Alluvione

Bonaccini porta a Roma conto danni in Emilia Romagna: quasi 9 miliardi

Quasi nove miliardi, 8,8 per la precisione. E’ la conta dei danni che Stefano Bonaccini presenta al governo nel tavolo permanente per l’alluvione in Emilia Romagna, presieduto dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. Sono esclusi alcuni capitoli di spesa, come i danni ad auto e mezzi, il mancato fatturato e la ricostruzione delle scorte delle aziende, così come la ricalibrazione delle opere infrastrutturali.

Musumeci, assicura la “massima attenzione” del governo e la disponibilità, dopo una verifica del Piano, a “fornire gradualmente” le risorse che si renderanno necessarie, dando priorità ai primi interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei fiumi più compromessi e al ripristino dei collegamenti con i centri abitati rimasti isolati.

L’urgenza, spiega il governatore dell’Emilia-Romagna, è proprio sistemare entro l’autunno la viabilità locale e gli argini dei fiumi. Per farlo serviranno almeno 1,8 miliardi:Questa è la parte più emergenziale. Sono risorse che al momento non ci sono oggi – spiega – necessarie a mettere in sicurezza le comunità dal ripetersi di eventi catastrofici come quelli di maggio“.

Del commissario non si è parlato, comunque l’accordo non c’è. “Pensiamo che sarebbe utile nominarlo il prima possibile, il governo ha un punto di vista diverso, lo rispetto, ma mi auguro si arrivi il prima possibile a una coincidenza“, lamenta Bonaccini.

Le imprese potenzialmente danneggiate (per oltre 1,2 miliardi di euro) sono 14.200, le aziende agricole circa 12mila, per danni che superano 1,1 miliardi di euro. Gli edifici colpiti sono 70.302, di questi 68.432 in aree allagate e 1.890 in aree in frana. Il danno economico calcolato è di oltre 2,1 miliardi di euro.

All’incontro, della delegazione del governo facevano parte: il viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami, il sottosegretario all’Economia, Lucia Albano, il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti (in qualità di relatore del ddl alluvione), i capi dipartimento di Protezione civile Fabrizio Curcio, dei vigili del fuoco Laura Lega e di Casa Italia, Luigi Ferrara. Per la delegazione Emilia-Romagna, oltre al presidente Bonaccini, c’erano il presidente dell’UPI Michele De Pascale, dell’ANCI Luca Vecchi, il Segretario generale dell’Autorità di Baci o del Po Alessandro Bratti, l’assessore con delega alla Protezione civile Irene Priolo e il direttore generale Cura del territorio e dell’ambiente Paolo Ferrecchi.

Il tema delle risorse e dei tempi delle coperture “è cruciale“, sottolinea Bonaccini. Diversi sindaci, racconta, segnalano che “i funzionari fermano le ruspe perché non hanno copertura finanziaria. I primi 230 milioni di euro messi a disposizione li abbiamo già spesi. E anche sui rimborsi, vanno garantite subito famiglie e aziende: abbiamo avviato d’intesa con la Protezione civile nazionale il percorso per fare arrivare rapidamente i primi 5 mila euro, con un primo acconto di 3mila già entro metà luglio, ma ora sono necessari oltre 500 milioni per le imprese per i primi acconti da 20mila euro”.
Ci è stato segnalato che gli interventi aperti oggi sulle strade di collina e sui corsi d’acqua sono stati fatti gettando il cuore oltre l’ostacolo. Noi abbiamo detto che non potevamo non farli a prescindere dal decreto. Questi interventi non si concordano col governo, questi interventi vanno fatti perché sono di somma urgenza e si fa un debito fuori bilancio“, spiega ai cronisti Enzo Lattuca, sindaco di Cesena.

Più in generale, afferma Bonaccini, negli ultimi vent’anni nel Paese “sono state stanziate poche risorse nazionali per la prevenzione e molte per riparare danni“. Ma si smarca dalle polemiche: “La Regione Emilia-Romagna ha programmato e realizzato opere molto più della media nazionale, come si evince dai dati ministeriali e che l’evento di maggio non ha precedenti e ci ha dimostrato con una terribile chiarezza che tutti i modelli sono superati e che ora è necessario aggiornarli, con un salto di qualità nella messa in sicurezza del territorio, pena ricostruire solo quello che c’era prima”.

È in corso un cambiamento climatico notevole, perché piove 85 giorni invece che la media dei 110. Quello che è accaduto non era evitabile o forse era evitabile la gravità ma non del tutto“, conferma il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. La gestione del rischio idrogeologico “è un sistema complesso“, ribadisce. Le risorse ci sono e i progetti anche. Il nodo è tutto, a suo avviso, sulla burocrazia: “Ci sono, ad esempio, tanti progetti finanziati ai commissari, anche di 10-12 anni fa che però, a causa delle lungaggini burocratiche, non hanno mai visto la luce“.

