Torna l’anticiclone africano: temperature oltre i 20 gradi al Sud Italia

Nel corso della settimana appena iniziata un caldo davvero anomalo avvolgerà l’Italia a causa dell’incedere dell’Anticiclone Africano: il protagonista delle ultime estati, ha deciso di farci visita in anticipo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che già nella giornata odierna un vastissimo campo di alta pressione di origine africana, accompagnato da aria calda in quota, si espanderà sull’Europa centro-occidentale, bloccando di fatto qualsivoglia perturbazione atlantica o irruzione di aria fredda in discesa dal Polo Nord. Solamente nella serata odierna qualche piovasco potrà raggiungere la Liguria di Levante, la Toscana e la Romagna, prima di un rapido miglioramento anche su queste zone.

L’anomalia più rilevante riguarderà il campo delle temperature: solitamente questo è uno dei periodi più freddi dell’anno e invece sono attesi, pensate, scarti rispetto alla media climatica di +10°C, proprio sul bacino del Mediterraneo. Questo scenario del tutto anomalo e segno evidente dei cambiamenti climatici in atto persisterà per gran parte della settimana: registreremo infatti un’assenza pressoché totale di precipitazioni e, soprattutto, un caldo fuori stagione. La giornata più calda sarà molto probabilmente giovedì 25 gennaio, con punte massime fin verso i 20°C in particolare al Centro Sud (lato tirrenico) e sulle due Isole Maggiori, ma registreremo valori piuttosto miti anche sul resto del Paese, di certo tutt’altro che invernali. Per esempio lo zero termico sulle Alpi di Nord Ovest lo troveremo solamente oltre i 3500/4000 metri, una follia in questo periodo dell’anno.

Questa stasi atmosferica non sembrerebbe cambiare nemmeno per i ‘giorni della merla’ (29-30-31 gennaio), tradizionalmente i più freddi dell’inverno.

Dopo la Befana, il ciclone canadese porta neve su Alpi e Appenini

Dopo 20 giorni di calma piatta con l’Anticiclone Africano e con temperature anomale, caldissime per il periodo, qualcosa si sblocca. In queste ore un ciclone colmo di aria fredda si è messo in moto dal Canada verso Est e ha già raggiunto la Groenlandia. Questo vortice raggiungerà l’Italia nel weekend riportando la neve sulle Alpi, anche abbondante. Qualche fiocco finalmente scenderà anche sulla dorsale appenninica. Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, indica nella perturbazione canadese groenlandese la responsabile del peggioramento italiano del prossimo fine settimana. Dopo 4 giorni di lungo ma veloce viaggio, questa perturbazione infatti raggiungerà il settore occidentale italiano tra sabato e domenica, scivolando in seguito anche verso le regioni meridionali. Sono attese piogge diffuse, nevicate oltre i 900 metri sulle Alpi, qualche fiocco a quote medio-alte anche sulla dorsale appenninica ma soprattutto tanto vento che ripulirà l’aria dall’inquinamento opprimente di fine 2022 e inizio 2023.

Nel dettaglio, nelle prossime ore l’Anticiclone Africano porterà ancora condizioni stagnanti, con pochi sussulti meteo: nubi basse e nebbie stazioneranno in Val Padana, cieli grigi si presenteranno anche al Centro e al Sud a tratti, mentre la qualità dell’aria peggiorerà ancora. La giornata festiva dell’Epifania vedrà una situazione simile, con cieli grigi, più probabili in Pianura Padana, tra Toscana, Umbria, Lazio e in Sardegna dove non sono esclusi dei piovaschi. Dal weekend 7-8 gennaio cambierà tutto, il ciclone canadese groenlandese penetrerà nel Mediterraneo causando un drastico crollo della pressione in Italia, dagli attuali 1030 hPa (o millibar che è equivalente) ai previsti 1005 hPa. Questa variazione significativa sarà associata al peggioramento suddetto con piogge diffuse, neve e vento.

