Parigi e Milano vicine al modello di ‘città del quarto d’ora’

Secondo un’analisi globale pubblicata lunedì, Parigi e Milano sono tra le città più vicine al modello della “città del quarto d’ora”, un concetto di pianificazione urbana in cui ogni abitante vive nel raggio di quindici minuti a piedi o in bicicletta da tutto ciò che è necessario per la sua vita quotidiana. Il concetto di “città a un quarto d’ora” ha preso piede durante la pandemia di Covid-19, quando il lockdown ha portato a porre l’accento sui servizi locali. Da allora, è stato adottato da decine di sindaci in tutto il mondo, diventando al contempo oggetto di numerose teorie cospirative su Internet.

Per scoprire quali sono le città che più si avvicinano a questo modello, un team di ricercatori italiani è partito da un database di circa 10.000 città in tutto il mondo. Hanno poi utilizzato mappe ad accesso libero per calcolare la distanza che i loro abitanti dovrebbero percorrere per raggiungere, ad esempio, negozi, ristoranti, scuole e centri sanitari.

In realtà, “molte persone vivono già in una ‘città da un quarto d’ora’”, ha dichiarato all’AFP Hygor Piaget Monteiro Melo, coautore dello studio pubblicato su Nature Cities. “Ma in molti casi ci sono enormi differenze tra il centro e la periferia”, ha aggiunto. Come nell’immensa megalopoli di New York, dove “Manhattan è senza dubbio uno dei luoghi al mondo più vicini a un quarto d’ora di città”, anche se questo non è necessariamente il caso dei quartieri più periferici, aggiunge Matteo Bruno, primo autore dello studio. Da qui la difficoltà di quantificare il numero di quarti d’ora di città, a seconda che il confine sia tracciato intorno al centro o alla periferia. Un fattore chiave per identificarle è la densità di popolazione, perché più le persone vivono vicine tra loro, più è facile per loro accedere ai servizi essenziali. Città piccole ma densamente popolate come Milano e Barcellona sono ben posizionate, secondo la mappa sviluppata dai ricercatori, accessibile gratuitamente online (https://whatif.sonycsl.it/15mincity/).

Tra le città più grandi, “Parigi è un’eccezione”, sottolinea Bruno, ricercatore presso i Sony Computer Science Laboratories di Roma. Il consiglio comunale ha adottato il concetto nel 2020 e oggi una “porzione considerevole” della città è scesa sotto il quarto d’ora, secondo lo studio.

Le città europee hanno il vantaggio di essere sorte secoli fa, senza mezzi di trasporto diversi dagli spostamenti a piedi, favorendo così la concentrazione dei servizi. Al contrario, le città più recenti, progettate fin dall’inizio pensando al trasporto in auto, soprattutto negli Stati Uniti, hanno un handicap maggiore. È il caso di Los Angeles, città che ospiterà i Giochi Olimpici del 2028, di Atlanta e di alcune megalopoli cinesi come Chongqing (sud-ovest) con i suoi 32 milioni di abitanti. Il concetto dà regolarmente adito a teorie cospirative rilanciate da gruppi anti-vax o scettici sul clima, che sostengono che il “quarto d’ora di città” sia destinato a limitare gli spostamenti dei residenti, deplorano i ricercatori. Attaccati essi stessi su X, sottolineano che questo modello non intende confinare nessuno.

Il ricercatore Carlos Moreno, sostenitore del concetto e consulente del sindaco di Parigi Anne Hidalgo, è stato lui stesso bersaglio di “teorici della cospirazione in tutto il mondo”, ha dichiarato all’Afp. Egli accoglie con favore questo nuovo studio, lodando il fatto che l’idea sia diventata rapidamente un argomento di interesse per i ricercatori di tutto il mondo. Quando si tratta di pianificazione urbana, tuttavia, non esiste un’unica soluzione perfetta, avvertono i ricercatori italiani. “La città di un quarto d’ora viene spesso presentata come un’utopia, ma non lo è”, afferma Bruno. Per esempio, gli americani che vivono in città tentacolari abitano in case con piccoli giardini, mentre gli europei vivono in appartamenti in centri urbani densamente popolati. Il criterio dei 15 minuti è solo uno degli ingredienti della “ricetta” per una buona città, afferma Bruno, che cita anche la lotta alle disuguaglianze e alla segregazione, il miglioramento dei trasporti pubblici e la riduzione del traffico automobilistico.

Mobilità, crolla l’utilizzo dei monopattini a Milano

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA si può vedere il crollo dell’utilizzo dei mezzi in sharing a Milano nel periodo aprile e maggio, rispetto allo stesso periodo del 2023 secondo un rapporto diffuso oggi dall’Amat. A parte le biciclette, tutti gli altri mezzi, auto, scooter e soprattutto monopattini, registrano un calo vertiginoso.

