbattuto soprattutto nella zona di Milano, Monza e del Varesotto, ha causato disagi anche alla circolazione aerea: il Volo Delta Air Lines DL185, partito da Milano Malpensa e diretto all’ aeroporto internazionale John F Kennedy (JFK) di New York è stato infatti dirottato su Roma Fiumicino dopo essersi imbattuto nel nubifragio dopo il decollo. Come ha comunicato la Delta Airlines l’aereo, “un Boeing 767-300ER ha dichiarato un’emergenza generale”. Il velivolo “ha subito alcuni danni durante il maltempo che sono in fase di revisione da parte del nostro team di manutenzione locale”. Nel frattempo, “il Volo è atterrato in sicurezza” a Roma “e i passeggeri sono sbarcati normalmente”.

Nella zona industriale di Arconate, tetti scoperchiati, aziende danneggiate, auto distrutte. Lo storico gelso all’ingresso del paese è stato abbattuto dalla violentissima bomba d’acqua. Segnalati anche molti alberi divelti o pericolanti e pali telefonici e dell’energia elettrica caduti a terra. Una parte di via Gallarate è stata chiusa a causa del tetto pericolante di una palazzina che affaccia sulla strada. Alcune zone del paese sono ancora senza corrente. I tecnici Enel stanno lavorando per ripristinare la fornitura di energia.

Il comune di Canegrate è stato colpito, intorno alle 13.40, da una tromba d’aria accompagnata da grandine. Ingenti, spiega l’amministrazione, i danni agli edifici pubblici e privati. “Invitiamo i cittadini – dice il Comune – a non uscire di casa se non per serissimi motivi, in quanto la circolazione è estremamente difficoltosa e sono possibili altri eventi simili nelle prossime ore”. Alberi caduti e tetti scoperchiati anche a Busto Garofalo e a Legnano, dove diverse strade si sono trasformate in torrenti e diversi esercizi commerciali sono stati invasi dall’acqua.

Numerosi alberi caduti sulla rete ferroviaria hanno costretto Trenord a chiudere le stazioni di Monza e Gallarate. Ritardi e variazioni per i treni delle linee S7, S8, S11, Regionali per Sondrio e Bergamo e sulla rete Ferrovienord S1, S2, S3, S4, Regionali per Como Nord. A Milano città è rimasta chiusa per un paio d’ore la tratta della Metro 2 di Milano tra Vimodrone e e Cernusco e alcune strade sono state chiuse, anche a causa di alberi caduti che hanno danneggiato tratti della rete elettrica di alimentazione dei mezzi di Atm. Come riferisce l’Azienda trasporti milanesi, alcune linee dei mezzi di superficie sono state deviate. Inoltre, i tram 1, 12 e 31 sono stati sostituiti in diversi tratti da autobus.

Nelle prossime 24 ore, intanto, resta l’allerta arancione in in buona parte della Lombardia, ma anche in Veneto. La protezione civile, inoltre, ha emesso allerta gialla sull’intero territorio di Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Toscana, Marche, su parte dell’Emilia-Romagna e sui restanti settori della Lombardia.

 

Alluvione, il commissario Figliuolo assicura: “Se serve chiederemo altre risorse per la ricostruzione, ma non sarà come l’Irpinia”

La ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione lo scorso maggio deve essere fatta “in maniera veloce, non affrettata”, ma “bene”, cioé bisogna “essere sicuri di dare a chi effettivamente ha avuto il danno”, non come accaduto “in Irpinia” dopo il terremoto, perché “abbiamo il dovere morale e cogente” di assegnare le risorse in modo strutturale e sicuro. In commissione Ambiente della Camera, il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario alla ricostruzione, invita a “controlli veloci e informatizzati” per evitare il ripetersi di una situazione “che qui sicuramente non capiterà”, ma che a distanza di 40 anni rappresenta ancora un esempio di mala gestione. “Sento tutta la responsabilità di questo compito – esordisce in audizione – soprattutto per la valenza che spero possa avere per la popolazione delle regioni colpite che hanno tanto sofferto”. Fare bene e fare presto, insomma, riuscendo a ridurre le “lungaggini burocratiche” per avere “un’attenzione particolare a una gestione ordinaria e corretta delle risorse”.