Per sabato le piogge si concentreranno tra Toscana, Liguria e Lombardia come successo negli ultimi giorni; domenica 8 gennaio il maltempo raggiungerà tutto il Nord, il settore tirrenico dalla Toscana alla Campania e la Sardegna. Il resto della Penisola vedrà arrivare la pioggia nella giornata di lunedì: entro la prossima settimana le temperature torneranno intorno ai valori medi del periodo con la neve che farà la sua comparsa anche sugli Appennini.
Nel dettaglio, venerdì 6, nebbia o nubi basse in pianura, soleggiato in montagna per quanto riguarda il Nord; al centro cielo molto nuvoloso, a tratti coperto, mentre al Sud il cielo sarà a tratti nuvoloso. Sabato 7, prime piogge al Nord-Ovest; al Centro, cielo a tratti nuvoloso, specie sulle tirreniche con piogge in arrivo e soleggiato al Sud.
Tendenza. Prima perturbazione atlantica da domenica con piogge diffuse, neve sulle Alpi.

Ecco ‘gennarzo’, con temperature invernali simil-africane di 10° sopra la media

Zanzare a gennaio in Italia, minime di 10 gradi e massime oltre i 20 gradi. Il clima del nostro Paese sembra quello dell’Egitto in inverno: i valori notturni sono circa 9 gradi più alti della media, durante il giorno possiamo tranquillamente girare con una felpa di cotone anche in montagna. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che il caldo anomalo è padrone non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa centro settentrionale con massime che hanno toccato 19 gradi in Polonia, 18 gradi in Germania e persino 15 gradi in Lituania oppure 13 in Danimarca. In queste ore le anomalie termiche, cioè le temperature superiori alla media del periodo, insistono ancora su tutto il Continente a eccezione di Lapponia, parte della Norvegia, Scozia e Irlanda. Responsabile di questo caldo anomalo, lo sappiamo, è l’Anticiclone Africano che domina e dominerà la scena per tutta questa settimana; al momento sembra che da domenica 8 gennaio qualcosa cambierà, ma attendiamo conferme. In questo contesto simil-africano invernale, le temperature medie ricordano più marzo o aprile rispetto al tipico freddo gennaio, potremmo chiamare questo mese ‘Gennarzo’: anche l’anno scorso la situazione fu simile, con un periodo invernale caldo che, in quel caso, non ebbe particolari scossoni freddi nemmeno nei mesi seguenti. Per questo inverno le previsioni stagionali e sub-stagionali prevedono un trimestre in generale sopra la media termica, con una blanda possibilità di un leggero calo delle temperature da metà mese e con qualche spiffero più freddo a marzo.

Al momento, quello che è certo, è che il freddo in Italia non arriverà prima di 10 giorni, anche perché il gelo non è presente nemmeno nelle aree polari: a Capo Nord abbiamo delle piogge con temperature sopra gli zero gradi e le anomalie termiche delle aree artiche oscillano in questi giorni sui +3°C rispetto alla media. Nonostante il caldo Anticiclone Africano presente, deboli piogge potrebbero comunque interessare la Liguria, il Piemonte sud-orientale e i settori pianeggianti e prealpini della Lombardia con la prima blanda perturbazione del 2023; la ragione di queste piogge delle prossime ore è da ricercare nella disposizione dell’alta pressione. L’Anticiclone si sviluppa da Sud-Ovest verso Nord-Est, in pratica dall’Algeria verso i Balcani e poi verso l’Ucraina, lasciando un po’ scoperto il settore occidentale europeo e parte del nostro Nord-Ovest.
Su queste zone scoperte, deboli infiltrazioni umide provocano piovaschi isolati, mentre le perturbazioni organizzate transitano convinte solamente dalle Isole Britanniche verso il Mare del Nord.
Da domenica 8 è previsto un generale calo dell’alta pressione con l’arrivo di piogge diffuse. Per il vero freddo però sembra che ci sia da aspettare ancora un bel po’.

