Regno Unito, si apre a Londra processo Dieselgate: oltre 1,6 mln persone in class action

Si apre oggi un processo senza precedenti davanti alla giustizia britannica contro cinque giganti dell’industria automobilistica, ennesimo episodio dello scandalo delle auto diesel truccate, le cui conclusioni potrebbero avere ripercussioni su molti altri costruttori. Nel vasto scandalo dalle ramificazioni mondiali, i maggiori produttori automobilistici sono sospettati di aver manipolato i veicoli per superare i controlli antinquinamento, in particolare quelli relativi alle emissioni di ossidi di azoto (NOx).

La tedesca Mercedes, la giapponese Nissan, le francesi Renault e Peugeot-Citroën, l’americana Ford sono le aziende coinvolte nel procedimento, che si aprirà per tre mesi davanti all’Alta Corte. Tutti negano di aver cercato volontariamente di aggirare i test antinquinamento con software di manipolazione. Volkswagen ha già riconosciuto nel 2015 di aver commercializzato a livello mondiale oltre 11 milioni di veicoli dotati di un software in grado di rilevare le fasi di test per ridurre le emissioni. Ma la questione “va ben oltre Volkswagen: riguarda quasi tutti i costruttori” che vendono auto nel Regno Unito, afferma all’AFP Martyn Day, dello studio legale Leigh Day, principale rappresentante dei querelanti, per i quali i risarcimenti potrebbero ammontare a “miliardi di sterline”.

L’esito del processo potrebbe infatti costituire un precedente giurisprudenziale e applicarsi ad altri costruttori oggetto di denunce nel Regno Unito. Secondo lo studio legale, in totale 1,6 milioni di automobilisti chiedono un risarcimento nel Paese. Volkswagen-Porsche, Vauxhall-Opel, Jaguar Land Rover, BMW, FCA-Suzuki, Volvo, Hyundai-Kia, Toyota e Mazda potrebbero quindi essere costrette a pagare un risarcimento sulla base della decisione del giudice. Interpellate dall’AFP, Ford e Mercedes respingono le “accuse infondate”. Renault e Stellantis, la casa madre di Peugeot e Citroën, assicurano che i veicoli venduti erano tutti “conformi” alle normative. Nissan non ha voluto commentare. In un primo processo contro Volkswagen nel 2020, l’Alta Corte di Londra aveva ritenuto che il costruttore avesse effettivamente installato un “software truccato”. Senza riconoscere la propria responsabilità in questo caso, il gruppo tedesco aveva tuttavia preferito porre fine al procedimento nel 2022 accettando di pagare 193 milioni di sterline (222 milioni di euro) a titolo di transazione amichevole. Anche il processo che si aprirà oggi si concentrerà innanzitutto sulla responsabilità dei costruttori, prima di un eventuale secondo procedimento a partire da ottobre 2026 relativo ai risarcimenti.

Nasce Pioneer, il maxi-sistema stoccaggio Enel-Adr che riutilizza batterie auto elettriche

Un sistema innovativo che immagazzina energia rinnovabile per usarla anche quando il sole non c’è, valorizzando batterie usate di veicoli elettrici e donando loro una seconda vita. Il più grande sistema di stoccaggio energetico italiano che utilizza batterie di auto elettriche è stato presentato questa mattina all’aeroporto internazionale di Roma Fiumicino. Si tratta del progetto Pioneer, realizzato da Enel e Adr con l’obiettivo di applicare concretamente i principi di economia circolare e sostenibilità ambientale nel rispetto della decarbonizzazione dell’hub.

Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dell’Innovation Fund, il progetto sfrutta le potenzialità delle fonti rinnovabili e dell’economia circolare riutilizzando 762 batterie esauste, provenienti da tre grandi brand automobilistici (Nissan, Mercedes e Stellantis) grazie all’allacciamento con l’impianto fotovoltaico realizzato in parallelo alla pista 3 dell’aeroporto di Fiumicino.