PRESIDENTI DI REGIONE PRESTO SUB COMMISSARI. A breve, assicura Figliuolo, “individuerò nei presidenti di regione i subcommissari con i quali lavoreremo conducendo i necessari approfondimenti”, perché “il lavoro dovrà essere svolto in sinergia con il territorio”. Ecco perché, precisa, sono state avviate collaborazioni importanti con “il mondo accademico e universitario”, affinché venga delimitato “il perimetro dell’emergenza” e si lavori “con un orizzonte temporale più ampio” per attuare progetti strutturati “orientati a garantire una ricostruzione duratura che, nel rispetto dell’ambiente, assicuri la sicurezza dei cittadini e riduca, per quanto possibile, l’eventualità che ciò si ripresenti”. Gli obiettivi, ribadisce Figliuolo in Commissione, “non si possono perseguire senza un lavoro di squadra“.

ARCHITETTURA ECOSOSTENIBILE. Massima priorità, quindi, “all’incolumità pubblica e alla messa in sicurezza del territorio”, ponendo attenzione alla salvaguardia delle “peculiarità architettoniche, storiche e paesaggistiche di ogni località, ricercando nel complesso un’architettura ecosostenibile a tutela del preziosissimo patrimonio ambientale di ogni regione”.

POSSIBILE INTEGRAZIONE DI RISORSE. Sul fronte delle risorse necessarie alla ricostruzione dei territori, “ci siamo già attivati per l’apertura della contabilità speciale a me intestata”, spiega il generale Figliuolo. Per il 2023, ricorda, “sono stati stanziati 1 miliardo e 28 milioni di euro, mentre per il 2024 e il 2025 sono stati previsti, rispettivamente, 750 milioni e 841 milioni di euro”. Risorse che – assicura – una volta definito il quadro dei bisogni chiederemo di integrare con misure ad hoc coerenti, in termini temporali, con le reali capacità di spesa“. I primi a beneficiare dei fondi, “non appena avrò accesso alle risorse”, saranno i piccoli Comuni che sono quelli “più esposti finanziariamente”.

150MILA TONNELLATE DI RIFIUTI DA SMALTIRE. E se “il primo focus” è quello del dissesto idrogeologico, un problema non da poco è quello dei rifiuti. Sono 150mila, ricorda il generale, quelli da smaltire “entro metà settembre”. “Supporterò appieno la regione – assicura – nella soluzione delle tematiche più spinose connesse al trattamento delle macerie e dei fanghi affinché la loro gestione non aggravi la tenuta generale del sistema”.

EVENTO STRAORDINARIO. Quanto accaduto nelle regioni colpite dall’alluvione è stato un evento “straordinario” perché, sintetizza il generale, sono caduti “4 miliardi di metri cubi d’acqua, cioè una portata eccezionale” se si considera che “l’Emilia Romagna consuma in un anno 1,4 miliardi di metri cubi d’acqua per uso civile, industriale” e per l’agricoltura. Oltre alle 17 vittime e ai 23mila sfollati, ricorda, “le stime dei danni contano decine di migliaia di edifici allagati dall’acqua e dal fango, migliaia di imprese agricole colpite, 782 strade parzialmente o totalmente interrotte e 1105 frane principali in 83 comuni”. Gli eventi alluvionali, “hanno interessato anche le Marche e la Toscana con numerose strade e infrastrutture interrotte o inagibili, frane, smottamenti, esondazioni, allagamenti, danni a case e ad attività produttive e commerciali”.

