G7 Ambiente verso ‘accordo storico’: addio al carbone entro 2035. In serata scontri a Torino

G7 verso un accordo ‘storico’. I ministri dell’Ambiente e dell’Energia riuniti a Venaria sono vicini a un‘intesa sull’addio al carbone nella produzione di energia tra il 2030 e il 2035. Sulla spinta dell’Onu, ad aprire la strada “con azioni più ambiziose”, alle porte di Torino si lavora alacremente per arrivare a un testo comune in vista della dichiarazione finale, attesa martedì alla fine della seconda giornata di summit. “Abbiamo una grande responsabilità. La comunità internazionale attende un nostro messaggio”, sottolinea Gilberto Pichetto Fratin aprendo, alla Reggia, la riunione dei ministri.

A fronte di una fuga in avanti, a ministeriale ancora in corso, del ministro britannico Andrew Bowie, che parla del raggiungimento di un accordo storico “per abbandonare il carbone nella prima metà degli anni 2030”, il padrone di casa è più cauto. Al momento, infatti, sembra vi sia un accordo di tipo tecnico, e si stia lavorando per raggiungere un’intesa politica. “Manca il timbro dell’accordo politico tra Paesi”, conferma il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica che presiede i lavori.
Il peso ‘politico’ del vertice si vedrà dunque martedì, con la dichiarazione finale. Il dibattito è incentrato sulla data: alcuni paesi come la Francia stanno conducendo una campagna affinché il G7 abbandoni il carbone entro il 2030, ma il Giappone in particolare, dove un terzo della sua elettricità proviene dal carbone, è riluttante a fissare una scadenza. Così come la Germania. L’Italia, dal canto suo, punta a essere un’apripista, con un phase-out fissato “in tempi brevissimi”. “Può essere l’anno prossimo o anche prima”, spiega Pichetto. Il dubbio è dettato dalla condizione geopolitica. Di fatto, racconta, “c’è un atto di indirizzo firmato da me che dà la riduzione al minimo delle produzioni di carbone di due centrali di Civitavecchia e Brindisi a fine settembre. Ho optato per la riduzione al minimo perché c’era il grande dubbio che potesse succedere qualcosa sul quadro geopolitico internazionale”.

Sul tavolo del G7 anche temi come la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento per i sistemi di energia rinnovabile, così come il riutilizzo dei minerali, per dipendere meno dalla Cina, che domina il settore delle tecnologie verdi. Secondo l’Italia, terre rare ed energie rinnovabili saranno al centro dei colloqui con le delegazioni africane invitate a Torino. Sul tema del rapporto con le nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti, Pichetto annuncia tre priorità: “concretezza, cooperazione in particolare con l’Africa, un approccio pragmatico e non ideologico secondo il principio di neutralità tecnologica”. Sull’Africa, in particolare, il ministro ribadisce “la necessità di partenariati di tipo non predatorio”, così come vuole il Piano Mattei. Più in generale, tra i temi al centro della due giorni torinese, il ministro parla di “rinnovabili, efficienza energetica, uscita progressiva dai fossili, biodiversità, ma anche ricerca per il nucleare di nuova generazione, fusione, economia circolare, materie prime critiche, biocarburanti”. 

Inoltre, Canada, Francia, Germania e Regno Unito, che spingono per l’adozione di un trattato per ridurre l’inquinamento da plastica, hanno intenzione utilizzare il G7 per cercare di mobilitare Usa e Giappone, che sono più riluttanti. Secondo una fonte francese, il G7 dovrebbe impegnarsi a ridurre la produzione di plastica, presente ovunque nell’ambiente, dalle cime delle montagne al fondo degli oceani, oltre che “nel sangue degli esseri umani”. Per questo, “il G7 si impegna a ridurre la produzione globale di polimeri primari per porre fine all’inquinamento da plastica nel 2040”, come si legge in una bozza del comunicato finale.