Maltempo, oggi nuovo tavolo governo-enti locali. Resta nodo commissario

La cabina di regia tra governo ed enti locali sull’emergenza maltempo torna a riunirsi oggi, a Palazzo Chigi. La promessa fatta una settimana fa da Giorgia Meloni ai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche e ai sindaci e presidenti delle Province colpite dall’alluvione, di renderla strutturale, dunque, regge. A coordinare i lavori sarà, come indicato dalla premier, Nello Musumeci, che sicuramente dovrà ancora una volta rispondere alla domanda, anzi le domande, che tutti pongono da almeno due settimane: quando sarà nominato il commissario straordinario alla ricostruzione? E chi sarà?

Il tema, a meno di clamorosi risvolti dell’ultima ora, non dovrebbe essere ancora sul tavolo. All’interno della maggioranza di governo la discussione è aperta, ma non ci sono sostanziali passi in avanti. Anche perché la scomparsa di Silvio Berlusconi, lunedì scorso, ha messo in stand by ogni trattativa. La pressione delle opposizioni, soprattutto dal Partito democratico, però, sale. “Non c’è più tempo da perdere. Occorre insediare subito una struttura commissariale in grado di intervenire per affrontare le emergenze dell’oggi e per investire in ripartenza e ricostruzione con capacità e conoscenza. Emergenza e ricostruzione sono indissolubilmente legate“, sottolinea il deputato dem, Andrea Gnassi. Sottolineando che a chiederlo sono “cittadini, enti locali, imprese e tutta la rete del terzo settore dell’Emilia-Romagna” per questo “nell’incontro con gli enti locali, il ministro Musumeci ha l’obbligo di mettere fine a promesse e balletto dei veti incrociati”. Ovviamente il Nazareno vorrebbe il governatore emiliano-romagnolo come commissario, ma la maggioranza non cambia idea: le regioni colpite sono tre e per ricostruire ci vorranno anni, mentre il mandato di Stefano Bonaccini scade nel 2025.

Al di là del braccio di ferro politico, continua il lavoro di ricognizione dei danni provocati dalla furia di pioggia e vento. Molti cittadini hanno avuto danneggiamenti – in alcuni casi irreparabili – delle proprie abitazioni, alcune aziende hanno la produzione ferma da settimane (senza prospettive su quando potranno riattivare i macchinari) e l’agricoltura teme danneggiamenti da svariati milioni di euro. I circa 2 milioni stanziati nel decreto Alluvioni rischiano di esaurirsi in breve tempo, ma in più riprese dal governo sono arrivate rassicurazioni che ci saranno altri interventi. Dunque, la partita è apertissima e quello di oggi sarà uno dei passaggi per progettare un graduale ritorno alla normalità.

Maltempo, Meloni: “Tavolo permanente”. Non c’è commissario, coordinamento a Musumeci

I risultati che gli amministratori portano a casa da Palazzo Chigi sono due: il tavolo sull’emergenza sarà permanente e l’impegno del governo per il 100% degli indennizzi a famiglie e imprese. La nomina del commissario straordinario per la ricostruzione, invece, slitta ancora. E’ questo il bilancio dell’incontro convocato dal governo con i rappresentanti istituzionali dei territori colpiti dalle alluvioni. Aperto dalla premier, Giorgia Meloni, che accoglie subito la proposta di lasciare la cabina di confronto aperta e operativa, ma comunica che fino alla nomina del commissario sarà il ministro per la Protezione civile e le politiche del Mare, Nello Musumeci, a svolgere il ruolo di riferimento dell’esecutivo. Allo stesso tavolo sono seduti diversi ministri (oltre al sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano), a partire dai vicepresidenti del Consiglio, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che ascoltano con attenzione. Qualche rumors descrive addirittura il leader della Lega “amareggiato” ma la smentita non tarda, con una nota del Mit: “Nessuna scintilla tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni al tavolo per l’Emilia-Romagna, contrariamente a quanto riportato da alcuni media”.