Adeguare l’Italia alla direttiva Case green costerebbe 180 miliardi

Circa 180 miliardi di euro. Tanto ci costerebbe adeguarci alla direttiva Ue Casa Green (Energy Performance of Buildings Directive) qualora venisse recepita dall’Italia, stando a un modello elaborato ad hoc da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Una cifra comparabile con quanto è stato speso nell’ultimo triennio tra superbonus, ecobonus e bonus casa, ma che per essere efficace dovrebbe essere ‘spalmata’ su un numero davvero molto più ampio di edifici, in particolare quelli nelle peggiori condizioni appartenenti alla classe G, che sono circa 5 milioni (il 40% dell’intero parco immobiliare italiano) e andrebbero adeguati per quasi la metà. Interventi che l’Italia dovrà comunque fare, prima o poi, o non raggiungerà gli obiettivi di decarbonizzazione che si è data.

Secondo Casa Green, che definisce i requisiti e i target da conseguire entro il 2030 per immobili residenziali e non, nuovi e ristrutturati, dovremmo ridurre il consumo di energia primaria per gli edifici a uso abitativo del 16% rispetto al 2020, quindi di 6,32 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, passando da 39,49 Mtep a 33,17) e ben il 55% di questo risparmio (3,46 Mtep) dovrebbe riguardare gli immobili di classe G, che sarebbero da efficientare almeno per il 43%, in metratura o in numero di edifici. Un intervento che costerebbe tra i 93 e i 103 miliardi di euro, stando all’analisi contenuta nell’ultimo Energy Efficiency Report 2024 di E&S – illustrato oggi al Politecnico e discusso con le molte aziende partner della ricerca – a cui ne andrebbero aggiunti circa altri 80 per coprire il restante 45% dell’obiettivo, intervenendo sugli edifici delle altre classi energetiche. Il conto complessivo si attesterebbe così attorno ai 180 miliardi di euro (tra 169 e 187).

A differenza di quanto fatto nel recente passato bisognerà intervenire in maniera molto più estensiva sul territorio in termini di numero di edifici – commenta Vittorio Chiesa, direttore di E&Ssempre che il comparto dell’edilizia possa gestire un numero enorme di cantieri in così pochi anni e anche che i prodotti e i materiali siano disponibili, e a un prezzo in linea con quanto previsto dalle stime. Parte di queste risorse potrebbe (o dovrebbe) arrivare da un nuovo grande piano di finanziamenti europei, ma non basta, occorre una pianificazione attenta e la messa a punto di strumenti di supporto alla riqualificazione energetica degli edifici che oggi non è parte della nostra agenda politica, nonostante il PNIEC abbia rivisto al rialzo i target di riduzione dei consumi annuali di energia finale al 2030 insieme agli obblighi di risparmio annuo. Senza interventi sul patrimonio edilizio – va ricordato – gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese non saranno mai raggiunti e quindi l’Italia dovrà comunque dotarsi delle risorse necessarie per effettuare quegli investimenti, anche se eventualmente spalmati su un periodo più lungo”.

Ma com’è andata nel 2023? Gli investimenti in efficienza energetica in Italia sono stati pari a circa 85-95 miliardi di euro, trainati dal settore residenziale, che con l’effetto del Superbonus ha fatto la parte del leone (55-59 miliardi di euro, il triplo dei 20 miliardi scarsi spesi nel 2022), e dal terziario (25-29 miliardi). Decisamente poco rilevanti invece la Pubblica Amministrazione, i cui investimenti sono supportati principalmente da PREPAC, PNRR e Conto Termico, e il settore industriale, che ha tuttavia registrato un aumento del 20% rispetto al 2022.

Il boom degli investimenti nel settore residenziale ha rappresentato un’indubbia opportunità per il comparto dell’efficienza energetica, spingendo in particolare quegli interventi che prima del superbonus erano invece relegati a un ruolo più marginale, come il cappotto termico e i serramenti, oggi quasi il 50% del totale. Ma cosa succederà ora che tutte le forme di ‘bonus’ sono uscite di scena o sono state drasticamente ridimensionate?