Alluvione

Primo giorno di Figliuolo in E.Romagna: “Qui per ascoltare, risorse arriveranno”

Il generale Francesco Paolo Figliuolo prende i primi contatti con il territorio per il nuovo compito di commissario alla ricostruzione post-alluvioni. Anche se formalmente la nomina non c’è ancora, in attesa del decreto che sarà portato molto probabilmente in Consiglio dei ministri questa settimana, , il generale di corpo d’armata, esperto di logistica, ha sorvolato i territori dell’Emilia-Romagna colpiti dalla furia di vento e pioggia lo scorso mese di maggio. Accanto a lui il governatore, Stefano Bonaccini, che in mattinata, prima di accogliere Figliuolo, lancia un messaggio diretto a Roma: “Non è stato ancora nominato e questo la dice lunga dei ritardi imbarazzanti del governo. E’ trascorso oltre un mese e mezzo dalla seconda drammatica alluvione, quando ci fu il terremoto dopo una settimana c’era già il commissario”. Parole che non sono passate inosservate nel dibattito politico nazionale, tant’è vero che la reazione di FdI non tarda, tra chi sostiene che l’atteggiamento di Bonaccini “oscilla tra l’imbarazzante e l’isterico” e chi, invece, gli consiglia di fare “mea culpa sul passato”.

Lo scontro, però, non interessa al commissario in pectore. “L’impegno è massimo, in questo momento bisogna ascoltare le esigenze per fare, nella maniera più condivisa possibile, gli interventi di primo tempo e allo stesso tempo pensare alla messa in sicurezza”, dice infatti Figliuolo. Che ha sorvolato le aree colpite dall’alluvione prima di incontrare, nella sede della Regione, a Bologna, il sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, e i presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, di Ravenna, Michele de Pascale, di Rimini, Jamil Sadegholvaad, di Modena, Fabio Braglia, di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, di Ferrara, Gianni Michele Padovani, e il sindaco di Forlì, Gianluca Zattini. A seguire, il generale ha avuto un primo confronto anche con le parti sociali, sindacati e imprese, e le componenti della società regionale, tutti soggetti riuniti nel Patto per il lavoro e per il clima.

“Gli emiliano-romagnoli hanno già fatto tanto, ma vedere il territorio così mi provoca forti sentimenti emotivi. Il pensiero va agli sfollati e per chi sta ancora soffrendo per questa tragedia”, spiega Figliuolo in un punto stampa. Assicurando che “l’impegno è massimo, ma in questo momento bisogna ascoltare le esigenze per fare, nella maniera più condivisa possibile, gli interventi di primo tempo e allo stesso tempo pensare alla messa in sicurezza”.

Su questo punto c’è la sintonia con Bonaccini, che ricorda: “Ci conosciamo bene, abbiamo lavorato fianco a fianco e condiviso la stagione dell’era pandemica. Questo aiuta anche nel lavoro che dovremo fare. Ho detto al generale che vale un principio: stare vicino a famiglie, imprese, territori dell’Emilia Romagna ferita”. Il governatore, che sarà nella squadra dei subcommissari assieme ai presidenti delle altre Regioni colpite dal maltempo, Eugenio Giani (Toscana) e Francesco Acquaroli (Marche), spiega che il contatto sarà costante, anche se attende la nomina ufficiale. “Oggi ho fatto solo un sopralluogo, a breve arriverà anche il portafogli”, sottolinea il generale rispondendo alle domande dei cronisti. Per poi aggiungere che “i piani vanno fatti, ma è chiaro che ad ogni piano vanno associate le risorse, non solo economiche”. Sulla visita in Emilia-Romagna c’è comunque il via libera di Palazzo Chigi. “C’è la massima attenzione da parte del presidente del Consiglio e di tutta la compagine governativa. Il fatto che io sia venuto subito qui vuol dire che la presidente Meloni era molto d’accordo. C’è sintonia assoluta“, mette in chiaro.

