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Torino punta su ambiente e sostenibilità per ‘rimettersi in moto’

Un anno di azioni, di interventi, anche di rischi presi, per “rimettere in moto Torino” su quattro direttrici: sviluppo, cura, coesione. Ma soprattutto, sostenibilità. A 12 mesi, o poco più, dalla sua elezione, il sindaco Stefano Lo Russo illustra quanto fatto e i progetti da venire. Un anno, spiega, condizionato dall’emergenza pandemica Covid-19 e dalla guerra in Ucraina, con i conseguenti effetti sul caro materiali e sul caro energia. Un’emergenza, quella del caro bollette, che per il solo Comune di Torino “ha visto rincari del 71% per quella elettrica (da 21,9 a 37,4 milioni) e di ben il 172% per il riscaldamento (da 25,7 a 70,1 milioni)”. A luglio scorso, però, ha annunciato il primo cittadino, il Comune ha dato vita a un grande piano di Efficientamento energetico – che prevede interventi di riqualificazione energetica su oltre 800 edifici comunali con un investimento di oltre 110 milioni. Un piano di interventi che darà benefici strutturali e permanenti. Non solo il 33% di risparmio energetico annuo per il Comune ma anche enormi benefici ambientali per la Città. Che, ricorda, è una di quelle in Italia con la qualità dell’aria peggiore. “Stiamo parlando di oltre 20.000 Tonnellate di CO2 emessa in meno ogni anno. È come togliere, di colpo, 16.000 auto dalle nostre strade, o piantare 2 mln di alberi“, commenta Lo Russo.

I costi triplicati delle bollette non hanno fermato l’amministrazione che ha continuato a guardare all’ambiente e alla transizione ecologica, che ha nella riconversione del sito industriale di Mirafiori il suo cuore pulsante, con l’hub dell’economia circolare, frutto all’accordo con Stellantis e Regione Piemonte. Ma la trasfomazione di un luogo ha poi bisogno di trasporti adeguati, ecco perché il Comune ha avviato importanti investimenti nel settore della mobilità e trasporti per 184,9 milioni che “verranno spesi per la Sperimentazione del MAAS, Mobility as a Service e la creazione di Living Labper l’acquisto di 300 bus elettrici – spiega – per l’acquisto di 90 veicoli elettrici; per il rinnovamento del sistema di rilevazione del traffico. Procederemo poi nel 2023 alla riorganizzazione della rete di del trasporto pubblico locale in area urbana“.
In ambiente e sostenibilità verranno investiti altri 57,6 milioni per interventi di bonifica di siti inquinati; per un piano di manutenzione straordinaria del verde; sul progetto Valdocco Vivibile che prevede la riqualificazione del quartiere Valdocco; la realizzazione di aree verdi nel quartiere Vallette e per nuovi interventi di forestazione urbana. Sempre nel settore, aggiunge Lo Russo, “svilupperemo interventi nel settore dell’economia circolare per 2,0 milioni, in nuove infrastrutture verdi per 12,5 milioni; nelle comunità energetiche per 5,0 milioni e in interventi di adattamento urbano ai cambiamenti climatici per altri 6,5 milioni. per un totale di 26,0 milioni“.
Ma c’è un progetto su tutti che rappresenta il fiore all’occhiello degli investimenti, quello del Parco del Valentino che vale, da solo, 156,9 milioni. Il restauro di Torino Esposizioni e la realizzazione della Biblioteca civica, il restauro del Teatro e del Borgo medievale, il ripristino della navigazione sul Po nel tratto tra i Murazzi e Moncalieri e la sistemazione del Parco del Valentino sono uno dei progetti più importanti della Città.

È la Giornata mondiale contro la siccità: e in Italia scatta l’allarme

In Italia la grande sete avanza. Se la situazione al Nord è talmente grave da aver portato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, a chiedere a Roma lo stato di calamità per l’agricoltura, gli effetti della siccità iniziano a estendersi rapidamente anche al Centro. Più di un quarto del territorio nazionale (28%) è a rischio desertificazione e la siccità è “solo la punta dell’iceberg di un processo che mette a rischio la disponibilità idrica nelle campagne e nelle città“, denuncia Coldiretti.

La situazione a livello nazionale è monitorata con molta attenzione dagli osservatori permanenti sugli utilizzi idrici che sono stati istituiti con protocolli d’intesa inter-istituzionali con le amministrazioni locali competenti. Lo scenario è uno dei peggiori che si possano prevedere“, informa il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Il ministero sta costituendo un tavolo politico istituzionale “di alto profilo alla presenza di tutte le autorità di bacino per fare un quadro d’insieme sulla scala dell’intero Paese, l’attenzione è costante“, assicura. L’obiettivo a stretto giro sarà ridurre le perdite di acqua e potenziare la collezione di acque piovane, creando un certo numero di bacini: “Basterebbe un quarto della piovosità nazionale per soddisfare il fabbisogno agricolo“, afferma il ministro.

L’Autorità distrettuale del fiume Po la definisce “la peggior crisi da 70 anni: “La portata del fiume sarà ancora più bassa nelle prossime settimane“, avverte il segretario Meuccio Berselli. Il delta è stato “conquistato” ormai per 30 chilometri dalla risalita del cuneo salino e lungo tutta l’asta registra una “magra” epocale.

Ai sindaci di un centinaio di Comuni piemontesi e di almeno 25 Comuni della provincia di Bergamo è stato già chiesto di emanare ordinanze per il contingentamento dell’acqua. In Lombardia i produttori idroelettrici da oggi aumentano i rilasci dell’acqua a supporto dell’agricoltura.

È una situazione complessa soprattutto nelle parti montane e pedemontane del nostro territorio, l’assenza di precipitazioni nevose in inverno e la siccità prolungata poi hanno svuotato i serbatoi idrici“, aveva spiegato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Che non aveva immediatamente lanciato l’allarme sul capoluogo, ma che aveva spiegato che “ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante questo bene prezioso e di quanto sia importante la programmazione“. E non aveva negato il rischio di stato di calamità: “È inutile affermare il contrario. Al momento la situazione è sotto controllo, noi come città metropolitana abbiamo chiesto ai colleghi sindaci di emettere ordinanze sul contingentamento. Aiuteranno, ma dobbiamo metterci in sicurezza qualora questo periodo dovesse continuare”.

L’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche evidenzia in maniera massiva le conseguenze dei cambiamenti climatici sull’intera Penisola. Il secondo fiume della Toscana, l’Ombrone, è ridotto ormai a uno “stato torrentizio” dopo mesi di sofferenza. La portata è di 890 litri al secondo, quando il minimo per garantire la vita in alveo è indicato in 2mila litri al secondo. Nelle Marche, il fiume Sentino tocca già il minimo storico (-37 centimetri), registrato nell’Agosto 2021, anno considerato idricamente critico per la regione; anche Esino e Nera sono ai livelli più bassi degli ultimi cinque anni. In Umbria, i il fiume Tevere, nel suo tratto iniziale, registra il livello più basso (35 centimetri) dal 1996. Continua a restare basso nel Lazio, dove però è ancora più grave la situazione dell’Aniene, ridotto ad una portata di circa 3mila litri al secondo contro una media di oltre 8mila. Non va meglio ai laghi: in una settimana, il Maggiore si è abbassato di 20 centimetri, il Lario di oltre 30 e l’Iseo di 7. In Lombardia sono ormai completamente esaurite, con due mesi d’anticipo, le riserve di neve.

Sulla situazione e le possibili soluzioni, oggi, giornata mondiale della Siccità e della desertificazione, si tiene un convegno alla Camera con Federica Daga e il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli.

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