Il quadro è piuttosto complesso e incerto – spiega Federico Frattini, vicedirettore di E&S e responsabile del Report: da un lato, nonostante le recenti elezioni possano eventualmente cambiare le carte in tavola, l’Europa ha alzato l’asticella degli obiettivi, con l’Energy Efficiency Directive (EED) e soprattutto con l’Energy Performance of Buildings Directive; dall’altro lato, l’indice di propensione agli investimenti in efficienza energetica misurato dalla nostra survey è decisamente in calo e sono molte le preoccupazioni degli operatori riguardo al futuro del mercato”. Non a caso, se guardiamo al futuro dell’efficienza energetica attraverso l’indice Odyssee-Mure (calcolato sulla media di 3 sotto-indicatori – livello attuale, trend e policies – misurati da 0 a 1) l’Italia si colloca al 22° posto tra i 27 Paesi appartenenti alla Ue.

E l’industria? L’incertezza rischia di dimezzare l’adozione del fotovoltaico e gli interventi sui processi. E&S ha condotto un sondaggio sullo stato dell’efficienza energetica nelle imprese italiane, raccogliendo tra aprile e maggio 2024 le risposte di 454 aziende di differenti settori industriali: circa il 45% degli interpellati non ha effettuato per nulla investimenti nel corso del 2023, mentre il 55% che lo ha fatto ha acquistato soprattutto (43%) tecnologie hardware, con un esiguo 9% che ha investito anche in software.

Alla base degli investimenti c’è, e ci sarà anche nei prossimi anni, la volontà di ridurre i consumi, seguita dalla sensibilità del management verso i benefici economici e ambientali, che rappresenterà, specialmente per le tecnologie hardware, un fattore di scelta sempre più centrale. Al contrario, la principale barriera all’adozione è il tempo di ritorno dell’investimento, considerato troppo lungo dalle aziende: questo, insieme all’incertezza normativa, conferma la necessità di incentivi stabili.

Ma il vero campanello d’allarme riguarda le volontà di investimento per i prossimi 5 anni, da cui emerge chiaramente un rallentamento, addirittura un dimezzamento o più, negli investimenti complessivi in efficienza energetica: un’analisi comparata tra i risultati della survey e i dati contenuti nel precedente Energy Efficiency Report 2023 evidenzia infatti un significativo calo d’interesse nel puntare su tecnologie come il fotovoltaico e i sistemi di aria compressa, e di intervenire sui processi produttivi.

Un’altra survey è poi stata condotta tra le imprese dei servizi di efficienza energetica, coinvolgendo 84 aziende fra ESCo indipendenti ed ESCo appartenenti a grandi Utility, per un fatturato complessivo di circa 930 milioni di cui il 60% (557 milioni) nel comparto civile.

Il fotovoltaico si conferma una delle tecnologie di punta dell’offerta delle ESCo nel comparto del civile, proposta da oltre il 75% dei rispondenti, in particolare nel settore PA (97%) e Residenziale (86%). La tipologia di contratto più diffusa è quello ‘chiavi in mano’, indipendentemente dal settore di riferimento, e va rilevato come la modalità EPC con rischio finanziario del cliente sia estremamente poco diffusa. Pare quindi evidente, nonostante da tempo nel settore sia in atto una concentrazione degli operatori, che la logica di servizio energetico e il collegamento dei risultati di risparmio agli interventi effettuati non sia ancora giunta a maturazione.

Un ‘Tavolo luminoso’ per progettare città inclusive e sostenibili

Davanti a un tavolo luminoso che riproduce un plastico del quartiere milanese di “Città Studi”, Barbara Piga – ricercatrice al dipartimento di architettura del Politecnico di Milano – sposta con le mani miniature di case e edifici pubblici. Toccando poi sulla mappa elementi riconosciuti da proiettori posizionati sopra il tavolo, simula l’intensità delle ombre a ogni ora del giorno, o la direzione vento, la temperatura rilevata nei diversi angoli della città. Ma soprattutto, riesce a colorare la mappa in base alle emozioni provate dai passanti.

Stress? Euforia? Tranquillità? Malessere? Oppure desiderio di fare sport, o di leggere un libro? Un angolo, uno scorcio, o un edificio possono suscitare una vasta gamma di sensazioni e relazioni affettive. Conoscerle, e misurarle, può aiutare a progettare uno spazio pubblico. O a ripensarlo a misura d’uomo e ambiente.

Sviluppato dal Politecnico di Milano, il “Tavolo Luminoso” (Luminous Planning Table) è stato presentato oggi nell’ateneo lombardo in una nuova implementazione realizzata in collaborazione con l‘Università degli Studi di Milano. Lo strumento – di fatto una piattaforma che colleziona dati e informazioni provenienti da app attivate sul campo – permette a urbanisti e architetti di interagire real time con un ambiente simulato tridimensionale, per contribuire al miglioramento della qualità dell’ambiente urbano e al benessere delle comunità, a partire dai processi collaborativi di progettazione e di valutazione architettonica. L’idea, come spiega Barbara Piga, è “aiutare a mettere tutti gli attori della pianificazione urbana su un piano di dialogo”.