Anzi, da Porta Pia il messaggio che passa è totalmente differente: “La riunione di oggi ha ribadito la compattezza dell’esecutivo e la totale collaborazione con gli amministratori emiliano-romagnoli”. A Palazzo Chigi c’era il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, con i colleghi della Toscana, Eugenio Giani, e delle Marche, Francesco Acquaroli, oltre ai presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, di Ravenna, Michele de Pascale, di Rimini, Jamil Sadegholvaad, di Pesaro-Urbino, Giuseppe Paolini, del sindaco metropolitano di Bologna, Matteo Lepore, e dei sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, e Firenze, Dario Nardella. Anche loro non perdono uno scambio, soprattutto quando è Musumeci a prendere la parola, perché spiega che non sarà materialmente possibile dialogare con tutti i sindaci, quindi la sua convinzione è che “in questo momento le Province devono diventare l’ente di coordinamento dell’area vasta” e a loro, infatti, affida “la prima pianificazione e ricognizione delle cose che servono”. Intanto, “da domani sarà attiva la misura ristori del ministero degli Esteri che ha predisposto aiuti per 700 milioni di euro”.

Nel corso della riunione si è parlato ancora dei danni subiti dai vari territori, anche se è Bonaccini, ai microfoni di ‘Oggi è un altro giorno’ (Rai1) a spiegare che “più del 90% del totale riguarderà l’Emilia-Romagna, purtroppo”, nonostante Toscana e Marche abbiano avuto “diversi comuni disastrati, con alcune centinaia di milioni di euro di danni”. A proposito di risorse, resta il nodo su quelle stanziate dal decreto Alluvioni: “Abbiamo i dirigenti della Regione che stanno lavorando sul dl uscito da pochi giorni – aggiunge ancora Bonaccini -, per verificare esattamente la capienza di risorse in ogni voce di spesa. Non so dire in questo momento se i fondi sono 1,5 miliardi, 1,6 o 2,2 miliardi. Sono comunque parecchie risorse, anche se non sufficienti perché, ad esempio, solo per le strade comunali e provinciali, circa 800 tra interrotte e distrutte, ci vorrà oltre 1 miliardo”.

Piccola postilla anche sul commissario, ruolo per il quale si era parlato anche del generale Francesco Paolo Figliuolo: “Decidano quello che vogliono, noi abbiamo chiesto solo che lo facciano in tempi brevi”. Circostanza ribadita anche nella nota vergata da Lattuca e de Pascale, al termine dell’incontro col governo. Mentre il governatore delle Marche ribadisce “l’importanza di agire in maniera organica, superando una visione troppo parcellizzata nell’affrontare le emergenze e mettere in sicurezza il territorio, anche rispetto alla scelta del commissario”.

E oltre alle risorse, Acquaroli sottolinea la necessità “di giungere ad un tentativo di semplificazione, volta ad una manutenzione più agevole di argini ed alvei al fine di limitare l’impatto delle precipitazioni sul reticolo idrografico e sull’intero assetto idrogeologico del nostro territorio”. Intanto, “da domani sarà attiva la misura ristori del ministero degli Esteri che ha predisposto aiuti per 700 milioni di euro” ricorda Tajani via Twitter.

Ma dalle opposizioni il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli, continua a chiedere spiegazioni a Meloni e al governo sul fatto che “in conferenza stampa dichiarava che il Cdm aveva destinato 2,1 miliardi di euro alle zone alluvionate, invece dal testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale mancano oltre 500 milioni. Tra l’altro – continua –, le risorse sono state realizzate tagliando gli ammortizzatori sociali del lavoro, le risorse del Reddito di cittadinanza e il bonus sociale per riscaldamento”.

piogge al sud/imago

Italia in balia di fulmini e acquazzoni: maltempo previsto fino a metà giugno

Temporali sempre più frequenti e diffusi al ritmo medio di 3000 fulmini l’ora: l’Italia è bersagliata da saette e rovesci, più diffusi al Centro-Sud, ma anche al Nord-Ovest. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che “è tutta colpa dell’Anticiclone delle Azzorre che quest’anno si è diretto verso l’Europa settentrionale lasciando scoperto il Mediterraneo. Anche l’Anticiclone Africano è il grande assente del periodo: in altre parole, dai Balcani alla Spagna, passando per l’Italia, si contano temporali molto intensi e numerosi”.

Le piogge, e a tratti anche la grandine, stanno colpendo in particolare la terraferma: il mare non è ancora così caldo e registra un minor numero di temporali; normalmente i bacini italiani vengono interessati in modo maggiore da questi fenomeni dalla fine dell’estate.

Ma attenzione, i temporali ci accompagneranno ancora per molto tempo: l’alta pressione centrata sul Nord-Ovest europeo permetterà l’ingresso di aria fresca ed instabile dall’area polacco-ucraina. Fino a quando il blocco anticiclonico non si ritirerà verso l’Oceano Atlantico, o finché l’Anticiclone Africano non si espanderà dal Maghreb verso il nostro Paese, avremo temporali. “Al momento – dice Tedici – la previsione dei principali centri di calcolo e del nostro modello meteorologico a lunga scadenza indica l’elevata possibilità di avere l’Anticiclone delle Azzorre nella stessa posizione almeno fino a metà giugno”.

