Capodanno caldissimo, ma la Befana porterà fiocchi di neve

Tempi di ritorno lunghissimi per eventi estremi: in altre parole, un altro Capodanno caldissimo ed eccezionale come quello dell’anno scorso sarebbe dovuto ‘tornare’ tra decine di anni. E invece, come l’anno scorso, il Capodanno 2022-2023 sarà caldo, anomalo e con un anticiclone africano mostruoso. Tanto per citare alcuni numeri, sono previste temperature massime di 10°C a Milano come a Cortina d’Ampezzo a 1200 metri di quota, 18 gradi a Roma per un San Silvestro primaverile, 21-23°C ancora in Sicilia e Sardegna. E anche a 2000 metri le temperature faranno fatica a scendere sotto lo zero durante il brindisi di mezzanotte!
Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, spiega infatti che, proprio come un anno fa, l’anticiclone africano sarà molto robusto ed esteso, in modo anomalo, dall’Algeria fino all’Ucraina. Il riscaldamento globale porterà infatti, ancora una volta, valori primaverili per il Capodanno: sembrerà di trascorrerlo agli inizi dell’Impero Romano, giorno di festa che allora cadeva appunto il primo marzo e si festeggiava con temperature miti; per onor di cronaca, il primo marzo quest’anno a Roma c’erano solo 11°C, quindi siamo comunque fuori da ogni confronto.

Per quanto riguarda poi le previsioni nel dettaglio, continua a non esserci solamente il caldo e il sole in Italia: sono due settimane che nubi basse o nebbie attanagliano le pianure e le colline del Centro-Nord. L’anticiclone africano continuerà a schiacciare l’umidità nei bassi strati anche nei prossimi giorni, favorendo purtroppo cieli grigi nei fondivalle; il sole sarà protagonista ancora una volta in montagna, lungo il versante adriatico e al Sud.
Tra il Nord Italia e la Toscana, passerà anche una veloce perturbazione atlantica entro venerdì, con piovaschi e isolate brevi nevicate: la quota neve è prevista intorno ai 1300-1500 metri sulle Alpi, mentre i fiocchi si scioglieranno purtroppo, ancora una volta, sotto le cime più alte dell’Appennino; la dorsale appenninica presenta infatti una situazione decisamente calda per il periodo e la stagione sciistica stenta a decollare.
Ci attende dunque un’altra settimana mite, addirittura molto calda tra il 30 dicembre e il primo giorno del 2023, quando l’anticiclone africano raggiungerà il suo culmine di potenza: con l’inizio del nuovo anno, questa situazione altopressoria dovrebbe crollare a causa di successivi attacchi più freddi da Ovest e da Est.
‘Epifania tutto il caldo lo porta via’? È possibile! Al momento non si escludono addirittura nevicate in Pianura Padana per il 6 gennaio 2023. Una data da segnare, quantomeno per la fine del caldo anomalo e per l’arrivo di un po’ di freddo capace di smuovere l’aria inquinatissima del Nord Italia, pulendola un po’.

La “bufera del secolo” negli Usa fa almeno 50 vittime, ma il freddo inizia a attenuarsi

Il freddo estremo che sta colpendo gli Stati Uniti da diversi giorni dovrebbe iniziare a diminuire nell’est e nel centro-ovest del Paese, dopo quella che è stata descritta come la “bufera del secolo” che ha ucciso almeno 50 persone, 28 delle quali solo nella contea di Erie, che comprende la città di Buffalo, New York, e ha causato il caos nei trasporti. “È troppo presto per dire che è finita“, ha avvertito la governatrice di New York Kathy Hochul, secondo cui si prevede che cadrà ancora un metro di neve. “Questa è chiaramente la bufera del secolo“, ha aggiunto in una conferenza stampa che ha tenuto nella sua città natale, Buffalo. Anche se l’intensità della tempesta non è così forte come nei giorni scorsi, è “ancora pericoloso stare all’aperto“, ha avvertito. “Le temperature dovrebbero aumentare nel Midwest e nell’Est nei prossimi giorni“, ha confermato il servizio meteorologico statunitense (NWS) nel suo bollettino di martedì, avvertendo tuttavia di “condizioni di traffico localmente pericolose“.

Da mercoledì sera gli Stati Uniti sono stati colpiti da una tempesta invernale di rara intensità, i cui venti gelidi hanno provocato notevoli nevicate, soprattutto nella regione dei Grandi Laghi. Decine di milioni di americani hanno visto il loro fine settimana natalizio costellato da massicce interruzioni di corrente, strade impraticabili e migliaia di voli cancellati, causando il caos negli aeroporti. In totale, secondo il sito di monitoraggio Flightaware.com, è stato necessario cancellare più di 15.000 voli, di cui quasi 4.000 lunedì.