Ma come si raccolgono i dati che raccontano emozioni e stati d’animo delle persone che abitano un luogo? Che si tratti di monitorare la percezione di uno spazio già esistente, oppure di simulare un progetto, si parte dall’esperienza sul campo. Semplificando: i ricercatori invitano un campione rappresentativo di utenti a – semplicemente – passeggiare per lo spazio (può essere per esempio un quartiere, una piazza, un complesso) muniti di tablet. Attraverso un’app specifica, gli utenti possono, in maniera più o meno guidata, inquadrare edifici, alberi o strade, e associarle a un approfondito sondaggio.

“Abbiamo arricchito questo strumento con nuove funzionalità psico-sociali”, spiega Marco Boffi, docente di psicologia sociale e ambientale dell’università degli Studi di Milano, “che permettono di esplorare in tempo reale il legame tra le caratteristiche fisiche dei luoghi e la loro dimensione psicologica, e di approfondire le relazioni affettive che le persone instaurano con l’ambiente e il territorio”. Il software, poi, elaborerà i risultati per restituire un’analisi scientificamente accurata. “Anche perché”, come aggiunge Barbara Piga, “non esiste una singola reazione, ma una molteplicità di percezioni. I dati quindi possono essere filtrati in base alle caratteristiche del campione”.

Questa metodologia è già stata applicata dal team di ricercatori a diversi casi pratici. “Il primo progetto pilota” racconta Barbara Piga, è stato uno studio per il progetto Vitae”, una vigna urbana realizzata dallo studio di Carlo Ratti e Convivio nella zona sud di Milano che comprende uffici e un centro di ricerca. “O ancora – continua – attraverso questo metodo abbiamo validato gli esiti di progetto del rifacimento di un’intera strada di fronte a una scuola pubblica nella municipalità di Sabadell, in Spagna, appena fuori Barcellona. Un evento che ha coinvolto sia il Comune sia gli studenti”.

inquinamento

INFOGRAFICA INTERATTIVA Smog, i livelli di PM2.5 e PM10 a Milano negli ultimi 10 giorni

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, su dati di Arpa Lombardia, sono indicati i livelli di particolato (PM2.5 e PM10) presenti nell’aria di Milano dal 9 febbraio al 18 febbraio. Per quanto riguarda il PM10 il livello è andato a crescere costantemente fino al record di 136 microgrammi per metro cubo quando il limite da non superare nella giornata sarebbe di 50.

Nubifragio a Milano, esonda il Seveso. Allerta rossa per l’Adige

(Photocredit: Marco Granelli/Facebook)

La forte perturbazione che ha colpito l’Italia settentrionale non ha risparmiato Milano. Dopo le intense piogge di lunedì pomeriggio, un violento nubifragio con tuoni, tempesta di fulmini e raffiche di vento si è abbattuto sul capoluogo lombardo a partire dalle 4.30 di martedì mattina. Una “bomba d’acqua di notevoli dimensioni”, come ha riferito il sindaco Beppe Sala. Nella notte è iniziata l’esondazione del Seveso, che ha causato notevoli danni alla circolazione del trasporto pubblico locale: gli allagamenti, iniziati nella zona nord con viale Fulvio Testi e viale Sarca, nel corso della mattinata si sono estesi fino al quartiere Isola e al sottopassaggio della stazione Garibaldi in via Guglielmo Pepe. I disagi maggiori in in zona Niguarda. Pesanti i disagi anche per le linee Atm: la M3 è stata interrotta per acqua in galleria, tra Zara e Centrale, diverse linee di superficie deviate per allagamenti e alberi caduti. “L’evento è durato circa sei ore e ha portato a un flusso di acqua sulla città di 60/70 m³ al secondo, a fronte di una capacità di assorbimento delle nostre tombinature di circa 40 m³ al secondo. Fra un mese avremo a disposizione la vasca di Bresso, avrebbe aiutato molto”, ha spiegato Sala.

TRASPORTO PUBBLICO IN TILT. Come riferisce Atm alcune linee stanno cambiando servizio. In particolare, il tram 1 erso Roserio devia e salta le fermate tra corso Sempione/via Procaccini e via Espinasse/via Palizzi. Tram 5 non fa servizio tra via Vitruvio/via Settembrini e l’Ospedale Maggiore, tram 7 non fa servizio da viale Fulvio Testi/Santa Monica a piazzale Lagosta.
Il tram 10 non fa servizio tra il Cimitero Monumentale e Lunigiana e il 14 tra piazza Diocleziano e il Cimitero Maggiore. Il 19 non fa servizio tra piazza Sei Febbraio e piazza Castelli, il 33 tra via Farini/via Ugo Bassi e Lagosta.
Problemi anche per il bus 42, che devia e salta le fermate tra piazza Farina e via Fulvio Testi/via Santa Marcellina e per il 60 che non fa servizio tra piazzale Lagosta e il capolinea di viale Zara.
Per i filobus 90, 91 e 92 circolazione rallentata per alberature danneggiate lungo la linea. Non passano in viale Sarca e deviano su via Fulvio Testi i bus 727 e 728, mentre il 729 verso Comasina devia e salta le fermate tra via Monte Grappa/via Picardi e via Gorki (Cinisello).

