Meloni a Tripoli: Libia priorità per Italia e Ue. Ita tornerà a collegare i due Paesi

Quarta missione a Tripoli per la premier, Giorgia Meloni, che questa volta sceglie di partecipare al Business Forum Italia-Libia, accompagnata dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso. La mission è rafforzare la cooperazione tra i due Paesi: una “scelta politica molto precisa del nostro governo“, spiega Meloni, che giura di considerare il rapporto con la Libia “una priorità per l’Italia e una priorità per l’Europa“.

Otto gli accordi che porta a casa, in settori chiave che rafforzeranno l’interscambio. “Oggi poniamo le basi per una fase nuova delle nostre relazioni, con la consapevolezza che sono nazioni amiche, che i nostri destini sono intrecciati e che siamo molto più legati di quello che noi ricordiamo“, scandisce Meloni dal palco del Forum. L’evento torna a svolgersi in Libia dopo oltre 10 anni, per una decisione presa, secondo quanto filtra da fonti italiane, dalla premier e dal primo ministro del Governo di Unità Nazionale libico, Abdulhameed Mohamed Dabaiba, nel corso del loro incontro di maggio a Tripoli.

Oltre 200 le aziende presenti all’incontro, con i ceo giunti a Tripoli da Roma con un volo charter messo a disposizione da Ita Airways. Ed è durante il suo intervento che Meloni annuncia “fiera” che la compagnia aerea italiana tornerà a collegare le due nazioni con voli diretti, a partire da gennaio 2025. “Sono anche fiera che l’Italia sia stata la prima nazione a cancellare il parere negativo sui viaggi d’affari in Libia“, rivendica la premier.

La giornata è scandita da plenarie dedicate al contesto economico e produttivo italiano e libico, tavoli settoriali per energia, pesca e agroindustria, sanità e farmaceutica e infrastrutture e design, con una sessione dedicata alla formazione universitaria e tecnica e incontri business to business. A margine del forum, i primi ministri si riuniscono in un bilaterale che si focalizza sulla gestione dei fenomeni migratori. Meloni, riportano le fonti, “sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi nel contrasto al traffico di esseri umani e, al contempo, di rafforzare la cooperazione con le Nazioni d’origine e di transito nel quadro del Processo di Roma e del Trans-Mediterranean Migration Forum di Tripoli dello scorso luglio“. Unanime è anche la volontà di collaborare con l’obiettivo di creare “partenariati egualitari con le nazioni africane” nella cornice dei progetti avviati dal Piano Mattei.

La premier italiana ribadisce il sostegno agli sforzi dell’Onu per il rilancio di un processo politico che porti alla riunificazione delle parti. “La mia presenza qui è anche per ribadire l’impegno governo italiano di essere al fianco della Libia e del suo popolo in una fase di ricostruzione”, dice la presidente del Consiglio, ricordando che per l’Italia, la Libia rappresenta “un partner economico di prima grandezza“. I dati parlano da soli: “Nel triennio 2020-2023 i flussi sono più che triplicati, passando da 2,6 a 9,1 miliardi di euro – chiosa -. Nel primo semestre del 2024 l’interscambio è aumentato ancora, l’Italia è il principale importatore della Libia, il terzo esportatore e il primo investitore in settore energetico”.

In ambito energetico, Libia e Italia sono già connesse dal gasdotto Greenstream, da cavi dati sottomarini, ma, assicura Meloni, “ci sono ottimi margini per costruire insieme nuove opportunità anche da questo punto di vista”, perché rafforzare le connessioni, osserva, “vuol dire anche assicurare un collegamento diretto tra le due nazioni che sia al servizio dei nostri cittadini e delle nostre imprese“.

La premier considera l’Italia la “porta privilegiata di accesso“, per la Libia, a uno dei più grandi mercati energetici del mondo, quello europeo, fatto da 500 milioni di consumatori. Un ponte naturale tra l’Europa, il Mediterraneo allargato, l’Africa e il Medio Oriente. Una doppia opportunità, per Roma: “Lavorare per diventare uno snodo per i flussi energetici, hub di produzione e distribuzione ed essere il perno di congiunzione e collegamento di nuove interconnessioni, che devono essere infrastrutturali ed economiche“. Tutte vocazioni a cui il governo dà voce anche attraverso il Piano Mattei per l’Africa.