La parte occidentale di New York, abituata al freddo e alle tempeste, è stata sepolta da metri di neve e ha sofferto temperature polari nell’ultima settimana. Nella contea di Erie, che comprende Buffalo, il bilancio delle vittime è salito a 28 martedì, secondo il funzionario della contea Mark Poloncarz. Alcune persone sono state trovate morte nelle loro auto o all’aperto, mentre altre sono decedute per arresto cardiaco mentre cercavano di spalare la neve a temperature ancora rigide. Ci si aspetta di trovare ancora altre vittime. Il bilancio confermato dalle autorità in nove stati americani è di almeno 49 morti. In Ohio, gli incidenti stradali legati al maltempo hanno causato nove vittime, come ha confermato all’Afpla Ohio State Highway Patrol. “Il mio cuore va a coloro che hanno perso i loro cari“, ha twittato lunedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, affermando di aver parlato telefonicamente con il governatore di New York e promettendo di fornire le risorse federali necessarie a fronteggiare l’emergenza. Secondo un comunicato della Casa Bianca, il presidente e la First Lady Jill Biden hanno pregato per coloro che hanno perso i loro cari nella tempesta e Joe Biden ha appoggiato la dichiarazione dello stato di emergenza nello Stato di New York.

Le squadre di soccorso hanno evacuato centinaia di persone dalle auto innevate e dalle case senza corrente, ma altre potrebbero essere ancora bloccate dalla neve, hanno detto le autorità. “Per favore, a meno che non facciate parte dei servizi di soccorso, non guidate“, ha esortato Poloncarz. “Le condizioni sono pessime“. “Quello che stiamo facendo oggi è portare le persone da medici, infermieri e negli ospedali“, ha spiegato lunedì alla Cnn lo sceriffo della contea John Garcia. “Le strade cominciano finalmente a essere percorribili perché i venti si sono attenuati“. Durante l’ondata di maltempo, i soccorritori non sono riusciti a raggiungere le persone in difficoltà, come quelle bloccate nelle loro auto o nelle case senza corrente. “È straziante ricevere chiamate da famiglie con bambini che dicono di essere congelati“, ha aggiunto Garcia. Nonostante le condizioni pericolose, la polizia di Buffalo ha salvato “centinaia” di persone, ha detto il sindaco della città, Byron Brown.

Natale storico: l’anticiclone africano ‘riscalda’ fino alla Danimarca

Un Natale storico con un anticiclone africano mostruoso e temperature calde fino in Danimarca. L’Italia vedrà salire il termometro fino a 23-25°C in Sicilia e Sardegna, ma sarà altrettanto straordinaria l’anomalia termica, cioè lo scarto rispetto alla media, prevista in Austria e Baviera: +12°C rispetto al clima tra Natale e Santo Stefano.
Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma dunque l’Anticiclone di Natale, non solo in Italia ma su gran parte dell’Europa: per trovare temperature tipiche del 25 dicembre dovremo salire fino in Lapponia, dove gli Elfi prepareranno i regali con minime di -10°C e massime di -5°C: appare dunque confermato, come previsto da più giorni, un Natale 2022 quasi primaverile e con sole prevalente in Italia.

Le previsioni per le prossime ore confermano un quadro caldo eccezionale anche al Nord Italia dove, sopra la stagnante e inquinata coltre di nebbia e nubi basse della Pianura Padana, le Alpi registrano un elevato zero termico a 3000 metri: in altre parole fa caldo anche in montagna e oggi si attendono altre piogge (e non neve) sotto i 2000 metri di quota in Valle d’Aosta. Questa perturbazione comunque sarà veloce e durante il weekend natalizio il tempo tornerà ovunque soleggiato sulle Alpi.

Oltre alle piogge in Valle d’Aosta, è prevista pioviggine sul fianco tirrenico, in Toscana, Campania e Calabria: le gocce su queste zone saranno comunque decisamente piccole e poche. La giornata di sabato vedrà poi un ulteriore miglioramento con l’espansione dell’Anticiclone Africano su tutta l’Italia: a eccezione di locali addensamenti sulle stesse zone, cioè dalla Liguria fino alla Calabria, sulle regioni adriatiche, sulle Alpi e sul resto del Sud il tempo sarà soleggiato e mite; per il Santo Natale il record di 22°C del 2009 a Catania potrebbe essere superato, così come altre temperature storiche del Centro-Sud.