170 INTERVENTI DEI VIGILI DEL FUOCO IN LOMBARDIA. Sono oltre 170 gli interventi fatti dai vigili del fuoco in Lombardia dalle 4 di questa notte per allagamenti di strade, sottopassi e scantinati di edifici: maggiori criticità a Milano e nel monzese dove a Meda è esondato il fiume Tarò. A Brescia, a causa del raggiungimento del livello di guardia della diga di Dazarè sul lago d’Idro, alla mezzanotte è stata disposta l’apertura delle chiuse per mantenere le condizioni di sicurezza della struttura. In previsione di una possibile esondazione del fiume Caffaro sono state evacuate 250 persone a Bagolino e 100 persone a Ponte Caffaro.

SALVINI MONITORA LA SITUAZIONE. Il vicepremier Matteo Salvini, “segue con la massima attenzione le ripercussioni del Maltempo su infrastrutture e trasporti”. Salvini, spiega il Mit, ha raccomandato chi di dovere di “informare tempestivamente i viaggiatori di eventuali rallentamenti ed ha auspicato il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile”. Salvini e i suoi uffici stanno monitorando anche le situazioni più critiche nelle province di Piacenza e Parma.

ALLERTA MASSIMA PER IL LAGO DI COMO. Nella notte è cresciuto rapidamente il livello del lago di Como oltre la soglia di esondazione. I volontari hanno montato le barriere mobili su Lungo Lario Trento e Trieste davanti a piazza Cavour, e questo ha comportato un restringimento di carreggiata. La strada è al momento percorribile, anche se rallentamenti saranno inevitabili. Come riferisce la protezione civile, verrà posizionata anche la grossa idrovora della colonna mobile in piazza Cavour per cercare di controllare il livello della falda acquifera. In giornata il livello è destinato a salire.

PIENA DEL SECCHIA ALLA SOGLIA 2. Continua l’ondata di maltempo anche in Emilia Romagna. Le precipitazioni delle ultime ore, ancora in atto sul crinale appenninico, stanno alimentando da monte le piene sui bacini del settore occidentale della regione, che sono in lento esaurimento su Trebbia, Nure, Parma, con livelli quasi stazionari nei tratto vallivi. La piena di Secchia si sta propagando nel tratto vallivo con livelli superiori alla soglie 2. Si prevede l’esaurimento delle precipitazioni nella mattina. Lo rende noto Arpae.

EVACUAZIONI IN TRENTINO. Proseguono gli interventi legati alle forti piogge in corso che hanno causato frane, allagamenti ed esondazioni in diverse località del Trentino. A causa delle esondazioni di diversi corsi d’acqua, tre abitazioni sono state evacuate a Nago Torbole in località Tempesta, mentre una famiglia ha lasciato la propria casa a Tiarno di Sopra in località Licalì, dove era bloccata a causa di una frana. Nella zona industriale di Storo, un nucleo familiare è stato costretto ad abbandonare per qualche ora la propria residenza in seguito all’esondazione del torrente Palvico. A Pieve di Ledro alcuni residenti hanno lasciato invece i pianterreni e i piani rialzati. Al fine di favorire il deflusso del Rio Salone, ad Arco, è stato demolito con un escavatore un ponte pedonale di proprietà comunale. Infine, attraverso le operazioni di contenimento della portata sulla diga di ponte Pià è stata ridotta la portata della Sarca.

Il picco è avvenuto questa notte e sinora sono caduti mediamente 70 – 110 mm con punte superiori a 150 mm (con punta massima di 188 mm in val Rendena al Doss del Sabion). Dopo una pausa nelle ultime ore, i radar mostrano temporali in movimento verso nord. Per ragioni di sicurezza è stata chiusa la Trento – Malè nella piana Rotaliana.