Per quanto riguarda la ricognizione dei danni, Bonaccini ha consegnato lo stesso piano portato a Roma poche settimane fa, con la stima di quasi 9 miliardi. “E’ cogente fare interventi su famiglie e imprese, sui distretti produttivi. Questa è la food valley italiana”, dice ancora Figliuolo, che sta costruendo la struttura, ma “tutto sarà condiviso in armonia con i subcommissari”. Quello che preme di più al commissario in pectore è ricostruire “in maniera ottimale, mettendo a terra le risorse e traendo beneficio di fare opere che durano nel tempo”, perché così “c’è un ritorno anche economico”. Le parole d’ordine saranno “ricostruire bene, nel massimo della trasparenza e guardando al trend dei cambiamenti climatici”. Avvalendosi anche di esperti. Ha già parlato, infatti, con il Magnifico rettore dell’Università di Bologna, che ha messo in piedi gruppi di lavoro di esperti: “Presidenti e commissari possono avere tutta l’esperienza che vogliono, ma siamo difronte a fenomeni talmente complessi che servirà l’ausilio degli specialisti. E quelli sul territorio – conclude Figliuolo -, credo siano quelli che meglio li comprendono e li hanno a cuore”.

Allerta meteo sull’Italia: piogge, temporali e anche grandine al Centro-Nord

Alla fine di aprile 2023 la siccità era estrema e drammatica in Italia, specie al Nord-Ovest. Durante il mese di maggio e, per ben 10 giornate anche nel mese di giugno, sono arrivate piogge ristoratrici. Che hanno mitigato l’arsura della terra, alleviando la pesante siccità. Adesso, però, è allerta meteo.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti che una perturbazione atlantica, arrivata sull’Italia nelle ultime ore, sta portando piogge anche intense. Il maltempo è atteso per tutta la giornata di oggi al Centro-Nord, mentre al Sud si vivrà un’altra giornata estiva, calda e serena, con picchi di 37-38°C in Sicilia.

Un’Italia divisa in 2 con le piogge e i temporali che investiranno il settentrione e le regioni centrali, tra Toscana, Umbria, Marche ed Abruzzo: fino alla tarda mattinata i fenomeni principali sono previsti su Alpi, Prealpi, Piemonte, Liguria e Toscana e localmente potranno essere intensi. Dal pomeriggio il fronte atlantico si sposterà lentamente verso Est provocando piogge e rovesci sulle stesse zone e in più anche su Triveneto, Emilia Romagna e localmente Lazio. Un venerdì 30 giugno da dimenticare al Centro-Nord, mentre al Sud ci sarà bisogno di creme ed occhiali da sole.
Il mese di luglio inizierà dunque con questa ferita atlantica: avremo ancora delle piogge su Nord-Est, Centro Italia e Campania; in Sicilia invece il sole sarà imperante e raggiungeremo 39°C sul versante orientale dell’isola. La giornata vedrà un miglioramento sul Nord-Ovest, mentre in Sardegna soffieranno intensi venti di Maestrale.

Domenica chiuderà il primo weekend di luglio con un deciso miglioramento: saranno prevalenti i momenti soleggiati, mentre qualche acquazzone si attarderà sul versante adriatico, dalle Basse Marche alla Puglia; questi acquazzoni non dovrebbero rovinare la domenica in quanto sono previsti di breve durata e localizzati.

In sintesi, dopo 24 mesi di siccità, sono arrivate le piogge di un anno in 8 settimane. Per alcune regioni è stato un toccasana, per altre un disastro idrogeologico, Emilia Romagna in primis.

piogge al sud/imago

Arriva perturbazione atlantica: allerta maltempo

Perturbazione atlantica nel cuore dell’estate: tra la fine di giugno e l’inizio di luglio un ciclone, raro per il periodo, attraverserà il Centro-Nord Italia. Avremo 48 ore di maltempo, addirittura con qualche fiocco di neve sulle Alpi fino ai 2900 metri di quota. Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma questa fase di rottura estiva, ma indica che non si tratta della tipica ‘rottura estiva di ferragosto’: già da domenica il tempo tornerà quasi ovunque soleggiato seppur con qualche temporale pomeridiano. Ciò nonostante, avremo un break perturbato piuttosto significativo: nelle prossime ore si avvertiranno già i primi segnali.