Dopo Natale, l’anticiclone africano continuerà a stazionare sull’Italia, almeno fino al 29 dicembre: per San Silvestro emerge invece uno scenario alquanto bizzarro. I modelli meteorologici indicano la possibilità di un ciclone di San Silvestro sull’Italia con forte maltempo da Nord a Sud. Rovinerebbe i piani per il Cenone e per il brindisi del 2023. Al momento è solo una proiezione che potrebbe essere smentita dai prossimi aggiornamenti.

pioggia

Week-end sotto l’ombrello: da mezzanotte allerta arancione a Ischia, poi Italia avvolta da gelo

Scatterà a mezzanotte l’allerta arancione a Ischia che si colloca in un quadro di maltempo diffuso su tutta la Penisola. In queste ore infatti, il nostro Paese è interessato dal transito di un ciclone che piloterà un’intensa perturbazione che attraverserà quasi tutte le regioni fino a domenica. Ci attendono dunque almeno 3 giorni di maltempo, prima dell’arrivo del gelo artico. Dalla settimana prossima giungerà infatti aria freddissima direttamente dal polo Nord. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che già in queste ore “una perturbazione alimentata da aria fredda in quota e sospinta da intensi venti meridionali sta portando piogge al Centro-Nord, ma sarà soprattutto nella giornata di sabato che le precipitazioni diventeranno via via più forti e sotto forma di nubifragi”.

Le regioni maggiormente colpite dal maltempo saranno, come spesso accade, quelle che si affacciano sul Mar Tirreno, quindi Toscana, Lazio, Campania e Calabria. Soprattutto su coste e immediato entroterra le piogge saranno battenti e potrebbero provocare disagi alla circolazione con allagamenti. Le piogge interesseranno anche il Nord, ma a partire dal pomeriggio e soprattutto Lombardia e Nordest. Oltre alle piogge sono attese copiose nevicate sulle nostre montagne; sugli Appennini sopra i 1900 metri circa, mentre sulle Alpi anche a mille metri o a quote inferiori a ridosso dei confini. Da segnalare inoltre il graduale rinforzo dei venti che soffieranno forti in serata su tutti i bacini centro-meridionali, dove il Libeccio e lo Scirocco potranno provocare anche mareggiate.

Nella giornata di domenica la perturbazione si allontanerà gradualmente dall’Italia, sospinta da venti freddi di Maestrale. Ultime piogge riguarderanno Lombardia, Nordest, Toscana, Umbria e Marche nonché il basso Tirreno. I venti soffieranno molto forti rendendo i mari Tirreno, quello attorno alla Sardegna e lo Ionio agitati. L’afflusso di aria via via più fredda farà scendere il limite delle nevicate sulle Alpi e attorno ai 500 metri nel reparto dolomitico e a quote basse pure sul versante adriatico degli Appennini (7-800 metri).
Infine, nella prossima settimana è prevista la Sciabolata artica di Santa Lucia: gelo su parte d’Italia con rischio neve successivamente fino in Valpadana.

Nel dettaglio, sabato 10 la situazione peggiora al Nord dal pomeriggio, con piogge; maltempo via via più diffuso e forte al Centro e peggioramenti al Sud. Infine, per la giornata di domenica 11 sono previste piogge diffuse al Nordest, miglioramenti in Lombardia e quota neve in calo; piogge sulle centrali Toscana, Umbria e Marche e sul basso Tirreno per quanto riguarda il Sud.
La tendenza è un’ondata di gelo dal Polo Nord, con piogge al Centro-Sud da martedì 13.

piogge al sud/imago

Meteo, arrivano piogge e neve sul Ponte dell’Immacolata

Inverno pieno con gelo oltralpe, clima mite ed oltre la media termica del periodo in Italia. Continua in questi giorni una situazione abbastanza estrema, con il freddo gelido confinato subito oltralpe, dalla Svizzera all’Austria, fino ovviamente alla Scandinavia passando per Germania, Francia ed Isole Britanniche; di contro si registrano massime di 19-22°C sull’Italia centro meridionale. In altre parole si ha una netta linea di confine tra l’Europa che gela e il nostro paese che vive una fase quasi primaverile. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti che in Italia le temperature sono oltre la media del periodo, ad esclusione della fredda Pianura Padana, interessata da nebbie ed inversione termica. Ma in Europa è tutto il contrario: le temperature massime di Parigi e Londra, anche nei prossimi giorni, stenteranno a superare i 2-3°C in pieno giorno, così come Berlino con qualche fiocco bianco e termometro fisso sugli zero. Oslo e Stoccolma toccheranno ancora i -6/-8°C a pranzo, così come la capitale svizzera che faticherà a diventare ‘positiva’ e continuerà a registrare valori negativi, cioè sottozero.