La linea ferroviaria è stata interrotta nel tratto tra Trento e Mezzolombardo alla confluenza tra Adige e Noce a causa dell’arrivo della piena dell’Adige all’altezza di San Michele. Sono previsti bus sostitutivi almeno fino a mezzogiorno. Interrotta anche la linea della Valsugana tra Trento e Pergine per caduta massi, anche in questo caso sono attivi i bus sostitutivi fino al centro perginese, da lì la circolazione su rotaia è regolare fino a Bassano. Agli allagamenti e smottamenti già registrati nella notte, si aggiungono l’esondazione del rio Val Ussaia a Mezzana, in val di Sole, e copiosi attraversamenti di acqua e ghiaia sulle strade, in particolare sulla SP 88 della Val di Gresta da Ronzo Chienis a Loppio. Dalla tarda mattinata è atteso un rinforzo dei venti da nord con raffiche di Foehn in valle, localmente fino a circa 60 – 80 km/h. Le temperature sono in diminuzione, lo zero termico è posto a 2600 metri così come la quota neve è in calo fino a 2000 metri circa. Per le prossime due ore si prevedono rovesci sparsi o diffusi, localmente anche intensi e temporaleschi in esaurimento dalla tarda mattinata. Sono attesi mediamente altri 5-30 mm di pioggia, ma in alcune località si verificheranno rovesci più intensi.

DANNI A EDIFICI IN TOSCANA. Notte di maltempo anche in Toscana. Nella tarda serata di ieri sono stati numerosi gli interventi del sistema regionale nelle province di Massa-Carrara, Lucca e in parte anche di Livorno: cadute di alberi, danni alla viabilità, allagamenti localizzati, danni ad alcuni edifici con lesioni alle coperture. In corso il ripristino di alcune utenze rimaste senza elettricità in Lunigiana e Garfagnana. “Sotto controllo il livello dei fiumi – riferisce il governatore Eugenio Giani – nelle prossime ore possibili nuovi temporali ma meno intensi”.

ALLE 13 CESSA ALLERTA IN LIGURIA. In Liguria è cessata l’ allerta nelle zone B, E (Genovesato e savonese; valli Trebbia, Aveto e Scrivia). Rimane, invece, l’allerta gialla nella zona C (Tigullio e spezzino e Magra, Vara, Entella) fino alle ore 13.00 di oggi, martedì 31 ottobre.

IN VENETO –  la Protezione civile regionale ha diffuso un nuovo avviso di criticità valido dalle 14 di oggi alle 20 di domani, 1° novembre. Le previsioni meteo indicano residue precipitazioni nel primo pomeriggio di oggi, nel complesso di modesta entità, salvo qualche locale rovescio. Nel resto della giornata precipitazioni assenti. Fino a parte del pomeriggio i venti saranno ancora tesi e a tratti forti, anche con raffiche, su costa, pianura centro meridionale, zone prealpine e pedemontane centro occidentali. Dato lo scenario, è stata definita una criticità idraulica rossa nelle zone Adige-Garda e Monti Lessini, e Po, Fissero-Tartaro-CanalBianco e Basso Adige riferita alla piena dell’Adige. In queste stesse zone, è previsto un innalzamento significativo del livello dei principali corsi d’acqua; probabile superamento della prima soglia idrometrica su Piave Pedemontano, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Basso Brenta -Bacchiglione, Basso Piave, Sile e bacino scolante in laguna, della seconda soglia idrometrica su Livenza, Lemene e Tagliamento e della terza soglia idrometrica sulle zone Adige-Garda e Monti Lessini, e Po, Fissero-Tartaro-CanalBianco e Basso Adige, con inondazione delle are limitrofe e golenali; sulle zone in allerta rossa – ancora la nota – sono possibili scenari rilevanti: erosione delle sponde, tracimazione, sifonamento, rotture arginali, sormonto di ponti e altre opere.

Nubifragio piega il nord Italia: 16enne muore schiacciata da albero. Decine di feriti, trasporti in tilt

Mentre il sud Italia brucia, il nord è letteralmente sommerso da acqua, detriti, alberi caduti. E da milioni di euro di danni. Oltre a decine di feriti e a una giovane vittima. Sono le “due facce della stessa medaglia, cioè del cambiamento climatico”, come ricorda il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci.

Se la giornata di lunedì aveva già lasciato il segno, soprattutto in Lombardia e in Veneto, è durante la notte che si è scatenato l’inferno. Venti a 100 km/h, pioggia e grandine hanno piegato anche Milano e tutta la zona nord della regione, con centinaia di alberi caduti, linee elettriche divelte, edifici pubblici e case scoperchiati. Da subito vigili del fuoco, protezione civile e agenti sono intervenuti a fronte delle centinaia di richieste di aiuto ricevute da parte dei cittadini.