Italia-Libia, Meloni a Tripoli per il Business Forum: accordi nei settori chiave

Il legame tra Roma e Tripoli si stringe. Domani Giorgia Meloni sarà al Business Forum Italia-Libia, organizzato dalla Camera di commercio paritetica. Al centro, alcuni settori chiave, dall’energia alla pesca e agroindustria, dalla sanità e farmaceutica alle infrastrutture e il design. Un focus a parte sarà dedicato all’università e alla formazione professionale.
I gruppi industriali saranno protagonisti della cooperazione bilaterale e le agenzie dei due Paesi saranno attive nel supporto all’internazionalizzazione delle imprese.

Dalla Libia l’Italia importa principalmente petrolio ed esporta materie prime industriali, apparecchiature meccaniche e prodotti agroalimentari. L’Italia anche nei primi sei mesi del 2024 si è confermata principale partner commerciale del Paese, primo paese di destinazione dell’export libico e terzo fornitore, con una quota di mercato prossima al 12%, in aumento rispetto al 2023.

Per questo, dalla missione del governo italiano a Tripoli nascerà un Memorandum of Understanding tra le Camere di commercio dei due Paesi, rappresentate da Unioncamere e dalla General Libyan Union of Chambers of Commerce, Industry and Agriculture. Lo scopo è principalmente quello di promuovere lo sviluppo delle piccole e medie imprese attraverso lo scambio di informazioni e delegazioni imprenditoriali; la diffusione di competenze tecniche, know-how e opportunità di formazione; lo sviluppo di progetti e di iniziative comuni. Una collaborazione che prevederà un programma di partnership e capacity building per avere un effetto moltiplicatore sulle imprese e sul sistema economico, con attività di formazione, training e diffusione di best practices.

A presidio delle attività, viene istituita una Task Force con tre rappresentanti per parte per gestire le attività previste dall’accordo. “Sono molti i settori produttivi nei quali la collaborazione tra il sistema camerale italiano e quello libico potrà risultare reciprocamente molto fruttuosa”, sottolinea il vice presidente vicario di Unioncamere, Antonio Paoletti. “Tra questi certamente quelli riguardanti il digitale, l’energia e la sostenibilità, l’istruzione e ricerca, le infrastrutture e il turismo”. “Il Business Forum Italia-Libia è una importante occasione di incontro tra le due comunità economiche”, osserva Nicola Colicchi, presidente della Camera di commercio Italo-Libica. “Alla sua organizzazione la Camera Italo-Libica ha lavorato attivamente, supportando e fornendo assistenza tecnica alle Autorità di entrambi i Paesi”.

Intanto, l’intesa si stringe anche a livello energetico. Eni e BP hanno ripreso le loro attività di esplorazione in Libia dopo aver interrotto le operazioni di perforazione nella regione onshore dal 2014. Repsol si prepara inoltre a riavviare le perforazioni nel bacino di Murzuq e OMV è pronta a iniziare le operazioni nel bacino di Sirte nelle prossime settimane, fa sapere la National Oil Corporation libica

Meloni in Libia rilancia Piano Mattei: Con Africa cooperazione strategica

Giorgia Meloni vola a Tripoli per il Trans-Mediterranean migration forum. La Libia chiede aiuto sui migranti e la premier approfitta del palco per rilanciare il Piano Mattei.

Per affrontare seriamente il problema, è convita, serve un “approccio a 360 gradi“, perché con l’Africa l’approccio predatorio “è sicuramente sbagliato“. Parte tutto da lì, spiega: “Il modo giusto di collaborare è una cooperazione tra pari, strategica“.