In sintesi ci sarà tempo instabile per altri 15 giorni, con cieli azzurri al mattino e frequenti temporali nel pomeriggio; analizzando ulteriori mappe meteorologiche risulta addirittura che anche dal 15 al 30 giugno le temperature potrebbero rimanere sotto la media del periodo, mentre il cielo scaricherebbe frequenti acquazzoni a macchia di leopardo su gran parte dell’Italia.

Insomma, dopo un mese di maggio tempestoso e fresco, anche giugno potrebbe essere mite e temporalesco. Ma c’è una buona notizia: continuano le piogge fondamentali per l’agricoltura e non solo, ci saranno temperature massime intorno ai 27-29°C, senza notti tropicali e afa soffocante in città.

Mattarella in Emilia Romagna: “Attenzione anche a fari spenti. Ricostruzione veloce”

Photo credits: Quirinale

L’attenzione delle istituzioni all’Emilia Romagna ferita continuerà, “anche a fari spenti, anche a riflettori appannati“. Proseguirà ininterrotta e con la stessa intensità. Sergio Mattarella sorvola le zone devastate dall’alluvione e tocca con mano, accompagnato dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il dramma vissuto dalle famiglie che piangono i propri cari, che hanno perso i ricordi di una vita, dagli imprenditori che hanno visto andare in fumo il frutto del proprio lavoro. E garantisce soprattutto presenza. Non sfilate a favore di telecamera, ma cura, soprattutto nel momento della ricostruzione, che deve essere “veloce, immediata e senza pause“.

Ricostruzione che avverrà e sarà completa, assicura il governatore Bonaccini: “Resta il dolore delle famiglie delle vittime. Le vittime sono le uniche cose irrecuperabili. Il resto è recuperabile e assicuro che recupereremo tutto“. L’impegno del governo è stato già importante in fase emergenziale. Ora l’esecutivo tenta il tutto per tutto perché anche i fondi che arrivano dall’Europa possano avere la flessibilità giusta per poter essere dirottati sulla ricostruzione: “Non vogliamo un centesimo in più di quello che ci spetta, guai. Ma pretendiamo di avere fino all’ultimo centesimo di quello che ci spetta“, ribadisce Bonaccini. Che fa eco al capo dello Stato: “Quando l’acqua si ritirerà, quando il fango sarà spalato nell’ultima parte in cui è ancora presente, non dobbiamo spegnere i riflettori“.

L’impegno delle istituzioni proseguirà, dunque. Mattarella tranquillizza sindaci e cittadini: “So che ce la farete, con l’aiuto dello Stato, del Governo, ce la farete. Tutta l’Italia vi è vicina e non sarete soli in questa opera importante, che deve essere veloce“. Il rilancio del territorio della Romagna è “un’esigenza nazionale“, sottolinea il presidente della Repubblica e in questo “potete stare certi vi sarà tutto il consenso e l’appoggio costante non solo in questi giorni ma anche nel prosieguo“. Le condizioni climatiche sono, denuncia Mattarella, “sempre più preoccupanti, il nostro Paese dovrà organizzare difese preventive per questi fenomeni, più di quanto già non sia avvenuto fin qui“.

Nella giornata del capo dello Stato nelle zone colpite dalla furia del maltempo c’è anche una polemica del ministro della Protezione civile e delle politiche del mare, Nello Musumeci, che ai microfoni di Rainews24 lamenta di non essere stato coinvolto nella visita: “Sono contento che anche il presidente della Repubblica sia oggi sui luoghi alluvionati, come ha fatto tutto il governo e come ha fatto per due volte la presidente del Consiglio. Peccato che oggi non ci sia nessuno del governo a illustrare al capo dello Stato le criticità, nessuno è stato invitato. Non fa niente, l’importante è arrivare ai risultati“. Questione che il Quirinale ridimensiona: “Il presidente della Repubblica nelle visite nei territori italiani non impone la presenza di esponenti del governo. Essa, peraltro, è sempre gradita dal Presidente Mattarella. È così da sempre, dall’inizio del primo settennato”, commenta il consigliere per la stampa Giovanni Grasso. “Il Quirinale –spiega – in occasioni del genere non ha mai fatto inviti. Ma se qualcuno vuol venire è benvenuto”.