A causa delle infiltrazioni di acqua e degli alberi divelti nei cortili, nel capoluogo lombardo è stato necessario chiudere 11 scuole dell’infanzia e 3 nidi che stavano ospitando centri estivi. Chiusi anche il Museo di Storia Naturale, il Planetario, il Castello Sforzesco, il Pac. Completamente compromessa la rete delle linee di superficie del trasporto pubblico locale e l’Area C è stata soppressa fino a mercoledì compreso. “Non possiamo più negarlo. Il cambiamento climatico – ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala – sta modificando la nostra vita. Non possiamo far finta di niente e non possiamo non fare nulla. Anche la città deve fare la sua parte e la farà”.

Una ragazza di 16 anni è morta nella notte a Corteno Golgi, in Val Camonica, dopo che un albero è caduto sulla tenda. La giovane faceva parte di un gruppo scout che aveva allestito il campo in località Palù non distante dal rifugio degli alpini. Il forte vento e le piogge intense hanno provocato la caduta di un albero che ha colpito una delle tende in cui stavano dormendo i giovani. Oltre alla vittima, altre tre ragazze sono rimaste ferite. Si tratta di una 15enne, di una 13enne e di una 12enne, tutte con traumi minori, portate in codice verde all’ospedale di Sondrio. Illesi gli altri 70 giovani scout, che sono stati evacuati e portati nella palestra di Corteno Golgi.

Il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha già formalizzato al Consiglio dei ministri la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza. I danni nella regione ammontano, secondo una prima stima, a oltre 100 milioni di euro.

Anche in Veneto sono state centinaia le richieste di aiuto ai vigili del fuoco, a causa della tempesta di grandine che ha distrutto tetti, automobili, impianti industriali e artigianali. In campagna ha azzerato coltivazioni, vigneti, frutteti e serre. In particolare, sono state colpite le province di Treviso, Verona, Belluno, Vicenza e Padova. Alcune piante cadute lungo la linea ferroviaria Milano-Venezia, in località San Giorgio in Salice, hanno interrotto temporaneamente la circolazione dei treni. Sospesa anche quella tra Brescia e Padova. Diversi feriti nel veronese, tra cui un 16enne colpito da un ramo a Zimella e almeno una trentina le persone che sono state soccorse e portate in ospedale, di cui 8 nella zona del Trevigiano. Circa 8mila persone sono rimaste senza corrente elettrica. “Non si dica che si tratta di fenomeni estivi, da mettere in conto: ho numerose testimonianze di pezzi di ghiaccio grandi come mele, pesanti oltre 150g, con una potenza distruttiva estrema”, ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Situazione drammatica anche in Friuli Venezia Giulia, dove il governatore Massimiliano Fedriga ha firmato lo stato di emergenza, stanziando subito 50 milioni di euro per affrontare l’emergenza. Nella regione i danni superano già i 200 milioni di euro. Circa 12mila le utenze rimaste senza corrente, poi gradualmente i tecnici hanno ripristinato la situazione.

In Trentino sono state oltre 300 gli interventi dei vigili del fuoco in 18 ore. Sul territorio sono stati rilevati 3.142 fulmini. A Trento Laste il dato più rilevante per quanto riguarda le raffiche di vento, pari a 95 chilometri orari. Decine le frane e gli smottamenti soprattutto nell’area meridionale e l’alto Sarca.

Esplode furgone carico di bombole di ossigeno, maxi incendio a Milano. Arpa: “No rischi ambientali”

E’ di due feriti non gravi, auto e motorino distrutti e danni in diversi appartamenti il bilancio del maxi incendio scoppiato questa mattina, poco prima di mezzogiorno a Milano, in zona Porta Romana, tra via Vasari e via Pier Lombardo. A causare il rogo è stata l’esplosione di un furgone parcheggiato carico di bombole di ossigeno. L’autista del mezzo, un uomo di 53 anni, ha cercato di spegnere l’incendio ed è rimasto ustionato a una mano e a una gamba. E’ stato portato in codice giallo in ospedale. Ferita anche una donna di 89 anni, sbalzata a terra dall’onda d’urto dell’esplosione. E’ in codice verde con un lieve trauma cranico. Sul posto ambulanze, vigili del fuoco e polizia.

Subito dopo l’esplosione sono stati evacuati diversi edifici della zona, tra cui una scuola materna, all’interno della quale c’erano centinaia di bambini.“E’ qualcosa che tutti noi avremmo voluto evitare, ma poteva andare molto peggio” ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, a SkyTg24, dopo essersi recato sul posto.

Il primo cittadino ha invitato tutti i residenti della zona a tenere chiuse le finestre, per evitare la nube di fumo, visibile a diversi chilometri di distanza.