Nel corso della giornata le nubi diventeranno via via più diffuse sul settore nordoccidentale, con qualche acquazzone tra Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, specie a ridosso del settore alpino. Anche al centro si formeranno dei temporali, specie sull’Appennino laziale.

Venerdì 30 giugno, giorno del ‘raro arrivo’ del ciclone atlantico, inizierà con qualche rovescio al mattino sul Nord e possibili fenomeni intensi tra Piemonte e Lombardia; nel pomeriggio il maltempo si sposterà verso levante con possibili nubifragi tra Nord-Ovest ed Emilia Romagna e con piogge via via più diffuse anche sul resto del Nord-Est e verso la Toscana, l’Umbria e le Marche. Al sud, e sul resto del centro, il tempo resterà più stabile e soleggiato.

Il mese di luglio inizierà poi zoppicante, con fenomeni ancora intensi al Nord-Est e verso le regioni centrali al mattino, sulle Alpi rivedremo addirittura la neve oltre i 2900 metri; nel pomeriggio l’instabilità sarà ancora presente sul versante adriatico e marginalmente su Alpi centro-orientali, Toscana ed Umbria. Un primo luglio anomalo, diverso da quello degli anni passati: nel 2022 il primo luglio fu soleggiato con massime di 39°C a Lamezia Terme e Cagliari, nel 2021 i 39°C si toccarono a Marina di Ginosa, mentre nel 2020 il primo luglio regalò 37°C ad Alghero e Lecce.

Un’estate diversa quella che stiamo vivendo, ricca di colpi di scena: le previsioni meteo stagionali avevano da mesi indicato la triade maggio-giugno-luglio un po’ particolare, con frequenti passaggi temporaleschi almeno fino a metà luglio. Previsioni fino ad oggi decisamente confermate.

Maltempo, Figliuolo commissario alla ricostruzione: “Massima fiducia del governo”

Il nome stavolta c’è. E’ Francesco Paolo Figliuolo la figura individuata “tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale” per ricoprire il ruolo di commissario straordinario alla ricostruzione in Emilia-Romagna, e non solo. Dopo giorni di discussione interna alla maggioranza di governo, la scelta è ricaduta sul generale di corpo d’armata, esperto di logistica, che ha riscosso il plauso bipartisan per la gestione della campagna vaccinale per arginare il Covid. “Gode della fiducia del governo“, spiega il ministro della Protezione civile e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci, dopo il Cdm che ha tracciato la strada. Anche se formalmente la nomina avverrà probabilmente la prossima settimana, con un decreto del presidente del Consiglio da approvare in Consiglio dei ministri.

Il suo compito sarà coordinare risorse e la lista degli interventi sui territori colpiti dall’alluvione del mese scorso, ma il suo raggio d’azione sarà allargato anche a Toscana e Marche, danneggiate marginalmente dalla furia di vento e acqua che si è abbattuta sul centro Italia nel mese di maggio. Figliuolo dovrà lavorare a stretto contatto con le istituzioni locali, e avrà come subcommissari i presidenti delle tre Regioni interessate, Stefano Bonaccini, Eugenio Giani e Francesco Acquaroli. A proposito del presidente dell’Emilia-Romagna, che all’ultima riunione del tavolo di confronto con il governo, presieduto proprio da Musumeci, ha portato una stima da quasi 9 miliardi di danni, venerdì scorso ha inviato a Roma un elenco di circa 6.500 interventi ritenuti prioritari. Anche se, sottolinea il ministro, la richiesta era quella di mandare “l’indicazione dei primissimi interventi ritenuti necessari e immediati sul reticolo idrografico e sulla rete viaria provinciale. Prendiamo atto della nota pervenutaci”. Sulla polemica nata per un presunto ritardo nell’invio da parte della Regione, Musumeci taglia corto: “È difficile quantificare se si è in presenza di un ritardo, perché non esiste un parametro. Lo stato di emergenza dura un anno”.