Pioneer consentirà dunque di alimentare l’infrastruttura con energia pulita prodotta localmente, riducendo la dipendenza dalla rete. I moduli sono stati riconvertiti in un grande sistema di accumulo da 10 megawattora, capace di immagazzinare energia e restituirla quando necessario. Grazie a Pioneer, che sta per ‘airPort sustaInability secONd lifE battEry stoRage’, verranno abbattute 16mila tonnellate di anidride carbonica nell’arco di dieci anni.

Innovazione, sostenibilità ed eccellenza europea sono i tratti distintivi del progetto Pioneer. Gli storage sono infatti ritenuti ormai imprescindibili per la transizione energetica e il sistema realizzato da Enel e ADR accelera il percorso di decarbonizzazione del “Leonardo da Vinci”, recentemente incluso nella Top10 dei migliori scali al mondo da parte di Skytrax, dando nuova vita a batterie ormai inutilizzabili in campo automotive ma ancora molto preziose per applicazioni stazionarie. Il risultato è un progetto di dimensioni industriali che accumula l’energia verde prodotta, per poi rilasciarla quando se ne abbia necessità. “Progetti come questo dimostrano come l’Italia sia in grado di coniugare sostenibilità ambientale e competitività produttiva: una sfida cruciale per il futuro dell’Italia e dell’Europa”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il progetto appartiene ad un modello virtuoso e innovativo di economia circolare riconosciuto anche a livello europeo, che ha visto il progetto Pioneer selezionato tra i vincitori del bando Innovation Fund SSC-2020 promosso dall’Agenzia Europea per il Clima, l’Ambiente e le Infrastrutture (Cinea). Pioneer “mostra che l’innovazione è la prima alleata della transizione energetica, accelera l’elettrificazione su larga scala grazie a un modello di economia circolare che dà nuova vita alle batterie esauste”, ha aggiunto Francesca Gostinelli, Head of Enel X Global Retail di Enel. Si tratta “di un simbolo concreto della nostra strategia – ha dichiarato Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma – perché in esso convergono il nostro forte impegno nella sostenibilità ambientale, la capacità di valorizzare l’innovazione tecnologica e la determinazione di fare efficacemente sistema con le eccellenze del Paese, come Enel”.

In Francia apre la prima fabbrica di batterie per auto del Paese

La Francia avrà la sua prima fabbrica di batterie per auto elettriche. Apre martedì prossimo, nei pressi di Lens: un evento industriale di rilievo per Parigi, che vuole garantirsi l’indipendenza dal colosso cinese e diventare addirittura esportatrice entro la fine del decennio.

È uno dei cavalli di battaglia di Emmanuel Macron: la reindustrializzazione comporterà la produzione di batterie in Francia e in Europa, in un momento in cui la Cina ha preso un notevole vantaggio in questo campo.

ACC (Automotive Cell Company), una joint venture al 50% tra TotalEnergies, Stellantis (nata dalla fusione di PSA e Fiat-Chrysler) e Mercedes-Benz, è quindi la prima ad aprire la sua “gigafactory” in Francia.

Attualmente in Europa ne sono in funzione solo pochi, ma i progetti sono fiorenti nel Vecchio Continente, dove negli ultimi anni ne sono stati annunciati circa cinquanta.
Nel nord della Francia, un’area emblematica della deindustrializzazione del Paese, quattro impianti dovrebbero entrare in funzione entro la fine del decennio.

Il primo di questi è l’ACC di Billy-Berclau, vicino al sito storico di PSA a Douvrin, che dovrebbe essere seguito da un progetto del gruppo sino-giapponese AESC-Envision a Douai (Nord), che produrrà per Renault dall’inizio del 2025. La start-up Verkor di Grenoble – sostenuta da Renault, Schneider Electric e Arkema – prevede di avviare la produzione nel suo impianto di Dunkerque a partire dalla metà del 2025, sempre per il gruppo Renault. Infine, ProLogium, gruppo taiwanese specializzato in batterie “solide”, ha annunciato a metà maggio il suo insediamento a Dunkerque, con inizio della produzione previsto per la fine del 2026.