La partita incrociata di Meloni in Ue, tra fondi per il maltempo e Pnrr

Per ricostruire l’Emilia Romagna si dovranno usare tutti gli strumenti necessari. Bisognerà bussare ancora alla porta dell’Unione europea, ma il Fondo di Solidarietà, che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha già garantito verrà attivato, non basta. La premier Giorgia Meloni chiede flessibilità sull’uso del Pnrr: “Esistono gli imprevisti“, scandisce alla platea del Festival dell’Economia di Trento, ricordando di essere partita per il G7 in Giappone nominando un commissario alla Siccità e di essere tornata nominando un commissario per l’emergenza alluvione. Ci sono anche i Fondi di coesione a cui attingere e, ha ricordato ieri von der Leyen, “se guardiamo al futuro, nel Next Generation Eu abbiamo 6 miliardi di euro per la prevenzione delle inondazioni e dei terremoti, e il rafforzamento delle infrastrutture“.

L’ondata di maltempo che ha colpito la Regione è eccezionale. In 15 giorni è caduta la metà di tutta la pioggia che cadrebbe sullo stesso territorio in un anno intero. “Il bilancio è grave, in termini di vittime, in termini di evacuati, perché sono oltre 15mila sfollati, ci sono infrastrutture compromesse, attività produttive in ginocchio”, sottolinea Meloni. Per questo, non è ancora possibile una quantificazione complessiva dei danni, che, ripete, “sono ingenti“. Si lavorerà sulle misure e sulle richieste che vanno fatte all’Ue quando il quadro sarà completo.

Intanto, lunedì il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, sarà a Roma per vedere il ministro per gli Affari europei, con delega al Pnrr, Raffaele Fitto. “Stiamo lavorando bene con il presidente Meloni e con molti ministri“, conferma, dopo aver incontrato anche il ministro allo Sport, Andrea Abodi. Domani il presidente della Regione vedrà anche la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, e poi a Rimini la ministra del Turismo, Daniela Santanché, per mettere a punto un piano di rilancio del turismo, in vista della stagione estiva in Romagna. Sulla terza rata del Piano di Ripresa e Resilienza, assicura Fitto, non c’è da preoccuparsi: “Siamo nei termini, bisogna fare velocemente ma non in fretta, che è pericoloso. Rischiamo di fare scelte che rischiano portarci in una fase successiva a una conclusione non positiva del programma“. Giudica il dibattito che si è creato “isterico” e richiama tutti alla responsabilità e alla lungimiranza: “Stiamo lavorando per completare il lavoro rapidamente ragionando in ottica 2026“. La finestra per la proposta delle modifiche al Pnrr si chiude il 31 agosto.

Tutti gli interventi saranno completati entro il 2026, altrimenti “oltre al danno ci sarà la beffa, perché non solo ci sarebbe il ritiro dei fondi, ma il governo dovrebbe anche trovare le risorse per completare le opere“, avverte. Gli interventi necessari sul Pnrr, spiega il ministro, “non riguardano solo la

modifica della spesa, ma anche degli obiettivi, che devono essere proiettati al 2026. Non possiamo svegliarci a ridosso della scadenza” senza essere pronti, altrimenti “avremmo un grande problema“. Di ritardo sulla presentazione delle modifiche, di sicuro, non si tratta, ribadisce Fitto: “Trovo singolare parlarne, visto che solo 4 Paesi europei su 27 hanno presentato il loro piano aggiornato e modificato“.

L’obiettivo del Governo, fa sapere, è di proporre alla Commissione di cambiare diversi obiettivi, non solo quelli del 30 giugno: “Concentrarsi sugli obiettivi intermedi è un errore, sarebbe un errore ragionare solo sugli obiettivi di immediata scadenza, a noi interessa il percorso finale“. Per lo sblocco della terza rata del Pnrr, “i tempi saranno molto brevi, dipende da Bruxelles, ma credo che saranno davvero molto brevi“, conferma il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “il ministro Fitto ha fatto un buon lavoro“, garantisce. Bisogna “continuare a lavorare per utilizzare al meglio le risorse del nuovo piano Marshall che l’Europa ci ha offerto“, sottolinea il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, rivendicando il suo personale impegno con i colleghi leader del Ppe. “Naturalmente con il passare del tempo alcuni aggiustamenti si sono resi necessari, ma – rassicura – non vedo problemi difficili da superare“.