In altre parole, bisogna portare nel Continente investimenti, per evitare che la gente sia costretta a lasciare le proprie case in cerca di un futuro migliore e “risolvere i problemi di entrambi“. Un esempio? L’energia. Con l’invasione della Russia in Ucraina, tutta l’Europa ha risentito di una crisi senza precedenti, “ma ogni crisi nasconde anche un’opportunità“, osserva Meloni. Tutto quello che Roma ha fatto è stato porre le basi per diversificare le fonti, ma anche i fornitori. Così, l’asse strategico per l’Europa e per l’Italia in primis, data la sua posizione geografica, si sposta da Est a Sud, perché, sottolinea la presidente del Consiglio, “l’Africa è potenzialmente un grande produttore di energie“.

A Tripoli, Meloni viene accolta dal primo ministro del Governo di Unità Nazionale Abdulhameed Dabaiba. Con lei, c’è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il Forum riunisce i Paesi dell’area Mediterranea, dell’Africa Subsahariana, la Commissione europea e le organizzazioni internazionali, “pienamente in linea con il metodo di lavoro che l’Italia ha adottato a partire dall’insediamento del Governo Meloni nel 2022, come dimostrano la Conferenza di Roma del luglio 2023 e il lancio del Piano Mattei”, conferma Piantedosi.

L’inquilino del Viminale ribadisce che è “essenziale passare da una cooperazione tattica tra singoli Paesi a un approccio regionale strategico“. L’obiettivo comune non è quello di “alleggerire la situazione migratoria dell’Italia o dell’Europa”, assicura, ma quello di “creare le condizioni per una riduzione di carattere regionale dei flussi illegali a beneficio di tutti i Paesi“. La presenza a Tripoli del vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e il lancio lo scorso novembre a Bruxelles dell’Alleanza Globale per contrastare il traffico di migranti, osserva Piantedosi, “testimoniano che il contrasto ai trafficanti è uno dei terreni sui quali l’UE vuole impegnarsi, proprio perché soltanto attraverso una azione comune potremo sconfiggere la criminalità internazionale”.

Il tema sarà al centro del G7 dei Ministri dell’Interno che si terrà a Mirabella Eclano, dove il ministro ha invitato alcuni Paesi della sponda sud del Mediterraneo, proprio per sviluppare il dialogo strategico e per lanciare un Piano d’azione per il contrasto al traffico di esseri umani sulla base delle direttrici fornite dal G7 dei Primi Ministri lo scorso giugno. “Sarà sempre più utile – afferma – ragionare su nuovi modelli di partenariato per gestire i flussi illegali”.

Piano Mattei, Meloni in Libia: migranti, stabilità e intese su ricerca, salute, sport

Prosegue la messa a terra del Piano Mattei per l’Africa. Questa volta, Giorgia Meloni vola a in Libia: tappa prima Tripoli, per incontrare il primo ministro del Governo di Unità Nazionale, Abdul Hamid Mohammed Dabaiba, e il presidente del Consiglio presidenziale, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi. Poi la premier si sposta a Bengasi, per incontrare il generale dell’Esercito Nazionale Arabo di Libia, Khalifa Belqasim Haftar. Perché, spiegano fonti italiane, Roma “tiene a lavorare con tutti gli attori“.

Il tema chiave resta la gestione dei fenomeni migratori. “Si tratta di una cooperazione ormai consolidata che ha prodotto significativi risultati“, trapela. Meloni ritiene la Libia “un partner cruciale nel quadro del Processo di Roma che mira ad affrontare le cause profonde dei movimenti migratori“, viene ribadito. La presidente del Consiglio sollecita quindi un impegno libico all’interno dei gruppi di lavoro avviati e nelle prossime settimane verranno individuati i primi progetti concreti da attuare in Africa.

Gli incontri sono l’occasione per ribadire l’impegno dell’Italia per la stabilità della Libia, anche sostenendo gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite che dovranno condurre a elezioni presidenziali e parlamentari. Un impegno che si muove anche a livello internazionale, con i principali partner europei e atlantici, per promuovere un approccio “unitario e non divisivo” della comunità internazionale verso la Libia. In particolare, Meloni si impegna a rafforzare il dialogo tra Unione Europea e Libia, anche nel quadro del più ampio sforzo del Governo per un nuovo paradigma nei rapporti tra Ue e Nord Africa. A entrambe le parti, Meloni ribadisce l’importanza di far progredire il “processo politico”, preservando l’unità delle istituzioni, e di lavorare per “porre fine alla presenza di forze straniere” nel Paese.