E’ molto probabile che il dossier passi direttamente nelle mani di Figliuolo, che si muoverà in un quadro normativo delineato dal prossimo decreto di nomina e che ricalcherà le norme previste dal disegno di legge quadro approvato in Consiglio dei ministri questa sera, che invece sarà ‘operativo’ solo dopo l’approvazione nei due rami del Parlamento. Si tratta delle regole d’ingaggio studiate dal governo di Giorgia Meloni, che prevedono lo stato di ricostruzione, che decorre dalla scadenza dello stato di emergenza nazionale e avrà una durata di cinque anni, prorogabile fino ad un massimo di dieci. Inoltre, il presidente del Consiglio potrà adottare direttive per assicurare, sul piano tecnico, l’indirizzo unitario e tutti i soggetti attuatori si dovranno avvalere di una centrale unica di committenza. Per “potenziare e accelerare la ricostruzione”, poi, sarà istituito un organismo “a competenza intersettoriale denominato Conferenza permanente”.

Altro passaggio cruciale è quello delle risorse. Musumeci assicura che il governo supporterà la ricostruzione, in attesa anche dei fondi europei prospettati dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ma si dice “convinto che riusciremo persino con il Pnrr a mettere a disposizione del commissario tutte le risorse necessarie per far fronte a questa grave emergenza che ha colpito l’Emilia-Romagna”.

Al di là della ricostruzione, il Consiglio dei ministri ha anche approvato un nuovo decreto aiuti per contrastare i rincari dell’energia. Sostanzialmente, si tratta di proroghe delle misure già deliberate nei mesi scorsi. In particolare, il bonus “per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati e quelli in gravi condizioni di salute” anche per il terzo trimestre del 2023, l’azzeramento degli oneri di sistema fino al prossimo mese di settembre e l’Iva al 5% su metano per usi civili e teleriscaldamento. Infine, il Consiglio dei ministri, su proposta della premier, Giorgia Meloni, visto il parere espresso all’unanimità dal Consiglio superiore della Banca d’Italia, ha deliberato la nomina di Fabio Panetta a governatore, dal prossimo 1 novembre, al termine naturale del mandato di Ignazio Visco, previsto per il 31 ottobre. Il decreto di nomina ora sarà sottoposto al presidente della Repubblica, come prevedono sia la procedura di nomina sia lo Statuto di Bankitalia.

Allarme Bonaccini: “Nomina commissario diventa tardiva”

La ricostruzione dell’Emilia-Romagna dopo l’alluvione resta uno dei temi più aspri del dibattito politico. Da un lato ci sono le opere da mettere in campo per ristabilire una nuova normalità sui territori colpiti, ma il rovescio della medaglia è la discussione che si è innescata sull’entità delle risorse da stanziare (e recuperare) e, soprattutto, chi dovrà gestirle e stilare il programma dei lavori.

Ieri il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto analizzare il disegno di legge quadro predisposto dal ministro della Protezione civile e delle politiche del Mare, Nello Musumeci, che introdurrà la delibera di “Stato di ricostruzione di rilievo nazionale“, ma la riunione è slittata a martedì prossimo per impegni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Dopodiché, come conferma anche il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, con un decreto verrà nominato il commissario straordinario.