La maggiore stabilità atmosferica dovuta alla presenza di un’area anticiclonica purtroppo va a incidere anche sulla qualità dell’aria favorendo l‘accumulo di smog nei bassi strati con conseguente peggioramento della qualità dell’aria, in particolare intorno alle grandi aree urbane come Milano, Torino, Bologna e Roma. Si registrano infatti già condizioni “pessime” con ripercussioni pure sulla nostra salute: da non sottovalutare il rischio di malattie alle alte vie respiratorie (soprattutto in persone fragili come bambini e anziani).
Va detto che la Pianura Padana per la sua conformazione geografica, che la vede “chiusa” tra la catena alpina e quella appenninica, in caso di condizioni anticicloniche persistenti, come succede spesso in inverno o in estate, può incorrere facilmente in situazioni di inquinamento acuto nelle aree urbane, a causa della scarsa ventilazione e di un pessimo rimescolamento dell’atmosfera in prossimità del suolo. Solamente l’arrivo di una perturbazione atlantica potrebbe scardinare questa sorta di gabbia infernale e contribuire a rendere meno problematica la situazione, le precipitazioni infatti aiutano a “pulire” l’atmosfera, ma per l’arrivo di un fronte perturbato si dovrà attendere ancora qualche giorno.

Nel dettaglio, martedì 3 al nord ci saranno piogge modeste nella zona Ovest, coperto e nebbioso altrove; qualche pioggia in Toscana per quanto riguarda il Centro, cielo poco nuvoloso al Sud. Mercoledì 4, nebbia o cielo coperto in pianura, soleggiato in montagna per quanto concerne il Nord; al Centro, cielo a tratti nuvoloso, specie sulle tirreniche; bel tempo prevalente al Sud.  Infine, nebbia o nubi basse in pianura, soleggiato in montagna al Nord nella giornata di giovedì 5, quando al Centro il cielo si presenterà a tratti nuvoloso, specie sull’Alta Toscana; al Sud, prevalenza di bel tempo.
La tendenza è che l’Anticiclone sarà sempre presente su gran parte dell’Italia, per tutta la settimana.

La prima perturbazione del 2023 ferisce l’anticiclone africano

Dopo uno dei Capodanni più anomali dal punto di vista meteorologico, i primi giorni del 2023 saranno ancora contraddistinti dall’imponente presenza dell’anticiclone africano che, però, verrà temporaneamente ferito dall’arrivo di una debole perturbazione. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it spiega che “nella prima settimana dell’anno, dopo un lunedì ancora con un’atmosfera stabile su gran parte delle regioni, martedì una coraggiosa, ma piuttosto debole perturbazione atlantica, approfitterà di una breve fase di stanca dell’alta pressione”.

Le conseguenze sono chiare: piogge modeste a carattere sparso interesseranno gran parte del Nordovest, quindi Liguria, Piemonte centro-orientale e tutta la Lombardia; piovaschi, invece, bagneranno la Toscana e la Venezia Giulia. Altrove il tempo continuerà a essere stabile, quindi con sole prevalente al Sud, molte nubi sul resto del Centro e cielo in prevalenza coperto o localmente nebbioso sul resto del Nord. Dopo questa ‘svista’ dell’anticiclone le cose torneranno al trend abituale di questi ultimi 10 giorni, ovvero con la nebbia sulla Pianura Padana, la presenza di molte nuvole in Toscana, Umbria e lungo le coste del Lazio e di un tempo più soleggiato al Sud.
In questo contesto le temperature non subiranno sostanziali variazioni, mantenendosi sopra la media del periodo di circa 5-6 gradi. Questa situazione ci accompagnerà fino all’Epifania e anche sabato 7 gennaio. Le cose potrebbero mutare invece da domenica 8, quando l’anticiclone subirà un nuovo attacco da parte delle impetuose correnti perturbate nord-atlantiche. L’ingresso di venti più freschi dai quadranti settentrionali oltre a favorire una generale diminuzione delle temperature, darà vita a un temporaneo centro depressionario che piloterà una perturbazione atlantica ben più organizzata e intensa rispetto alla precedente.