Ursula von der Leyen in Emilia Romagna con Meloni: “Ho il cuore spezzato, l’Ue è con voi”

In attesa della conta dei danni in Emilia Romagna, lo stato di emergenza si estende anche ai comuni colpiti delle Marche e della Toscana. Giorgia Meloni torna sui luoghi alluvionati, per accompagnare la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e mostrarle le condizioni in cui versa la Regione. Le due leader sorvolano sulle zone più colpite dalle inondazioni e dalle frane (Bologna, Conselice, Lavezzola, Ravenna, Forlì, Faenza, Modigliana, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Bagnacavallo, Lugo). Immagini che spezzano il cuore di von der Leyen, con “le terre coperte dall’acqua, il fango e le molte cicatrici aperte con smottamenti e devastazioni. È stato importante vedere dall’alto i problemi“. Il messaggio da parte dell’Ue è forte è chiaro: “Tenete botta, l’Europa è con voi”, dice von der Leyen, spiegando che il fatto che il maltempo abbia travolto una regione che ha “una lunga e ricca storia, rende ancora più doloroso vedere la devastazione”.

Gli occhi, però, sono tutti puntati agli aiuti che potranno arrivare all’Emilia Romagna dall’Europa. Con l’attivazione del Meccanismo di protezione civile dell’Ue nove Paesi hanno già dato immediato soccorso. Ma si parlerà anche di ulteriore supporto, dopo quello di emergenza, afferma la presidente della Commissione Europea. “Per molti agricoltori è stato un disastro, per questo deve essere attivato il fondo di emergenza per l’agricoltura, è il primo punto“. Successivamente, “il Fondo di solidarietà dell’Unione Europea è il mezzo più appropriato per dare sostegno“, ricorda: “Prima c’è bisogno di una stima dei danni, sfortunatamente questa regione ha già un ‘esperienza a riguardo con il terremoto di 10-11 anni fa“. La numero uno dell’esecutivo Ue menziona anche “i Fondi di coesione, che possono essere utilizzati“, ma “se guardiamo al futuro e alla prevenzione, nel Next Generation Eu abbiamo 6 miliardi di euro per la prevenzione delle inondazioni e dei terremoti, e il rafforzamento delle infrastrutture“.

D’accordo la premier, che spiega che “nelle prossime settimane, dopo la stima complessiva dei danni faremo richiesta di attivazione del Fondo di solidarietà previsto per i disastri e le calamità naturali, un fondo cui l’Italia ha già dovuto accedere altre volte. Ma penso sia stato importante che la presidente von der Leyen vedesse coi suoi occhi l’estensione del problema e anche i problemi multiformi coi quali avremo a che fare perché avremo bisogno di un occhio di riguardo anche per i programmi di vario genere e agli altri fondi, penso al tema agricolo. Questa è una regione fortemente agricola e c’è bisogno di attenzione per le aziende che sono particolarmente in difficoltà”. Il suo pensiero, al momento, non è focalizzato sulla nomina del commissario per la ricostruzione. Anzi, “sono francamente molto colpita – sottolinea – che il dibattito che vi interessa sia quello sul commissario, mentre ci sono i funerali delle persone. Oggi il mio principale problema non è chi spende i soldi, ma trovarli“.

Maltempo, oggi lutto nazionale. Musumeci: “Fino a 900 euro per ogni famiglia sfollata”

Oltre 23mila sfollati, circa 600 strade chiuse e almeno 300 frane significative. A una settimana dall’alluvione che ha travolto l’Emilia Romagna – e nel giorno di lutto nazionale indetto dal Consiglio dei ministri per le 14 vittime – il ministro della Protezione civile e delle politiche del Mare, Nello Musumeci, nell’informativa alla Camera ha sintetizzato i contorni della tragedia. “Dal punto di vista idrogeologico – ha detto – diverse sono state le aste fluviali che hanno avuto criticità causando esondazioni e successive rotture arginali che hanno interessato complessivamente 23 fiumi, per un’area di 58 chilometri quadrati, oltre 300 frane e 500 strade chiuse per allagamenti o smottamenti. L’intero reticolo stradale dell’Emilia Romagna è andato in crisi in forma contestuale prefigurando l’impatto disastroso che subito dopo si è verificato”.

FINO A 900 EURO A FAMIGLIA. “E’ prevista l’assegnazione ai nuclei familiari” colpiti dall’alluvione “di un contributo per l’autonoma sistemazione stabilito in 400 euro per i nuclei monofamiliari, 500 per i nuclei composti da 2 unità, 700 per quelli composti da 3 unità, 800 euro per 4 unità, fino a un massimo di 900 euro per nuclei composti da 5 o più unità”, ha detto Musumeci, ricordando che “qualora siano presenti portatori di handicap o disabili con una disabilità di almeno il 60%, è concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro mensili per ognuno dei soggetti indicati”.