Sui tempi ancora non c’è certezza, intanto “è passato più di un mese” fa notare il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Che pur non trovandoci “nulla di drammatico” avvisa: “Sta cominciando a diventare un po’ troppo tardiva la nomina”. Anche perché “abbiamo consegnato una stima dei danni di 8,8 miliardi esclusi quelli indiretti, ma ne servono subito 1,8 miliardi per fare interventi per arginare le frane, rimettere a posto gli argini dei fiumi, recuperare e riaprire una parte di strade entro l’autunno per evitare che un evento ordinario diventi straordinario“, ricorda il governatore. Che molto probabilmente non verrà scelto per gestire la fase post-emergenziale, sebbene garantisca comunque al governo che “ogni euro dato all’Emilia-Romagna vi tornerà indietro con gli interessi“, perché “a noi la voglia di lavorare non la insegna nessuno“.

I numeri sono comunque impietosi. In agricoltura, ad esempio, secondo quanto emerge dall’elaborazione dell’Associazione Italiana Coltivatori sui dati della Protezione Civile, presentata nel corso del decimo congresso, due aziende agricole su cinque sono state colpite direttamente dall’alluvione dell’Emilia-Romagna, con danni che si aggirano in media su oltre 70mila euro di danno per singola azienda”. Inoltre, sono stati compromessi più di 27mila ettari coltivati a vite mentre le coltivazioni di pesche e albicocche contano circa 220 milioni di danni e 237 milioni di mancati introiti nei prossimi tre anni, tempo che servirà per riportare i campi allo stato di normalità. “L’agricoltura è il settore più drammaticamente colpito dall’alluvione e c’è il rischio di pagare un conto salatissimo, se non si interviene subito – dice ancora Bonaccini -. Per questo al Governo chiediamo risorse e una tregua fiscale per dare sollievo a famiglie e imprese“.

La Regione, intanto, fa sapere che, tramite un’ordinanza del commissario straordinario per la gestione dell’emergenza, cittadini e professionisti potranno procedere da subito alla presentazione della richiesta del contributo di 5mila euro, quale primo rimborso per i danni subiti dalle abitazioni. Così come da subito e senza ulteriori adempimenti potranno attivare l’eventuale perizia per l’accertamento dei danni ulteriori. Ma il punto cruciale resta sempre la nomina del commissario, che per gli artigiani della Cna è “urgente“, visto che “a oltre un mese dalla catastrofe che ha travolto un’area con una estensione pari a sei volte quella di Roma, dove operano 130mila imprese con 443mila lavoratori, moltissime famiglie ancora non possono fare rientro nelle proprie abitazioni e migliaia di imprese non sono in grado di riprendere l’attività“.

In questo scenario, non si placa la polemica politica. Sono le parole del sottosegretario al Mit, Galeazzo Bignami, a scatenare la reazione delle opposizioni. L’esponente di FdI, ai microfoni di Radio24, dice: “Non ho grandi imputazioni da fare alle giunte locali romagnole, se non quelle cose che, parlando con i contadini, i coltivatori, chi manutiene i boschi mi hanno rappresentato, confermandomi un quadro: se non mantieni i boschi, gli alvei, i fiumi, non pulisci gli argini, non tieni i corpi idrici esenti da perforazioni e fessurazioni dovute agli animali, non manutiene i ponti e non sgombra i rami, inevitabilmente certe cose avvengano. Credo che lo sappiano tutti, poi è ovvio che se uno pensa che il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega a impatto e clima era Elly Schlein, lo credo che la sinistra debba fare una difesa di ufficio e reagisca malamente“. La replica non si fa attendere, con la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, che ha guidato una delegazione di deputati dem sui territori romagnoli colpiti dall’alluvione: “Bignami dove sei? Perché oggi siamo qui a raccogliere l’allarme per quello che ancora non si è fatto: mancano i fondi e manca un commissario. Comuni con bilanci in pericolo e cittadini e imprese ancora in attesa di aiuti. Il problema non sono gli amministratori, ma un governo assente e indifferente“. Tutti segnali che la partita è aperta, lunga e tutta da giocare.