Nel dettaglio, oggi pioviggine al Nordovest, nebbie altrove. Al centro cielo molto nuvoloso o localmente coperto e nebbioso, al sud poche nubi, ma nebbie in Puglia.
Martedì 3 gennaio piogge modeste al Nordovest, coperto e nebbioso nel resto del nord. Al centro, qualche pioggia in Toscana e al sud cielo poco nuvoloso.

Confermato il Capodanno estivo: zero termico oltre i tremila metri

Durante il periodo natalizio tra Canada e Stati Uniti d’America si sono abbattute tempeste di gelo e neve da record: una massa di aria artica, in discesa dal Polo Nord, ha causato un tracollo termico eccezionale dal Montana al Texas; in alcuni stati al confine con il Canada siamo passati, in poche ore, da valori positivi a punte di -25/-30°C con bufere di vento e neve. Responsabile di questo evento estremo anche un ciclone Bomba, un vortice che ha visto scendere la pressione di circa 25 millibar (o ettopascal, che è equivalente) in meno di 24 ore: il ciclone ha causato blizzard estesi ed estremi, cioè raffiche di vento da uragano insieme a neve abbondante. Negli ultimi giorni è sorta una domanda legittima: questo freddo artico e il ciclone Bomba arriveranno anche in Europa e in Italia?
Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, risponde a questa domanda analizzando la situazione a livello globale. “Il pericolo, con la paura di vivere in Europa una situazione simile a quella natalizia degli USA, nasce dalla conoscenza ormai diffusa delle principali nozioni meteorologiche: le perturbazioni si spostano nel 90% dei casi da Ovest verso Est, sappiamo bene che anche gli uragani a volte arrivano dalle coste statunitensi a lambire il Regno Unito o la Penisola Iberica e frequentemente vediamo fronti perturbati attraversare l’Oceano Atlantico portando piogge diffuse verso l’Europa e l’Italia. È dunque possibile che arrivi il ciclone Bomba in Italia? Il tempo necessario per attraversare l’Oceano Atlantico è mediamente 5-6 giorni, quindi rischieremmo proprio in queste ore di essere colpiti dal ciclone Bomba statunitense”.

Cerchiamo dunque di capire dove si è diretto questo ciclone e quale sarà il meteo dei prossimi giorni in Italia. Il ciclone Bomba degli USA, nei giorni successivi al Natale, invece di muoversi verso Est e verso l’Atlantico, è rimasto stazionario tra il Canada e il Passaggio a Nord Ovest, in pratica tra la Baia di Hudson e il Mare del Labrador a Sud della Groenlandia: seppur in lento indebolimento, il ciclone ha comunque inviato un’intensa perturbazione verso l’Europa. Negli ultimi giorni, semplificando molto la configurazione meteorologica, l’Anticiclone delle Azzorre ha però fatto da barriera a questa perturbazione deviando il flusso instabile e freddo verso Islanda e Regno Unito: si sono avute nevicate abbondanti in Islanda e addirittura temporali sull’Irlanda e la Scozia.

Possiamo dunque dormire sonni tranquilli in Italia, l’Anticiclone delle Azzorre ci ha protetti deviando il flusso perturbato verso Nord e attenuando in modo sensibile la perturbazione, in origine artica, che aveva colpito Canada e Stati Uniti. Il tempo per il Capodanno sarà dunque stabile e mite, come previsto da giorni; ci sarà solo un sensibile ulteriore peggioramento sull’Europa settentrionale e occidentale come ricordo del ciclone Bomba che insieme ad altri fattori meteorologici sta ancora condizionando il tempo delle zone atlantiche.
In Italia dopo qualche pioggia, residua nel corso delle prossime ore al Centro-Nord, avremo una nuova rimonta dell’Anticiclone Africano, il cugino dell’Anticiclone delle Azzorre che ci ha protetto dal maltempo statunitense: insieme, i due anticicloni ci regaleranno dunque tempo stabile e soleggiato per il 31 dicembre e il primo gennaio, salvo nubi più compatte in Pianura Padana e tra Liguria e Toscana dove non sarà esclusa la pioviggine anche all’ora del brindisi. Brindisi che tra l’altro sarà tiepido ovunque: pensate anche in montagna lo zero termico salirà fino a 3300 metri come in estate, a mezzanotte avremo 5°C a Cortina d’Ampezzo, 10°C a Courmayeur!
Scendendo dalla montagna prevediamo alla mezzanotte di San Silvestro 10°C a Milano con locale pioviggine, 14°C a Genova con qualche piovasco, poi tempo asciutto quasi ovunque con 15°C a mezzanotte a Firenze (!), 10°C a Bologna, Roma e Bari, 12°C ad Ancona e Napoli, 14°C a Palermo e Cagliari. Insomma per il secondo Capodanno ‘Estivo’ di fila (anche il 2021/22 fu caldissimo per il periodo) brinderemo con delle bollicine ‘tiepide’!