OLTRE 23MILA LE PERSONE EVACUATE. E’ stato registrato l’isolamento di diverse località, sono state evacuate migliaia di persone dalle loro abitazioni, attualmente circa 23mila. “Le frane attive – ha ricordato Musumeci – sono circa un migliaio, di cui 305 le più significative, concentrate in 54 Comuni. Sulla viabilità, il transito dovrebbe riprendere regolarmente nelle prossime ore. Restano chiuse 622 strade, molte delle quali appartengono alla viabilità secondaria, alle strade provinciali e comunali”. Quanto alle ferrovie, “la maggior parte delle linee ferroviarie dovrebbe essere riattivata entro inizio giugno”.

FINO A 520 MILLIMETRI DI PIOGGIA. Fra il 2 e il 17 maggio, ha detto il ministro, le precipitazioni sono state intense in tutta l’Emilia Romagna. “Le cumulate massime per le precipitazioni per tutto l’evento hanno fatto registrare valori superiori a 500 millimetri, 520 in provincia di Ravenna, per una media di 200 millimetri”.

54MILA UTENZE SENZA ELETTRICITA’. Secondo i dati forniti da Musumeci, al momento ci sono circa “54mila utenze rimaste senza energia elettrica, disservizi all’utenza mobile per alcune decine di migliaia di utenti, mentre la telefonia fissa vede una utenza non alimentatta di 14.600 unità”.

PRIORITARIA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO. “E’ chiaro che questa ulteriore tragedia calamitosa – ha detto Musumeci – debba porre ciascuno di noi di fronte a una scelta ormai ineludibile: quella di fare della messa in sicurezza del nostro territorio nazionale ‘la’, non ‘una’, ma la priorità nell’agenda politica e di governo di questo esecutivo e di tutte le articolazioni dello Stato”. “Mettere in sicurezza il territorio significa tutelare il diritto alla vita di ciascuno di noi, prima di essere un diritto costituzionale è un diritto fisiologico”, ha aggiunto.

Ursula von der Leyen

Maltempo, per l’Emilia Romagna scende in campo l’Europa. Giovedì arriva von der Leyen

La solidarietà europea “al suo meglio”. Bruxelles accelera gli sforzi per sostenere l’Italia dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, mettendo in campo le squadre di soccorso del Meccanismo di protezione civile dell’Ue e attivandosi per rispondere al meglio alle esigenze anche finanziarie di un suo Paese membro colpito da un disastro naturale. “Siamo pronti a fornire ulteriore assistenza al popolo italiano in questo momento difficile”, è quanto mette nero su bianco dalla Commissione Europea, commentando la richiesta di soccorso dopo le alluvioni che hanno colpito in particolare la Romagna.

Sul terreno sono già pienamente operative le squadre della protezione civile della Slovenia e della Slovacchia, come ha reso noto il commissario europeo per l’Economia, l’italiano Paolo Gentiloni: “Ho chiamato insieme al sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, il responsabile della squadra di protezione civile europea inviata in Romagna per ringraziarlo”. Le idrovore dei team dei due Paesi membri Ue sono state inviate dopo l’immediata richiesta di attivazione del Meccanismo di protezione civile dell’Ue da parte dell’Italia, che ha visto la risposta anche di Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Polonia e Romania a inviare nelle zone colpite dalle alluvioni attrezzature di pompaggio ad alta capacità. Per la mappatura satellitare delle aree alluvionate, il sistema Copernicus fornisce dal 16 maggio costanti aggiornamenti.

Ma c’è di più. Che la solidarietà europea all’Italia sia una priorità di Bruxelles lo dimostrano le parole del presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: “Giovedì (25 maggio, ndr) verrà la presidente Ursula von der Leyen“. L’annuncio ha colto di sorpresa anche l’esecutivo comunitario, che solo mercoledì mattina ha confermato il viaggio nei territori alluvionati da parte della numero uno della Commissione, “per testimoniare sul campo la devastazione causata dalle alluvioni della scorsa settimana ed esprimere il sostegno dell’Ue”. Presumibilmente al centro della visita di von der Leyen ci sarà anche l’attivazione del Fondo di solidarietà dell’Unione Europea (Fsue), un dispositivo che permette di mobilitare fino a 500 milioni all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Gli Stati membri colpiti da una catastrofe naturale possono richiederne l’attivazione alla Commissione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni.

Se però questo dispositivo ammette solo interventi d’emergenza come il “ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione” (dall’attivazione nel 2002 l’Ue ha stanziato a Roma quasi un terzo degli 8,2 miliardi complessivi), la risposta Ue sul breve termine continuerà con le squadre inviate attraverso il Meccanismo di protezione civile. Istituito nel 2001, è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Il Meccanismo comprende un pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza, ed è la Commissione a coordinare la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi.