Sul posto è intervenuta anche la squadra emergenze del Dipartimento Arpa di Milano. Dalle verifiche speditive dell’aria, con strumentazione a risposta immediata, sono state rilevate residue concentrazioni di Cov (composti organici volatili) nelle immediate vicinanze dell’incidente, mentre, già a 50 metri di distanza, non si evidenziano alterazioni della qualità dell’aria. “Questi vapori – spiega Arpa – sono con ogni probabilità correlabili ai residui del materiale combusto presenti lungo la via interessata dell’incendio (veicoli, liquidi ecc)”.

Metropolitana Milanese, gestore della depurazione delle acque reflue, è stata informata sul prossimo arrivo delle acque di spegnimento all’impianto. È stata inoltre comunicata al personale del Comune di Milano, presente sul luogo, la necessità di provvedere alla rimozione degli autoveicoli coinvolti nell’incendio e alla raccolta dei materiali/rifiuti combusti, oltre alla completa pulizia delle superfici interessate (strade, marciapiedi, condotte di fognatura coinvolte).

comunità energetiche

Milano promuove le prime 5 comunità energetiche solidali della città

Milano promuove le prime cinque comunità energetiche solidali della città. Nasceranno nei quartieri Bovisa, Città Studi, Ghisolfa, Chiaravalle e nell’area di Niguarda-Affori-Dergano.

Il Comune aderisce all’avviso pubblico aperto dalla Regione Lombardia e, se dichiarati ammissibili, i progetti accederanno alle misure di supporto finanziario regionale. Con le Cer più utenti collaborano per produrre, condividere, consumare e gestire l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili e utilizzata principalmente per l’autoconsumo istantaneo. In questo caso, l’energia eccedente e gli incentivi saranno amplieranno l’offerta di servizi solidali a favore dei partecipanti alla Comunità.

Le comunità energetiche, come altre forme di autoconsumo diffuso, hanno un impatto immediato per il territorio: contribuiscono a ridurre i costi (ambientali ed economici) derivanti dall’uso di altre fonti energetiche fossili e inquinanti, ma anche a implementare la resilienza della rete.

Il Comune di Milano si è posto diversi obiettivi che vanno in direzione della decarbonizzazione, come il miglioramento della qualità dell’aria (il Piano Aria e Clima è stato varato a febbraio 2022) per incrementare l’utilizzo di energie ecosostenibili e rinnovabili.

Per le prime cinque Comunità energetiche solidali, il Comune avrà in carico gli immobili, di proprietà pubblica. Verrà indetta una procedura di manifestazione di interesse, non vincolante, per individuare altri soggetti interessati all’adesione alle Cers proposte a titolo sperimentale. L’amministrazione ha poi proposto linee di indirizzo per valorizzare altre possibilità, come l’autoconsumo individuale a distanza, che permette di utilizzare l’energia prodotta da un impianto in più edifici contemporaneamente, e il contrasto alla povertà energetica attraverso la promozione di gruppi di autoconsumatori collettivi.

Attivisti bloccano traffico a Milano: “Stop a combustibili fossili”

Questa mattina intorno alle 9 cinque esponenti di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico in Via Luigi Sturzo a Milano, sedendosi sull’asfalto e reggendo due striscioni con scritto ‘Non paghiamo il fossile’ e ‘Stop sussidi ai fossili’. Per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e “dell’inaccettabilità dell’inazione della Politica per contenerne i danni”. Il blocco è stato sciolto per fare passare un’ambulanza a sirene spente, coi soli lampeggianti accesi. Alle 9.30 è arrivata sul posto la prima auto dei carabinieri, poi i manifestati sono stati portati via. “Scendo in azione, rischiando la mia fedina penale – ha detto Martina, una dei manifestanti – perché non è normale accettare la crisi climatica ed ecologica come qualcosa di certo e inevitabile, quando sappiamo bene che è causata dalle attività umane, e dal continuo investimento dei nostri governi nelle fonti fossili di energia. Insieme abbiamo la possibilità di arrestare questa ingiustizia”.

Per Ultima Generazione “non è più rinviabile una svolta radicale di metodo e di merito: è necessario dirottare queste risorse pubbliche in investimenti per energie rinnovabili e in piani strategici di riassetto e salvaguardia del territorio, prevenzione e mitigazione idraulica ed idrogeologica”. 

Ho deciso di prendere parte alla campagna Non paghiamo il fossile’ e di partecipare alle loro azioni, per dare il mio piccolo contributo alla causa ambientale nei metodi che ritengo più giusti.  Ho capito che potevo fare di più ed è stata la mia coscienza a guidarmi”, ha detto Gaetano, 20 anni, oggi alla sua prima azione per la campagna di disobbedienza civile.