Gucci

Capodanno al caldo ma con qualche pioggia: a Milano brindisi con 10° a mezzanotte

Dopo settimane di stabilità assoluta, qualcosa si muove: una perturbazione atlantica sta attraversando l’Europa centro-settentrionale con maltempo su Regno Unito, Francia e con fenomeni intensi anche in Portogallo. L’Italia sarà parzialmente interessata da questa perturbazione: nelle prossime ore, infatti, la coda attraverserà marginalmente il Settentrione e parte delle regioni centrali, in particolare Toscana e Marche. Si tratterà di un peggioramento decisamente modesto ma, dopo settimane di calma piatta, sarà necessario riaprire gli ombrelli in alcune zone del Paese.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma la perturbazione ma indica anche che il peggioramento sarà molto rapido e localizzato: nelle prossime ore qualche piovasco interesserà Liguria di Levante, Alta Toscana, Friuli e Valle d’Aosta con quota neve sulle Alpi intorno ai 1.400 metri; nel pomeriggio i fenomeni tenderanno a diventare un po’ più diffusi in Toscana e a espandersi in parte verso Emilia Romagna e Veneto. La penultima giornata del 2022 vedrà lo spostamento della piccola perturbazione verso Est: sono attese ancora piogge sulle stesse zone con un modesto coinvolgimento possibile anche di Umbria, Lazio e Alta Campania.

E a San Silvestro? Il meteo a cavallo del 2022 e del 2023 vedrà prevalenza di tempo stabile e sereno grazie al ritorno dell’Anticiclone africano. Tra il 31 e il primo gennaio, nonostante l’Anticiclone africano prepotente su tutta la penisola, dobbiamo comunque segnalare la possibilità di un brindisi bagnato a Milano con 10°C a mezzanotte e a Genova per quanto riguarda le città principali; avremo anche un brindisi senza freddo in montagna con zero gradi a 2.500-2.700 metri allo scoccare del nuovo anno.
Insomma replicheremo il Capodanno dell’anno scorso con tanto sole e tanto caldo, in particolare in montagna con zero termico che toccherà i 3.300 metri dalle Alpi alla Sicilia. Lo zero termico si troverà dunque a una quota che viene raggiunta normalmente in estate. Un valore incredibile che conferma l’arrivo del secondo Capodanno estivo di seguito.

Capodanno caldissimo, ma la Befana porterà fiocchi di neve

Tempi di ritorno lunghissimi per eventi estremi: in altre parole, un altro Capodanno caldissimo ed eccezionale come quello dell’anno scorso sarebbe dovuto ‘tornare’ tra decine di anni. E invece, come l’anno scorso, il Capodanno 2022-2023 sarà caldo, anomalo e con un anticiclone africano mostruoso. Tanto per citare alcuni numeri, sono previste temperature massime di 10°C a Milano come a Cortina d’Ampezzo a 1200 metri di quota, 18 gradi a Roma per un San Silvestro primaverile, 21-23°C ancora in Sicilia e Sardegna. E anche a 2000 metri le temperature faranno fatica a scendere sotto lo zero durante il brindisi di mezzanotte!
Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, spiega infatti che, proprio come un anno fa, l’anticiclone africano sarà molto robusto ed esteso, in modo anomalo, dall’Algeria fino all’Ucraina. Il riscaldamento globale porterà infatti, ancora una volta, valori primaverili per il Capodanno: sembrerà di trascorrerlo agli inizi dell’Impero Romano, giorno di festa che allora cadeva appunto il primo marzo e si festeggiava con temperature miti; per onor di cronaca, il primo marzo quest’anno a Roma c’erano solo 11°C, quindi siamo comunque fuori da ogni confronto.