In Italia si sta vivendo una fase relativamente mite, ma siamo appesi ad un filo: siamo al limite tra il gelo e il caldo anomalo; una normale e blanda perturbazione potrebbe far scendere le masse d’aria gelida, presenti oltralpe, verso il nostro Paese, causando le prime vere nevicate in Pianura Padana.
E’ quello che potrebbe accadere già giovedì 8 dicembre in serata, quando un ciclone sul Mar Ligure potrebbe causare nevicate ‘da rovesciamento’ sul Basso Piemonte: in altre parole l’aria fredda in quota si rovescerebbe nei bassi strati, a causa dell’intensità delle precipitazioni, favorendo nevicate localmente anche in pianura o a quote di bassa collina.

Nel dettaglio, per quanto riguarda le previsioni, sono previste ancora delle piogge al Centro, poi da domani anche il Nord-Ovest vivrà un graduale peggioramento delle condizioni meteo dal pomeriggio. Il Ponte dell’Immacolata potrebbe iniziare benino e finire benino, il problema è che sia venerdì sia sabato saranno due giornate perturbate con piogge diffuse, più intense in Liguria, Toscana e Triveneto; e al di là di qualche fiocco in Pianura Padana, la neve tornerà abbondante soprattutto sulle Alpi. Infine, attenzione anche al vento che nel weekend soffierà teso o forte in particolare al Centro-Sud. Insomma un Ponte dell’Immacolata compromesso ma in grado di regalare anche momenti asciutti e a tratti soleggiati specie al Sud ed al Nord-Ovest.

NEL DETTAGLIO
Mercoledì 7. Al nord: nebbie in pianura con clima freddo, sole sui monti. Al centro: qualche pioggia in Toscana ed Umbria. Al sud: tempo stabile e caldo per il periodo.
Giovedì 8. Al nord: piogge sparse dalla sera, neve localmente in pianura sul Basso Piemonte. Al centro: piogge verso le regioni tirreniche. Al sud: bel tempo e clima caldo per il periodo.
Venerdì 9. Al nord: maltempo con neve fino ai 400 metri sulle Alpi. Al centro: piogge diffuse. Al sud: piogge in arrivo in Campania, soleggiato altrove.
Tendenza. Ciclone nel weekend con crollo termico, piogge e venti tesi; migliora domenica, specie al Nord-Ovest.

Clima, in Svezia +1,9° dal 1800 e -2 settimane di neve all’anno

La temperatura media della Svezia è aumentata di quasi due gradi Celsius dalla fine del XIX secolo e la copertura nevosa è diminuita di due settimane, mentre le precipitazioni sono aumentate.

La foto la scatta un nuovo rapporto sui cambiamenti climatici dell’Istituto meteorologico e idrologico svedese (SMHI). Secondo il dossier, tra il 1991 e il 2020 la temperatura media del Paese è stata superiore di 1,9 gradi rispetto al periodo compreso tra il 1861 e il 1890.

Lo SMHI ha osservato che la variazione è circa il doppio dei quella delle temperature medie globali nello stesso periodo. L’agenzia meteorologica ha dichiarato di non aver mai effettuato prima un’analisi così estesa, prendendo in considerazione così tanti indicatori diversi del cambiamento climatico. I risultati “mostrano chiaramente che il clima della Svezia è cambiato“, osserva Semjon Schimanke, climatologo e responsabile del progetto presso lo SMHI, in un comunicato.

Il clima più caldo con maggiori precipitazioni in Svezia è legato al riscaldamento globale osservato che deriva dall’influenza umana“, ha aggiunto Erik Kjellstrom, professore di climatologia allo SMHI. Non tutte le serie di osservazioni coprono lo stesso periodo, ha precisato l’agenzia meteorologica, notando che le precipitazioni sono aumentate dal 1930, passando da circa 600 millimetri a quasi 700 millimetri dal 2000. Al contrario, la copertura nevosa invernale nel Paese è diminuita in media di 16 giorni tra il 1991 e il 2020 rispetto al periodo 1961-1990.

Lo SMHI sottolinea che queste osservazioni sono medie annuali e che il quadro diventa più complesso se si considerano regioni o stagioni specifiche. “Ad esempio, l’aumento delle precipitazioni è legato principalmente all’aumento delle precipitazioni in autunno e in inverno, mentre non ci sono tendenze evidenti in primavera e in estate“, ha detto lo SMHI, aggiungendo che “i cambiamenti negli estremi sono generalmente più difficili da identificare“.

Il vertice delle Nazioni Unite sul clima (COP27) si è concluso in Egitto questo fine settimana. Se da un lato ha prodotto un accordo storico sulle misure di finanziamento per aiutare i Paesi vulnerabili a far fronte agli effetti del cambiamento climatico, dall’altro è stato criticato per la sua mancanza di ambizione nella riduzione delle emissioni.