Il Governo approva il dl Alluvione: stanziati 2 miliardi di euro

Oltre due miliardi di euro. Tanto vale il decreto Alluvioni, il primo provvedimento varato oggi dal Consiglio dei ministri per far fronte all’emergenza in Emilia-Romagna, insieme a un’ordinanza di protezione civile che estende lo stato di emergenza ai comuni colpiti dalla seconda alluvione e non inclusi nella prima, con riserva di estenderla ai comuni nelle Marche e in Toscana, per i quali servirà un altro provvedimento.

Non c’è ancora il commissario, arriverà. Intanto, nel decreto c’è una misura per l’estensione delle competenze del commissario nominato per la Siccità, Nicola Dell’Acqua, per la verifica e il monitoraggio delle opere di drenaggio dell’acqua, per accelerare i tempi.

Bisogna dare atto al governo di essersi dedicato a questa emergenza con il massimo della concentrazione, della disponibilità e dell’operatività“, rivendica Giorgia Meloni. Non organizza una conferenza stampa, ma una diretta streaming in cui illustra il dl: “Ci sarà anche una fase di ricostruzione, per cui non è ancora possibile fare una stima precisa dei danni, ma in passato interventi di emergenza da 2 miliardi non si erano mai visti, per questo voglio ringraziare tutto il governo e i ministri“, afferma. Il provvedimento, spiega, “è molto corposo”.

Prevede la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari e contributivi fino al 31 agosto con ripresa dei pagamenti al 20 novembre; il differimento per i comuni e le province del pagamento dei mutui nei confronti di Cassa Depositi e Prestiti. Sul tema delle utenze, è già stata deliberata la sospensione di pagamento da Arera, ma c’è una norma che rafforza questa previsione. Per i mutui non serve una norma, perché fa fede il protocollo d’intesa tra governo e Abi che già esiste.
Inoltre, scandisce Meloni, “prevediamo per la giustizia il rinvio dei processi civili e penali, quando una delle parti risiede nelle zone colpite, e la sospensione fino al 31 agosto per quello che riguarda l’amministrazione dei giudizi amministrativi, contabili, tributari e militari”. Ma c’è anche “la sospensione dei termini amministrativi compresi i concorsi”. Poi, “i dipendenti pubblici delle zone colpite verranno ugualmente retribuiti”.

Il ministero dell’Agricoltura ha stanziato 100 milioni di euro per interventi di indennizzo a favore delle aziende agricole e ulteriori 75 milioni di euro a valere sul fondo innovazione, per l’acquisto di macchinari per le aziende danneggiate. “Il Governo non ha perso un minuto per dare risposte immediate all’emergenza“, dice il ministro, Francesco Lollobrigida.

Sul lavoro, si prevede una cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, con una copertura fino a 580 milioni di euro. Ci sarà poi una tantum fino a 3mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere le attività, con una copertura che arriva fino a 298 milioni di euro.

Il ministero degli affari Esteri ha previsto un contributo a fondo perduto per le imprese esportatrici danneggiate dall’alluvione a valere sul fondo Simest, con una copertura di altri 300 milioni di euro ed è stata creata una quota riservata di 400 milioni di euro per i tassi agevolati a fondo perduto.

Il Fondo emergenze nazionali viene rifinanziato con 200 milioni di euro, che vengono, sottolinea la premier, “interamente destinati a questa emergenza“.

Quanto alla scuola, c’è un fondo da 20 milioni di euro per la continuità didattica ed è stata data facoltà al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, di lavorare con “una certa flessibilità” per l’adempimento degli esami di maturità, in base alle necessità degli istituti coinvolti. Il governo lavora poi per l’acquisto di computer da mettere a disposizione degli studenti che dovessero fare didattica a distanza. Anche per l’università si prevede la possibilità di didattica ed esami a distanza, oltre a un fondo di solidarietà, di 3 milioni e mezzo, per i docenti e per gli interventi di ripristino.

Per la copertura finanziaria degli stanziamenti, tra l’altro, si autorizza fino al 31 dicembre l’Agenzia delle dogane a effettuare estrazioni straordinarie del Lotto e del Superenalotto e alla vendita dei beni confiscati, anche in deroga, disponendo il trasferimento al bilancio dello Stato degli introiti che ne derivano. Ci sarà poi un sovrapprezzo di un euro per l’accesso ai musei statali tra il 15 giugno e il 15 settembre, prevedendo di destinare i maggiori incassi a interventi di tutela e ricostruzione del patrimonio culturale e al sostegno degli operatori della cultura e dello spettacolo dei territori colpiti. Infine, si semplifica la disciplina in materia di realizzazione di nuova capacità di rigassificazione nazionale e si qualificano come opere di pubblica utilità, “indifferibili e urgenti“, si legge nella nota di Palazzo Chigi, quelle “a ciò finalizzate mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione“.