Per quanto riguarda poi le previsioni nel dettaglio, continua a non esserci solamente il caldo e il sole in Italia: sono due settimane che nubi basse o nebbie attanagliano le pianure e le colline del Centro-Nord. L’anticiclone africano continuerà a schiacciare l’umidità nei bassi strati anche nei prossimi giorni, favorendo purtroppo cieli grigi nei fondivalle; il sole sarà protagonista ancora una volta in montagna, lungo il versante adriatico e al Sud.
Tra il Nord Italia e la Toscana, passerà anche una veloce perturbazione atlantica entro venerdì, con piovaschi e isolate brevi nevicate: la quota neve è prevista intorno ai 1300-1500 metri sulle Alpi, mentre i fiocchi si scioglieranno purtroppo, ancora una volta, sotto le cime più alte dell’Appennino; la dorsale appenninica presenta infatti una situazione decisamente calda per il periodo e la stagione sciistica stenta a decollare.
Ci attende dunque un’altra settimana mite, addirittura molto calda tra il 30 dicembre e il primo giorno del 2023, quando l’anticiclone africano raggiungerà il suo culmine di potenza: con l’inizio del nuovo anno, questa situazione altopressoria dovrebbe crollare a causa di successivi attacchi più freddi da Ovest e da Est.
‘Epifania tutto il caldo lo porta via’? È possibile! Al momento non si escludono addirittura nevicate in Pianura Padana per il 6 gennaio 2023. Una data da segnare, quantomeno per la fine del caldo anomalo e per l’arrivo di un po’ di freddo capace di smuovere l’aria inquinatissima del Nord Italia, pulendola un po’.

Arriva il Capodanno con l’anticiclone africano: picchi di 23° al Sud e sulle isole

La presenza di un grosso anticiclone di matrice sub-tropicale sta diventando anno dopo anno una costante, segno evidente dei cambiamenti climatici in atto. Le vacanze di questo periodo invernale saranno quindi ancora caratterizzate dal caldo anomalo per questa stagione. Per Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it, questa grossa struttura di alta pressione abbandonerà il Paese con molta fatica e subirà un temporaneo cedimento soltanto tra giovedì e venerdì, dopo di che tornerà più forte che mai.

Fino a mercoledì quindi la situazione atmosferica non subirà cambiamenti. Continuerà il cielo spesso grigio sulla Pianura Padana, con qualche schiarita in più; molte nubi (meno diffuse nel pomeriggio) anche in Toscana, Umbria e lungo le coste del Centro, mentre il sole sarà prevalente al Sud.
Tra giovedì e venerdì invece, il passaggio di una modesta perturbazione atlantica riporterà qualche pioggia dalla Liguria verso bassa Lombardia, Emilia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il tempo peggiorerà anche in Toscana e Umbria, ma solamente venerdì. Sempre soleggiato al Sud. Successivamente, l’anticiclone africano acquisterà sempre più forza facendoci vivere la notte di San Silvestro e il giorno di Capodanno con un tempo stabile. Il cielo sarà sereno o poco nuvoloso al Centro-Sud e con le solite nubi basse sulla Pianura Padana.
In questo contesto, le temperature tenderanno prima a rimanere stazionarie, poi nuovamente ad aumentare proprio nei giorni di passaggio al nuovo anno. Se al Nord i valori massimi toccheranno punte di 12-13°C, soprattutto a est e in Liguria, al Centro-Sud si raggiungeranno picchi di 18°C al Centro e 22-23°C al Sud e sulle Isole Maggiori.