Con Haftar, la premier discute anche della ricostruzione di Derna, colpita nel settembre 2023 da una alluvione devastante, ricordando l’impegno immediato dell’Italia, attraverso le forze armate, la protezione civile e gli aiuti umanitari, e sottolineando come il mondo imprenditoriale italiano possa “offrire competenze preziose” per l’attività di ricostruzione. Al centro, le iniziative italiane nel settore dell’agricoltura e della salute che interessano anche l’area della Cirenaica.

Con lei, in Libia, tre ministri: Orazio Schillaci (Salute), Anna Maria Bernini (Università e Ricerca) e Andrea Abodi (Sport). Altrettante sono le dichiarazioni di intenti che i ministri siglano con i propri omologhi.

Sul fronte della salute, bambini libici gravemente malati sono stati e saranno curati in Italia per malattie molto gravi; un’iniziativa per 3,2 milioni di euro ha permesso di sostenere tre ospedali pediatrici in Libia; 3 milioni di euro sono stati stanziati per attività di formazione rivolte al personale libico nell’ottica di creare sostenibilità a medio termine. La dichiarazione di intenti adottata mira a far progredire la cooperazione, favorendo un maggiore accesso alle cure indifferibili in Italia, soprattutto per i malati in età pediatrica, organizzando missioni di medici in Libia e aumentando ulteriormente le offerte di formazione, in Italia come in Libia, rivolte al personale libico della salute.

Sempre nel quadro del Piano Mattei, la cooperazione bilaterale nella formazione superiore e nella ricerca scientifica sono elementi strategici nella creazione di sviluppo sostenibile nelle Nazioni partner. La dichiarazione di intenti adottata da Bernini con la controparte libica definisce con maggior precisione gli ambiti di cooperazione prioritaria in vista di future più dettagliate intese. Tra le attività individuate l’aumento della mobilità internazionale di studenti, ricercatori e docenti, anche sfruttando programmi come Erasmus+, e attività di ricerca congiunta in settori chiave per i due Paesi come le energie rinnovabili, l’agri-food, la blue economy, la valorizzazione del patrimonio culturale.

Sul versante dello sport e delle politiche giovanili, il ministro Abodi e i suoi omologhi hanno individuato come priorità la realizzazione e riqualificazione delle infrastrutture sportive di base nelle comunità libiche e lo sviluppo di programmi di volontariato e servizio per promuovere l’inclusione sociale giovanile. Attorno a queste priorità potranno quindi essere sviluppati dei progetti comuni, sfruttando anche le risorse del Piano Mattei.

Intanto, a Roma, domani alla Farnesina, il ministro degli Esteri Antonio Tajani apre il forum Confindustrie d’Africa, organizzato in collaborazione con Confindustria Assafrica & Mediterraneo e con il supporto di Agenzia Ice, e vedrà la partecipazione dei rappresentanti di 47 associazioni imprenditoriali africane, provenienti da 21 Paesi fra cui Senegal, Nigeria, Kenya, Niger e Costa d’Avorio, e degli esponenti delle omologhe associazioni italiane. Nel corso del Forum verrà illustrato il rafforzamento della rete del Sistema Italia in Africa, con le aperture degli uffici Ice a Dakar, Lagos e Nairobi, l’osservatorio Ice a Niamey e quello di prossima apertura ad Abidjan. Nel corso dell’evento, saranno firmati cinque protocolli di Intesa tra Cassa Depositi e Prestiti e le Banche Multilaterali di Sviluppo presenti al Forum, per individuare aree di possibile collaborazione in Paesi di interesse comune, identificare possibili progettualità da co-finanziare e promuovere incontri di match-making con controparti locali. “L’Africa, che presenta straordinarie opportunità di collaborazione in molteplici settori, è una priorità della politica estera italiana che ho voluto porre al centro della nostra Presidenza G7”, commenta Tajani, che conferma lo sforzo impresso dall’inizio del mandato per avviare una nuova fase del partenariato economico con il Continente.