A Torino, serata di tensioni  per il corteo promosso da centri sociali e collettivi studenteschi per protestare contro la presenza in città di ministri e delegazioni. Partito da Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, il corteo è stato bloccato più volte dalle forze dell’ordine che al lancio di bottiglie e uova hanno risposto con idranti e lacrimogeni. I manifestanti, per lo più appartenenti a centri sociali, tra cui Askatasuna, e a collettivi studenteschi hanno tentato a più riprese di raggiungere gli hotel che ospitano i ministri. Il corteo ha quindi sfilato per le vie intorno all’ateneo dietro lo striscione ‘Contro il G7 di guerre e devastazione. Fuori i ministri e zone rosse da Torino’, per poi sciogliersi verso le 22 davanti a Palazzo Nuovo da dove era partito. Al termine sarebbero una cinquantina le persone identificate per le quali potrebbe scattare la denuncia per violenza a pubblico ufficiale aggravata, lancio di oggetti e danneggiamento. Secondo i manifestanti tra loro ci sarebbero cinque feriti. Tre invece i contusi tra le forze dell’ordine. ‘‘Solidarietà alle forze dell’ordine che in queste ore stanno subendo gli attacchi violenti di un gruppo di manifestanti a Torino. Faccio appello a tutti: ogni contributo al confronto è prezioso purché sia portato in modo costruttivo e pacifico’‘, ha fatto sapere in una nota il ministro Pichetto, che aggiunge: ‘‘il G7 si appresta ad adottare una decisione storica sullo stop all’uso del carbone. È la dimostrazione dell’impegno concreto dei nostri Paesi nel contrastare il cambiamento climatico e nel proteggere l’ambiente”.
Oggi, Askatasuna ha indetto una conferenza stampa (alle 12 in via Accademia, a Torino) per “raccontare la verità” sulle proteste di ieri sera.

G7, a Venaria summit su Energia e Clima. Pichetto: “Idee chiare e risultati veri”

Materie prime critiche, economia circolare, Africa e Piano Mattei, biodiversità della terra e dei mari. Sul tavolo del G7 Clima, Energia e Ambiente, il 28 e 29 aprile nella Reggia di Venaria a Torino, c’è tanto di cui discutere. Sui temi energetici, terrà banco il passaggio dai fossili alle energie pulite. Nelle intenzioni di Gilberto Pichetto, il summit sarà “un ponte tra la Cop28 e la Cop29, con uno sguardo al prossimo G20“.

Tra gli invitati, infatti, oltre ai paesi del G7 e alla Commissione europea, ci saranno anche la delegazione emiratina che ha guidato Cop28 e quella azera che guiderà Cop29, così come il Brasile, prossima presidenza del G20. E, data l’importanza che assume il continente africano in ottica del Piano Mattei, saranno presenti la Mauritania, presidenza di turno dell’Unione Africana, il Kenya in rappresentanza dell’Africa subsahariana, l’Algeria, in rappresentanza del Maghreb, e la Banca Africana di Sviluppo.

Vogliamo imprimere una forte spinta allo sviluppo delle rinnovabili e allargare gli orizzonti a tutte le fonti che, con il supporto scientifico, possano garantirci la sicurezza energetica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi ambientali”, spiega Pichetto presentando l’iniziativa nella nuova sede della Stampa Estera, a Roma. A Venaria, garantisce, “l’Italia arriva con idee chiare e con la determinazione necessaria per rendere questo G7 portatore di risultati reali e ambiziosi”.

I gruppi di lavoro a cui hanno preso parte i negoziatori dei rispettivi Paesi hanno definito in questi mesi i temi al centro del Comunicato finale, che traccerà il percorso verso le prossime scadenze globali. Per la parte Ambiente, il focus sarà su consumo e produzione sostenibili, economia circolare ed efficienza delle risorse, con particolare riferimento al tema del riciclo delle materie prime critiche e della circolarità nell’industria tessile e nella moda. Verranno poi affrontati gli ambiti legati al contrasto dell’inquinamento per natura e persone, la biodiversità, gli ecosistemi, il mare e gli oceani. Centrale sarà il tema dell’uso sostenibile delle risorse idriche. Particolare rilievo avrà la collaborazione con Paesi terzi, in particolare con l’Africa su temi trasversali quali il contrasto al degrado del suolo e la lotta alla desertificazione, l’uso delle tecnologie avanzate per il monitoraggio e la prevenzione degli effetti dei cambiamenti climatici e la sostenibilità delle filiere produttive.

Nella sessione Clima ed Energia, si affronterà il tema della ‘Net-zero’ agenda, con obiettivi volti a potenziare i sistemi di accumulo e flessibilità, in modo da gestire il forte apporto delle rinnovabili. Al centro anche il potenziamento dell’efficienza energetica e il rafforzamento della sicurezza, in particolare per la catena di approvvigionamento dei minerali critici necessari per lo sviluppo delle rinnovabili. E ancora, puntare su nuove tecnologie energetiche tra cui ricerca e sviluppo del nucleare sostenibile, ridurre le emissioni di metano e promuovere la collaborazione con i Paesi terzi, specie con quelli più vulnerabili e con gli Stati africani, sul fronte dello sviluppo di risorse energetiche, infrastrutture locali e adattamento.