Per concludere, l’anticiclone africano non avrà alcuna voglia di abbandonare il Paese, per cui dovremo fare i conti con la sua ingombrante presenza anche nei primi giorni del 2023. Soltanto verso l’Epifania sembrerebbe che masse di aria fredda dalla Russia possano raggiungere l’Italia entrando sia dalla porta della Bora (Alpi Giulie) sia dalla valle del Rodano (Francia sudorientale). Se questa previsione dovesse essere confermata, ci attenderebbe un periodo decisamente più freddo e dinamico.

caldo

Nuova ondata di caldo: 10° oltre la media, picco tra giovedì-venerdì

Il caldo non è ancora finito. Anche nel mese di agosto si prevedono temperature roventi, con una nuova fiammata africana in arrivo sull’Europa centro-occidentale. Secondo i rilevamenti di ilmeteo.it, infatti, nei prossimi giorni l’alta pressione nordafricana, come ha già fatto almeno 5 volte dallo scorso mese di maggio, si spingerà verso Nord attraversando (idealmente) lo Stretto di Gibilterra. Non a caso sarà proprio la Penisola Iberica la prima regione a risentire dell’espansione del ‘Cammello‘, come viene definito in gergo meteorologico l’anticiclone africano. Poi, dalla Spagna il caldo anomalo si dirigerà lungo un percorso ormai collaudato, dai Pirenei verso le Alpi. Sono attese temperature di 10 gradi centigradi oltre la media agostana, già elevata, inizialmente sulla Francia poi tra Svizzera, Germania ed Austria.

Non sfugge alla morsa nemmeno l’Italia, ovviamente. Il nostro Paese sarà raggiunto dal picco del caldo tra giovedì e venerdì, soprattutto sulle regioni settentrionali e sul versante tirrenico, con possibili 39-40 gradi all’ombra. La redazione di ilmeteo.it ricorda che 40 gradi ormai è un valore che non crea più sorpresa, meraviglia o angoscia, ma i valori medi climatologici di inizio agosto sono comunque molto più bassi. Stando alla climatologia del trentennio 1971-2000, a Torino e Genova normalmente si registrano 28 gradi di massima, a Milano 29, a Bologna 31, a Firenze 33, a Roma 32. Mentre al Sud i valori sono ‘normali’: 31 gradi a Napoli, 30 a Bari, 32 a Cagliari. Tra le più calde ‘climatologicamente’ troviamo la stazione di Catania Sigonella, con il dato della prima decade di agosto che riporta 34 gradi: si tratta di un sito meteo nelle zone interne roventi della Sicilia orientale non troppo distante da Floridia in provincia di Siracusa, dove un anno fa, l’11 agosto furono registrati 48,8 gradi, nuovo record assoluto europeo.

In poche parole, sempre più spesso in Italia tocchiamo valori di 10 gradi più caldi della media, localmente anche 15. Questi valori esagerati sono un esempio di evento meteo estremo previsto dai ricercatori del Riscaldamento Globale, rappresentano la proiezione che numerosi Stati industrializzati hanno negato per decenni. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma invece che è tutto vero, l’ennesima ondata di caldo africano investirà l’Europa centro-occidentale, a poco meno di 15 giorni dai record storici assoluti francesi e tedeschi. Probabilmente questa volta batteremo i record per il mese di agosto e non i valori annuali, ma la scaldata europea sarà molto importante e decisa. In Italia si prevedono temperature fino a 38-39 gradi a Firenze, Roma, Bologna, Milano e anche 40 gradi sulle zone interne della Sardegna. Ma anche altre zone saranno colpite dall’anticiclone africano, o come viene definito il ‘Cammello’, che con le sue ‘gobbe’ spingerà l’aria maghrebina verso Nord in un revival ‘caldo 2022’.

siccità

Scipione, aiutaci a scacciare gli Inattivisti

Ci prepariamo a un’altra forte ondata di caldo e di siccità, lo potete leggere anche nei nostri articoli e lanci di agenzia. È l’occasione per ricordarci di stare all’erta nei confronti del cosiddetto ‘inattivismo’, il veleno più tossico a cui dobbiamo far fronte mentre siamo alle prese con il cambiamento climatico. Ne parlava una ricerca pubblicata due anni fa (l’1 luglio 2020) dalla Cambridge University Press: Discourses of climate delay (William F. Lamb et altri), ovvero ‘Discorsi sul ritardo climatico’). Ne ha parlato anche il climatologo Michael Mann nel suo libro ‘La guerra del clima’.

Lamb e i suoi colleghi scrivevano che “I ‘discorsi sul ritardo climatico’ pervadono gli attuali dibattiti sull’azione per il clima. Questi discorsi accettano l’esistenza del cambiamento climatico, ma giustificano l’inazione o gli sforzi inadeguati. Nelle discussioni contemporanee su quali azioni dovrebbero essere intraprese, da chi e con quale velocità, i sostenitori del ritardo climatico sostengono la necessità di un’azione minima o di un’azione intrapresa da altri. Concentrano l’attenzione sugli effetti sociali negativi delle politiche climatiche e sollevano il dubbio che la mitigazione sia possibile”. In pratica, non abbiamo ancora capito nulla. Gli stessi che fino a pochissimo tempo fa negavano l’esistenza stessa del cambiamento climatico, oggi non possono più farlo di fronte all’evidenza assoluta ma trovano un altro modo per ostacolare ogni possibile azione. Lo fanno, spiegano i ricercatori, sostenendo che qualcun altro deve iniziare ad agire prima di me/noi, che non è possibile mitigare il cambiamento climatico, che un cambiamento radicale non è necessario, che il cambiamento sarà devastante, enfatizzante ogni possibile effetto negativo del cambiamento e ‘dimenticando’ tutti gli effetti positivi (anche economici e geopolitici) compreso il fatto che la direzione in cui stiamo andando senza cambiamenti renderebbe la vita umana sempre più complessa.

Oggi siamo già in attesa di Scipione. Parliamo di un anticiclone, ovvero una zona di alta pressione in cui la condizione meteorologica è stabilmente serena. Si prospettano temperature fino a 40 gradi e soprattutto l’acuirsi della siccità, già grave date le scarse precipitazioni invernali e le ormai quasi esaurite riserve di neve in alta montagna (anch’essa scarsissima nel corso dello scorso inverno).

L’emergenza è seria e tra gli altri ce lo ricordano le associazioni degli agricoltori che hanno già lanciato l’allarme perché sono a rischio coltivazioni di cereali e frutta. Ma ce lo hanno ricordato nei giorni scorsi i gestori dei rifugi alpini, che potrebbero non avere acqua (o energia) già a fine giugno anticipando gli effetti di quanto potrebbe accadere più a valle. E ce lo hanno ricordato gli scienziati che hanno rilevato la mancano di due metri di neve su uno dei ghiacciai del Gran Paradiso, in Valle d’Aosta.

Ma l’inattivismo è in agguato, sempre. E assume risvolti grotteschi. Mentre ascolto e leggo questa serie di appelli mi torna alla mente un episodio: l’intervista ascoltata – incredulo – in tv a Pasqua, quando il presidente di una delle società che gestiscono impianti sciistici sulle Alpi (inutile fare il nome, interessa il concetto non la gogna sulla persona) tracciava gongolante un bilancio della stagione: “È andata benissimo, per noi l’assenza di precipitazioni è stata un bene perché c’era sempre il sole e quindi eravamo regolarmente pieni di sciatori. La neve potevamo spararla con i cannoni, tanto l’acqua da queste parti per il momento non manca”. Va bene la soddisfazione per il risultato economico positivo, ma vantare anche un disastro ambientale come fattore positivo mi è parso davvero incredibile. Speriamo che Scipione ci aiuti almeno a cancellare un po’ di Inattivismo.